Rosario

L'incontro con un fratello comboniano napoletano, missionario medico in Sudan

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Le domeniche pomeriggio del GIM si caratterizzano per una trepidante attesa e una febbricitante curiosità… ci si chiede “ma chi sarà?”, “ma chi verrà?”…vorremo tutti sapere, insomma, qualche anteprima sull’ “ospite d’onore”, su colui che ha preso la bisaccia e il bastone per andare ad annunziare la buona novella, su colui che è andato in qualche “terra desolata” tra popoli enigmatici e sconosciuti ai più, su colui che ci racconterà le “1000 avventure” vissute in prima linea…e ogni volta l’ospite arriva circondato dai nostri sguardi ammirati e ci lascia sempre un pezzetto di vita da custodire e un insegnamento (se così si vuol dire) che è sempre lo stesso e che resta inciso nella nostre menti.
L’ospite di gennaio 2004 del GIM di Padova è stato Rosario, fratello comboniano napoletano, missionario medico in Sudan, terra che accolse Daniele Comboni.

Una terra unica che ospita due razze, due religioni, due culture, due sistemi economici, terra martoriata e insanguinata da guerre e lotte dichiarate o nascosta, terra teatro e carcere di stupidi ed inutili interessi internazionali.

Rosario ha iniziato a parlarci di questa “landa” ricca e schiava a Sud, povera e potente a Nord; ci ha parlato della lotta tra i ribelli del Sud e i “magnati” del Nord, dei trattati di pace frettolosi e mai rispettati, degli interessi proiettati in questo paese da parte di di

verse nazioni, della colonizzazione interessata a tal punto da disinteressarsi delle esigenze delle popolazioni sudanesi…

Ci ha donato il lusso di sapere la storia di una fettina di mondo spesso sconosciuta e volontariamente o inconsciamente dimenticata.

Rosario ci ha poi parlato della sua esperienza, della sua lotta… ci ha raccontato delle difficoltà di dover scegliere se stare dalla parte degli Arabi, poveri ma potenti, o dalla parte dei ribelli (cristiani-animisti) ricchi ma schiavi …la sua scelta è stata la seconda…è rimasto nel Sud e ha organizzato nel miglior modo possibile l’assistenza sanitaria, visto che in Sudan non è statale. Ci ha così mostrato due servizi televisivi (“Le vie di Damasco” RAI 1; “Excalibur” Rai 2) sul piccolo villaggio di Mapaurdit dove c’è il suo ospedale;ci ha raccontato dei suoi colleghi; alcuni provenienti dalle nazioni vicine (etiopici e keniani, altri istruiti lì sul posto nel miglior modo possibile, altri inviati dall’Università Cattolica della Slovacchia per 3 mesi, ci ha parlato della gestione economica :dei rifornimenti difficili a causa dei trasporti, dei fondi avuti per la maggior parte dalla diocesi, delle spese difficili da coprire (come i salari) e di quelle più facili da gestire grazie all’aiuto dei donatori.

Ci ha donato un pezzo del suo Sudan, del paese che lui vive da ormai quasi 10 anni.

Rosario ci ha poi parlato dei suoi malati,aiutato anche dalle immagini dei due servizi televisivi; i suoi lebbrosi con gli arti divorati da una malattia atroce; le sue mamme sorprese e infastidite dalle telecamere, i suoi bambini occhi grandi e sbarrati che fissavano già come adulti; ci ha raccontato di come lì si muore anche per le malattie più stupide, di come di fronte ad un malato che ha bisogno di lunghe cure deve dire di no perché il suo ospedale è solo adibito a casi d’urgenza, di come deve istruire i dottori provenienti dalla Slovacchia affinché sappiano dire di no davanti a malati di questo tipo, ci ha raccontato del suo “dover essere cattivo” in un mondo già cattivo,o meglio del suo ”dover essere forte, concreto, pratico” in mondo duro e difficile. Ci ha donato un pezzo d sé, di Rosario - medico- in Sudan. Insomma dopo 2 ore ci siamo ritrovati con un pezzo di storia di Sudan , con un pezzo di esperienza vissuta in questo paese e con un pezzo di uomo…così c’è un pezzetto nuovo di vita da custodire e un insegnamento che è ormai, dopo 4 mesi, inciso indissolubilmente nelle nostre menti “Io Posso”…

E noi siamo già pronti per febbraio.. “chi ci sarà?”, “chi verrà?”.


La guerra civile in Sudan

La guerra civile in Sudan è in corso ormai da 20 anni, e vede opporsi il governo settentrionale di Karthoum ed i ribelli del Sudan People's Liberation Army (SPLA), che rivendicano l'indipendenza delle regioni meridionali del Paese.

Una delle principali motivazioni di questa guerra (oltre a questioni economiche e territoriali) è sicuramente la profonda differenza etnica, sociale e religiosa esistente tra il Nord nazionalista, arabo e islamico ed il Sud nero e cristiano-animista, organizzato in strutture di stampo prevalentemente tribale.

Tale contrapposizione, portata alle estreme conseguenze da rivalità etniche, aveva già condotto le parti a combattersi in un primo conflitto che insanguinò il sud Sudan dal 1955 al 1972, poco prima che i Paese raggiungesse l'indipendenza dall'Inghilterra; le ostilità ebbero inizio quando una guarnigione governativa dell'Equatoria Corps si ammutinò e diede origine ad una lotta armata contro Khartoum; in seguito, i guerriglieri si riorganizzarono e diedero vita al gruppo Anya Nya, a sua volta accorpato ad altre fazioni minori per formare l'SSLM (Southern Sudan Liberation Movement), diretto da Joseph Lagu. Nel 1972 quest'ultimo firmò la pace con l'allora dittatore sudanese Nimeiri, ad Addis Abeba.

Agli accordi seguì dunque un periodo di transizione sostanzialmente pacifico, in cui gli Stati dell'Equatoria, Bahr-el-Ghazal e Upper Nile raggiunsero un relativo grado di autonomia.
Tuttavia, la situazione precipitò nuovamente nove anni dopo: la scintilla che scatenò il secondo conflitto ebbe luogo nel maggio del 1983, quando Nimeiri decise di estendere la Sharia (la legge islamica) anche alle popolazioni cristiane del sud.
Anche stavolta diverse divisioni governative di stanza nella regione si ammutinarono; una di esse, comandata da John Garang (che aveva ricevuto un addestramento militare negli USA) divenne il nucleo di base della guerriglia dell'SPLA. Successivamente i ribelli iniziarono a ricevere finanziamenti da amministrazioni o gruppi armati di Paesi vicini e lontani, fra cui Uganda, Eritrea, Chad, Stati Uniti e Israele.

Solo nel 2002 sono stati compiuti importanti passi avanti sul piano diplomatico, dopo due decenni di indifferenza da parte della comunità internazionale. Sono stati infatti aperti i colloqui di pace in Kenya che, fra alterni e discontinui risultati, hanno portato ad un temporaneo cessate-il-fuoco. Le trattative sono supportate dall'IGAD (Inter-Governmental Authority for Developement), che abbraccia diversi Paesi confinanti, oltre anche agli USA.

Nel frattempo sono aumentate le violenze nella provincia del Darfur, regione desertica situata nel nord-ovest del Paese, ed abitata per lo più da tribù islamico-animiste nomadi. Negli ultimi anni quest'area è stata al centro di una campagna di repressione da parte del regime, che ha cercato di stabilirne il controllo utilizzando il pugno di ferro, tramite rastrellamenti, arresti e condanne a morte di oppositori, oltre ad abusi sulla popolazione civile da parte dell'esercito stesso o di squadre paramilitari.
A partire dalla fine di febbraio 2003 alcune delle etnie locali più rappresentate (fra cui i Fur e i Masalit), a quanto pare sostenute dall'SPLA e da altri Paesi stranieri, hanno cominciato una campagna di lotta armata contro il governo, che a sua volta ha reagito rifiutando qualsiasi soluzione negoziale e replicando agli attacchi.

Proseguono intanto le trattative tra il governo di Khartoum e i ribelli del SPLM/A per porre fine al ventennale conflitto.
I principali nodi da sciogliere riguardano la sorte di tre regioni contese (Abyei, Nuba Mountains e Southern Blue Nile) e soprattutto i proventi ricavati dai ricchi pozzi petroliferi del sud. Khartoum vorrebbe acquisirne circa il 90%, mentre il SPLM/A ne vuole l'80%. Una proposta dei mediatori internazionali per una divisione al 50% è stata già rifiutata da entrambe le parti.

La speranza è che queste nuove violenze non spingano i ribelli e (soprattutto) il governo ad abbandonare i negoziati di pace in corso in Kenya, attualmente sospesi a causa di divergenze sul controllo di tre regioni del Sudan centrale (montagne Nuba, la contea di Abyei e lo Stato del Southern Blue Nile), rivendicate da entrambe le parti.
Ad ogni modo, una volta raggiunto il tanto atteso accordo sullo sfruttamento del petrolio meridionale, la strada verso la pace dovrebbe essere aperta, ma non si esclude la possibilità di "colpi di mano" innescati dalle correnti più integraliste di governo e guerriglieri.

Articolo tratto da www.warnews.it



 

I LINK PER APPROFONDIRE

IN INGLESE

http://www.sudan.net - la vita quotidiana del Sudan e notizie aggiornate

http://www.sudantribune.com - il quotidiano del paese

http://allafrica.com - news aggiornate da tutta l’africa

IN ITALIANO

http://www.campagnasudan.it - campagna italiana per la pace in Sudan

http://www.warnews.it - notizie aggiornate sui conflitti

 

SUDAN: La scheda del paese

Nome: Repubblica del Sudan

Localizzazione: Nord - est dell’Africa. È il più grande paese dell’Africa ed è dominato dal Nilo e dai suoi affluenti.

Coordinate geografiche:
15 00 N, 30 00 E

Superficie: 2.503.883 Km² (terra 2.376000 km², acqua: 129,810 km²)

Capitale: Khartoum
Paesi confinanti: Egitto a Nord, Ciad e Repubblica Centrafricana ad Ovest, Repubblica Democratica del Congo ed Uganda a Sud, Kenya a Sud-est, Etiopia ed Eritrea ad Est.

Governo: Dittatura militare
Popolazione stimata in 2000 : 29,810,600

Moneta: Dinaro sudanese

Lingua: Arabo (ufficiale), Dinka, Nuet, Beja e altre

Religione: Musulmana 70%, Animista 18%, Cristiana 5%

Ambiente:

Clima: tropicale nel sud e deserto arido nel nord. La stagione della siccità dura da 3 mesi nel sud a 9 mesi a Khartoum, con i mesi più caldi in giugno e agosto. La media annuale di precipitazioni varia tra i 160 mm e i 1000 mm a Khartoum dove la maggioranza della precipitazione occorre tra aprile e ottobre. La temperatura può variare tra i 15°c e i 32°c in gennaio e i 26°c e i 41°c in giugno.

Terreno: nella maggioranza è piatto senza caratteri distinti, le montagne sono situate ad est e ad ovest.

Estremi d’altitudine:
Punto più basso: Mare Rosso 0 m
Punto più alto: Kinyeti 3.187 m

Risorse naturale: petrolio, piccole riserve di ferro, cromo, minerali, zinco, tungsteno, argento, oro

Problemmi attuali: inadeguato rifornimento d’acqua, la fauna è in rischio d’estinzione dovuta all’eccessiva caccia, erosione del suolo e desertificazione.

Accordi internazionali: Dovuto a: Biodiversità, cambiamento climatico, Desertificazione, Specie in via d’estinzione, Legge del mare, Interdizione di test nucleari, Protezione dello strato d’ozono.

 

Economia:

In questo momento il Sudan è vittima di una guerra civile, d’instabilità politica, fattori climatici non favorevoli, alta inflazione, bassi stipendi e politiche di produzione controproducenti. Nel settore privato le principale aree d’attività sono l’agricoltura e il commercio. L’agricoltura impiega l’80% della popolazione, ma la performance di questo settore non dipende solo dell’essere umano ma anche delle condizione climatiche. Il declino della precipitazione fa che la produttività delle colture sia bassa e come conseguenza anche gli stipendi sono rimasti bassi. Nel 1998 la principale priorità era di sviluppare l’esplorazione di petrolio e la sua esportazione ha iniziato nel 1999.


Principali prodotti primari: fagioli, cromo, cotone, petrolio e gas naturale, arachidi, datteri, semini di sesamo, miglio, grano, pecore.
Principali industrie: agricoltura, cemento, alimentari, raffinerie di petrolio, zucchero, scarpe, tessile, cotone.
Principali prodotti d’esportazione: cereali, cotone, petrolio e derivati, semi di sesamo.

Principali prodotti d’importazione: generi alimentari, manufatti, macchinari e attrezzature, medicine e prodotti chimici.

Paesi d’esportazione: Arabia Saudita 20%, Inghilterra 14%, Cina 11%, Italia 8%, Russia, Iran.

Paesi d’importazione: Arabia Saudita 10%, Corea del Sud 7%, Germania 6%, Egitto 6%.

Debito esterno: 20.3 miliardi US$

Aiuti economici: 254.4 milioni US$

 

Governo:

Tipo di governo: di transizione, precedentemente al potere la giunta militare. L’elezione presidenziale e dell’Assemblea Nazionale è avvenuta nel Marzo del 1996. La nuova Costituzione proposta dal Comitato Presidenziale, è entrata in vigore il 30 di giugno del 1998 dopo essere stata approvata da un referendum di tutto il paese.

Capitale: Khartoum

Divisione amministrative: 26 stati: A'ali an Nil, Al Bahr al Ahmar, Al Buhayrat, Al Jazirah, Al Khartum, Al Qadarif, Al Wahdah, An Nil al Abyad, An Nil al Azraq, Ash Shamaliyah, Bahr al Jabal, Gharb al Istiwa'iyah, Gharb Bahr al Ghazal, Gharb Darfur, Gharb Kurdufan, Janub Darfur, Janub Kurdufan, Junqali, Kassala, Nahr an Nil, Shamal Bahr al Ghazal, Shamal Darfur, Shamal Kurdufan, Sharq al Istiwa'iyah, Sinnar, Warab

Indipendenza: 1 Gennaio del 1956 (dall' Egitto e Inghilterra)

Costituzione: 12 Aprile del 1973, sospesa dopo il colpo di stato nel 6 Aprile del 1985; costituzione provvisoria nel 10 Ottobre del 1985 sospesa per un nuovo colpo di stato nel 30 giugno del 1989; nuova costituzione entrata in vigore nel 30 giugno del 1998.

Sistema legale: basato sulla Common Law inglese e sulla legge islamica.

Suffragio: universale, ma non obbligatorio.

Ramo Legislativo: Assemblea nazionale (400 seggi; 275 eletti per voto popolare, 125 eletti dal congresso nazionale)

Ramo Giudiziale: Corte Suprema; Tribunale speciale per Rivoluzionari

Principali partiti politici e capi: i partiti politici sono stati vietati dopo il colpo di stato nel 1998, ma sono ora permesse associazione politiche, secondo la nuova legge del 1 gennaio del 1999 - National Congress [Umar Hassan Ahmad Al-BASHIR]

Gruppi di pressione politica e capi: National Islamic Front or NIF [Hasan al-TURABI]

Partecipazione di organizzazioni internazionali: ABEDA, ACP, AfDB, AFESD, AL, AMF, CAEU, CCC, ECA, FAO, G-77, IAEA, IBRD, ICAO, ICRM, IDA, IDB, IFAD, IFC, IFRCS, IGAD, ILO, IMF, IMO, Intelsat, Interpol, IOC, IOM (observer), ITU, NAM, OAU, OIC, PCA, UN, UNCTAD, UNESCO, UNHCR, UNIDO, UNU, UPU, WFTU, WHO, WIPO, WMO, WToO

 

Indici ed Indicatori Generali del Sudan

Popolazione:

Popolazione totale (2000): 29.810.600

Crescita annuale della popolazione (2000): 2.1%

Popolazione <15 anni (2000): 40,1%  

Popolazione > 65 anni (2000): 3,4%  

Speranza di vita alla nascita (2000): 56 anni

Tasso di Natalità (1999): 39.34 ‰

Tasso di mortalità (1999): 10.6‰

Tasso di mortalità infantile (2000) 66 ‰

Popolazione urbana (2000): 36.1%  

Gruppi etnici: Neri 52%, Arabi 39%, Beja 6%, Stranieri 2%, altro 1%

Salute:

Popolazione che usufruisce d’assistenza sanitaria adeguata (2000):  62 %

Bambini con problemi di malnutrizione sotto i cinque anni (2000):  17 %

Bambini da un anno completamente immunizzati contro la tubercolosi (1999):  65 % 

Adulti portatori del virus dell’HIV/AIDS (15-49 anni) (2001)  : 2,6 %

Donne portatrice del virus dell’HIV/AIDS (15-49 anni) (2001):  2,5 %

Bambini portatori del virus dell’HIV/AIDS (0-14 anni) (2001)  : 1,9 % 

Malaria (per 100,000 persone), (2000): 13.932

Tubercolosi (per 100,000 persone), (1999): 80%

Popolazione che usa sistemi improvvisati per la cattura d’acqua potabile (2000): 75% 

Istruzione

Tasso d’alfabetizzazzione (>15 anni) (2000): 57.8

Tasso d’alfabetizzazizone (15 a 24 anni) (2000): 77.2 % 

Economia

Prodotto interno lordo pro capite (2000): 1.797  US$

Prodotto interno lordo (2000): 11.5 miliardi US$

Esportazione di merci e servizi (% del PIL) (2000): 17% 

Importazione di merci e servizi (% del PIL), (2000): 16% 

Spese militare (% del PIL) (2000):  3%

Tassi d’occupazione: agricoltura 80%, industria e commercio 10%, governo 6%

Tasso d’occupazione femminile (>15 anni) (2000): 34.8%

Indicatori di benessere

Indice di sviluppo umano (1=100%) (2000): 0.499  

Indice di povertà umana % (2000): 32,7  

Comunicazioni:

Radio (1999): 6.75 milioni

Stazione di transizione televisiva (1999): 3

Televisioni (1999): 350.000

Trasporti:

Ferrovie (1998): 5.516 km

Strade (1998): 11.900 km (pavimentato 4.320 km)
Corso d’acqua navigabile
(1998): 5.310 km

Oleodotto(1998): 815 km

Aeroporti (1998): 63 (con strada pavimentata 12)

Eliporto (1998): 1


Rapporto di sviluppo umano delle Nazione Unite

 

 

Ulteriori approfondimenti nel sito giovaniemissione.it

l’appello Break the Silence per un’informazione corretta

l’articolo di The Guardian

Lettere dal Sudan:

www.god/2000.sudan di p. John

Un Dio dai piedi gonfi! di p. John

Lettera dal Sudan di fratel Raniero