·Franz
non accetta la concezione di vita materialista, pace e amore sono per lui i beni
più importanti che a lungo andare non si ottengono senza la fede in Dio:
“Non essere superbo, tu uomo
ricco,
anche tu morirai,
cessa l’ingiusta lotta di
classe,
poiché anche il figlio di Dio
non era ricco sulla terra.
Ah, quanto sono colmi di dolore
spesso i nostri giorni
nella nostra breve vita,
sulla quale viaggiamo tutti in
modo diverso,
finché un giorno il treno
deraglierà.
Ora chiedo a te, uomo superbo,
se la ricchezza personale ti
basta,
finché Dio ti dona la salute
e nessun dolore t’opprime.
Salute ed intelligenza sarebbero
altrimenti il dono più bello,
ed anche essere bello ed avere
denaro è giusto
se si possiedono queste doti.
Ma tutti i bei doni
non ti portano la felicità
sperata,
quando nel cuore ti manca
l’amore,
perché anch’esso è un
capolavoro.
Ma anche pace e amore non durano
a lungo,
se non credi al tuo Dio
e a nessuna eternità”.
(3 ottobre 1932)
·Nella
lettera indirizzata al cugino che diventerà suo figlioccio, Franz parla in modo
esplicito dei dubbi di fede che lui stesso è riuscito a superare:
“Se ti dovessero venire dei
dubbi sulla fede, dai quali quasi nessuno viene risparmiato, se la nostra fede
sia quella vera, allora pensa ai miracoli e ai nostri santi, che non esistono in
nessun’altra religione tranne in quella cattolica. Dalla morte di Cristo ci
sono state, quasi ogni secolo, persecuzioni contro i cristiani e ci sono sempre
stati eroi e martiri che hanno sacrificato per Cristo e la fede la loro vita,
spesso dopo un orribile martirio. Se vogliamo raggiungere il nostro traguardo,
dobbiamo diventare anche noi eroi della fede, poiché se temiamo più gli uomini
che Dio non avremo fortuna”.
·In
una raccomandazione al figlioccio emerge l’importanza della lettura nella
formazione religiosa e spirituale:
“Un giovane deve leggere solo
buoni libri e buoni scritti, in primo luogo perché l’uomo non necessita solo
di nutrimento corporale ma anche spirituale. Non sempre abbiamo occasione di
ascoltare delle prediche buone e belle, dal momento che non tutti i sacerdoti
posseggono il talento di saper predicare bene.
Si sente dire spesso che il
leggere fa diventare l’uomo ancora più stupido di quanto non sia. Può anche
essere, perché ci sono giovani che leggono molti libri ma principalmente
romanzi d’amore o romanzi gialli, che sono belli ed emozionanti da leggere, ma
per la formazione religiosa e spirituale non hanno alcun valore. I cattivi libri
possono spesso creare più danni che giovamento. Perciò i giovani devono
chiedere prima di tutto a sacerdoti o a buoni educatori che cosa devono leggere.
Anche se non tutti hanno lo stesso entusiasmo per la lettura, possono leggere
poco per volta, sfruttando ad esempio le lunghe sere d’inverno, poiché un
uomo che non legge niente non si potrà reggere in piedi e sarà solo una
marionetta nelle mani degli altri”.
·Lettera
indirizzata al suocero:
“…nel pensiero e nel
sentimento umano preferiremmo talvolta vendicarci un po’, ma la fede cristiana
non ce lo permette, dobbiamo ripagare il male con il bene. E soltanto l’amore
è in grado di restaurare ogni volta di nuovo la pace…ma non essere in collera
con me per queste righe”.
•Il sogno fatto da Franz rivela l’incompatibilità
tra la visione del mondo(Weltanschaung) cattolica e quella nazionalsocialista:
“Era quasi mezzanotte, mi trovavo nel letto senza
dormire, benché non fossi malato e dovessi già essermi addormentato per un
po’. Ad un tratto mi venne mostrato un bel treno che girava attorno ad una
montagna. Oltre agli adulti c’era anche un gran numero di ragazzi che
accorreva per salire sul treno e non si riusciva quasi a fermarli. (Del fatto
che ci fossero pochi adulti che non facevano parte della compagnia preferisco
non parlarne o scrivere). Poi improvvisamente una voce mi disse:’Questo treno
conduce all’inferno.’ E subito ebbi l’impressione che qualcuno mi
prendesse per mano.’E adesso noi andiamo in purgatorio’, mi disse la stessa
voce. Qui ciò che io ho visto e sperimentato come sofferenza è terribile, e se
questa voce non mi avesse detto che andavamo nel purgatorio, non avrei potuto
credere che di trovarmi all’inferno. E’ probabile che siano passati solo
pochi secondi, durante i quali io ho visto tutto ciò. Poi sentii ancora un
rumore sordo, vidi una luce e tutto scomparve. Svegliai subito mia moglie e le
raccontai tutto quanto era accaduto. Prima di quella notte non avevo
naturalmente mai potuto pensare veramente che le sofferenze del purgatorio
potessero essere così.”
“All’inizio questo treno che
correva mi risultava piuttosto misterioso, ma più passava il tempo più si
svelava anche il suo significato. Ed oggi mi sembra che questo quadro non
rappresenti altro che il nazionalsocialismo che a quel tempo irrompeva
violentemente o si introduceva di soppiatto con tutte le sue articolate
strutture… ”
•10 marzo 1938: il libero
arbitrio
“Proviamo a chiederci se
l’Austria e la Baviera non abbiano alcuna colpa del fatto che invece di un
governo cristiano ne abbiamo uno nazionalsocialista. Il nazionalsocialismo è
caduto dal cielo? Io credo, e su questo punto non c’è bisogno di spendere
molte parole, che chi nel marzo 1938 non dormiva sa bene come è andata allora.
Io credo che non sia andata diversamente dal giovedì santo di oltre 1900 anni
fa, quando il popolo ebraico ha potuto liberamente scegliere tra Cristo, il
Salvatore senza colpa, e Barabba, il malfattore: anche allora i farisei avevano
distribuito denaro tra il popolo per ingannare e intimidire coloro che stavano
ancora con Cristo. Quali e quante nefandezze sono state raccontate e inventate
anche da noi nel marzo 1938 contro un cancelliere dai sentimenti cristiani e
contro la spiritualità dei credenti?”.
“I pochi che non erano
convinti di questo infausto ‘Sì sono stati tacciati di essere pazzi o
comunisti, e fino ad oggi la lotta contro questi pazzi non è ancora cessata,
forse per conquistarli alla comunità nazionalsocialista o per lo meno
sacrificarli a questa idea”.
“Certamente i sostenitori
dell’annessione non hanno insistito a lungo presso la gente ed essa è giunta
alla conclusione che le cose sono ben diverse di come promesso all’inizio, per
cui ora criticano e si ribellano, ma non hanno il coraggio di uscire da questa
comunità contraria ai valori cristiani”.
“…non spaventarsi davanti ad
alcun martirio e , se deve essere, donare anche la propria vita”.
“Anche Cristo dovette morire
per resuscitare. Il giovedì santo, per noi austriaci, è stato quell’infelice
10 aprile 1938: allora la chiesa austriaca si fece imprigionare e da allora è
ancora in catene e fintanto che questo ‘Sì, che pure per molti cattolici fu
detto per paura, non diventerà un forte ‘No, non ci sarà per noi alcun
venerdì santo. Verrà pronunciato questo ‘No compatto e numeroso, come a suo
tempo il ‘Sì? Ci credo poco. E poi che seguito potrà avere questo ‘No? A
cosa potrà servire se non sarà numeroso? E, oltre a ciò, uno non ha bisogno
di chiedere all’altro che cosa pensi o intenda fare, perché per ognuno credo
che conti liberare la propria anima da questa pericolosa situazione e questa
decisione può essere presa soltanto quando uno è pronto ad accettare qualsiasi
sacrificio per Cristo e la sua fede…”
“Quasi tutti noi sapevamo dai
giornali, dalla radio, dai raduni e così via ciò che Hitler voleva attuare con
il suo programma e che liberarsi dai debiti di guerra e mettere fuori corso il
marco non poteva portare altre conseguenze se non quelle che sono sopraggiunte
in abbondanza, a meno che il buon Dio non avesse tolto agli altri popoli il
libero arbitrio e avesse guidato i lori pensieri in modo che si sottomettessero
senza combattere al nazionalsocialismo tedesco. Ma Dio lascia ad ogni uomo il
libero arbitrio ed anche noi austriaci lo avevamo il 10 aprile 1938, anche se i
tedeschi si erano già impossessati del nostro paese: la possibilità di
decidere in coscienza per un ‘Sì o un ‘No non ce l’hanno tolta né Dio né
i tedeschi”.
“Credo che la fede
cristiana, nel nostro paese, non andrebbe poi tanto peggio se non ci fosse più
una chiesa aperta e a migliaia avessero sacrificato il proprio sangue e la vita
per Cristo e la fede, piuttosto che starsene a guardare in silenzio ”.
“Forse erano poco
preparati ad accollarsi questa lotta e a decidersi se vivere o morire…Per
questo ci si può facilmente immaginare la difficile decisione davanti alla
quale stavano i nostri vescovi e preti nel marzo 1938. I nostri vescovi devono
aver forse creduto che sarebbe durato poco e poi tutto si sarebbe frantumato e
che con la loro accondiscendenza avrebbero potuto risparmiare ai fedeli martiri
e pene. Ma è andata diversamente, sono passati molti anni ed ora migliaia di
uomini devono morire per questo errore”.
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