Commento Catechesi

convivenza 1° GIM
Thiene, dicembre 2001

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a cura di Linda

Dio tra noi presente in ogni cultura

 

…mentre gli uomini “eletti” gioivano e festeggiavano la loro liberazione, Dio piangeva per il resto dei suoi figli morti tra le acque…

Credo che questa sia la chiave del tema di quest’ultimo GIM. Dio non ha preferenze, Dio ama tutti i suoi figli al di là di cultura, religione, politica. Queste ultime sono divisioni che l’uomo usa per semplificare il mondo che lo circonda e potersi difendere così da esso. Sono divisioni con cui scavalcare l’altro per poter credere e far credere che la verità sta dalla nostra parte.

E’ questa voglia di supremazia che rende le divisioni comode, a giustificazione di una guerra necessaria per poter arrivare a quella tanto nominata uguaglianza, all’unità che ci fa fratelli…

Ma è proprio così che funziona? Dio vuole questa unità?

Credo che la Torre di Babele in questo senso possa dare una risposta. La sua costruzione avviene in nome del grande ideale, l’Unità, ma anche della tensione al cielo, a Dio.

Oltre a dover considerare lo sfruttamento di chi lavorava per grandi ideali d’altri, ma che a stento poteva sfamare il suo corpo, io quasi leggo una “sfida” di Dio con se stesso: Dio vuole amare tutta la gamma possibile di esseri umani. Egli vuole un mondo che si completa (e questa è la vera unità), vuole una “coriandolizzazione culturale” (l’aveva chiamata così l’amico Marco?). Il mondo deve essere un insieme di colori. Noi dobbiamo conoscere qual è il colore che ci caratterizza: blu, rosso, giallo… E’ da questi colori che partono tutte le tonalità possibili, un’infinità di colori e un’infinità di uomini. Quanto bello è il verde?! Beh, non esisterebbe senza l’incontro di blu e giallo.

Potremo così notare le creazioni che scaturiscono dall’incontro, avremo una più forte consapevolezza della nostra funzione nell’umanità.

Sono preziosi i colori che nascono ed è prezioso conoscere il proprio colore come persona. Occorre risalire poi al perché del nostro particolare colore, alla luce delle proprie radici vicine e lontanissime, fino ad arrivare al colore primario nostro padre e riconoscere in una unica luce ciò che in realtà ci caratterizza tutti.

 

Linda