spErare ad altezza d'uomo
di Chiara

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ORMEGIOVANI GIM ATTIVITA' E CAMPI

 

Anche noi a Kisangani e ... davanti al Parlamento?

 

Non erano riusciti a partire per il Congo per motivi di sicurezza, così i partecipanti della manifestazione “anch’io a Kisangani” sono venuti a Roma. Avevano cercato di attirare l’attenzione, anche col digiuno, perché RAI e giornali parlassero di questa guerra, con l’unico risultato di un trafiletto ed un accenno al tg1 delle 20. “Se uno muore non importa a nessuno, purché sia sconosciuto e lontano”(E.Montale). A noi Europei della guerra in Congo sembra proprio non importare niente. Le nostre multinazionali si arricchiscono derubando e spartendosi un paese e noi possiamo sfoggiare diamanti  e chiacchierare amabilmente con i nostri telefonini. Di certo chi ci guadagna non ha nessun interesse a farci sapere che ci stiamo rendendo complici dei loro misfatti...

Il Sabato mattina durante la messa alla chiesa congolese, punto di ritrovo, la lettera di S.Giacomo ci ricorda l’importanza della preghiera, sento fortissima la presenza di Silvia: ha fatto il GIM con me e proprio quel giorno comincia il noviziato in un monastero di clausura. E’ lei con la sua scelta che può dare un significato a quello che faremo durante la giornata. Lei ogni giorno davanti all’Eucarestia, per restare legati alla vera Vite, il solo mezzo che abbiamo per portare frutto. Altrimenti perché andare in giro per le strade di Roma, con bandiere della PACE, tra gli sguardi curiosi dei passanti? La sproporzione tra quello che possiamo fare noi e il problema della guerra in Congo è enorme. Seminiamo sperando che Qualcun Altro faccia crescere il grano: è l’unica convinzione che può sostenerci, che sostiene queste persone, più o meno consapevolmente, persone decise a fare qualcosa, per quanto possa sembrare inutile.

Dopo un minuto di rumore, per attirare l’attenzione,un urlo di Patrizia in piazza del Popolo e molti manifestanti cadono a terra fingendosi morti, noi “becchini” li copriamo ad uno ad uno con la bandiera della PACE, Teresa fa’ volantinaggio con gli altri e si cerca di dare spiegazioni a chi passa per la piazza. E’ bello vedere che, nel suo piccolo, la provocazione funziona.

Nel pomeriggio il testimone passa a Sara che raggiunge il gruppo davanti al Colosseo. Federica invece, ha deciso di partecipare alla Messa della Domenica, insieme alla comunità congolese. Abbiamo parlato del Congo tutto l’anno grazie alle conferenze, alle veglie di preghiera e ai contatti personali con chi ci è nato e vissuto. A Kisangani saremmo state presenti un po’ anche noi, soprattutto grazie a Maria che, tutti i giorni, non dimentica di invitarci a pregare insieme per quella situazione di guerra. Eravamo partecipi, ma non avremmo mai pensato di ritrovarci al fianco di chi in Congo voleva andarci di persona ...

Si replica Mercoledì 29 maggio, davanti a Montecitorio questa volta: tante associazioni, ma poche persone, a protestare contro la modifica della legge 185/90. Liberalizzare il commercio delle armi, come se fossero una merce qualsiasi, come se un’arma venduta dal nostro Paese, nella piena consapevolezza che sarà utilizzata per compiere massacri, non ci rendesse complici. Sara sintetizza la situazione: i nostri parlamentari, che noi abbiamo eletto, sono liberi di fare quello che noi non vorremmo, soltanto perché siamo troppo distratti per accorgercene. Sono le parole di una vecchia canzone di Gaber sull’uomo in democrazia “che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà”.

Paradossalmente ci siamo accorti che uno dei gruppetti più nutriti e visibili era proprio il nostro: senza bandiere, ma con l’abito religioso o  la sola croce al collo, alcuni tra scolastici,giovani missionarie comboniane e postulanti. E’ stato bello rendersi conto di aver portato le persone ad interrogarsi sulla nostra presenza. Alcuni così si sono accorti che possiamo lavorare insieme a loro su obiettivi comuni, pur continuando a manifestare la nostra motivazione più profonda: Cristo ed il Regno che è venuto ad annunziare. Non è scontato come sembra: è un po’ inqietante infatti, rendersi conto, ancora una volta, come  la maggior parte della gente consideri i religiosi e la Chiesa estranei a questi discorsi... per colpa di chi?

 

Chiara, per le postulanti comboniane.

 

L'iniziativa Anch'io a Kisangani è stata promossa da Beati i Costruttori di Pace.
Se vuoi saperne di più vai al sito www.beati.org

Silvia
ci ha scritto due bellissime lettere:

Vi scrivo dal monastero 1
Vi scrivo dal monastero 2

Federica
ci ha scritto della sua esperienza di rilettura della nostra storia a partire da Auschwitz:
Un mondo diverso è possibile

Chiara
ci ha scritto più volte:
- per raccontarci della sua esperienza in Perù
- per salutarci all'inizio del suo cammino in postulato
- In ricordo di Maria Elena Moyano: martire per la vita di un popolo