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Alcuni degli interventi del 15 settembre a Bologna

Magouws Catherine Morakabi
Valdenia Aparecida Paulino
Giulietto Chiesa
Giancarlo Caselli
mons. Luigi Bettazzi
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"NOI PROPONIAMO"

Documento finale del Giubileo degli Oppressi 2002

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«Il nuovo è possibile» di Alex Zanotelli 
Il testo-guida di padre Alex per "La pace nelle nostre mani: non solo utopia!". «Perché un altro giubileo? Non l’abbiamo già celebrato due anni fa?»...
Una carovana, tre piste: l'editoriale di Nigrizia del settembre 2002

Guerra all'Iraq: «Immorale e illegale»

Appello del Giubileo degli Oppressi 2002, lanciato da Alex Zanotelli -
Da firmare e inviare al Presidente del Consiglio / Ministro degli Esteri
Documento di Presentazione del Giubileo degli Oppressi 2002
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"NOI PROPONIAMO"
Documento finale del Giubileo degli Oppressi 2002

Introduzione

La Carovana della Pace 2002 riprende e rilancia i temi delle ingiustizie e dei divari lungo l’asse Nord-Sud del mondo, temi già denunciati dal Giubileo degli Oppressi 2000 che si era concluso con un forte appello dal titolo “Noi ci impegniamo”.

Quegli impegni, per molte associazioni ecclesiali e laiche, sono stati una vera pista per costruire la pace tramite la difesa della dignità dell’uomo, la denuncia delle ingiustizie, la promozione della non-violenza attiva, la proposta di una vita sobria, la costituzione di piccole comunità alternative…

Purtroppo in questi due anni non si è arrestata una deriva politica e sociale che vede una crescente corsa alle armi (specialmente dopo l’11 settembre), la militarizzazione dell’economia, la frammentazione delle comunità e l’isolamento delle persone. Una deriva che il sistema dei mass media – dedicato in gran parte ad intrattenere il consumatore più che a informare il cittadino – tenta, e spesso riesce, a mascherare.

Le migliaia di persone e le tante esperienze territoriali di base che questa Carovana della Pace ha incontrato, sono qui a dirci che in giro c’è voglia e bisogno di mettersi in gioco per cambiare questo stato di cose. Per questo, raccogliendo le sollecitazioni delle diverse realtà locali incontrate, facciamo delle proposte orientative.

 

1) Superare la logica della guerra e del nemico

Dinanzi ad una logica di guerra ormai imperante, denunciamo che le guerre programmate hanno solo una finalità economica, funzionale ai potenti della Terra. Perciò:

Proponiamo di riflettere per far emergere tutte le possibili forme di resistenza – come l’obiezione di coscienza e l’obiezione fiscale – agli interventi armati,

Incoraggiamo gli enti locali a dedicare parte delle loro risorse alla diffusione di una cultura di pace e di opposizione alla guerra.

Chiediamo alla Conferenza Episcopale Italiana di solidalizzare con il Papa nel dichiarare, in modo inequivocabile, che “con la guerra tutto è perduto”. Riteniamo, infatti, che la comunità cattolica e la stessa società civile abbiano bisogno di una direttiva magisteriale chiara, che condanni la guerra che sta per cominciare e la “logica di guerra” che la dichiara inevitabile. Noi questo bisogno lo sentiamo.

Proponiamo a tutte le componenti della società civile che aspirano ad un mondo diverso di ritirare il proprio denaro dalle banche armate, colluse con le fabbriche che lavorano per la guerra, e di indirizzarsi verso realtà alternative di risparmio sociale. Proponiamo inoltre di boicottare tutti i prodotti delle aziende compromesse con operazioni ingiuste e lo sfruttamento dei paesi poveri e deboli.

Proponiamo che la comunità cattolica, in dialogo con la società civile, si impegni con maggior decisione per una legislazione sulla immigrazione che sia rispettosa delle persone e delle famiglie immigrate, e non accetti politiche discriminatorie nei confronti di nessuna persona che cerca condizioni di vita più umane. Chiediamo a questa società civile di non usare più la parola extracomunitario: serve a perpetuare logiche di esclusione e a creare nemici.

Proclamiamo forte la eguale dignità di ogni essere umano di cui nessuno può determinare il diritto di esserci o di non esserci.

Richiamiamo alla memoria la Dichiarazione universale dei diritti umani.

2) Recuperare il senso della comunità

Come popolo in cammino, in cerca di pace e giustizia, sentiamo la necessità di recuperare una spiritualità profonda che ci riporti alle radici del nostro essere, e motivi e illumini la nostra azione, perché sia azione di fratelli, figli dello stesso Padre. Una spiritualità che si sviluppa nelle comunità e nei gruppi e conduce al ricupero delle relazioni tra le persone, con Dio e con l’ambiente.

Proponiamo, perciò, che ognuno si ritagli nella giornata spazi di silenzio, di preghiera e di riflessione sulla situazione del paese e del mondo intero; che si costituiscano gruppi di spiritualità, riflessione e convivialità per migliorare i rapporti e ridare gioia e fiducia alle persone.

Essere comunità non è un elemento accessorio, ma un carattere fondante di una società civile organizzata che sappia ridare senso e progetto ai tanti “dispersi” di oggi.

Proponiamo il dialogo come norma di comportamento con tutte le componenti della società civile e con tutti i gruppi religiosi. NO ai fondamentalismi e agli arroccamenti sulle proprie verità. NO alle guerre di religione. SÌ al confronto, magari con l’aiuto di un saluto e di un sorriso.

Proponiamo a tutte le associazioni che vogliono costruire una società fraterna e attenta agli ultimi, di incontrarsi, di condividere e di mettersi in rete per denunciare con più efficacia le ingiustizie e farsi sentire. Insieme si può di più.

 

3) Prendersi cura dell’informazione e della formazione

Il sistema dei mass media è sempre più una macchina che serve a mantenere l’opinione pubblica incatenata allo stile di vita e ai modelli di consumo occidentali. La tivù, in particolare, fa più intrattenimento che informazione. “Con questo tipo di televisione non può esserci nessuna democrazia” (K. Popper).

Proponiamo, perciò, ai singoli, alle famiglie e alle associazioni di essere critici e dedicare tempo all’analisi e alla selezione dei mass media, così da poter scegliere con cognizione le fonti informative cui attingere e da contrastare. Il digiuno televisivo, ad esempio, è una delle forme di lotta più efficaci.

Incoraggiamo le associazioni e i gruppi ad incalzare i media del loro territorio, ad essere interlocutori delle redazioni dei giornali e delle tivù.

Chiediamo ai giornalisti di non lasciarsi fuorviare dalle logiche del potere del denaro, ma di farsi invece guidare dalla ricerca della verità.

 

Proponiamo che le scuole e le università siano luoghi di educazione alla pace, e cioè alla legalità, alla giustizia, alla capacità di vivere insieme nel rispetto delle differenze.

Chiediamo, perciò, agli insegnanti e ai responsabili degli istituti scolastici di riflettere sulle loro responsabilità e di non lasciarsi appiattire nei valori, accontentandosi semplicemente di servire il sistema del momento.

 

Infine vogliamo ricordare

– alla nostra Chiesa che Gesù è la vera pace e il suo vangelo non ammette la guerra;

– a tutta la società che la strada da seguire è quella della non-violenza impegnata, presente, attiva, lucida e informata.

Allora la fraternità sarà più importante del guadagno. Allora la pace non sarà più una utopia.

 

Qui sotto riportiamo il documento di presentazione della Carovana

La pace nelle nostre mani: non solo utopia!
Giustizia e Riconciliazione: storie senza confini

Documento di presentazione del Giubileo degli Oppressi 2

La pace nelle nostre mani: non solo utopia!

Giustizia e Riconciliazione: storie senza confini

 

Presentazione

Abbiamo la consapevolezza che oppressioni ed esclusioni su scala planetaria sono il frutto avvelenato di un ordine economico-politico profondamente ingiusto e violento. Per questo siamo determinati ad impegnarci – come singoli, come società civile, come chiesa - per modificare una situazione che ci ripugna e per inaugurare un millennio senza esclusi.

Ci eravamo lasciati così, nel settembre del 2000, al termine di quella carovana del "Giubileo degli oppressi" che ci aveva portato ad incontrare migliaia di persone – e tanti giovani - da Bari a Napoli, da Pesaro a Bologna, da Milano a Brescia, da Padova a Verona. Dovunque abbiamo visto cattolici e laici esprimere partecipazione e entusiasmo, indignazione e voglia di cambiare. Dovunque c'è stato autentico ascolto dei testimoni del sud del mondo – Alex Zanotelli, Scholastica Kimanga (Kenya), dom Tomás Balduino (Brasile).

Quella carovana non si è fermata con il chiudersi dell'anno giubilare. Gli impegni formulati a Verona sono stati raccolti da tante mani, tradotti giorno dopo giorno in sobrietà, in cittadinanza attiva, in partecipazione politica nei movimenti e nelle reti, come quella di Lilliput, che sono venuti costituendosi, in stimolo per le comunità ecclesiali. Uno degli impegni più difficili e significativi era quello di promuovere la pace e di operare perché la chiesa italiana assumesse come propria la nonviolenza attiva.

 

Oggi siamo qui a rilanciare, a riprendere in mano con più forza l'impegno per la pace, in piena continuità con il giubileo. Come missionari sentiamo la necessità e l'urgenza di annunciare un Vangelo di pace e giustizia.

Essere pienamente cristiani è essere costruttori di pace. Ed essere costruttori di pace significa promuovere la giustizia, presupposto della pace. Siamo convinti che a questo riguardo i cattolici debbano esprimersi con maggior coraggio e debbano contribuire a scuotere l'opinione pubblica.

E non sono solamente gli atti terroristici dell'11 settembre contro gli Stati Uniti, la guerra che ne è seguita contro l'Afghanistan e la logica di "guerra giusta" che si cerca di imporre a spingerci a riprendere l'iniziativa: siamo testimoni di guerre, soprattutto in Africa, che hanno già fatto centinaia di migliaia di vittime ma che, essendo prive di peso geopolitico, non toccano più di tanto né i leaders né la gran parte dei cittadini del nord del mondo.

Ancora una volta, perciò, formiamo una carovana dal 5 al 15 settembre (Verona, Trento, Venezia Mestre, Milano, Genova, Firenze, Latina, Molfetta, Pesaro, Bologna) e andiamo a incontrare tante comunità in giro per l'Italia. Ancora una volta abbiamo testimoni dall'Africa e dall'America Latina. Ancora una volta vogliamo suscitare partecipazione, tensione morale, scelte chiare e nonviolente dentro e fuori la chiesa.

 

Questa volta però i testimoni dalle periferie del mondoValdenia Aparecida Paolino dal Brasile e Magouws Catherine Morakabi dal Sudafrica - ci aiuteranno a capire in che modo riconciliazione e perdono, difesa dei diritti umani e nonviolenza possono rivitalizzare – dal basso - società dilaniate dall'odio e dalle divisioni. Dal Sud del mondo, dunque, ci arriveranno proposte costruttive.

I testimoni italiani (p. Alex Zanotelli, missionario comboniano, don Luigi Ciotti, gruppo Abele e Ass. LIBERA, mons. Bregantini, vescovo di Locri, mons. Nogaro, vescovo di Caserta, mons. Cetoloni, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, fr.Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucauld) ci parleranno del nesso legalità-giustizia-pace e dell’impegno da assumere come società civile e come Chiesa.

La carovana troverà ad attenderla in ogni città gruppi, associazioni e comunità capaci di proporre a loro volta percorsi ed esperienze di pace o di educazione alla pace.

 

L'appuntamento finale a Bologna metterà a confronto le attese delle persone incontrate con un magistrato, Gian Carlo Caselli  procuratore di Torino (ingiustizia e guerra hanno a che fare con l'assenza e/o l'inadeguatezza della politica), un giornalista, Enzo Biagi (i mass media hanno un ruolo decisivo nel dis-orientare/intrattenere l'opinione pubblica) e mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (per incentivare ancor più la presenza della chiesa nella promozione di giustizia e pace). Nel pomeriggio sarà previsto un dibattito con p.Alex Zanotelli e Moni Ovadia: “La Pace nelle nostre Mani: è solo utopia?”. Concluderemo la giornata con una celebrazione eucaristica .

 

Ecco il calendario completo dell’iniziativa:

Carovana:

  5 settembre:      Verona

  6 settembre:     Trento

  7 settembre:     Mestre (VE)

  8 settembre:     Milano

  9 settembre:     Genova

10 settembre:     Firenze

11 settembre:     Terracina (LT)

12 settembre:     Molfetta (BA)

13 settembre:      Pesaro

14 settembre: “La Memoria, l’Impegno ed il Sorriso”

                           Veglia di Preghiera e Testimonianze a Bologna

 

Appuntamento conclusivo:

15 settembre: PalaMalaguti, Casalecchio di Reno (BO)

          (apertura cancelli ore 08:00 am)

 

Per informazioni: www.giovaniemissione.it ; pacenellemani@comboniani.org;
                       tel 051 260418 cell. 3400549741

 

La Pace è veramente nelle mani di noi tutti.

 

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NOI PROPONIAMO documento finale Giubileo degli Oppressi/2
Documento di presentazione
Calendario della Carovana e Programma della giornata del 15 settembre a Bologna
Messaggio Base
Profili dei Testimoni che interverranno nelle tappe e a Bologna

Se vuoi approfondire i temi della Pace, della Giustizia che hanno guidato la creazione di questa iniziativa, vai alla sezione

Approfondimenti

dove troverai molti documenti tratti dal sito

www.giovaniemissione.it

 

 

Per informazioni:
p. Mosè Mora,  p. Dario Bossi e fr Claudio Parotti
Missionari Comboniani
via S.G. di Verdara, 139
37137 PADOVA
Segreteria
tel 340-05.497.41
fax 049-8762054
pacenellemani@comboniani.org
www.giovaniemissione.it