MAGGIO 2010 - Spezzare i soldi con Giustizia (Lc 19,1-10)
di Domenico Guarino
SPEZZARE I SOLDI CON GIUSTIZIA
(Lc 19,1-10)
Accompagnare Pasquale al pronto
soccorso. Portare ogni mercoledì sera un pasto caldo a chi vive per
strada. Insegnare italiano in un centro comunitario di accoglienza e
toccare con mano la sofferenza di chi viene continuamente rifiutato.
Ascoltare il grido di dolore di Assunta che tutte le sere, nel centro di
prima accoglienza per i senza fissa dimora, è guardata da tanti occhi
che invadono la sua intimità di donna.
Molti uomini e donne di buona volontà, che percorrono ogni giorno le strade di una storia ferita in tanti modi, si chiedono se questi atti di amore e di generosità contribuiscono a realizzare il sogno di una società giusta; se la felicità - aspirazione profonda di ogni essere umano - appartiene realmente a tutti o solo a un determinato gruppo di persone. Pasquale, Assunta e come loro tantissime altre persone, forse non sanno che viviamo in un sistema di "mercato totale" che genera situazioni di estrema disuguaglianza, povertà, emarginazione e violenza; che i grandi poteri finanziari dominano le società e non lasciano spazio alla politica. Un dominio globale che arriva in tutti gli angoli del mondo e a tutte le dimensioni della vita, personale e collettiva. Se da una parte c'è chi continua a farci credere che il benessere è alla portata di tutti, dall'altra ci troviamo a fare i conti con delle statistiche assurde ed immorali, che non mentono. Nel mondo ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno, mentre circa metà della popolazione mondiale sopravvive con meno di due dollari al giorno. Milioni di persone sono condannate a vivere delle vite soggette a fame, malattia, analfabetismo e disoccupazione. Alla fine però, come sempre accade in questi casi, la colpa ricade sempre sulle persone. Se sono poveri è perché o i governi locali sono corrotti, oppure gli stessi individui non sono stati capaci di trovare il proprio posto in questo mondo pieno di opportunità e di possibilità. Nemmeno esiste un coro sociale capace di interpretare all'unisono lo spartito della rivendicazione dei propri diritti. Il sistema ha ben chiaro il tipo di tessuto sociale di cui ha bisogno per sopravvivere. I poveri, gli esclusi e gli emarginati fanno parte di quella società che non conta, non parla e nemmeno si organizza.
Luca, nel suo Vangelo, ci racconta la meravigliosa storia della conversione di un uomo, quella di Zaccheo. Capo dei pubblicani, era un uomo ricchissimo. Come esattore delle tasse, spremeva il più possibile gli altri, come facevano a quel tempo i pubblicani che acquisivano ogni volta dai Romani l’appalto dell’esazione dei dazi e lo sfruttavano poi per i propri scopi. Il testo è arricchito dalla presenza di molti verbi. Gesù si reca a Gerico, entra in città e la attraversa. Zaccheo accorre davanti alla folla, senza evidentemente riuscire a passare attraverso tutta quella gente. Sale su un sicomoro, ed è li che sente sul suo piccolo corpo, lo sguardo amoroso di Gesù che lo sconvolge con la sua inattesa proposta: "scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua" (v. 5). Entrati in casa, anche la risposta di Zaccheo è inaspettata: "io do la metà dei miei beni a poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quatrro volte tanto" (v. 8). Con la sua decisione Zaccheo alimenta il progetto alternativo di Gesù che non poteva accettare la disuguaglianza economica generata dal sistema politico e religioso del tempo.
Il mondo che descrive Luca nel suo vangelo è una società ingiusta e disuguale: pochi ricchi, moltissimi poveri e tanta disoccupazione. Molte terre appartenevano a signori che vivevano in altri posti (Lc 20,9) e che avevano una sola preoccupazione: quella di arricchirsi sempre più. In una società organizzata così ingiustamente, era frequente contrarre debiti (Lc 6,34; 7,41-42), con la possibilità di finire in carcere (Luca 12,58-59) perché impossibili da saldare. Con queste premesse, la "conversione" di Zaccheo ha una connotazione sociale ed economica; da uomo del sistema, diventa una persona giusta e solidale. Dopo l'incontro con Gesù, sente la chiamata di mettersi al servizio di una nuova causa, un progetto economico diverso sulla linea della giustizia e della solidarietà e non dell'oppressione. Naturalmente Luca, attraverso questo testo, non ci presenta una filosofia sulla povertà, sui soldi o sulla generosità illimitata di un uomo, ma affronta direttamente il problema della povertà. Se Zaccheo promette restituire quattro volte quello che ha rubato, quanto denaro gli resterà per i poveri? La giustizia innanzi tutto e poi la beneficenza. Zaccheo capisce che l'ideale da raggiungere non è una società ricca e caritatevole, ma giusta e solidale che nasce dalla restituzione di tutto ciò che ha rubato.
La povertà non è voluta da Dio e nemmeno dipende da un determinismo, dalla fortuna o da un destino cieco che non guarda in faccia alle persone. E' il frutto di meccanismi economici e leggi ingiuste. Non esiste beneficenza per i poveri senza prima aver realizzato una riparazione delle ingiustizie commesse. Non sono mai mancati i soldi per la Chiesa, la generosità di alcune persone è stata sempre ricambiata con favori spirituali e benedizioni... e i poveri sempre più poveri perchè la società continua ad essere ingiusta.
Il progetto di Gesù solo potrà realizzarsi attraverso scelte quotidiane incisive. Concretamente diventa importante:
Luca, nel suo Vangelo, ci racconta la meravigliosa storia della conversione di un uomo, quella di Zaccheo. Capo dei pubblicani, era un uomo ricchissimo. Come esattore delle tasse, spremeva il più possibile gli altri, come facevano a quel tempo i pubblicani che acquisivano ogni volta dai Romani l’appalto dell’esazione dei dazi e lo sfruttavano poi per i propri scopi. Il testo è arricchito dalla presenza di molti verbi. Gesù si reca a Gerico, entra in città e la attraversa. Zaccheo accorre davanti alla folla, senza evidentemente riuscire a passare attraverso tutta quella gente. Sale su un sicomoro, ed è li che sente sul suo piccolo corpo, lo sguardo amoroso di Gesù che lo sconvolge con la sua inattesa proposta: "scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua" (v. 5). Entrati in casa, anche la risposta di Zaccheo è inaspettata: "io do la metà dei miei beni a poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quatrro volte tanto" (v. 8). Con la sua decisione Zaccheo alimenta il progetto alternativo di Gesù che non poteva accettare la disuguaglianza economica generata dal sistema politico e religioso del tempo.
Il mondo che descrive Luca nel suo vangelo è una società ingiusta e disuguale: pochi ricchi, moltissimi poveri e tanta disoccupazione. Molte terre appartenevano a signori che vivevano in altri posti (Lc 20,9) e che avevano una sola preoccupazione: quella di arricchirsi sempre più. In una società organizzata così ingiustamente, era frequente contrarre debiti (Lc 6,34; 7,41-42), con la possibilità di finire in carcere (Luca 12,58-59) perché impossibili da saldare. Con queste premesse, la "conversione" di Zaccheo ha una connotazione sociale ed economica; da uomo del sistema, diventa una persona giusta e solidale. Dopo l'incontro con Gesù, sente la chiamata di mettersi al servizio di una nuova causa, un progetto economico diverso sulla linea della giustizia e della solidarietà e non dell'oppressione. Naturalmente Luca, attraverso questo testo, non ci presenta una filosofia sulla povertà, sui soldi o sulla generosità illimitata di un uomo, ma affronta direttamente il problema della povertà. Se Zaccheo promette restituire quattro volte quello che ha rubato, quanto denaro gli resterà per i poveri? La giustizia innanzi tutto e poi la beneficenza. Zaccheo capisce che l'ideale da raggiungere non è una società ricca e caritatevole, ma giusta e solidale che nasce dalla restituzione di tutto ciò che ha rubato.
La povertà non è voluta da Dio e nemmeno dipende da un determinismo, dalla fortuna o da un destino cieco che non guarda in faccia alle persone. E' il frutto di meccanismi economici e leggi ingiuste. Non esiste beneficenza per i poveri senza prima aver realizzato una riparazione delle ingiustizie commesse. Non sono mai mancati i soldi per la Chiesa, la generosità di alcune persone è stata sempre ricambiata con favori spirituali e benedizioni... e i poveri sempre più poveri perchè la società continua ad essere ingiusta.
Il progetto di Gesù solo potrà realizzarsi attraverso scelte quotidiane incisive. Concretamente diventa importante:
- smascherare i meccanismi di politica economica che generano la povertà di molti con la conseguente emarginazione sociale;
- vigilare e assicurare la "giusta distanza" tra la volontà politica dei partiti e gli interessi dei potentati economici;
- resistere al consumismo cercando di dare uno stile diverso alla nostra vita e un senso alternativo a quello che facciamo. Avere il coraggio di andare "controsenso" nella nostra spesa quotidiana. Non è sufficiente cambiare gli oggetti di consumo, questo o quel caffe, ma consumare di meno per condividere di più. Saper vivere la "sobrietà solidale";
- controllare il destino dei nostri soldi attraverso il risparmio e gli investimenti alternativi. Scommettere sulle finanze etiche e solidali;
- credere nella forza dei consumatori. Il boicottaggio resta pur sempre un meccanismo di lotta per indurre le grandi multinazionali a cambiare i propri sistemi di produzione e vendita dei prodotti.