Sr. Anna Pia De Marchi

Un cuore grande … più del mondo

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Donna del Vangelo secondo il sogno di S.Daniele Comboni

 

 

     
  Nasce a Loreggia, Padova, il 31 dicembre 1926, e una domenica pomeriggio del 1947 lascia il suo paese, i suoi cari e soprattutto tanti amici e amiche ed ‘entra in convento’. Il 3 maggio del 1948 diventa Suora Missionaria Comboniana e dopo alcuni mesi a Londra per imparare l’inglese parte per l'Uganda, dove vi rimane fino al 2000. Continua ora la sua missione a Palermo, in un quartiere della città vecchia, dove non le sfugge la possibilità di incontrare tanti amici e amiche nuovi, ogni giorno. Tanti immigrati, soprattutto africani, trovano in lei un punto di riferimento, di incontro e incoraggiamento....  
     

 

     
  Si racconta sr Anna Pia, accettando di rispondere ad alcune domande, ed inizia così:

"Mio cibo è fare la Volontà del Padre... Chi fa la Volontà del Padre, questi è mio fratello, sorella e madre..." Gesù si esprime così in varie occasioni. Quindi io scriverò le mie passate esperienze di vita con grande amore alla missione, con tanti ricordi e anche nostalgia, ma col cuore pieno di gioia e soddisfazione per essere nella Volontà del Padre.

Mi trovo a Palermo a servizio del popolo di Dio. Sono qui ad amare e a servire, a testimoniare l’amore del Padre per i più poveri, gli emarginati, i carcerati, i sofferenti, le famiglie in difficoltà. Il nostro quartiere è affollato di immigrati, soprattutto africani....

Mi trovo a Palermo, dopo 50 anni di vita missionaria in Uganda, e continuo la mia missione qui, perché tutto il mondo è casa mia, questo nostro mondo pieno di tante cose belle e anche di tante cose tristi; di tante persone generose, straordinarie e di tante altre bisognose di amore e di aiuto concreto.

Lo scopo della vita è ‘fare della vita un dono agli altri’.

Il mio ‘essere’ OGGI è quello di sempre.

Comboni era molto di casa nella mia famiglia, per la presenza dello zio paterno Missionario Comboniano, morto in Uganda.

E per me, essere "Donne del Vangelo", vuoi dire vivere il Vangelo con gli occhi fìssi in Gesù, nell'ascolto della sua Parola!

 
     
     
  TUTTO È GRAZIA! Quanti ricordi!

Guardando alla mia vita missionaria, ricordo TUTTO con riconoscenza per le meraviglie dell'amore di un Dio che si è chinato sulla sua creatura povera, misera quale sono io; l’ha presa per mano e le fa fare cose grandi. Spesso sale dal mio cuore il canto di Maria: "Grandi cose ha fatto in me Colui che è potente, ...perché ha guardato alla povertà della sua piccola creatura".

Certo,... ricordo i gruppi di piccoli e grandi che dopo la dovuta preparazione venivano ammessi al Battesimo e agli altri Sacramenti. Quanta gioia! Ricordo la festa del Battessimo degli ammalati di lebbra: nell'incontro con Cristo, diventati figli di Dio, trovavano la forza di vivere nella fede e nella gioia la loro sofferenza...

Ricordo con commozione l’incontro con centinaia di "ragazzi di strada", molti di loro orfani, rastrellati di notte dalla polizia e rinchiusi nel carcere minorile, in una situazione disumana. Ricordo le tante attività per trasformare quell'ambiente così triste, di orrore, in un giardino di giovani desiderosi di vivere... E questo diventava possibile attraverso la cooperazione della comunità intera, ma soprattutto di altri giovani generosi che mi affiancavano in questo progetto così importante e vitale ...

Ricordo un altro momento di grande gioia: constatare il risultato dell' esperimento di una terapia nuova per curare gli ammalati di lebbra. (sr Anna Pia visse per 25 anni nel lebbrosario di Alito, ne fu la fondatrice e la responsabile... anche negli anni della guerra). Grazie a questa terapia, terapia multipla furono guariti dalla lebbra in modo definitivo oltre 6000 pazienti in 20 anni....

Rivedo ancora il volto di giovani donne cadute nella trappola della prostituzione..., prima trastullo dei soldati e ridotte in fin di vita, emarginate in un angolo remoto nell'ospedale militare... Riuscii con fatica ad ottenere dall'Autorità il permesso di entrare in quel reparto e avvicinare alcune giovani donne, in quella specie di cimitero di viventi. Sembrava uno sforzo inutile!... Un giorno mi avvicinai ad un letto; una giovane donna distrutta dall'AIDS, rifiutava di guardarmi, di rispondermi tenendosi coperta col lenzuolo. "Tu non sai chi sono e che cosa sono", mi disse. Cercai di accarezzarle la testa dicendole: "Tu sei mia sorella; c’è un Padre buono che ti ha creata e che ti ama tanto e che ti aspetta a Casa".

Mi guardò..., ho ancora vivo nella memoria quello sguardo disperato. Si chiamava Jenny! Le sussurrai parole di pace e di perdono.

Cominciò a parlare; ricordava la gioia della festa del suo Battesimo, ma era convinta di aver tradito Dio e quindi si sentiva solo meritevole di condanna.... Ripeteva parola per parola quello che io le sussurravo lentamente. Il pentimento, il perdono, il credere nella misericordia di un Dio Padre che ama sempre, il desiderio di riconciliarsi con Lui e poi... il pianto.

La baciai e la lasciai; le altre pazienti ascoltarono quel dialogo con attenzione. Uscendo, salutai tutte, col cuore straziato. Una voce disse: "tornerai ancora?". Tornai l’indomani... il letto di Jenny era vuoto; mi sembrava di sentire il suo sguardo dal cielo...

Tutte quelle ragazze, ora sole, abbandonate, vivevano l’attesa della morte con l’angoscia e la paura; incontrarle, dare loro attenzione e affetto è stato un vederle riprendersi... per andare verso la Vita vera, più bella e più giusta, ... quella che avevano forse cercato da sempre.

 
     
     
  QUANDO LA CHIAMATA ALLA RADICALITÀ DEL DONO?

Non saprei dire quando sentii più forte la chiamata all’urgenza dell'annuncio del Vangelo,...

La Parola di Gesù nel suo Vangelo mi ha sempre affascinata, di conseguenza era normale desiderare di comunicarla ad altri. Arrivata in missione, questo desiderio diventò passione, dovere, urgenza...

Ma sentivo che prima dell'annuncio della Parola era ancora più urgente testimoniare concretamente con la mia vita, mostrare con gesti concreti tenerezza, attenzione, amore, servizio ai più poveri, agli ammalati da pulire, curare...amare. Solo dopo era possibile che fosse ascoltato l'annuncio della Parola del Vangelo!

 
     
     
  DOVE E COME HO INCONTRATO IL VOLTO DI CRISTO?

Il Volto di Cristo?! … .è stata la mia ricerca sempre e ovunque: nella mia comunità, nelle mie sorelle, e in chiunque incontrai e incontro OGGI nel mio cammino..., proprio TUTTI. Come dice Comboni: "...sono sempre a vostra disposizione, tutti: ricchi e poveri, grandi e piccoli, giovani e vecchiacce... tutti hanno un medesimo accesso al mio cuore".

Anche chi senza volere mi fa del male ...mi mostra il Volto di Cristo! Ho creduto e sentito che Gesù è il mendicante divino che bussa alla porta del cuore chiedendo "amore concreto": "sto alla porta e busso...".

Ritengo essenziale e vitale vivere la Sua Presenza in me e in chi mi passa accanto! Gioire con chi è nella gioia e soffrire con chi è ne pianto....

Come sono chiare le parole di Comboni: "le vostre pene sono le mie... e le vostre gioie sono le mie"

II Volto di Cristo l’ho visto vivo nei poveri, nei malati, nei lebbrosi, le vittime dell’AIDS, i ragazzi di strada e tanti, tante... in situazioni penose.

E OGGI a Palermo il Volto di Cristo lo incontro negli immigrati, nelle mamme in grandi difficoltà, nei giovani, nei carcerati.... Ci sono giovani in gamba che mi ascoltano e che scrivono lettere ai 'miei' carcerati e sono loro di grande conforto. Sempre, ovunque, il Volto di Cristo...

 
     
     
  DA DOVE TANTA ENERGIA?

Alla domanda, dove e come hai trovato l’energia per vivere così intensamente la tua vocazione di donna – cristiana – missionaria, risponde: Riconosco tutto come DONO di Dio! Mi identifico con un mendicante per la strada: io piccola e monella...È passato il mio Signore e mi ha presa con Sé. Mi ha presa per mano e mi ha condotto a fare ciò che Lui vuole, PER DONARE PACE, TENEREZZA E AMORE.

Certamente però che non posso non riconoscere nella mia famiglia la prima guida alla vita!

La mia mamma mi ha educato a cercare e a stare nella Volontà del Padre: "...non se move foja che Dio no vaia". E questo è stato il primo seme dell’abbandono in Dio che si è poi ingigantito fino a diventare passione per Dio e per i poveri.

Quando i poveri bussavano alla porta di casa, Mamma diceva: "presto corri, perché el xe el Signor che bussa... "

Vivere intensamente la vocazione di donna-cristiana-missionaria?... non mi sento arrivata. Vedo in me povertà, incapacità e difetti; ma credo forte nella comunione con Dio che guida ed ispira, che fa tutto usando la mia miseria.

 
     
     
  MOMENTI DI SOFFERENZA?

Qualcosa che mi ha fatto soffrire?... l’esperienza della mia debolezza, ma soprattutto le situazioni di dolore di tante persone. Come vorrei che non ci fosse chi soffre per l'ingiustizia, per la povertà, per il male che c’è nel mondo!

Ma è incoraggiante la sfida che emerge dalla Parola di Dio: vincere il male con il bene, perché tutti siano felici e godano dell'amore, del perdono, della riconciliazione.

 
     
     
  UNA PAROLA AI GIOVANI DI OGGI?

Ai giovani, vorrei dire di non avere paura, di non avere paura di fidarsi del Signore, perché Lui ha detto: 'Io sono con voi!'

Quante volte nella mia vita questa Parola rassicurante di Gesù è stata la mia forza, la mia luce, la mia gioia!

Giovani, non abbiate paura! La certezza che Cristo vive in noi, per noi e con noi è la nostra forza!

Andate avanti lungo la strada che Dio vi indica, non solo senza paura, ma con gioia. Qualunque via sceglierete di seguire, siate felici!

Fate della vostra vita un dono per gli altri; siate missionari secondo il Cuore di Cristo!

 
     

 

       
  Dagli Scritti di S. Daniele Comboni

"Mille vite per la missione! Santi e capaci... per far causa comune... con i più poveri e abbandonati"

"Ad ogni modo tutto succede per disposizione adorabile di Dio; amiamolo dunque di cuore, e tutta la nostra fiducia sia in Lui; e lei coraggio e avanti, che canteremo un giorno in paradiso le divine glorie, perché, benché indegni, ci ha fatto strumenti della redenzione dei Negri, che sono le anime più abbandonate dell'universo.

A me non importa nulla delle chiacchiere che già forse si fanno in Verona a disdoro e discredito della mia dignità, del mio carattere... Cupio anathema esse pro fratribus: amo pro nihilo reputati etc. Quello che mi importa è unicamente (e questa è stata l'unica e vera passione della mia vita intera, e lo sarà fino alla morte, e non ne arrossisco per nulla) che si converta la Nigrizia, e che Dio mi accordi e conservi quelli strumenti ausiliari che m’ha dato, e mi darà."

 
"L'Africa e i poveri si sono impadroniti del mio cuore che vive solo per loro"

Vuoi conoscere Daniele Comboni e i Comboniani?

 
 
"La nostra vita è un misto dì dotare e godimenti, di affanni e speranze, di patimenti e conforti. Si lavora con te mani e con la testa, si viaggia a piedi o in piroga, si studia, si suda, si soffre, si gode: ecco quello che vuote da noi la Provvidenza"

"Ho un’immensa fiducia nel Sacro Cuore di Gesù e di Maria... Mettetevi bene in mente che Comboni non può vivere che per l’Africa e per ciò che ha relazione con l’Africa"

 
Il GIM è un luogo che può diventare privilegiato per imparare a sprigionare la propria vita, leggi la sua proposta!
 
  "Devo confessare che giammai il mio cuore si sentì legato a Gesù e a Maria come adesso. In questa terribile incertezza dell'esito dei miei piani e del mio avvenire, trovo un’immensa felicità nell'essere cattolico e sacerdote. Tocco con mano che Dio è infinitamente buono e che mai abbandona color che sperano in Lui..."

"Sono felice nella croce, che portata volentieri per amore dì Dio genera il trionfo e la vittoria"

"Abbiate coraggio; Abbiate coraggio in quest’ora dura, e più ancora per l’avvenire. Non desistete. Non rinunciate mai. Affrontate senza paura qualunque bufera. Non temete, lo muoio, Ma l’opera non morirà".

     

 

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