4a Stazione 5a Stazione Lettera Aperta ai Vescovi

 

quinta  stazione

Gesù muore sulla croce
Dio sogna un mondo in cui la solidarietà non ha limiti

 

Riflessione   della Comunità di Base "Le Piagge" di Firenze
Salmo 127: il messia sofferente
preghiera di Faisal Husseini

 

Vangelo secondo Matteo 27,45-52 a 54-56

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:"Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.Gli altri dicevano: " Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!". E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono.Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: " Davvero costui era figlio di Dio! ". C'erano anche là molte donne che stavano ad osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo ed di Giuseppe e la madre dei figli di Zebedèo.


Buio, buio ,buio… su tutta la terra, sulle nostre fragili speranze, sui nostri passi incerti. Sembra spegnersi la speranza e il sogno di Dio di un mondo diverso possibile sembra rimanere imbrigliato e nascosto tra i veli delle nostre contraddizioni, della nostra sete di potere, dei nostri sotterfugi quotidiani. Troppe le parole scontate, vuote e senza sapore, troppi se e però che accompagnano il nostro camminare, troppa rassegnazione e disincanto nelle nostre comunità… ma oggi il tuo grido straziato di abbandono e di indignazione "squarcia i veli dei nostri templi in due da cima a fondo", oggi i templi della morte e della distruzione come la base di Aviano crollano sotto il peso dei nostri sogni che restituiamo alla storia: Non imbriglierete più i nostri sogni, non ci farete più paura con la vostra violenza senz'anima, con la vostra arrogante presenza, con le vostre strutture di morte. Oggi stiamo imparando che la pace non ha limiti e barriere, che la solidarietà e la prossimità non hanno limiti invalicabili e insormontabili, che nessuna cancellata, nessuna trincea, nessun reticolato e nessuna arma potrà rendere inefficaci ed inutili i nostri pensieri di pace. Il vostro tempio di morte, cattedrale della violenza e del terrore, questa base Nato non rimarrà in piedi perché il grido di Vita dei piccoli del mondo, della nostra comunità delle Piagge insieme a tutte le conumità di resistenza nel mondo aprirà i sepolcri, scuoterà la terra e nessuno più si eserciterà nell'arte della guerra, ma i vomeri della speranza restituiranno queste terre vendute ai sigori della guerra al pascolo e alla semina, ai piedi nudi degli operatori di pace. Chiediamo a te, "Frate Vento" di disseminare queste parole che profumano di Pasqua, di Vita nuova, nelle orecchie dei sordi e dei potenti e che questa brezza leggera che annuncia la primavera possa zittire le litanie di morte dei potenti

 

Salmo 127  da Carrarini "Salmi d'oggi" ed. Mazziana
 

Preghiera di Faisal Husseini

O dio, il cuore è pieno di amarezza,
non trasformarla in disprezzo.
O dio, il cuore è pieno di dolore,
non trasformarlo in vendetta.
O dio, il cuore è pieno di paura,
non trasformarla in odio.
O dio, il mio corpo è debole,
non trasformare la debolezza in disperazione.
O dio, io, tuo servo, porto le braci ardenti,
aiutami a mantenermi saldo.
O dio, la fede è amore.O dio, la fede è perdono.O dio, la fede è convinzione.
O dio, volevamo che l'Intifada fosse bianca,
ti prego proteggila.
O dio, volevamo la libertà per il nostro popolo,
non la schiavitù per gli altri.
O dio, volevamo una terra per riunire il nostro popolo,
non la distruzione dello stato degli altri o la distruzione delle loro case.
O dio, il nostro popolo è stato privato di tutto,
tranne che della fede nei propri diritti.
O dio, il nostro popolo è debole,
tranne che nella fede nella vittoria.
O dio, dacci la convinzione, la compassione e la tolleranza,
non lasciarci combattere gli uni contro gli altri.
O dio, trasforma il sangue che è stato versato in luce che ci guidi
e che rafforzi il nostro braccio, non lasciare che alimenti l'odio e la vendetta.
O dio, aiutaci ad affrontare il nemico
in modo che lo possiamo aiutare ad affrontare i suoi problemi.
O dio, questa è la mia preghiera, la mia invocazione,
ascoltala e guidaci sulla giusta strada

Faisal Husseini è stato una figura di grande importanza nella storia della Palestina. Discendente da una famiglia aristocratica palestinese era nato nel 1940. Nel 1970 fonda la Società di Studi Arabi di cui resta presidente fino al 1988, quando gli israeliani ne impongono la chiusura. Più volte agli arresti domiciliari e imprigionato. Membro del Consiglio Supremo Islamico di Gerusalemme dal 1982. Portavoce Palestinese, Capo del Consiglio Nazionale Palestinese di Gerusalemme, capo della delegazione alla Conferenza per la Pace in Medio Oriente, capo di Fatah in Cisgiordania, vice di Arafat nei Territori Occupati, attivo nello sviluppo e nella promozione del dialogo Palestinese-Israeliano. Nel settembre 1993 fu presente alla cerimonia svoltasi a Washington per la firma degli accordi di pace. Faisal Husseini è morto nel maggio del 2001.