Allinterno
del discorso politico emerge spesso lopinione secondo cui i
movimenti possono focalizzarsi su alcuni obbiettivi, configurarsi
come portatori di utopie, mentre i responsabili politici devono
essere pragmatici ed esercitare larte del possibile.
È molto importante adottare un atteggiamento critico verso
giudizi preconfezionati e chiedersi quale lezione è possibile
trarre dalle recenti esperienze di convergenza dei diversi
movimenti sociali.
1.
La politica è molto di più dellazione dei partiti
La
prima riflessione intende ricordare che la
politica è linsieme delle azioni intraprese per esercitare un
potere sullorganizzazione delle società.
Di fatto, i soggetti coinvolti sono numerosi. Viene immediato
pensare ai partiti politici, ma non sono gli unici soggetti.
Esistono anche molti gruppi di pressione e le lobbies, che
spesso sono in grado di influenzare realmente il campo politico.
Ma esistono anche i movimenti sociali che si configurano come
portatori di rivendicazioni o di valori che in vario modo hanno
una ripercussione sulle decisioni politiche, indipendentemente dai
legami con i partiti. Nel corso degli ultimi tre anni, lo sviluppo
di convergenze
internazionali realizzate da movimenti e organizzazioni
progressiste è stato in sé un fatto politico. Si pensi, in
particolare, al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
Anche
la società civile ha un ruolo nel campo
politico, ma è
necessaria una sua definizione più precisa: quali sono i soggetti
che si collocano tra Principe e Mercante, e tra Stato e mercato?
Anche allinterno di questa problematica ritroviamo le lotte
sociali, ed è possibile affermare che esiste una
società civile dallalto, quella che si riunisce a
Davos, e una società civile dal basso, quella che si riunisce a
Porto Alegre.
Aggiungo
a queste prime considerazioni il fatto che anche il concetto di bene
comune deve essere nuovamente reinterpretato. Spesso è stato
infatti usato prescindendo da unanalisi delle classi sociali,
come concetto che permette di considerare la società un insieme
di strati sociali di cui bisogna realizzare larmonia, in cui
ciascuno ha un ruolo ben definito. In realtà questo tipo di
lettura finisce per favorire coloro che detengono il potere e
quindi per servire gli interessi dei potenti. Il bene comune
può essere solo il risultato di dure lotte sociali, a maggior
ragione con la globalizzazione del capitale.
È
necessario realizzare le proposte dei movimenti sociali
allinterno del campo politico. Diversamente, resterebbero pii
desideri. I movimenti possono agire nel proprio contesto, ma
quando si tratta di legiferare e di realizzare istanze collettive,
la mediazione dei partiti è necessaria.
Da
qui la necessità di analizzare le cause della attuale
depoliticizzazione, per cercare di attualizzare e dinamizzare
nuovamente il ruolo dei partiti. Da qui anche il bisogno di
sottolineare la trappola dellatteggiamento antipolitico
(anti-Stato, anti-partito), sviluppato da alcune organizzazioni
non governative e da alcuni movimenti. Sbagliano nemico quando
generalizzano le concrete situazioni di eccessiva
burocratizzazione degli organi dello Stato o le
strumentalizzazione dei movimenti da parte dei partiti politici.
I
movimenti sono portatori di una logica
orientata dallutopia, assolutamente necessaria per gli
obbiettivi sociali, anche se la loro istituzionalizzazione rischia
talvolta di portarli lontano dalle istanze originarie.
I partiti politici, obbligati a conquistare il potere politico,
tendono a definire la loro azione in funzione di una logica
elettorale, una dinamica che spesso entra in conflitto con gli
obbiettivi. Il Brasile è una dimostrazione di questa realtà,
anche se tutti ci rallegriamo dellelezione alla presidenza di
Lula.
È
necessario affermare che molto spesso, alla lunga, la logica
elettorale risulta fallimentare. Non è forse stato il caso
dellItalia e della Francia? Quando il socialismo amministra il
capitalismo, non sarebbe meglio propendere per la versione
originale? Fare calcoli elettoralistici significa in molti casi
sottopostare alla logica dellavversario e infine rinnegare se
stesso. Se invece si adotta una posizione di sinistra, è
impossibile prescindere dagli obbiettivi. Lutopia per gli
sfruttati, per i poveri non può essere un obbiettivo a lungo
termine.
Siamo
allora di fronte ad un dilemma? Restare indefinitamente
inefficaci, ma puri, o accettare di perdere la propria anima? Non
ci sono soluzioni? È forse impensabile continuare a dire
chiaramente quali sono gli obbiettivi di un vero partito di
sinistra, ovvero modificare i parametri dellorganizzazione
economico-sociale, combattere il capitalismo, e non solo rimediare
ai suoi abusi e ai suoi effetti negativi, e nello stesso tempo
dire che sarà una lotta di lunga durata, poiché il rapporto di
forza (economico, politico e culturale) è sfavorevole?
I
movimenti sono diversi e ciascuno persegue obbiettivi propri,
legati ai bisogni di un preciso gruppo sociale (contadini, operai,
donne, popoli indigeni, etc.) oppure ad obbiettivi trasversali
(difesa dellambiente). Non essendo sottoposti a forti obblighi
istituzionali come quelli dei partiti nel campo politico, possono
risultare più dinamici, più vicini alla quotidianità.
Tuttavia,
come detto in precedenza, i movimenti
hanno bisogno dei partiti per raggiungere alcuni dei loro
obbiettivi fondamentali.
Il contatto e il dialogo sono dunque indispensabili, ma i
movimenti non possono accettare di essere strumentalizzati da una
logica partitica. In realtà accade spesso che i partiti trovino
nei membri dei movimenti soggetti utili in periodo elettorale,
cosa in sé non condannabile, a condizione che siano i movimenti a
scegliere i propri dirigenti e non siano assorbiti dai partiti.
Esisteranno sempre delle tensioni e il Brasile ci ha dato
lesempio che è possibile combinare un partito politico
popolare forte con movimenti sindacali e contadini che hanno
saputo mantenere la propria autonomia.
5.
Quale futuro dei rapporti tra movimenti sociali e partiti di
sinistra?
Come la
forza attuale dei movimenti e delle organizzazioni progressiste
sta nella convergenza, si potrebbe pensare che la sinistra del
futuro si esprimerà in una convergenza di partiti politici e non
in un partito unico, portatore di tutte le speranze della base e
detentore del monopolio della verità. Si tratta di un percorso
sicuramente difficile. La diversità dellopposizione al
capitalismo, alla militarizzazione delluniverso,
allimperialismo sempre più esacerbato, necessita di una
pluralità di espressioni politiche. Tocca ai
partiti studiare le modalità per le loro convergenze e agli
elettori esprimere determinazione. Una cosa è chiara, la sinistra
non sarà credibile se non afferma chiaramente i suoi obbiettivi.
Se cè stato un socialismo che faceva paura (lo stalinismo),
esiste oggi un socialismo che fa ridere (le diverse terze
vie). Il ruolo dei movimenti consiste nel continuare a
ricordarlo.
di
François Houtart
Grandi testimoni
della politica. Ricordiamo i grandi italiani Giorgio
la Pira un Politico capace di esercitare una
netta opzione per i poveri e Giuseppe
Dossetti politico
anch'egli, padre fondatore della Costituzione italiana,
riformatore e monaco. |
Capire i problemi
con cui la politica deve cimentarsi non è per nulla
facile, fatti aiutare dalla nostra Bibliografia!!!!
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