Susan George

Giubileo degli Oppressi 2000

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Carovana Pace 2002

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Carovana Pace 2004

 

  

Susan George

Volevo ringraziare enormemente i comboniani e gli altri organizzatori che hanno fatto questo impressionante incontro. Sono molto onorata di essere con tutti voi.

Vorrei cominciare col dire che c’è già un governo mondiale, non si vede forse, ma c’è. E’ un governo non democratico, non trasparente, ma c’è un gran segreto e questo segreto è che questo governo è vulnerabile. Quando le regole di questo governo sono fatte dagli uomini possono essere cambiate da altri uomini e donne. Ricordate che è possibile cambiare le cose e ci sono già vittorie importanti sul cammino. La globalizzazione, che parola straordinaria, che parola geniale, perché dà l’impressione che siamo tutti mano nella mano camminando verso la terra promessa. E’ una bugia. Questa globalizzazione lascia molti ai margini del cammino. Io sono favorevole alla globalizzazione se è della cultura, dei viaggi, dell’amicizia, della cucina, dell’arte, ma non si tratta di questo. C’è una globalizzazione che è fondata su quello che io chiamo la trinità non santa. Prima di tutto c’è un’utopia negativa spinta dalle grandi imprese multinazionali industriali e finanziarie è la libertà assoluta dell’investimento, poi c’è la libertà assoluta di flussi di capitale e la libertà assolta di tutti beni e servizi compresi gli organi viventi. L’obiettivo è di mettere tutte le attività umane nel mercato e di farne oggetti di commercio, compresa la salute, l’educazione, l’ambiente, la cultura, etc.

La globalizzazione è responsabile di spingere la ricchezza sempre verso l’alto, sia all’interno dei paesi che nelle relazioni fra i paesi. Le ineguaglianze all’interno dei paesi dal 1980 sono continuamente cresciute. Studi dell’Università delle NU stanno dimostrando che l’85% della popolazione adesso vive in paesi dove le ineguaglianze stanno crescendo e questo riguarda anche la Cina, la Russia, i paesi dell’Est europeo, ma anche i paesi occidentali compresi gli USA. E’ sempre bene ricordare anche alcuni dati, forse è già conosciuta la figura della coppa di champagne rovesciata che rappresenta il 20% della popolazione mondiale che detiene l’82% delle risorse; mentre il 20% più povero deve arrangiarsi con 1,3% delle risorse. Le ineguaglianze stanno diventando oscene: 485 miliardari al mondo controllano l’equivalente della metà della ricchezza mondiale. E solo tre di questi miliardari controllano l’equivalente del prodotto nazionale lordo di 48 paesi. E’ importante ricordare alcuni dati, anche se i numeri sono difficili da seguire, perché le conseguenze sono drastiche per gli esseri umani.

Abbiamo assistito recentemente a grosse crisi finanziarie dovute agli investitori finanziari a livello mondiale: la mandria elettronica, perché si comportano come una mandria e annusano un po’ l’aria e tutti decidono contemporaneamente di investire e di speculare dove la situazione non è molto buona. Quello che succede è che quando si ha una crisi finanziaria ed interviene il FMI per dire al paese cosa deve fare per ristabilire la situazione, le regole imposte dal FMI ammazzano la gente comune. Per esempio in Messico dopo la crisi finanziaria del 1995, 28000 piccole imprese fallirono perché non potevano sostenere i tassi di interesse che erano stati imposti per risanare la situazione. Adesso si sostiene che la metà della popolazione del Messico sta vivendo sotto la linea di povertà. In Indonesia dopo la crisi finanziaria 20 milioni di persone che si ritenevano dentro la classe media sono state respinte violentemente in una situazione di povertà. In Russia durante il periodo del socialismo, anche se non è una questione di essere favorevoli o meno, però la statistica dava il 4% della popolazione in situazioni di povertà, oggi visto che non esistono più regole è il 50% della popolazione che vive in povertà. Sappiamo tutti che i Programmi di aggiustamento strutturale hanno influito soprattutto sulla dimensione della salute, dell’educazione, dei servizi sociali che sono stati tagliati. E’ importante ricordare che il debito non è un problema finanziario: è un problema politico. Se si cancellasse oggi il debito dei paesi più poveri il sistema finanziario se ne accorgerebbe appena. Il debito estero è estremamente utile per i paesi del Nord e funziona molto meglio del colonialismo, perché non ha bisogno di un esercito, di un’amministrazione, di un apparato per tenere la gente sotto controllo e non ha bisogno della gente. I vantaggi politici sono molto grandi, in primo luogo si continua ad avere prezzi bassi per le materie prime. In particolare c’è il vantaggio politico di poter controllare i diversi governi attraverso l’aggiustamento strutturale e soprattutto dopo la fine della guerra fredda con quest’unica ideologia che sta accomunando la sorte dei paesi del mondo. Dopo aver studiato per 15 anni la situazione del debito la mia conclusione è che è difficile affermare questo soprattutto ad un pubblico di cristiani, ma da un punto di vista oggettivo non c’è nessun livello della sofferenza umana che potrà cambiare la situazione. Ci sono stai molti studiosi anche in Italia che per anni hanno cercato di spiegare quali sono le conseguenze dell’aggiustamento strutturale per la gente comune. Sappiamo che la mortalità infantile cresce, che cresce la mortalità durante il parto, che i sistemi sanitari falliscono, che c’è il problema della terra. Probabilmente la situazione più tragica si è raggiunta quando il Mozambico ha sofferto dei disastri ecologici e la risposta del FMI è stata che non avrebbe dovuto pagare 100 milioni di dollari, ma solo 73. Il problema allora non è quello di spiegare la situazione, ma è quello di cambiare radicalmente le relazioni. Io sono qui anche per pregare voi di coinvolgervi, di partecipare personalmente alle forme di associazione nazionale.

Siccome l’importante è l’azione politica dobbiamo capire chi sono i manager che stanno controllando il governo in questo momento. Il potere nascosto che sta dietro il trono sono le multinazionali finanziarie, che non governano direttamente, ma attraverso la Banca Mondiale, il FMI e l’OMC. Ora le stesse NU sono state coinvolte e il Segretario Generale ha di recente firmato un patto globale con le 50 principali multinazionali ed lacune di queste hanno dei record per quanto riguarda le violazioni dei diritti umani e dell’ambiente. Il sistema funziona perfettamente per il10% della popolazione mondiale che sta ai massimi livelli del benessere, ma non funziona per nessun altro. Quello che sta cambiando è anche la questione politica fondamentale: per secoli il problema principale è stato di gerarchia, cioè capire in che punto ciascuno si trovava; mentre negli ultimi 100 anni la questione fondamentale è chi si impadronisce e di quale pezzo della torta. Entrambi queste questioni rimangono importanti, ma la questione fondamentale oggi è chi ha il diritto di sopravvivere e chi non ce l’ha. Ci sono centinaia di milioni di persone che non contribuiscono in alcun modo al mercato né come produttori, né come consumatori. E ce l’hanno loro il diritto di sopravvivere?

Ricordando questo dobbiamo vedere quali possono essere gli obiettivi politici. La prima esigenza è di costituire delle coalizioni nazionali forti lavorando attraverso il governo nazionale. Abbiamo bisogno di commercio equo e solidale e non del commercio libero. Il sistema del commercio internazionale ha bisogno di regole, ma non delle regole attuali; soprattutto l’educazione, la salute, la cultura non devono essere dentro al mercato, bisogna tassare i capitali finanziari. La disponibilità che i governi hanno per i progetti di sviluppo internazionale sta decrescendo ogni anno, mentre c’è un’enorme quantità di denaro che circola nei mercati finanziari equivalente 1500 miliardi di dollari al giorno. C’è bisogno di una tassazione sia con la Tobin tax sia tassando le fusioni tra grandi gruppi economici. E’ fondamentale rendere queste multinazionali responsabili per tutte le loro azioni per non avere più situazioni come la Nigeria. E’ anche necessario cancellare il debito dei paesi del Terzo Mondo e ridurre il potere della BM e del FMI. Ci sono delle vittorie e ciò dimostra che  è possibile cambiare le regole: è stato sconfitto l’Accordo Multilaterale sugli investimenti. E’ stato ridotto il valore della sezione agricola della Monsanto e la gente ora non accetterà più i prodotti modificati geneticamente. Le coalizioni nazionali stanno crescendo e alla fine di questo mese ci sarà una nuova dimostrazione a Praga contro le attività della BM e del FMI. Le persone devono capire che questo sistema non è inevitabile. Dio non ha mai detto a Mosé sul monte Sinai: “Tu globalizzerai il mondo e tu sarai neoliberale”. E’ molto importante dire no, resistere, ma anche fare proposte. La mia speranza è che in Italia e nel mondo ci sarà coalizione nazionale tra credenti, non credenti, sindacalisti, ambientalisti, associazioni come la Rete Lilliput per fare qualcosa che nessuno ha mai fatto nella storia: costruire insieme la democrazia internazionale. L’abbiamo fatto a livello nazionale secoli fa, ma nessuno ha mai fatto la democrazia internazionale. E’ un lavoro difficile, ma è anche un lavoro esaltante.

 

 

Alcuni passaggi dell'intervento di Susan George li puoi ascoltare nella videocassetta "Tempo di Scelte". Nel luglio 2003 la commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani ha divulgato un decalogo per andare incontro agli immigrati. Nel sito puoi leggere anche alcuni approfondimenti sul Summit mondiale delle nazioni unite sullo sviluppo sostenibile.

 

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