Frammenti tratti dal libro

“Franz Jägerstätter. Un contadino contro Hitler”

 

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Brevi stralci assai significativi dal libro: "Franz Jägerstätter. Un contadino contro Hitler"

 

·Franz non accetta la concezione di vita materialista, pace e amore sono per lui i beni più importanti che a lungo andare non si ottengono senza la fede in Dio:

“Non essere superbo, tu uomo ricco,

anche tu morirai,

cessa l’ingiusta lotta di classe,

poiché anche il figlio di Dio non era ricco sulla terra.

Ah, quanto sono colmi di dolore spesso i nostri giorni

nella nostra breve vita,

sulla quale viaggiamo tutti in modo diverso,

finché un giorno il treno deraglierà.

Ora chiedo a te, uomo superbo,

se la ricchezza personale ti basta,

finché Dio ti dona la salute

e nessun dolore t’opprime.

Salute ed intelligenza sarebbero altrimenti il dono più bello,

ed anche essere bello ed avere denaro è giusto

se si possiedono queste doti.

Ma tutti i bei doni

non ti portano la felicità sperata,

quando nel cuore ti manca l’amore,

perché anch’esso è un capolavoro.

Ma anche pace e amore non durano a lungo,

se non credi al tuo Dio

e a nessuna eternità”.

(3 ottobre 1932)

 

·Nella lettera indirizzata al cugino che diventerà suo figlioccio, Franz parla in modo esplicito dei dubbi di fede che lui stesso è riuscito a superare:

“Se ti dovessero venire dei dubbi sulla fede, dai quali quasi nessuno viene risparmiato, se la nostra fede sia quella vera, allora pensa ai miracoli e ai nostri santi, che non esistono in nessun’altra religione tranne in quella cattolica. Dalla morte di Cristo ci sono state, quasi ogni secolo, persecuzioni contro i cristiani e ci sono sempre stati eroi e martiri che hanno sacrificato per Cristo e la fede la loro vita, spesso dopo un orribile martirio. Se vogliamo raggiungere il nostro traguardo, dobbiamo diventare anche noi eroi della fede, poiché se temiamo più gli uomini che Dio non avremo fortuna”.

·In una raccomandazione al figlioccio emerge l’importanza della lettura nella formazione religiosa e spirituale:

“Un giovane deve leggere solo buoni libri e buoni scritti, in primo luogo perché l’uomo non necessita solo di nutrimento corporale ma anche spirituale. Non sempre abbiamo occasione di ascoltare delle prediche buone e belle, dal momento che non tutti i sacerdoti posseggono il talento di saper predicare bene.

Si sente dire spesso che il leggere fa diventare l’uomo ancora più stupido di quanto non sia. Può anche essere, perché ci sono giovani che leggono molti libri ma principalmente romanzi d’amore o romanzi gialli, che sono belli ed emozionanti da leggere, ma per la formazione religiosa e spirituale non hanno alcun valore. I cattivi libri possono spesso creare più danni che giovamento. Perciò i giovani devono chiedere prima di tutto a sacerdoti o a buoni educatori che cosa devono leggere. Anche se non tutti hanno lo stesso entusiasmo per la lettura, possono leggere poco per volta, sfruttando ad esempio le lunghe sere d’inverno, poiché un uomo che non legge niente non si potrà reggere in piedi e sarà solo una marionetta nelle mani degli altri”.

·Lettera indirizzata al suocero:

“…nel pensiero e nel sentimento umano preferiremmo talvolta vendicarci un po’, ma la fede cristiana non ce lo permette, dobbiamo ripagare il male con il bene. E soltanto l’amore è in grado di restaurare ogni volta di nuovo la pace…ma non essere in collera con me per queste righe”.

Il sogno fatto da Franz rivela l’incompatibilità tra la visione del mondo(Weltanschaung) cattolica e quella nazionalsocialista:

“Era quasi mezzanotte, mi trovavo nel letto senza dormire, benché non fossi malato e dovessi già essermi addormentato per un po’. Ad un tratto mi venne mostrato un bel treno che girava attorno ad una montagna. Oltre agli adulti c’era anche un gran numero di ragazzi che accorreva per salire sul treno e non si riusciva quasi a fermarli. (Del fatto che ci fossero pochi adulti che non facevano parte della compagnia preferisco non parlarne o scrivere). Poi improvvisamente una voce mi disse:’Questo treno conduce all’inferno.’ E subito ebbi l’impressione che qualcuno mi prendesse per mano.’E adesso noi andiamo in purgatorio’, mi disse la stessa voce. Qui ciò che io ho visto e sperimentato come sofferenza è terribile, e se questa voce non mi avesse detto che andavamo nel purgatorio, non avrei potuto credere che di trovarmi all’inferno. E’ probabile che siano passati solo pochi secondi, durante i quali io ho visto tutto ciò. Poi sentii ancora un rumore sordo, vidi una luce e tutto scomparve. Svegliai subito mia moglie e le raccontai tutto quanto era accaduto. Prima di quella notte non avevo naturalmente mai potuto pensare veramente che le sofferenze del purgatorio potessero essere così.”

“All’inizio questo treno che correva mi risultava piuttosto misterioso, ma più passava il tempo più si svelava anche il suo significato. Ed oggi mi sembra che questo quadro non rappresenti altro che il nazionalsocialismo che a quel tempo irrompeva violentemente o si introduceva di soppiatto con tutte le sue articolate strutture… ”

•10 marzo 1938: il libero arbitrio

“Proviamo a chiederci se l’Austria e la Baviera non abbiano alcuna colpa del fatto che invece di un governo cristiano ne abbiamo uno nazionalsocialista. Il nazionalsocialismo è caduto dal cielo? Io credo, e su questo punto non c’è bisogno di spendere molte parole, che chi nel marzo 1938 non dormiva sa bene come è andata allora. Io credo che non sia andata diversamente dal giovedì santo di oltre 1900 anni fa, quando il popolo ebraico ha potuto liberamente scegliere tra Cristo, il Salvatore senza colpa, e Barabba, il malfattore: anche allora i farisei avevano distribuito denaro tra il popolo per ingannare e intimidire coloro che stavano ancora con Cristo. Quali e quante nefandezze sono state raccontate e inventate anche da noi nel marzo 1938 contro un cancelliere dai sentimenti cristiani e contro la spiritualità dei credenti?”.

“I pochi che non erano convinti di questo infausto ‘Sì sono stati tacciati di essere pazzi o comunisti, e fino ad oggi la lotta contro questi pazzi non è ancora cessata, forse per conquistarli alla comunità nazionalsocialista o per lo meno sacrificarli a questa idea”.

“Certamente i sostenitori dell’annessione non hanno insistito a lungo presso la gente ed essa è giunta alla conclusione che le cose sono ben diverse di come promesso all’inizio, per cui ora criticano e si ribellano, ma non hanno il coraggio di uscire da questa comunità contraria ai valori cristiani”.

“…non spaventarsi davanti ad alcun martirio e , se deve essere, donare anche la propria vita”.

“Anche Cristo dovette morire per resuscitare. Il giovedì santo, per noi austriaci, è stato quell’infelice 10 aprile 1938: allora la chiesa austriaca si fece imprigionare e da allora è ancora in catene e fintanto che questo ‘Sì, che pure per molti cattolici fu detto per paura, non diventerà un forte ‘No, non ci sarà per noi alcun venerdì santo. Verrà pronunciato questo ‘No compatto e numeroso, come a suo tempo il ‘Sì? Ci credo poco. E poi che seguito potrà avere questo ‘No? A cosa potrà servire se non sarà numeroso? E, oltre a ciò, uno non ha bisogno di chiedere all’altro che cosa pensi o intenda fare, perché per ognuno credo che conti liberare la propria anima da questa pericolosa situazione e questa decisione può essere presa soltanto quando uno è pronto ad accettare qualsiasi sacrificio per Cristo e la sua fede…”

“Quasi tutti noi sapevamo dai giornali, dalla radio, dai raduni e così via ciò che Hitler voleva attuare con il suo programma e che liberarsi dai debiti di guerra e mettere fuori corso il marco non poteva portare altre conseguenze se non quelle che sono sopraggiunte in abbondanza, a meno che il buon Dio non avesse tolto agli altri popoli il libero arbitrio e avesse guidato i lori pensieri in modo che si sottomettessero senza combattere al nazionalsocialismo tedesco. Ma Dio lascia ad ogni uomo il libero arbitrio ed anche noi austriaci lo avevamo il 10 aprile 1938, anche se i tedeschi si erano già impossessati del nostro paese: la possibilità di decidere in coscienza per un ‘Sì o un ‘No non ce l’hanno tolta né Dio né i tedeschi”.

 “Credo che la fede cristiana, nel nostro paese, non andrebbe poi tanto peggio se non ci fosse più una chiesa aperta e a migliaia avessero sacrificato il proprio sangue e la vita per Cristo e la fede, piuttosto che starsene a guardare in silenzio ”.

 “Forse erano poco preparati ad accollarsi questa lotta e a decidersi se vivere o morire…Per questo ci si può facilmente immaginare la difficile decisione davanti alla quale stavano i nostri vescovi e preti nel marzo 1938. I nostri vescovi devono aver forse creduto che sarebbe durato poco e poi tutto si sarebbe frantumato e che con la loro accondiscendenza avrebbero potuto risparmiare ai fedeli martiri e pene. Ma è andata diversamente, sono passati molti anni ed ora migliaia di uomini devono morire per questo errore”.

 

Alcuni testi di / su Franz Jägerstätter

 

 

Chi è Franz Jägerstätter

 

 

Franziska Schwaninger, moglie di Franz Jägerstätter. Sì, anche sua moglie è un’eroina

 

il verbale del processo contro Jägerstätter

 

 

l'intervista a Giampiero Girardi, curatore del libro su Franz

 

 

il film “Franz Jägerstätter. Un contadino contro Hitler”

 

   

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