Cosa è la Rete di  Lilliput ? 
 

Abbiamo voluto dedicare in questo sito una pagina per parlarvi della Rete Lilliput:

Qui di seguito segue il manifesto della Rete e il testo "gettare la rete"

 In ogni caso visita i siti: www.retelilliput.it  e  http://retelilliput.cjb.net/ 

Manifesto della Rete di Lilliput per un'economia di giustizia

In un momento in cui sembrano valere solo le leggi del mercato e del profitto mentre le istituzioni democratiche stanno perdendo credibilità e potere 

NOI

associazioni, gruppi e cittadini impegnati nel volontariato, nel mondo della cultura, nella cooperazione Nord/Sud, nel commercio e nella finanza etica, nel sindacato, nei centri sociali,nella difesa dell'ambiente, nel mondo religioso, nel campo della solidarietà, della pace e della nonviolenza

DIAMO AVVIO ALLA RETE DI LILLIPUT PER UNIRE IN UN'UNICA VOCE ALLE NOSTRE MOLTEPLICI FORME DI RESISTENZA CONTRO SCELTE ECONOMICHE CHE CONCENTRANO IL POTERE NELLE MANI DI POCHI E CHE ANTEPONGONO LA LOGICA DEL PROFITTO E DEL CONSUMISMO ALLA SALVAGUARDIA DELLA VITA, DELLA DIGNITÀ UMANA, DELLA SALUTE E DELL'AMBIENTE.

Come i piccoli lillipuziani riuscirono a bloccare il gigante Gulliver, legando ciascuno un singolo capello del predone, così noi cerchiamo di fermare il tiranno economico conducendo ciascuno la nostra piccola lotta in collegamento con gli altri.

Per questo abbiamo costituito la Rete di Lilliput: per ampliare l'efficacia delle nostre singole opposizioni condividendo esperienze, informazioni, collaborazioni e concordando mobilitazioni comuni.

La recente sconfitta dell'Accordo Multilaterale sugli Investimenti, lo stop che l'Organizzazione Mondiale del Commercio ha subito a Seattle, la creazione di sempre più stretti contatti, collaborazioni ed iniziative tra i movimenti che a livello mondiale si oppongono agli effetti devastanti della globalizzazione e dell'economia dimostrano che è possibile bloccare la macchina globale con i granelli di sabbia. Il nostro obiettivo a lungo termine è la costruzione di un mondo dove ogni abitante della terra possa soddisfare i propri bisogni materiali, sociali e spirituali nel rispetto dell'integrità dell'ambiente e del diritto delle generazioni future ad ereditare una terra feconda, bella e vivibile.

Nell'immediato ci opponiamo alle scelte economiche che attentano alla democrazia, che portano a morte il pianeta e che condannano miliardi di persone alla miseria.

Le nostre strategie d'intervento sono di carattere non violento e comprendono l'informazione e la denuncia per accrescere la consapevolezza e indebolire i centri di potere, il consumo critico e il boicottaggio per condizionare le imprese , la sperimentazione di iniziative di economia alternativa e di stili di vita più sobri per dimostrare che un'economia di giustizia è possibile.

Ci impegniamo a realizzare tutto questo in un rapporto di dialogo e di collaborazione con tutti gli altri gruppi, reti e movimenti che in Italia e all'estero si battono per gli stessi obiettivi.

Siamo certi che mettendo in comune idee, conoscenze, risorse, e iniziative, potremo ostacolare il cammino della globalizzazione al servizio delle multinazionali per contrapporre una globalizzazione al servizio degli essere umani.

Questa è la nostra strategia lillipuziana, questo è il potere di cui ciascuno di noi dispone.

Esercitiamolo insieme per ottenere dei risultati concreti.

 Ti consigliamo: vai anche  nella pagina Le Provocazioni di p. Alex e di leggi i testi: "Io sono ottimista" e "Il gigante ha i piedi di argilla"

Gettare la rete

Un patto tra campagne, associazioni e arcipelago dei gruppi locali per una strategia lillipuziana

Venti anni di globalizzazione e neoliberismo hanno sconvolto la faccia del pianeta. 

La ricchezza non cessa di crescere, ma ancor più drammaticamente sono aumentati i processi di esclusione, impoverimento, distruzione dei beni naturali. Uno straordinario trasferimento di risorse e poteri si è realizzato a beneficio di attori privati, in larga misura transnazionali, socialmente non responsabili e non trasparenti. Le forme della democrazia e della politica che tradizionalmente abbiamo conosciuto, legate a doppio filo agli stati nazionali, risultano così come sono largamente inadeguate a governare questi processi. 

Tuttavia, alla metamorfosi dei poteri, alle nuove esigenze della cittadinanza, più prontamente della politica classica nuove forme di partecipazione hanno reagito, assorbendo le passioni e le inquietudini del cambiamento: migliaia di associazioni in tutto il mondo si battono per riaffermare diritti antichi e nuovi, con l'intelligenza di chi guarda al proprio territorio in una prospettiva globale.

Qualcuno ha definito questo pezzo di società in movimento "l'arcipelago lillipuziano".

Nella favola I viaggi di Gulliver, i minuscoli lillipuziani, alti appena qualche centimetro, catturavano Gulliver il predone, di tante volte più grande di loro, legandolo nel sonno con centinaia di fili. Gulliver avrebbe potuto schiacciare qualsiasi lillipuziano sotto il tacco dello stivale, ma la fitta rete di fili tessuta intorno a lui lo immobilizzava e lo rendeva impotente.

Di fronte alle schiaccianti forze e istituzioni globali, cittadini e associazioni possono in modo analogo utilizzare le fonti di potere relativamente piccole di cui dispongono e combinarle con quelle in possesso di altri partecipanti ad altri movimenti in altri luoghi.

Forza e debolezza delle associazioni

Questo arcipelago vive in Italia un paradosso profondo: esso è ricco di partecipazione e di creatività, di analisi e di strategie, ma è povero di visibilità, di capacità di mettersi in relazione, di incidere, rinchiudendosi continuamente in un orizzonte quasi solo testimoniale, che ancora non modifica i meccanismi profondi, non fa opinione e non diventa politica. Nel nostro paese c'è un tesoro nascosto, eppure è come se fossimo privi della mappa per accedervi.

Quello che ci accomuna

Quello che ci accomuna è la volontà di lottare contro i gravi problemi che affliggono il mondo da un punto di vista sociale e ambientale.

Ciascuno di noi interviene nel modo che gli è più congeniale con iniziative di solidarietà, di resistenza e di informazione con l'intento di soccorrere le vittime e di fermare la mano degli oppressori. Ma il nostro obiettivo ultimo è l'equità e proprio per questo sappiamo di dovere fare di più.

Sappiamo che dobbiamo riscrivere le regole dell'economia, perché la ricerca dell'equità fa cadere i presupposti di fondo su cui funziona quest'economia.

Questa sfida potrà essere vinta solo se saremo capaci di introdurre profondi cambiamenti nel modo di gestire le risorse, di concepire il lavoro, di organizzare la produzione, di contribuire ai servizi pubblici, di garantire la sicurezza sociale. In una parola potrà essere vinta solo se sapremo costruire un'altra economia. Possiamo realisticamente pensare di farcela continuando a lavorare in ordine sparso, come attualmente facciamo, e limitando i nostri obiettivi al solo piano della sensibilizzazione ?

Insieme, ma come ?

La riflessione sulle modalità di un'azione comune ha costituito uno dei punti su cui ci andiamo interrogando insieme da anni: come aumentare l'efficacia senza irrigidire ? come incanalare le energie senza creare gerarchie? come coalizzarsi in determinati frangenti decisivi senza perdere la ricchezza delle mille differenze ? come accentuare la visibilità senza riprodurre in piccolo i meccanismi della politica-spettacolo e vuota di partecipazione che subiamo ogni giorno ?

Non si tratta qui di pensare a delle strutture nazionali che soffochino la molteplicità e la diversità in un'unica sigla. Si tratta piuttosto di avviare un processo di comunicazione dal basso, una messa in rete, un percorso federativo per la creazione di un contesto comune. Un contesto in cui ogni singola associazione venga non solo salvaguardata, ma addirittura possa trarre le risorse di cui necessita, in un orizzonte di reciprocità. Un contesto, un contenitore che renda più coerenti ed efficaci le microazioni di centinaia di gruppi e persone che si muovono in ogni parte d'Italia sulle sollecitazioni che dalle tante campagne e organismi nazionali partono. 

Il progetto che vogliamo realizzare

Vogliamo fare in modo che la disponibilità all'impegno di tanti gruppi grandi e piccoli presenti in ogni angolo del paese riesca a diventare una grande voce, capace di farsi sentire e di incidere rispetto alle impostazioni economiche che stanno alla base dei gravi problemi sociali e ambientali che affliggono il pianeta: il debito, il MAI, la speculazione finanziaria internazionale, lo sfruttamento del lavoro, il commercio selvaggio, le politiche di FMI e Banca Mondiale.

Vogliamo fare anche in modo che l'aspirazione ad un'economia nuova, fondata sulla sobrietà, sull'equità, sulla sostenibilità, cominci a farsi proposta concreta.

Per riuscire in questo progetto dovremo lavorare contemporaneamente sul piano politico e su quello organizzativo. Sul piano politico dovremo progettare le nostre campagne in modo da attuare un piano intelligente di resistenza e di proposte. Sul piano organizzativo dovremo fare crescere i coordinamenti a livello locale; dovremo mettere in rete, in maniera stabile, i vari coordinamenti locali; dovremo creare dei canali di comunicazione per far circolare le idee, le informazioni e per diffondere le campagne; dovremo inventare delle modalità di partecipazione agili ed effettive.

Se riusciremo a fare questo nelle tante città in cui le mille realtà lillipuziane si mobilitano continuamente, a mettere in comunicazione le tante reti territoriali costruendo una rete di reti, il salto di qualità che auspichiamo sarà meno lontano.

Cosa vi chiediamo: uscire dalla propria particolarità... per tornarci con più forza

E' per questo che come responsabili di campagne e organismi nazionali impegnati da anni su questi temi abbiamo pensato di collegarci nel Tavolo delle Campagne e di chiedere a te e a ciascuno di voi, che abbiamo individuato come primi referenti territoriali possibili di un simile percorso, di segnalarci la vostra eventuale disponibilità a collaborare con noi nei prossimi mesi.

Noi sappiamo che tutti voi già siete mobilitati su una o più Campagne o iniziative promosse dai partecipanti al Tavolo. Quello che vi chiediamo non è di aggiungere un'altra Campagna alla vostra già fitta agenda, né di mettere da parte quanto state già facendo, ma di potenziarlo, sperimentando una diversa modalità di intervento. Individuare dei fuochi comuni, dei temi determinanti particolarmente urgenti, su cui far convergere una mobilitazione comune in tutta Italia. Su questi vogliamo creare una forza unitaria che possa anzitutto aumentare la capacità di mobilitazione locale. 

Non vi stiamo chiedendo di collaborare di più con noi. Vi chiediamo di collaborare tutti insieme, uscendo ciascuno dalla particolarità (territoriale, di obiettivi) della propria azione.