Dov'è tuo fratello? (Gen 4, 9)
p. Christian Carlassare - Sud Sudan
Dov’è tuo fratello? (Gen 4, 9)
C’era una volta una padre che aveva due figli: il maggiore si chiamava Dinka mentre il minore Nuer. Il padre anziano li chiamò a sé affianco negli ultimi giorni della sua vita e raccomandò loro di vivere da fratelli aiutandosi a vicenda. Quel padre non aveva molto con sé perché quello che era suo era anche dei suoi figli e divise ogni giorno della sua vita le sue sostanze con loro. Gli rimaneva ora solo una mucca con il suo vitellino che teneva cara perché gli dava il latte di cui aveva bisogno. Prima di morire promise di dare il vitello a Nuer mentre a Dinka sarebbe rimasta la mucca. Dinka non era molto contento della sua sorte. Andò una notte da suo padre e, imitando la voce di Nuer, lo convinse di farsi dare il vitello prima dell‘alba. Quando fu giorno il padre si rese conto dell’inganno e disse a Nuer di riprendersi ciò che era suo. Non si aspettava, forse, che fra Dinka e Nuer ci sarebbe stata inimicizia perenne fino ai nostri giorni: sempre in guerra su questioni di vacche e altro.
“Dov’è tuo fratello?”, sono queste le parole prese dalla Bibbia su cui papa Francesco fonda il suo messaggio in occasione della giornata mondiale della Pace dal titolo: Fraternità, fondamento e via della Pace. Parla di una vocazione dell’uomo alla fraternità, proprio come quella di Caino e Abele o quella di Dinka e Nuer. Sono fratelli, figli dello stesso padre. Questa è la genesi della società, l’evoluzione delle relazioni tra le persone, le nazioni e i popoli.
Abele è pastore, Caino è contadino. Dinka e Nuer sono entrambi allevatori di mucche ma, vista la loro inimicizia, il primo si è ritirato a vivere nei boschi mentre il secondo vive lungo le paludi e i corsi d’acqua. Uno è cacciatore, l’altro pescatore. La loro identità profonda e, insieme, la loro vocazione, è quella di essere fratelli, pur nella diversità della loro attività e cultura, del loro modo di rapportarsi con Dio e con il creato. Ma l’uccisione di Abele da parte di Caino attesta tragicamente il rigetto radicale della vocazione ad essere fratelli. Così anche le continue razzie e uccisioni avvenute fra Dinka e Nuer lungo i secoli per ragione di vacche hanno fatto pensare che la fraternità sia un sogno impossibile. In alcune occasioni si sono trovati a combattere fianco a fianco in nome della propria indipendenza da poteri stranieri. Ma a causa della loro reciproca diffidenza e disaccordo si sono anche dilaniati a vicenda. Basta ricordare la grande scissione avvenuta nel 1991 fra i Sud sudanesi ribellatisi al Nord per motivi di commando del movimento di liberazione: John Garang (Dinka) da una parte e Riek Maciar (Nuer) dall’altra. Solo una volta uniti sono riusciti a portare il paese all’Indipendenza conquistata nel vicino Luglio 2011. E solo dopo due anni e mezzo di relativa pace, il presidente Salva Kiir (Dinka) e Riek Macar (Nuer) hanno riportato il paese in una situazione di guerra penosa. Guerra civile. Guerra colorata da tinte etniche, ma dove, sotto sotto, ci sta la sete di potere presente in entrambi i gruppi etnici e la innata diffidenza che c’è l’uno per l’altro. “Dinka non puó governare in pace il proprio paese finchè Nuer gli sta alle costole”, pensa uno. E l’altro: “Nuer non vivrà mai in pace finchè il potere è in mano a Dinka”. La loro vicenda evidenzia il difficile compito a cui tutti gli uomini sono chiamati, di vivere uniti formando la famiglia umana, prendendosi cura l’uno dell’altro.
“Dov’è tuo fratello?”, ci chiede il Signore dopo gli avvenimenti accaduti nell’ultimo mese. “Dov’è tuo fratello?”, ha chiesto mons. Paolino Lokudu a tutti i Sud Sudanesi durante la preghiera per la Pace tenuta Giovedì 9 Gennaio nella cattedrale di Juba, capitale del Sud Sudan. “Lo hai forse ucciso?”: ricordando quello che milizie Dinka hanno fatto a Juba entrando nelle case e uccidendo Nuer a causa della loro appartenenza etnica, donne e bambini compresi. E subito dopo gruppi Nuer hanno fatto lo stesso con i Dinka che hanno trovato a casa loro per pura vendetta: “Occhio per occhio, dente per dente”.
Il papa dice che “occorre interrogarsi sui motivi profondi che hanno indotto Caino a misconoscere il vincolo di fraternità e, assieme, il vincolo di reciprocità e di comunione che lo legava a suo fratello Abele”. Allora chiediamoci il motivo per cui Dinka e Nuer sono sempre uno contro l’altro. Possibile che il mito di cui vi ho raccontato all’inizio di questa mia lettera non possa un giorno essere capovolto? I nostri occhi non possono più vedere “uomini e donne che muoiono per mano di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono”.
Beati i costruttori di Pace e di Fratellanza in questo nuovo anno che viene.