La lettera di P. Maurizio dall’Uganda
Non solo giovani: il centro di spiritualità
Ormai agli occhi degli amici sono così tanto identificato col mondo dei giovani che fanno fatica a vedermi in altre vesti. E un po' anch’io, tanto che comunque anche qui a Gulu mi sono ritagliato uno spazio importante da dedicare a loro. Ma l’impegno fondamentale che mi è stato affidato è un altro e in molti mi hanno chiesto dov’è che stia facendo danni stavolta… Se ho aspettato a raccontartelo è perché tutto è ancora in divenire per via del Covid, però… adesso ti racconto un po’.
Il cristianesimo in Uganda ha ormai più di 130 anni e anche nel nord del paese i comboniani sono arrivati esattamente 110 anni fa. Circa 20 anni fa, passata la fase della prima evangelizzazione, si capì come fosse giunto anche qui il tempo dell’interiorizzazione in vista di una vita cristiana più pienamente vissuta e così si pensò di dotare anche il nord di un centro di spiritualità. Nacque così il Comboni Spiritual Centre di Layibi, quello che attualmente mi è affidato. Mi trovo a Gulu, nel centro nord geografico del paese, in quella che potrebbe essere considerata, per importanza, la capitale del nord, che però solo dopo il 2005 si è potuta sviluppare essendo stata per quasi trent’anni vittima della feroce guerriglia dell’LRA che si è macchiata dei più orribili misfatti.
Layibi, alla periferia della città si era da tempo sviluppata come un multiforme centro dei comboniani, con una presenza notevole e qualificata di fratelli missionari, con una grande scuola superiore gestita da noi e una grande cappella della cattedrale che finalmente è diventata parrocchia. La presenza al centro di laboratori di ogni tipo di costruzioni, falegnameria e meccanica e la centralità di Gulu ne fecero anche il luogo ideale per una scuola tecnica che attualmente è la migliore del nord Uganda.
In questa realtà così estesa si pensò di far sorgere anche un centro di spiritualità al servizio delle comunità del nord. Il centro è costruito in modo semplice ma funzionale all’interno di un parco che i nostri fratelli han curato per decenni conservando specie locali (abbiamo degli esemplari maestosi di Mogano e di Ficus) arricchendoli anche di altre essenze preziose. Così pian piano si è creato un luogo di silenzio particolarmente adatto alla preghiera e agli incontri, in un’atmosfera di relax e di pace.
Purtroppo da Luglio dell’anno scorso quest’attività si è praticamente interrotta per le limitazioni dovute alla pandemia. Questo ha naturalmente creato anche seri problemi economici e gestionali visto che comunque tutta questa struttura, ancorché semplice, va curata.
Come già ti scrivevo, quando sono arrivato a Febbraio la pandemia non era un problema troppo serio e così ho provato a rilanciare il centro programmando un corso di esercizi spirituali guidato dal vescovo di Lira, la mia ultima Diocesi, Santo Wanok, una persona molto capace e preparata. In questo modo mandavo in giro il segnale che il Centro di Spiritualità fosse di nuovo attivo. Un clima di una certa diffidenza ha fatto sì che però soltanto 7 persone partecipassero agli esercizi.
Il vescovo Santo ci ha spiazzati tutti quando all’ultimo giorno si è messo a servirci con le bibite che come centro abbiamo offerto per festeggiare la fine degli esercizi… Ha suscitato in me anche un po' d’ilarità quando durante le sue riflessioni, qualora non fosse vestito da vescovo, avesse ai piedi come tutti noi un paio di ciabatte di gomma con tanto di margherite e perline. Se qui per noi non è granché, immagino se lo avesse fatto in Italia!
Ero anche riuscito a programmare, con l’aiuto di una suora Little Sister of Mary Immaculate, congregazione fondata dal vescovo comboniano Angelo Negri, altri corsi almeno fino a Settembre. Sr. Margareth Pirango è una suora estremamente preparata e capace che già ha collaborato molto col centro e che mi ha dato delle dritte notevoli, oltreché incoraggiarmi non poco. Purtroppo da lì a poco è arrivata la brutta notizia del lockdown che ci ha nuovamente chiusi e al momento siamo ancora nel limbo, nel senso che verso il 25 del mese il lockdown potrebbe finire ma ci vorrà tempo per rimettersi in carreggiata. E pensare che avevamo già pensato oltre ai consueti esercizi sia predicati che diretti anche un primo breve corso per accompagnatori spirituali. C’è chiaramente infatti anche il bisogno di preparare persone a questo ministero che possano accompagnare la gente localmente.
E così… ci siamo fermati? Assolutamente no! E’ questa l’occasione propizia per tanti lavori di manutenzione degli edifici e del parco. Sto sfruttando al meglio le mie qualità di agronomo per riportare a termini accettabili la jungla che si era creata per mancanza di manutenzione. E allo stesso tempo piantando siepi così da creare degli ambienti e dei percorsi, e arricchire il parco di nuove specie ornamentali, naturalmente senza spendere uno scellino, procurandomi semi e talee in giro per l’Uganda. L’essere adesso nella stagione delle piogge, che sono particolarmente abbondanti, mi aiuta molto in quest’opera. Nel frattempo era opportuno riassettare e ridipingere con colori più vivaci la grande Conference hall, la Chiesa e la sala da pranzo. Il problema, come tu saprai, è che quando si mette mano ad una struttura poi i lavori si moltiplicano e così il tempo corre e anche se i risultati si vedono, sembra che ogni giorno ci sia un’emergenza nuova.
Abbiamo anche rimesso a posto la cucina col suo store, la legnaia (qui si cucina con la legna) e la lavanderia che erano in uno stato pietoso. Ma tanto tempo ci ha preso anche l’energica potatura di alberi enormi, che erano diventati pericolosi, fatta a mano dai miei validi collaboratori che si arrampicano come scoiattoli, mentre io di nascosto prego che nessuno cada e si sgretoli…
Abbiamo tagliato alberi enormi di gardenie (magari non credevi che le gardenie potessero crescere così tanto e neanch’io), di frangipani (plumeria), croton, ibischi, cannella e tanti altri cespugli ornamentali. E questo combattendo quasi quotidianamente con le formiche viaggiatrici (penso di averti mandato un filmato) che sono particolarmente aggressive e pericolose, che escono a milioni durante la stagione delle piogge e che quando ti beccano… E anche delle rosse formiche tessitrici, che noi chiamiamo soldati, che pure pungono micca male. E così ogni giorno si faceva una bella collezione di morsi e punture. Ogni tanto facevamo fuori anche qualche serpente, ma questo era nulla a confronto delle formiche.
Ogni tanto in questa selva individuavo qualche orchidea che legavo a qualche albero in posizione più agevole perché radicasse e che già mi hanno gratificato con degli splendidi fiori bianchi con lunghissimi festoni.
Tra i punti che maggiormente sto cercando di valorizzare c’è il Comboni Park, fortemente desiderato dal mio predecessore p. Peter Alenyo, ricavato dalla foresta nel bel mezzo del quale ha eretto un piccolo ma carino bassorilievo della Madonna. Questo al momento è come un puntino bianco nella foresta che sto cercando valorizzare piantandoci attorno e soprattutto come sfondo, assieme a due robuste Zamie, una bella siepe di sempreverdi.
E…mica posso dirti tutto, altrimenti si fa notte. Tanto avrò tempo di raccontarti ancora. Al momento i bei prati sembrano più pascoli perché dovendo fare delle priorità, dando tempo soprattutto ai lavori interni e di piantagione, il bel pratino all’inglese (complici i diluvi quotidiani) somiglia più a un campo di fieno, ma…le cose cambieranno.
E soprattutto speriamo che cambiando la situazione si torni ad essere operativi e a far si che Centro svolga la sua funzione che è quella di accogliere, ristorare, ritemprare, far pregare e guidare persone all’incontro con Cristo.
Tutto questo con l’ausilio di 3 persone che davvero si fanno in 4 scoprendosi oltre che cuochi e giardinieri anche muratori, lavandai, taglialegna (ho una catasta di pezzi di mogano da spaccare per la cucina; da non credere…), idraulici, imbianchini e…mille altre cose.
Incrocio le dita che tutto sia abbastanza in ordine quando gli ospiti inizieranno a popolare il Centro e così questo angolo di Paradiso tornerà a dare quella vita e ristoro per i quali è nato.
P Maurizio Ayiko