Parlo volentieri
dell'immigrazione, perchè anch'io ho vissuto da
immigrato per 20 anni al sud del mondo, come
missionario. Noi missionari guardiamo sempre il mondo
dall'altra parte, con gli occhi dei poveri, per questo
molte volte andiamo contro corrente e ci schieriamo
con gli ultimi ed emarginati.
Nei giorni scorsi
ero ad Ariccia, con tanti missionari e missionarie, per
il Forum "Insieme, prendere il largo".
Durante le riflessioni, le preghiere, le condivisioni
ci siamo soffermati sulla percezione di un clima
di diffidenza e paura, di violenza ed emarginazione
che abbiamo notato nella società italiana e nella
politica. Un segno è la
gestione delle politiche migratorie secondo una logica
di mercato. Siamo convinti che gli immigrati presenti
sul nostro territorio sono innanzitutto persone prima
che "forze lavoro" e che i loro diritti
vanno riconosciuti. Ocorre perciò favorire nella
società italiana l'apertura alle diverse culture per
un effettivo inserimento degli immigrati.
Nei mesi scorsi, noi
missionari comboniani di Padova, ci siamo mossi spesso
a favore degli immigrati nei vari ambiti:
nell'accoglienza, nella discussioni e proteste contro
la legge sull'immigrazione Bossi-Fini, nell'appoggio
ad associazioni di immigrati, nella lotta per la casa
ed un posto di lavoro, nella pastorale con gli
immigrati. Crediamo che questo è fare missione oggi
in Italia.
Per concludere,
questa introduzione, vorrei ricordare don
Tonino Bello, che al parlare del potere dei segni,
diceva che accogliere un immigrante in sagrestia non
risolve il problema ma diventa un segno. Un
segno per la società civile, per la chiesa, per i
cristiani... e allora si arriva alla soluzione.
In Brasile, i poveri cantano
spesso un ritornello che dice:" sogno
che si sogna da soli è illusione, sogno che si sogna
assieme diventa realtà".
Buon sogno a tutti,
ma insieme!
P. Giorgio Padovan
missionario comboniano
|