Hai mai lavato la tua lingua?

Riflessione di p. Franco Nascimbene

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ORMEGIOVANI GIM ATTIVITA' E CAMPI

 

 

Più bianca della neve

 

Qualche giorno fa stavamo visitando alcune ragazze africane “al lavoro” sulla strada. Dopo aver chiacchierato un poco insieme, proponevamo loro di terminare il nostro incontro con un momento di preghiera.

Sofia prese la parola e disse in inglese: “Purificami, Signore, rendimi più bianca della neve. Io sono una grande peccatrice, fammi pura e candida come sei tu”.

Io la guardavo così, com’era, bella, nera, nel fiore della sua gioventù e mi suonavano così strane quelle sue parole “fammi più bianca della neve” …

 

Il diavolo è nero?

 

Il mese scorso sono entrato in una delle chiese di Mondragone e mi sono messo ad osservare le numerose statue di santi che la decoravano. Una in particolare ha attirato la mia attenzione. Era quella dell’arcangelo Michele. Era rappresentato da un giovane uomo bianco dai riccioli biondi (un po’ effeminato per la verità), armato (che cattivo gusto è mettere in chiesa un militare armato e pronto a distruggere la vita!), che calpestava un diavolo raffigurato da un africano nero con le corna che spuntavano dalla testa.

Se a me che sono bianco quella statua dava tanto fastidio, mi chiedevo come si sarebbe sentito un nero che fosse entrato in quella chiesa ed avesse visto un uomo nero usato per rappresentare lo spirito del male schiacciato e sottomesso da un bianco che avrebbe dovuto rappresentare lo spirito del bene.

È vero che quando quella statua è stata fatta sul litorale Domitio di neri non ce n’era manco l’ombra, ma è anche vero che oggigiorno non si può esporre in una chiesa una statua che è un insulto per tutta la popolazione nera di questo territorio.

 

Macchie bianche

 

Ricordo un’amica nera molto sensibile a queste problematiche e giustamente orgogliosa del suo “essere nera”. Un giorno, dopo essersi confessata, mi diceva: “Sai Franco, sono contenta di essermi confessata, adesso la mia anima è tornata ben pulita, bella nera, ho tolto quelle macchie bianche che la sporcavano”.

Lei, nera, pensava che anche la sua anima dovesse essere nera è che più la sua anima fosse stata nera più sarebbe stata pulita. Per lei i peccati erano delle macchie bianche che sporcavano la purezza della sua bella anima nera. Per lei nero è pulito, nero è puro, nero è bello, perché nero è il colore che ha ricevuto in dono da Dio.

Lo diceva sorridendo, quasi per provocarmi. Ma capivo che aveva ragione: se per noi bianchi sembra normale considerare bello e buono ciò che ci assomiglia e brutto e cattivo ciò che è all’opposto, ciò che è nero, dev’essere anche normale per un nero considerare bello e buono ciò che è nero e brutto e cattivo ciò che è bianco.

 

Nero è brutto, nero è cattivo

 

Tutto ciò è possibile finché i bianchi vivono soli fra di loro ed i neri vivono ugualmente soli fra di loro.

Quando ci troviamo a vivere insieme, o siamo rispettosi delle differenze, capaci di scoprire la bellezza e la bontà in chi è diverso da noi, attenti a parlare senza offendere, o entriamo in guerra, in una guerra stupida, inutile e senza sbocchi.

Accendo la radio: “Ieri è stata una giornata nera per la borsa di Milano”.

Sfoglio il giornale: “L’assassino era la pecora nera di una rispettabile famiglia del paese”.

Un canale locale: “A Castel Volturno c’è un’alta percentuale di persone che lavorano in nero”.

Apro una rivista: “Quel prodotto si trova solo nel mercato nero”.

Uno sportivo: “È stato l’anno più nero della mia carriera”.

Il telegiornale: “La gente di quel Paese vive una situazione di miseria nera”.

Perché chiamiamo nera la giornata, la pecora, il lavoro, il mercato, l’anno e la miseria quando vogliamo dire che sono cattivi, brutti, negativi, illegali?

Non credo che chi usi queste espressioni, quando le sta usando lo faccia con cattiveria o con il desiderio di insultare la gente di razza nera: è diventato un modo di esprimersi “normale”. Però anche questo aiuta a creare una mentalità negativa verso chi è nero ed a interiorizzare l’idea che il bianco è buono ed il nero è cattivo. Tanto che addirittura alcuni neri arrivano a pensare che l’essere nero non è una cosa buona. Tanto che Sofia desidera diventare bianca come la neve, pensando che diventando più bianca, diventerebbe migliore. Tanto che per molti è normale che in una chiesa l’angelo sia bianco ed il diavolo sia nero.

 

Mani pulite

 

“Non è vero”, dirà qualcuno, “Non è razzismo, sono solo parole entrate nell’uso normale, è solo un problema di linguaggio, uno può usare questi termini senza essere razzista”.

Io credo invece che si tratti dell’espressione verbale di ciò che c’è nel cuore, nei meandri più profondi della mentalità della nostra società: un rifiuto ed un disprezzo di chi è nero.

Sennò perché quando un nero cerca lavoro in un caseificio gli dicono che la mozzarella non sarebbe più venduta se i clienti sapessero che un nero la lavora?

Perché quando una nera cerca lavoro in un bar le dicono di no perché il bar perderebbe i clienti? Perché il salumiere ed il macellaio non assumono neri?

Le mani dei bianchi sono forse più pulite di quelle dei neri?

O non è forse la mente del bianco ad essere sporca perché è incapace di vedere che il nero è un essere umano uguale a lui?

 

Lavarsi la lingua

 

Non sarà meglio cominciare a dire che il mercato è illegale, che il lavoro è fuori legge, che la pecora è diversa, che la giornata è stata cattiva, che l’anno è stato negativo, che la miseria era molta e brutta? Invece di chiamarli tutti neri e nere?

Cominciando dalla purificazione del nostro linguaggio contribuiremo a creare una mentalità meno razzista. Lavandoci un po’ la lingua creeremo un ambiente più accogliente e fraterno dove il nero si potrà sentire più a suo agio.

Sentendosi più accolto e più inserito nel mondo del lavoro, sarà anche più difficile che cada nelle maglie della malavita e dei traffici sporchi.

Tutti ne guadagneremmo.                                                                                         Padre Franco

 

 

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