La
campagna Banche Armate nasce, con questo manifesto, nel 1999
alla vigilia del Giubileo:
LETTERA
APERTA ALLE "BANCHE ARMATE"
Una
proposta di Missione oggi, Nigrizia, e Pax Christi ai singoli e
alle associazioni civili e religiose per un controllo attivo
sulle operazioni di finanziamento o di semplice appoggio delle
banche in operazioni di esportazioni di sistemi d'arma.
Come
evidenzia la relazione sull’esportazione italiana di armi nel
1998, che il presidente del consiglio ha presentato al
parlamento lo scorso 31 marzo, sono numerose la banche italiane
che hanno sostenuto l’export bellico per un totale di 1.236
miliardi di lire.
Ecco l’elenco: Banca Carige; Banca
Commerciale Italiana; Banca Nazionale del Lavoro; Banca
Nazionale dell'Agricoltura; Banca Popolare di Bergamo - Credito
Varesino; Banca Popolare di Brescia; Banca Popolare di Intra;
Banca Popolare di Lodi; Banca Popolare di Novara; Banca San
Paolo di Brescia; Banca Toscana; Banca di Roma; Banco Ambrosiano
Veneto; Banco Bilbao Vizcaya; Banco di Chiavari e della Riviera
Ligure; Banco di Napoli; Banco do Brasil; Barclays Bank; Cariplo;
Cassa di Risparmio di Firenze; Cassa di Risparmio di La Spezia;
Credito Agrario Bresciano; Credito Emiliano; Credito Italiano;
Crèdit Agricole Indosuez; Istituto San Paolo di Torino; Monte
dei Paschi di Siena; Ubae Arab Italian Bank; Unicredito
Italiano; Unione Banche Svizzere.
L’appuntamento del giubileo – che vuole essere un momento di
conversione autentica – può diventare l’occasione per fare
chiarezza e cambiare strada anche sui risparmi. Questo è
possibile se le diocesi, le parrocchie, le comunità religiose,
i singoli credenti e tutte le persone di buona volontà
chiederanno esplicitamente alle banche presso cui hanno i propri
depositi se sono o meno coinvolte nel commercio delle armi.
Nell’indire il giubileo il papa dice: "Devono essere
eliminate le sopraffazioni che portano al predominio degli uni
sugli altri: esse sono peccato e ingiustizia. Chi è intento ad
accumulare tesori solamente sulla terra (cfr. Pt. 6,19) non
arricchisce dinanzi a Dio (Lc 12,21)". E ancora:
"Specialmente i paesi ricchi e il settore privato assumano
la loro responsabilità per un modello di economia al servizio
di ogni persona".
Mentre sono in atto anche nella chiesa italiana importanti
iniziative tese alla riduzione del debito dei paesi poveri,
siamo convinti che questo non basta. Non è difficile ipotizzare
che i fondi che si raccolgono per opere di carità, per
condonare il debito e per altro, vengano poi depositati in
banche che investono quegli stessi soldi nel traffico di armi.
La tentazione di ‘mammona’ è forte per tutti.
Spesso le banche si rivolgono alle parrocchie offrendo
condizioni particolarmente favorevoli. Crediamo sia moralmente
doveroso chiederci come e dove investono questi istituti
bancari. Se è vero che il sistema economico, le "strutture
di peccato" si basano sul consenso dei singoli, è
importante riscoprire le responsabilità che ognuno ha
nell’appoggiare più o meno esplicitamente tale sistema. Non
possiamo accettare il criterio che avendo dei soldi li dobbiamo
far fruttare al meglio senza interrogarci sul modo.
Sarebbe un forte gesto di richiamo alle coscienze, se le varie
realtà ecclesiali si muovessero in questa direzione,
interrogandosi al loro interno (consigli pastorali, consigli per
gli affari economici) e indirizzando alle banche una lettera
pubblica. Sarebbe un gesto profetico per testimoniare che ci sta
a cuore prima di tutto il Vangelo.
Chiediamo quindi di:
-
Scrivere alla direzione generale della propria banca, chiedendo
di essere trasparenti. Cioè di confermare o smentire per
iscritto il coinvolgimento dell’istituto (attraverso
finanziamenti o il semplice appoggio) in operazioni di
esportazione di armi. E sollecitando la banca a un nuovo
orientamento più attento alla redistribuzione del credito a
favore dell’economia sociale e delle fasce più povere della
popolazione. La risposta verrà resa pubblica.
- In caso di risposta vaga o di non risposta, interrompere i
rapporti con la banca, rendendo pubblica la scelta.
Le
riviste Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace (mensile di
Pax Christi) si impegnano a seguire gli sviluppi di questa
iniziativa e il dibattito che ne deriverà.
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