Una
tappa a Sotto il Monte in provincia di Bergamo nei luoghi
natali di papa Giovanni XXIII e poi la serata alla sede del
Pime (Pontificio istituto missioni estere) dove due anni fa
era passato il Giubileo degli Oppressi. Così è trascorsa
la quarta giornata che ha registrato un altro pienone di
gente disposta ad ascoltare e a darsi da fare.
Si
è partiti da uno dei temi più dibattuti in questi giorni:
il direttore della Caritas, Virginio Colmegna, ha spiegato
ai partecipanti (tra le cinque e le seicento persone) la
posizione della Caritas sulla legge Bossi-Fini sottolineando
il proposito della Caritas di continuare ad accogliere la
gente perché bisogna "abitare il territorio",
rendendolo accogliente. Un riferimento particolare è stato
fatto al recente messaggio del cardinale Carlo Maria
Martini, al fatto di stare in mezzo alle contraddizioni di
oggi quali ad esempio il bisogno di far venire a lavorare la
gente da un lato e il non riconoscere questa necessità
dall'altro.
L'esperienza
presentata dal nodo di Milano riguarda l'iniziativa avviata,
da gennaio 2002 a fine aprile, dal Coordinamento comasco per
la pace. Italo Nessi, consigliere del Cordinamento, ha
spiegato "Apriamo i luoghi di pace", una proposta
fatta alle associazioni delle zone di Como: aprire per
alcune ore le porte delle loro sedi per organizzare dei
momenti di riflessione sui temi della pace. Un'esperienza
che ha coinvolto molta gente tanto da far pensare di
riproporne le
modalità in tutta Italia (per informazioni
telefonare al coordinamento comasco allo 031 /701517)
Tra
gli interventi che più hanno suscitato l'interesse del
pubblico vi sono le testimonianze di Magouws Catherine
Morakabi, membro della commissione Justice and Peace della
diocesi di Johannesburg in Sudafrica, e dell'avvocato
brasiliano Valdênia Aparecida Paulino. Due donne al quale
è stato dato il compito di dare voce, fatto raro, al Sud
del mondo. Entrambe hanno raccontato il lavoro di base per
insegnare alla gente che anche i poveri hanno dei diritti.
Magouws ha spiegato cosa ha voluto dire in Sudafrica passare
dall'apartheid ad all'avere cittadinanza; e poi il ruolo
delle commissioni di verità e riconciliazione che sono
servite a riconciliare la gente per superare l'astio e
l'odio accumulati negli anni.
Don
Ciotti ha insistito sui temi della legalità affermando che
bisogna fare di più, assumersi impegni e responsabilità
precise: una delle prime è avere il coraggio di parlare, di
denunciare. Così non ha perso tempo e ha fatto la sua
denuncia parlando di sicurezza e immigrazione; delle leggi
utili solo a proteggere i forti e ad opprimere i deboli,
tipo le leggi sulle rogatorie e sul falso in bilancio. Ha
ricordato quella sul legittimo sospetto che era in vigore
prima dell'88: «Una legge che ha consentito che i killer di
Matteotti non potessero essere giudicato come quelli della
strage di piazza Fontana - ha messo in guardi - Reintrodurre
questa legge vuol dire di fatto non riuscire a far processi».
La
necessità dell'esistenza di una società civile capace di
denuncia e di stimolare la politica in maniera forte, è
stata sottolineata da Alex Zanotelli che ha anche messo in
guardia sugli attuali investimenti in armi.
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