Discorso di papa
Giovanni XXIII ai
carcerati
di Regina Coeli |
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“Miei
cari figlioli, miei cari fratelli, siamo nella casa del Padre anche qui.
Siete contenti che io sia venuto? Venendo qui da S.Pietro mi sono
rammentato che quando ero ragazzo uno dei miei buoni parenti, andando un
giorno a caccia senza licenza, fu preso dai carabinieri e messo dentro.
Oh, che impressione! Oh, poveretto lui! Ma sono cose che possono capitare,
qualche volta, anche se le intenzioni non sono cattive. E se si sbaglia,
si sconta, e noi dobbiamo offrire al Signore i nostri sacrifici. Che
grande cosa, fratelli, il Cristianesimo! Siete
contenti che sia venuto a trovarvi? Sapevo che mi volevate, e anch’io vi
volevo. Per questo, eccomi qui. A dirvi il cuore che ci metto, parlandovi,
non ci riuscirei, ma che altro linguaggio volete che vi parli il Papa? Io
metto i miei occhi nei vostri occhi: ma no, perché piangete? Siate
contenti che io sia qui. Ho
messo il mio cuore vicino al vostro.
Il Papa è venuto, eccomi a voi. Penso con voi ai vostri bambini che sono
la vostra poesia e la vostra tristezza, alle vostre mogli, alle vostre
sorelle, alle vostre mamme…”. Prima di lasciare Regina Coeli il Papa volle essere ritratto in mezzo ai detenuti. Mentre si
avvia all’uscita della prigione, Papa Giovanni vede un uomo staccarsi
dal gruppo dei reclusi raccolti attorno all’altare. Quegli lo guarda con
occhi arrossati dal pianto e , cadendogli ai piedi, domanda: “Le parole
di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me, che sono un
grande peccatore?”. Roncalli non risponde. Si china sull’uomo, lo
solleva, lo abbraccia e lo tiene a lungo stretto a sé. “E’
stato a questo punto” scrisse Il Messaggero di Roma, il 27
dicembre 1958, “che la manifestazione ha fatto tremare i muri di Regina
Coeli. Dell’atmosfera tipica del carcere non è rimasto più nulla.
Aperti i cancelli a pianterreno, il Papa ha visitato un ‘braccio’ e
l’infermeria, fra ali di carcerati usciti dalle celle con i loro vestiti
a strisce. Ma l’episodio che più ha colpito il Papa è stato quello che
ha appreso una volta varcato il portone del penitenziario. Egli ha saputo
che trecento detenuti, chiusi nelle celle di rigore perché considerati
pericolosi, non hanno potuto vederlo. Ebbene: ha inviato a ciascuno di
essi un’immagine con l’assicurazione che non dimenticherà i suoi
‘figli invisibili’. Al termine dell’incontro con i detenuti
un’ultima raccomandazione: ‘Scrivete a casa, raccontate alle vostre
madri ed alle vostre mogli che il Papa è venuto a trovarvi’”. |
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Enciclica "Pacem in Terris"
Fraternità Brasiliana di assistenza ai condannati