Alcuni
degli interventi del 15 settembre a Bologna |
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Qui trovate i profili di coloro che
ci accompagneranno, con le loro riflessioni, lungo tutta la carovana
e nella giornata conclusiva di Bologna. |
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Nato
a Livo (Trento) il 26 agosto 1938, nel 1964, dopo aver completato
gli studi di teologia a Cincinnati (Usa), è ordinato sarcerdote.
Partito come missionario comboniano per il Sudan, dopo otto anni
viene allontanato dal governo a causa della sua solidarietà con il
popolo Nuba e della coraggiosa testimonianza cristiana.
Assume la direzione di Nigrizia nel 1978 e contribuisce a
renderla sempre più un mensile di informazione, nel solco di una
tradizione avviata nel 1883 e consolidatasi a partire dagli anni
'50. Il suo programma di lavoro è ben chiaro fin dall'inizio: «Essere
al servizio dell'Africa, in particolare "voce dei senza
voce", per una critica radicale al sistema politico-economico
del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge
i valori africani più belli, autentici e profondi». Per quasi
dieci anni, Zanotelli prende posizioni precise e s'impone
all'opinione pubblica italiana, affrontando i temi del commercio
delle armi, della cooperazione allo sviluppo affaristica e
lottizzata, dell'apartheid sudafricano. È anche tra i fondatori del
movimento "Beati i costruttori di pace", con cui ha
condotto molte battaglie in nome della cultura della mondialità e
per i diritti dei popoli.
Nel 1987 - su richiesta di esponenti politici e vaticani - Alex
Zanotelli lascia la direzione di Nigrizia: ma la sua
eredità culturale, raccolta dai successivi direttori e redattori,
continua a manifestarsi anche oggi.
Negli ultimi otto anni, il lavoro missionario di Zanotelli si è
svolto a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi, la
capitale del Kenya. Ha dato vita a piccole comunità cristiane, ma
anche a una cooperativa che si occupa del recupero di rifiuti e dà
lavoro a numerosi baraccati; ha propiziato la nascita di Udada, una
comunità di ex prostitute che aiuta le donne che vogliono uscire
dal giro e, nello stesso tempo, si è battuto per le riforme che
riguardano la distribuzione della terra, uno dei temi-chiave della
politica keniana. |
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Valdênia
Aparecida Paulino è avvocata, laureatasi alla facoltà
di diritto di São Paulo, Brasile.
Proveniente
da una zona periferica, povera e molto violenta della
città, non ha mai abbandonato le sue radici,
conquistando con fatica il diritto allo studio e
garantendosi con il suo lavoro la possibilità di
acquisire una professione a servizio degli esclusi. Si
è impegnata a fianco dei più poveri, cominciando coi
raccoglitori di cartone e ferro vecchio, fino ad
organizzare una comunità di recupero per ragazze
coinvolte nella prostituzione minorile.
Lavora
al Centro de Defesa dos Direitos da Criança e do
Adolescente “Mônica Paião Trevisan” (CEDECA)
, occupandosi
della denuncia delle violazioni dei diritti umani dei
bambini e adolescenti in famiglia, nella società, nelle
carceri minorili (FEBEM). Segue progetti di prevenzione
e di reinserimento comunitario, alternando il suo tempo
tra la presenza in favela, in università e nelle
istituzioni e associazioni di difesa dei diritti umani.
Collabora con l’attività delle comunità cristiane di
base dei quartieri periferici, che riconosce come suo
punto di partenza e di continua ispirazione, oltre che
ambito privilegiato di coscientizzazione per i più
poveri.
Ha
realizzato una piccola comunità famiglia
nell’appartamento in cui vive, accogliendo con sè un
gruppo di adolescenti in fase di recupero dopo
esperienze di violenza e esclusione.
Appoggia
i movimenti popolari per il diritto alla casa, alla
terra, alla salute e al lavoro.
Ha
coperto anche ruoli istituzionali nella città di São
Paulo, partecipando dei consigli di difesa dei diritti
dei bambini e adolescenti e delle commissioni di difesa
dei diritti umani.
Mantiene
relazioni con vari centri di difesa dei diritti umani in
Brasile, raggiungendoli con incontri di formazione e
scambio di esperienze.
Ha
collaborato più volte con Amnesty International e
realizzato alcuni viaggi in Europa per denunciare le
gravi violazioni ancora in atto nel suo Paese.
E’
citata in un rapporto di Amnesty International sulla
questione delle carceri minorili a São Paulo e nel
rapporto sulla indipendenza dell’autorità giudiziaria
del Consiglio Socio-Economico dell’ONU.
note:
http://www.web.amnesty.org/web/ar2001.nsf/webamrcountries/BRAZIL?OpenDocument
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Magouws
Catherine Morakabi |
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In
questa pagina è possibile trovare
molto materiale
Commissione
Verità e riconciliazione del Sudafrica (in inglese) |
Magouws
Catherine Morakabi sarà presente in tutte le tappe della Caravana |
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Magouws
Catherine Morakabi e' membro
della commissione Justice and Peace nella diocesi di
Johannesburg.
Ha preso parte in varie attivita' di pace e giustizia in
Soweto dove attualmente vive. |
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Nasce il 10 settembre 1945 a Pieve di Cadore (BL), emigra con
la famiglia a Torino nel 1950.
Nel 1966 promuove un gruppo di impegno giovanile, che prenderà
in seguito il nome di Gruppo Abele, costituendosi in
Associazione di volontariato e intervenendo su numerose realtà
segnate dall’emarginazione. Fin dall’inizio,
caratteristica peculiare del gruppo è l’intreccio
dell’impegno nell’accompagnare e accogliere le persone in
difficoltà con l’azione educativa, la dimensione sociale e
politica, la proposta culturale.
Nel 1968 comincia un intervento all’interno degli istituti
di pena minorili: l’esperienza si articola in seguito
all’esterno, sul territorio, attraverso la costituzione
delle prime comunità per adolescenti alternative al carcere.
Terminati gli studi presso il seminario di Rivoli (TO), Ciotti
nel 1972 viene ordinato sacerdote dal cardinale Michele
Pellegrino: come parrocchia, gli viene affidata "la
strada". Sulla quale, in quegli anni, affronta
l’irruzione improvvisa e diffusa della droga: apre un Centro
di accoglienza e ascolto e, nel 1974, la prima comunità.
Partecipa attivamente al dibattito e ai lavori che portano
all’entrata in vigore, nel 1975, della legge n. 685 sulle
tossicodipendenze.
Da allora, la sua opera sul terreno della prevenzione e del
recupero rispetto alle tossicodipendenze e dell’alcolismo
non si è mai interrotta. È invitato in vari Paesi (Gran
Bretagna, USA, Giappone, Svizzera, Spagna, Grecia, ex
Jugoslavia) per tenere relazioni e condurre seminari sul tema
ed è chiamato per audizioni presso il Parlamento europeo.
Nei primi anni Ottanta segue un progetto promosso
dall’Unione internazionale per l’infanzia in Vietnam.
Sempre sul piano internazionale, promuove programmi di
cooperazione sul disagio giovanile e per gli ex detenuti in
alcuni Paesi in via di sviluppo.
Nel 1982, contribuisce alla costituzione del Coordinamento
nazionale delle comunità di accoglienza (CNCA), presiedendolo
per dieci anni: al coordinamento, oggi, aderiscono oltre 200
gruppi, comunità e associazioni.
Nel 1986 partecipa alla fondazione della Lega italiana per la
lotta all’AIDS (LILA), nata per difendere i diritti delle
persone sieropositive, di cui è il primo presidente.
Nel marzo 1991 è nominato Garante alla Conferenza mondiale
sull’AIDS di Firenze, alla quale per la prima volta riescono
a partecipare le associazioni e le organizzazioni non
governative impegnate nell’aiuto e nel sostegno ai malati.
Nel marzo 1995 presiede a Firenze la IV Conferenza mondiale
sulle politiche di riduzione del danno in materia di droghe,
tra i cui promotori vi è il Gruppo Abele.
Nel corso degli anni Novanta intensifica l’opera di denuncia
e di contrasto al potere mafioso dando vita al periodico
mensile "Narcomafie", di cui è direttore
responsabile. A coronamento di questo impegno, dalle sinergie
tra diverse realtà di volontariato e di un costante lavoro di
rete, nasce nel 1995 "Libera-Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie", un network che coordina oggi
nell’impegno antimafia oltre 700 associazioni e gruppi sia
locali che nazionali. Sin dalla fondazione, "Libera"
è presieduta da Luigi Ciotti.
Il 1 luglio 1998 riceve all’Università di Bologna la laurea
honoris causa in Scienze dell’educazione; Ciotti
accoglie il conferimento del titolo accademico come un
riconoscimento significativo dell’opera di tutto il Gruppo
Abele.
Alle attività del Gruppo Abele, di cui Ciotti è tuttora
presidente, attendono oltre trecentocinquanta persone che si
occupano di:
accoglienza, articolata in due servizi di pronto intervento a
Torino; in otto comunità che ospitano persone con problemi di
tossicodipendenza, di alcolismo o malate di AIDS; in un
servizio di accoglienza notturno per persone senza fissa
dimora. Il gruppo Abele ha anche promosso e gestito
l’esperienza di una "Unità di strada" a Torino,
la seconda attivata in Italia.
Lavori di tipo artigianale, informatico, agricolo, condotti
attraverso la costituzione di cooperative sociali e di uno
specifico progetto Carcere e Lavoro
Interventi di cooperazione internazionale in Costa d’Avorio,
Guatemala, Messico.
Iniziative culturali, informative, educative, di prevenzione e
formazione, che si svolgono attraverso l’Università della
Strada, l’Università Internazionale della Strada il Centro
Studi, documentazione e ricerche, l’Ufficio Stampa e
comunicazione, la casa editrice EGA, la libreria Torre di
Abele, le riviste Animazione sociale e Narcomafie, l’Ufficio
Scuola.
Luigi Ciotti è stato più volte membro del Consiglio
Presbiteriale ed è attualmente membro del Consiglio Pastorale
della Diocesi di Torino.
Da alcuni anni tiene corsi di formazione presso la Scuola per
vigili urbani di Torino e provincia.
Nei primi anni Ottanta è stato docente presso la Scuola
superiore di polizia del ministero dell’Interno.
Giornalista pubblicista dal 1988, Ciotti è editorialista e
collabora con vari quotidiani e periodici (tra cui: La
Stampa, l’Avvenire, l’Unità, il Manifesto, Il Sole-24
Ore, il Mattino, Famiglia Cristiana, Messaggero di
Sant’Antonio, Nuovo Consumo), scrive su riviste
specializzate per operatori sociali e insegnanti, interviene
su testate locali.
OPERE
Luigi Ciotti ha partecipato con propri
interventi a numerosi testi collettanei.
È autore di alcuni libri a carattere educativo, di impegno
sociale, di riflessione spirituale, tra cui segnaliamo:
Genitori,
figli e droga,
EGA, 1993.
Chi ha paura delle mele marce?, SEI, 1993.
Persone, non problemi, EGA, 1994.
Terra e Cielo, Mondadori, 1998.
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Amabilmente chiamato dalla
sua chiesa locrese Padre GianCarlo - è nato a Denno (Trento) il 28
settembre 1948, e dopo aver frequentato le medie, il ginnasio ed il
liceo nelle scuole della Congregazione dei Padri Stimmatini -
Congregazione alla quale appartiene - ha compiuto il corso teologico
presso lo studentato Zenonianum di Verona e, in seguito, ha
conseguito la Licenza in Storia della Chiesa presso la Pontificia
Università Gregoriana di Roma.
E' stato ordinato sacerdote il 01.07.1978 nella Cattedrale di
Crotone.
Negli anni 1976-87 durante la sua permanenza nella diocesi di
Crotone, è stato docente di Storia della Chiesa nel Pontificio
Seminario Teologico Regionale di Catanzaro, insegnante di Religione
nell'Istituto Nautico di Crotone, delegato diocesano per la
Pastorale del Lavoro; cooperatore della parrocchia Santa Chiara in
Crotone, cappellano del Carcere Circondariale di Crotone.
All'interno della congregazione di appartenenza, negli anni 1982-85,
è stato consigliere provinciale della provincia stimmatina
"Santa Maria della Speranza": dal 1987, formatore dei
chierici stimmatini.
Nell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto, ha insegnato Storia della Chiesa
nello studentato teologico interreligioso pugliese.
Nel 1990-91, è stato Parroco di san Cataldo in Bari e dal 1992,
cappellano dell'Ospedale C.T.O. di Bari; membro del consiglio dei
consultori e insegnante di religione in un istituto privato di
religiose.
Eletto alla sede vescovile di Locri-Gerace il 12 febbraio 1994,
viene consacrato Vescovo nella Basilica Cattedrale di Crotone
dall'Arcivescovo Giuseppe Agostino - dal quale aveva ricevuto
l'ordinazione diaconcile e presbiterale - il 7 aprile 1994.
L'ingresso nella Chiesa di Locri-Gerace, il 7 maggio 1994.
Per la sua presenza in diocesi, la chiesa particolare di
Locri-Gerace non cessa di benedire il Signore per questa
straordinaria figura di Vescovo-Pastore tutto consumato per il bene
dei suoi fratelli la cui presenza e parola è punto di riferimento
religioso e morale per tutti.
Dal maggio 2000, è Presidente della Commissione C.E.I. Problemi
Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato. |
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Nato
a Gradisca di Sedegliano, arcidiocesi di Udine, il 31
dicembre 1933; ordinato presbitero il 29 giugno 1958;
eletto alla sede di Sessa Aurunca il 25 ottobre 1982;
ordinato Vescovo il 9 gennaio 1983; trasferito a Caserta
il 20 ottobre 1990.
Membro della Commissione Ecclesiale per le Migrazioni.
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Arturo
Paoli è nato a Lucca nel 1912. Si laurea in lettere classiche a
Pisa ed è ordinato sacerdote nel 1940. Tra il '43 e il '44
partecipa alla Resistenza. Nel 1949 viene nominato assistente
nazionale della GIAC (Gioventù Cattolica) mentre era alla
presidenza Carlo Carretto. Assistente
nazionale dell'Azione Cattolica negli anni '50, fu costretto alle
dimissioni per le sue posizioni in contrasto con la gerarchia.
Autore di numerose opere (l'ultima è Della mistica discorde,
La meridiana, 2002) che potrebbero andare sotto il titolo di
"spiritualità della relazione", ha scritto fra gli anni
'80 e i '90 la sua puntuale "Lettera dall'America
Latina" ai lettori di Nigrizia (www.nigrizia.it)
Nel 1954 riceve l'ordine di imbarcarsi come cappellano su una nave
argentina destinata agli emigranti. Durante questi viaggi conosce
i Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld ed entra nella loro
congregazione. Terminato il noviziato svolge il lavoro di
magazziniere nel porto di Orano (Algeria) e poi nelle miniere di
Monterangiu in Sardegna.
Nel 1960 si reca in America Latina per avviare una nuova
fondazione: qui vive con i boscaioli della foresta argentina.
Quando il clima politico peronista si fa pesante, subisce una
campagna denigratoria: il suo nome è nell'elenco di quelli che
devono essere soppressi. Nel 1974 si trasferisce in Venezuela;
anche qui il suo lavoro è di impegno pastorale e di promozione
sociale. Nel 1983 comincia a soggiornare in Brasile, dove, dopo la
dittatura militare, prende vita una chiesa che è tra le più vive
dell'America Latina. In Brasile ha fondato A.F.A. (Associazione
Fraternità Alleanza), che è una comunità di laici impegnati in
alcuni progetti di aiuto alle famiglie delle favelas: progetto
Latte, Educazione, Salute, Donna, Informatizzazione Informatica.
Nel 1999, lo Stato d'Israele gli conferisce la nomina a
"Giusto tra le Nazioni" per aver aiutato e salvato
alcuni ebrei nel 1944 all'epoca delle persecuzioni naziste. Il suo
nome sarà scritto per sempre nel muro d'onore del Giardino dei
Giusti dello Yad Vashem a Gerusalemme. Attualmente vive a Foz de
Iguacu, nel barrio di Boa Esperanza. Ha pubblicato tra gli altri Da
quarant’anni Arturo Paoli condivide la sua vita con i poveri,
senza per questo rinunciare all’attività di conferenziere e
animatore: collabora con diverse riviste («Rocca», il periodico
della Pro Civitate Christiana di Assisi, «Nigrizia», «Il Regno»,
«Jesus») e ha scritto una trentina di opere. Tra i suoi libri:
“Gesù, amore” (1960), “Dialogo della liberazione” (1969),
“Il grido della terra” (1976), “Facendo verità” (1984),
"Il silenzio pienezza della parola", C.E.,
(1991), "La radice dell'uomo" (Morcelliana) e "Il
sacerdote e la donna", Ed. Marsilio, 1996.
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Padre Rodolfo Cetoloni è nato a Badia a Roti (Bucine-Arezzo ) il 03.01.1946. La
famiglia di origine è contadina sia da parte di padre (Guido) che di madre (Ines
Vannini ). Di queste radici gli è rimasto l'amore alla campagna e ai boschi e il
piacere del lavoro. Nel 1949 la famiglia si trasferisce ad Ambra (Casa Zampi) ma
il legame affettivo resta forte con Badia, dove rimangono parenti e cugini. Ad
Ambra frequenta le elementari. Riceve la Cresima a Badia a Roti e nel 1957,
poco più di un mese dopo aver ricevuto la Prima Comunione, su suggerimento del
Parroco don Gino Vignoli, parte per il Collegio Serafico di Giaccherino
(Pistoia). Lo accompagna la mamma e un frate francescano che da anni lavorava in
Egitto: Padre Giuseppe Giustelli, anch'egli badiarrotese.Per la terza media e il
ginnasio si trasferisce al Collegio Serafico di San Romolo (Figline Valdarno) da
dove sale alla Verna nel settembre del 1962 per il Noviziato.Al Santuario delle Stimmate fa i voti temporanei e poi inizia il liceo classico nel Convento
Studentato di Colleviti (Pescia - Pistoia). Sono gli anni del Concilio, dei
tormenti e delle grandi speranze giovanili. Con i suoi compagni fonda il
giornalino "Nuove Frontiere".Per lo studio della Teologia nel 1967 passa a
Fiesole (Convento di San Francesco) e frequenta i corsi allo Studio Teologico
Fiorentino negli anni caldi del '68, con accanto compagni di studio e docenti
vivaci e aggressivi. Nel settembre del 1971, dopo la professione solenne, parte
per Gerusalemme dove termina gli studi della Teologia e consegue la Licenza in
Teologia con un lavoro su Matteo 16,13-20 sotto la guida di Padre Bellarmino
Bagatti. Il 26.06.1973 è ordinato sacerdote da Mons. Ferdinando Pasini, un
vescovo missionario espulso dalla Cina che viveva al Getsemani ricevendo le
confessioni dei pellegrini. Rientra in Italia e, stando presso il Collegio
Internazionale dell'Ordine a Roma (S. Antonio in Via Merulana), frequenta il
Pontificio Istituto Biblico, dove ottiene la Licenza in S. Scrittura con una
tesi sul "Il passato e il presente dei cristiani nella lettera agli Efesini" con
R. Penna. Sono anche gli anni dei primi impegni pastorali che svolge nella campagna romana, in una chiesetta sulla Via Appia, vicino a Capannelle della quale si prendeva cura, fin dal dopoguerra, una suora francescana missionaria. Nel 1976 è destinato al Convento di Saione (Arezzo) in una popolosa parrocchia, erede di tanta attività da quando i frati, insieme alla gente, pietra su pietra, avevano costruito la grande chiesa alla periferia sud-ovest della città. I1 suo campo è specialmente la formazione dei catechisti e l'animazione delle realtà giovanili che, dopo i grandi impegni del '68 e la contestazione, avevano subito un certo sbandamento. Col Capitolo provinciale del 1979 è trasferito a Fiesole come Definitore (Consigliere) provinciale e incaricato dell'animazione vocazionale. Nel Convento è anche la casa di formazione dei giovani studenti di teologia e dei postulanti. Grazie al lavoro comunitario, dopo qualche inizio difficile, le cose iniziano a muoversi bene e la comunità si caratterizza diventando un punto di riferimento per tanti giovani e ragazze. Il principio è fare esperienze formative spirituali aprendosi anche a giovani e a persone che
desideravano prendere contatto con la spiritualità francescana. Nascono gli incontri della Prima Domenica del Mese, alcune iniziative nel periodo natalizio, la Marcia Francescana verso Assisi. Sono gli anni '80 in cui si mette in moto anche a livello nazionale un buon movimento giovanile di spiritualità francescana. Nel 1985, a 39 anni, è eletto Ministro provinciale, incarico che svolge fino al 1991. In questo periodo è viva la ricerca di una identità spirituale nel francescanesimo in Toscana e con i frati e i giovani si punta molto alla valorizzazione del Santuario della Verna: continuando i corsi di spiritualità iniziati negli anni '70, ristrutturando alcune zone per accogliere i giovani, dando inizio a esperienze quali "Marta e Maria" alla Verna, il capitolo dei Giovani, la Veglia delle Stimmate... E' legata sempre alla Verna un'esperienza straordinaria, sui primi passi della perestroika, con un spettacolo su San Francesco a Mosca, Leningrado e Kaunas. L'iniziativa è poi continuata, fra l'altro, con l'offerta di un tavolo segreto di trattative alla Verna per la pace tra Russia e Cecenia. Nel 1991 partecipa al Capitolo generale dell'Ordine a San Diego in California e dal settembre è a Fiesole con
l'incarico di Vicario provinciale (199197), Maestro dei Professi temporanei e Guardiano (1994-2000). Inserito anche nel lavoro in Diocesi di Fiesole collabora alla preparazione dei pellegrinaggi in Terra Santa, ad Assisi e a Fatima e Santiago. Con l'iniziativa del gemellaggio tra la Diocesi e Betlemme, viene incaricato dal Vescovo come Delegato. La Terra santa, dove ha vissuto due anni decisivi prima del sacerdozio, ha una forte attrazione per lui. Vi ha condotto numerosi pellegrinaggi parrocchiali e giovanili. Anche la nomina a vescovo gli è giunta proprio sul piede di partenza per Nazaret. La risposta di obbedienza al Santo Padre fu scritta nella notte prima di partire con un gruppo di San Romano Valdarno. La copia della lettera lo accompagnò segretamente. La testimonianza di quei luoghi della storia di Dio con noi confortarono nel suo sì.
Adesso
è vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
(http://web.tiscali.it/AzioneCattolica/index.htm)
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Attore,
autore e regista. Nato a Belluno nel 1956.
Dagli anni Settanta al 1994 Marco Paolini ha fatto parte di
diversi gruppi teatrali: Teatro degli Stracci, Studio 900 di
Treviso, Tag Teatro di Mestre e Laboratorio
Teatro Settimo; con il Laboratorio Teatro Settimo ha composto
ADRIATICO (1987) e ha preso parte a RISO AMARO (1988), LIBERA NOS
(1989), LA STORIA DI ROMEO E GIULIETTA (1991), LA TRILOGIA DELLA
VILLEGGIATURA (1993).
Con ADRIATICO inizia la serie degli ‘ALBUM’ che prosegue con
TIRI IN PORTA (1990), LIBERI TUTTI (1992), APRILE '74 E 5 (1995),
STAZIONI DI TRANSITO (1999).
Dal 1990 ai primi mesi del 2000 collabora con la cooperativa Moby
Dick - Teatri della Riviera con la quale produce IL RACCONTO DEL
VAJONT 1956/ 9 OTTOBRE 1963 che ha ricevuto il ‘Premio Speciale
Ubu’ 1995 per il Teatro Politico, ‘Premio Idi’ 1996 per la
migliore novità italiana e che è stato trasmesso in diretta
televisiva su Rai 2 il 9 ottobre 1997. Per questo spettacolo ha
ricevuto l’Oscar della televisione come miglior programma del
1997.
Seguono inoltre le produzioni APPUNTI FORESTI (1996), IL MILIONE
QUADERNO VENEZIANO DI MARCO PAOLINI (1997), la ricerca sui ‘BESTIARI’
che finora ha portato alla creazione di BESTIARIO VENETO - IN
RIVIERA (1998), BESTIARIO VENETO PAROLE MATE (1998), BESTIARIO
VENETO L'ORTO (1998) e BESTIARIO ITALIANO I CANI DEL GAS (1999).
Nel 2000 fonda JOLE (nel 2002 la società cambia nome e diventa
JOLEFILM), la casa di produzione che cura i suoi progetti
teatrali, cinematografici ed editoriali.
Ha successivamente prodotto STAZIONI DI TRANSITO ALBUM DI STORIE
(1999), I-TIGI CANTO PER USTICA (2000) e il riallestimento dello
stesso con il titolo I-TIGI RACCONTO PER USTICA (2001).
Nel 2002 ha poi riallestito, con una diversa veste, gli
spettacoli, APRILE ’74 E 5, STAZIONI DI TRANSITO - ALBUM DI
STORIE, APPUNTI FORESTI - DAL MILIONE QUADERNO VENEZIANO
La sua ultima produzione è PARLAMENTO CHIMICO - STORIE DI
PLASTICA.
Ha inoltre scritto ed eseguito per l’Orchestra
D’Archi Italiana fondata e diretta dal M.to Mario
Brunello, il racconto LA DONNA DELL’ALTRO SECOLO che
accompagna l’esecuzione in sestetto del VERKLÄRTE NACHT di
Schoenberg.
Per il cinema ha partecipato a MANILA PALOMA BIANCA di Daniele
Segre (1992), CARO DIARIO di Nanni Moretti (1993), IL TORO di Carlo
Mazzacurati (1995), I PICCOLI MAESTRI di Daniele Lucchetti
(1998), LA LINGUA DEL SANTO di Carlo Mazzacurati (2000), VIVERE di
Franco Bernini (2001).
E' interprete e coautore con Carlo Mazzacurati del film RITRATTI
(1999).
Ha scritto insieme a Gabriele
Vacis IL RACCONTO DEL VAJONT (Garzanti, Milano 1997), insieme
a Oliviero
Ponte Di Pino IL QUADERNO DEL VAJONT (Einaudi, Torino 1999),
BESTIARIO VENETO PAROLE MATE (Biblioteca dell’Immagine,
Pordenone 1999), L’ANNO PASSATO (Biblioteca dell’Immagine,
Pordenone 2000), I CANI DEL GAS (Einaudi Torino 2000), ed insieme
a Daniele Del Giudice QUADERNO DEI TIGI (Einaudi, Torino 2001).
Ha inciso lo spettacolo IL MILIONE QUADERNO VENEZIANO DI MARCO
PAOLINI (CPI/Poligram, collana “I Taccuini”1998).
Ha realizzato: il video/film QUESTO RADICHIO NON SI TOCA di cui è
coautore con Giuseppe
Baresi (prod. Jole, 1998-99); il video dell'omonimo
spettacolo BESTIARIO VENETO PAROLE MATE (prod. Jole, 1999; ed.
Biblioteca dell’Immagine), la videocassetta della diretta
televisiva de IL RACCONTO DEL VAJONT - 9 OTTOBRE '63 (prod. Moby
Dick - Teatri della Riviera e RAI 2; ed. Einaudi 1999); il video
dell'omonimo spettacolo BESTIARIO ITALIANO I CANI DEL GAS (prod.
Jole, 2000; ed. Einaudi 2000) e il video dell'omonimo spettacolo
I-TIGI CANTO PER USTICA (prod. Jole, 2000; ed. Einaudi 2001). |
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Giulietto Chiesa è uno dei più
noti giornalisti italiani. Corrispondente per "La
Stampa" da Mosca per vari anni, ha sempre unito nei suoi
reportage una forte tensione civile e un rigoroso scrupolo
documentario. Tra i suoi ultimi libri Afghanistan (Guerini
e Associati, 2001) e un reportage sui recenti fatti di Genova,
pubblicato da Einaudi. |
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Nato a Pinerolo vicino
Torino nel 1942, è sempre stato un magistrato in prima linea,
dapprima nell'antiterrorismo - presso l'Ufficio Istruzione di
Torino, istruì la maggior parte dei processi relativi alle BR
degli anni '70 e dei primi anni '80 e gestì il pentimento del
primo collaboratore di giustizia, Patrizio Peci - quindi, dopo
una parentesi quale componente del Consiglio Superiore della
Magistratura e presso il Ministero, nell'antimafia, dato che
nel 1992 venne nominato procuratore di Palermo al posto di
Pietro Giammanco, dimessosi dopo i veleni seguiti
all'assassinio di Giovanni Falcone.Nel marzo 1999 il ministro
Oliviero Diliberto lo nomina a capo del Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria. Andreotti. Nel 2000 è
stato nominato rappresentante dell'Italia in seno alla
cosiddetta superprocura europea.
(info tratte da www.inclasse.it
) |
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Mons.
Luigi Bettazzi, già vescovo di Ivrea, è uno dei più
noti vescovi dell'episcopato italiano, per la
progettualità pastorale e per il suo rapporto franco
con la gioventù.
Lo dimostrano i suoi scritti: Riconciliazione
fraterna; Ateo a diciott'anni; Il
Cristiano e la pace.
È stato membro e fondatore, nonché tra i più attivi
dirigenti di Pax Christi associazione
intrernazionale cattolica a scopi umanitari che si
prefigge la promozione della pace e della lotta
all’emarginazione sociale in tutto il mondo.
Luigi
Bettazzi, monsignore, si è laureato in Teologia presso
la Pontificia
Università Gregoriana e poi in Filosofia presso
l'Università degli Studi
'Alma Mater' di Bologna. Qui ha insegnato presso il
Pontificio Seminario
Regionale. Impegnato nei movimenti giovanili, venne
nominato Assistente
diocesano e Vice Assistente Nazionale degli Universitari
Cattolici della
F.U.C.I.. Assunse la funzione di Vicario Generale del
Cardinale Lercaro di
Bologna e fu ordinato Vescovo Ausiliario nel 1963. Ha
partecipato a 3
sessioni del Concilio Vaticano II. Le problematiche
innovatrici del
Concilio, di cui è e sarà tenace sostenitore,
diventano centrali in tutta la
sua successiva opera pastorale. Alla fine del Concilio
(1966) viene
assegnato alla diocesi di Ivrea. E' stato presidente
dell'asociazione
vattolica pacifista Pax Christi. Ha sempre coniugato la
riflessione
religiosa e teologale con l'impegno sociale."
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Moni
Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia
ebraica. Studia a Milano dove si laurea in Scienze Politiche
e incomincia la sua attività artistica come cantante e
musicista nel gruppo dell' Almanacco Popolare sotto
la guida dell'etnomusicologo Roberto Leydi. Nel 1972 fonda e
dirige il Gruppo Folk Intemazionale che si dedica allo
studio della musica tradizionale di vari paesi, in
particolare dell'area Balcanica. Nel 1978 il gruppo cambia
struttura e diventa "Ensemble Havadià",
dedicandosi a musiche di propria composizione.
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Il
lavoro teatrale vero e proprio inizia nel 1984 quando avvia
una serie di collaborazioni con numerose personalità
teatrali tra cui Pier'Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor,
Giorgio Marini, Franco Parenti.
E proprio con il Teatro Franco Parenti crea, in
collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla Sabbia
dal tempo in occasione del Festival di Cultura Ebraica nel
1987. E' questa per Moni Ovadia l'occasione di fondere le
proprie esperienze di attore e di musicista,dando vita alla
poposta di un "teatro musicale" Iungo il quale
ancora oggi opera la sua ricerca espressiva
Nel
'90 fonda la TheaterOrchestra e inizia a lavorare
stabilmente con il CRT Artificio di Milano che produce lo
spettacolo Golem
messo in scena con la collaborazione di Daniele Abbado. Dopo
il debutto al Petrucelli di Bari viene presentato con
successo a Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.
Ma è con Oylem
Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di
cabaret, che Ovadia si impone all'attenzione del grande
pubblico. Sempre con Mara Cantoni dà vita nel gennaio del
l995 a Dybbuk,
spettacolo sulla Shoah che viene accolto come uno degli
eventi più importanti della stagione teatrale.
Sempre
nello stesso anno con Pamela Villoresi, che ne firma anche
la regia, debutta con lo spettacolo Taibele
e il suo demone , una coproduzione Piccolo Teatro di
Milano. Rinnovando la collaborazione con il Piccolo Teatro e
con Mara Cantoni, nel febbraio '96 dà vita allo spettacolo Ballata
di fine millennio, grandissimo successo di critica e
di pubblico e un'impegnativa tournée nelle principali città
italiane.
Nel
1994 inizia il sodalizio artistico con Roberto Andò
debuttando nell'opera multimediale Frammenti
sull'Apocalisse di Daniele Abbado, Nicola Sani e
dello stesso Andò presentato al Palazzo dei Diamanti di
Ferrara, e in forma di spettacolo al Festival Roma Europa
nel giugno 1995. Nel febbraio 1995 nasce Diario
ironico dall'esilio scritto a due mani con Roberto
Andò e coprodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo.
Partecipa insieme all'attore tedesco Bruno Ganz al primo
lungometraggio di Andò Diario senza date (Diary with no
dates), presentato alla 51° Mostra del Cinema di Venezia
nella sezione Finestra sulle immagini. Da non dimenticare
nell'89 Progetto Ritsos Delfi Cantata, ispirato al poeta
greco Ghiannis Ritsos con le musiche di Piero Milesi e
ripreso nel 1994 in una nuova edizione per Suoni e Visioni.
Per le Orestiadi di Gibellina del 1993, a memoria del
venticinquennale del terremoto che distrusse la valle del
Belice, costruisce con la collaborazione di Studio Azzurro e
le musiche di Alfredo Lacosegliaz Ultima
forma di libertà, il silenzio ambientato
sull'inquietante scenario del Cretto di Burri. Sempre per il
Festival di Gibellina del 1996 presenta lo spettacolo evento
Pallida madre tenera sorella con la regia di Piero
Maccarinelli. Nel 1997 mette in scena Il
caso Kafka, scritto a quattro mani con Roberto Andò
e diretto dallo stesso Andò. Realizza poi, di nuovo come
regista, nel 1998 Mame,
Mamele, Mama, Mame, Mamma, Mamà, spettacolo che è
tutt'ora in tournée in Italia.
Per il cinema presta il suo volto partecipando a Caro
Diario di Nanni Moretti e, con il ruolo di
coprotagonista a Facciamo Paradiso di Mario Monicelli.
Grande successo la serie radiofonica per RAI 2 nella
primavera del 1994 Note Spettinate, di cui anche
conduttore, rinnovando la collaborazione con Mara Cantoni.
Nel luglio '95 gli viene conferito dal sindaco di Firenze il
"Sigillo per la pace".
Premio speciale UBU 1996 per la sperimentazioni su teatro e
musica. Sempre nel 1996 pubblica per Bompiani il libro
"Perchè no?" che entra nelle classifiche dei
libri più venduti. Nel 1998 sono stati pubblicati
l'autobiografia "Speriamo che tenga" (Mondadori) e
l'antologia "L'ebreo che ride" (Einaudi).
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Jean-Léonard
Touadi, giornalista, esperto di culture africane, da quattro anni
conduce la trasmissione "Un mondo a colori" (Rai2), che
propone una lettura interculturale della realtà italiana. Touadi
è anche uno dei collaboratori di punta della rivista Nigrizia.
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Raffaello
Zordan, giornalista, dal 1990 nella redazione di Nigrizia, il mensile dei missionari comboniani. Si occupa
prevalentemente dell'Africa francofona, di temi quali debito
estero, immigrazione, cooperazione allo sviluppo e di campagne di
sensibilizzazione come quella denominata "banche
armate".
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