Questa
nuova pagina di giovaniemissione è forse la
più artigianale,
dunque
quella in cui crediamo e possiamo di più!
La
proposta è chiara, e ci viene da una
provocazione di Leo, giovane romagnolo del
G.I.M., per gli amici "il profe": stiamo
peccando di poco racconto!
Ecco
uno stralcio della sua riflessione, nata dal Social
Forum di Firenze:
Raccontare
Firenze, raccontare il forum sociale europeo coi
nostri occhi e le nostre parole, è più che un
dovere: è una necessità. Dopo la mattanza di
Genova è nata spontanea la voglia, la necessità
di raccontare, narrare, tramandare quelle
giornate di luglio. Perché? Perché si doveva
fare. Perché era l´unico modo per reagire alla
violenza, perché le vite spezzate e violentate
non lo fossero state in vano.
Ora
abbiamo bisogno di narrare Firenze e tutto
quello che è stato. Ognuno deve farlo, però,
da un osservatorio particolare, da se stesso.
Dopo Firenze si è parlato poco di quello che è
stato il forum, del suo popolo, dei suoi
contenuti. Anche noi stessi da dentro il
movimento (dove incomincia il movimento? e dove
finisce?) stiamo peccando di poco racconto. Lo
so che non ci danno il tempo di respirare -gli
arresti di Cosenza, quelli di Genova, le
indagini di Trento, l´archiviazione dell´omicidio
di Carlo, il tentato golpe in Venezuela, la
guerra imminente, e tante altre cose- ma
dobbiamo riuscire a farlo. Dobbiamo riuscire a
farlo perché le storie ed i contenuti di
Firenze sono storie e contenuti che
"passano", che risvegliano le
coscienze, poiché sono costruiti con la pratica
del buon senso e della dignità. Non credo, poi,
che serva essere chissà chi per poter alzare la
mano e chiedere la parola. Essere noi stessi sarà
più che sufficiente. Tutti quelli di noi che
erano là in quei giorni , ed anche quelli che
non c´erano, hanno almeno cento piccole storie
da raccontare, beh chi non c´era forse solo
novantotto. Raccontiamole. Raccontiamocele. |
|
|
|
|
Cominciamo
questa sezione con il racconto originario del
nostro sito, "quasi
una genesi":
ecco
come in poche righe p. Mosè ci narra la nascita
e gli obiettivi di giovaniemissione.
E' questa la prima
forma di immaginare e costruire un mondo nuovo
possibile!
www.giovaniemissione.it
: la sfida di un clik solidale
Eravamo
a Roma per un servizio alle mense popolari nel
luglio del 2000. Lì si concretizzò l’idea
della nascita del sito giovaniemissione. Con
p.Daniele e Davide Passaro, ci sedemmo e
cominciammo a sognare… sapete di quei sogni
che sanno di popolare, di coinvolgente, di
semplice ma efficace? Questo voleva e vuole
essere il sito. Dare voce ai
sud del mondo attraverso i giovani che
cercano valori per crescere con un cuore che
sappia pensare globalmente e agire localmente.
Obiettivo?
Far si che il clik diventasse l’occasione per
smuovere la vita, sollecitare decisioni, aprire
orizzonti e non aver paura di scegliere: il
nostro e i nostri popoli meritano il meglio di
noi stessi. Così, con molta semplicità, senza
sapere della mole di lavoro che ne sarebbe
derivata, iniziammo…
Il
miracolo è da attribuirsi a Davide (il nostro
webmaster romano) che con passione, idee e molto
lavoro a dato l’occasione a molti giovani di
poter usufruire delle ricchezze che avevamo:
alla fine si trattò di far circolare in forma
solidale tutto ciò che avevamo tra le mani.
L’occasione
del lancio avvenne con il Giubileo degli
oppressi del 2000, celebrato a Verona ed ora,
oltre a ritrovarvi le relazioni delle giornate,
vi è un sotto sito formato dalle provocazioni e
proposte del secondo Giubileo
degli oppressi realizzato dalla carovana
della pace nel settembre del 2002.
Le
colonne portanti del sito sono quattro: giovani
in cammino (il cammino si apre camminando),
testimoni (solo lasciandoci incontrare da chi si
è sporcato le mani potremmo avere il coraggio
di non temere nel lasciare tutto), spiritualità
(è come l’acqua per un giardino verde: senza
si secca), mondo e società (una fede che non si
apre al mondo e alla società è monca).
Da
qui siamo partiti e ogni sezione ha dei
sottotitoli che aiutano all’approfondimento.
La missione è filo conduttore di tutto e
crediamo che la novità sia nel aver messo in
rete le tante lettere
dei missionari. E’ aver colto la sfida di
far raccontare la missione. A queste vanno
aggiunte le schede di approfondimento sulla teologia
della missione, le catechesi
mensili dei GIM (Giovani Impegno
Missionario) e la selezione di articoli che ci
hanno aiutato a saper vedere. In tutto questo i
giovani sono stati i protagonisti: saper
condividere quel poco-tanto che abbiamo tra le
mani.
Con
il passare dei mesi ci siamo accorti che il
materiale era veramente molto e così abbiamo
studiato una formula più appropriata che
permettesse una lettura più “sinottica” del
sito… e così nacquero le pagine ipertestuali:
la novità del mese è al catechesi mensile, in
essa vengono fatti i relativi link che rimandano
all’approfondimento del tema attraverso una
lettera dalla missione, un testimone
della carità, le analisi e proposte di p.Alex,
una riflessione di un giovane, la sintesi dei
lavori di gruppo o delle convivenze… e chi più
ne ha più ne metta.
La
forza sono i giovani: dagli impaginatori (che
mancano perché i più navigati o sono caschi
bianchi o sono entrati in convento – del resto
la priorità è la scelta di vita e non il
sito), ai selezionatori, ai battitori… un
po’ ciascuno ed esce il miracolo della
condivisione. Così si sta tentando di creare la
rete della comunità con una mailing list che
conta già 976 persone con più di 75.000
contatti in due anni.
I
fondi per tutto questo? Non ce ne sono: il sito
occupa uno spazio libero a disposizione degli
utenti, noi abbiamo inserito il contenuto e,
poiché crediamo nella circolarità dei beni,
tutto è a disposizione di tutti e scopriamo
cose meravigliose (gruppi scaricano veglie di
preghiera, catechesi Ormegiovani e molto altro
materiale).
Il
sito è un ‘occasione, un mezzo:
l’importante è creare reti di solidarietà
attiva, di impegno con i più poveri non in
senso virtuale, ma concreto. Crediamo che il
valore e il segreto di tutto ciò sia proprio
qui: essere audaci nella semplicità, usare i
mezzi come mezzi senza dover esagerare in
progetti astrusi, facilitare a chi sta cercando
delle proposte vive e soprattutto, lasciarsi
contagiare dalla bellezza della missione. A voi
la scoperta… buon cammino
p.mosè |
|
|
Ecco il
racconto di Leo:
un incontro tutto speciale al Social Forum di
Firenze.
La signora
Iolanda
Mercoledì 6, primo pomeriggio. Ero già stato
alla fortezza ad annusare l´aria, ci stavo
tornando dopo aver depositato lo zaino nel posto
dove dovevo dormire. Ero alla fermata dell´autobus
e sfoggiavo sopra il maglione, in bella vista,
il pass rosso di delegato. Dovevo aspettare
quindici minuti, con me aspettava una donna che
guardava con insistenza il cartoncino rosso che
mi pendeva dal collo. Si avvicina e incomincia a
raccontarmi il suo punto di vista sul forum. E´
orgogliosa di ospitarci e mi assicura che
Firenze non è mai stata così bella come in
quei giorni. Mi racconta la sua resistenza
contro tutti i disfattisti che ha incrociato
nella settimana precedente, mi confida che ha
tanta fiducia per il futuro suo e dei suoi figli
e che questa fiducia le viene proprio da gente
come chi è lì per il forum (mi commuovo).
Scopriamo di essere quasi conterranei, suo
marito è di Marradi (quasi Romagna), e di avere
interessi e passioni comuni. Scopro, basito, che
ha l´età di mia mamma e che «se non ci fosse
stato lei per chiacchierare un poco non avrei
aspettato un quarto d´ora, sarei andata a
prendere un altro tram alla fermata dietro l´angolo».
Appena l´autobus numero 7 appare dalla strada
che scende da Fiesole mi chiede se mi piace
Vasco, Vasco Rossi, perché a lei piace
tantissimo anche più che a suo figlio. Se l´autobus
avesse ritardato qualche minuto avrei rimediato
un invito a cena per la serata. Quando a metà
del tragitto che ci separa dalla fortezza la
signora Iolanda scende mi augura buon lavoro. Il
forum sociale europeo non poteva cominciare
meglio. |
|
|
Un'altra
guerra: quella di mia nonna
Il
racconto di Daniela in ricordo della nonna, in
un tempo di guerra per tutti
C'è
una guerra- l'altra guerra- che non ha bisogno
di propaganda e che non reca il nome di uomini
potenti. Essa giunge discreta, mite e
silenziosa, inannunciata. L'altra guerra non
si dà vacue giustificazioni, nè profana
sangue innocente col seme della menzogna.
Essa
arriva e basta. Anzi, non arriva,c'è. C'è e
basta. Da sempre. E' il dramma sottile e
interiore dell'uomo. L'altra guerra è la
guerra di mia nonna che di guerre in realtà
ne ha viste fin troppe e non le ha solo
sfiorate. Così in un giorno di marzo ha
pensato che forse aveva visto abbastanza e se
n'è andata, senza un fiato nè un sospiro.
Lei
la sua guerra l'ha vinta, anche se in realtà
una guerra non si vince mai. Ma la sua anima
ora risplende e questa mi sembra una gran
bella vittoria, l' unica vittoria forse. Alla
terra rimane il suo corpo, che negli ultimi
tempi s'era fatto piccino e sembrava quello di
una bambina. E indifesa e fragile sembrava,
come una bambina. Come avrà fatto ad
affrontare la sua battaglia da sola? Era così
inerme, così spoglia. Non aveva più niente,
solo la sua fede di cartone al dito, perchè
quella vera la riscosse il duce per la patria.
Ma
il suo amore non lo poteva riscuotere. Il suo
amore è rimasto lì, inciso sul suo corpo,
impastato con la sua carne, affondato in ogni
solco delle sue membra.
Forse
comincio a capire con che armi abbia
fronteggiato il nemico. E' strano come questo
pensiero mi infonda coraggio ed è bello che
alla fine della suo lungo viaggio resti
qualcosa più forte del ricordo. L'ultima
immagine che ho di lei è nel suo letto,
addormentata, con un sorriso disegnato sul
volto. Strano a pensarci bene, visto tutto il
buio che ha dovuto attraversare. Ma forse lei
era già avanti e già intravedeva la luce. E'
il suo messaggio di fede e lungimiranza che vi
rilancio e in un momento come questo so che è
necessario averne.
|
|
|
|
|
|