In postulato qui a Roma, stiamo riflettendo sulla nostra specificità femminile e, al di là di tutti i discorsi teorici, ci siamo rese conto che ciò che incide profondamente sono gli esempi concreti, di persone vere, che ci parlano attraverso la propria esperienza. Ho pensato alle donne delle mense popolari che ho avuto la fortuna di conoscere quest’estate in Perù, donne che tutti i giorni lottano per sfamare la propria famiglia, che, con la loro determinazione e semplicità, hanno messo in evidenza tutti i miei limiti di “occidentale viziata”: un richiamo forte all’impegno concreto e quotidiano, senza troppi “castelli in aria”. Per questo, con Federica, abbiamo voluto ricordare, in una delle nostre preghiere mariane, Maria Elena Moyano a dieci anni dall’assassinio da parte dei terroristi di Sendero Luminoso. Leader della FEPOMUVES, Federazione Popolare Donne di Villa El Salvador, baraccopoli di Lima, la sua grandezza è di essere riuscita ad incidere e a farsi sentire in una società segnata da un profondo maschilismo, rivendicando spazi per le donne, proprio a cominciare da questo loro impegno giornaliero per la sopravvivenza: “...è una esperienza di organizzazione, autogestione e valutazione. Le donne sentono che possono risolvere i loro problemi da sole, che possono anche essere dirigenti, che ne hanno le capacità”(M.E. Moyano). Ci è sembrato bello associarla a Maria, modello per tutte le donne, ma non “essere celestiale”, lontano ed irraggiungibile, usato solo per farci sentire indegne o ribelli. Maria, ragazzina che ha osato pronunciare il Magnificat, presente in tutte le donne che lottano per la vita, a cominciare da quelle dei  vangeli. Così l’obolo della vedova al tempio sono le donne di Villa El Salvador che mettono in comune quel poco che hanno e creano le mense popolari. Lo stupore dei discepoli  davanti a Gesù che parla con la Samaritana è lo stesso scetticismo dei politici locali, costretti a cedere alle donne la gestione del programma “Vaso de leche” (un bicchiere di latte al giorno ai bambini denutriti). Gesù paragona il Regno al lievito che una donna mette nella farina, ecco allora, la FEPOMUVES tra le altre organizzazioni popolari di Villa El Salvador, perchè insieme si ottengono condizioni di vita migliori, aiutandosi nelle difficoltà quotidiane e portando avanti le proprie rivendicazioni pacificamente...  ma c’è di più: “Noi scommettiamo perchè il popolo impari, a partire dalle piccole cose, ad autogovernarsi per essere un giorno capace di governare a livello nazionale” (M.E. Moyano). Questo era il suo grande sogno e la sua stessa vita è stata una testimonianza concreta che ciò era possibile, se, abitante di questa baraccopoli di Lima, era arrivata ad impegnarsi in politica: nell’organizzazione delle donne e come vicesindaco di Villa El Salvador. Era proprio questo che dava più fastidio a Sendero: la lotta armata “rivoluzionaria”, ufficialmente in favore del popolo, non poteva accettare chi tentava una rivoluzione pacifica, con mezzi democratici, all’interno delle istituzioni dello “Stato borghese”. Tanto più Maria Elena era scomoda con le sue denunce, l’organizzazione di cortei e manifestazioni per ribadire, anche visibilmente, che Sendero non rappresentava il popolo :”... non sono i soli disposti a sacrificare la loro vita alla lotta per lo sviluppo, per la giustizia, perchè anche molta gente lo è, ma senza terrore e morte. Ecco perchè non considero più Sendero un gruppo rivoluzionario. Esso è diventato un gruppo terrorista” . (M.E. Moyano).

Si avverano così le parole di Gesù alle donne verso il Calvario:”Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli” (Lc 23,28). Uccise dalla fame e dalla violenza, insieme ai propri figli, costrette a soffrire ai piedi della Croce e su quella Croce costrette anche a salirci. “Noi donne abbiamo molta forza. CREDIAMO IN QUELLO CHE STIAMO COSTRUENDO, non bisogna avere paura”( M.E. Moyano).

 Chiara BO