«Anziché
parlare di cristiani e non cristiani, tutti noi uomini
abbiamo una sola alternativa: o continuiamo a fare un'umanità
più unita, più accogliente, più capace di giustizia
oppure continuiamo a fare un'umanità peggiore. Cioè non è
possibile essere neutrali, non si possono fare stupide
considerazioni sui bambini che muoiono di fame, bisogna
impegnarsi, stare dentro a questa situazione. La neutralità
non è umana».
Sono
parole di un altro testimone della Carovana, intervenuto
durante la tappa di Genova. Si tratta di Arturo Paoli,
Piccolo fratello del Vangelo (Charles de Foucauld), 90 anni
spesi sui temi della pace e dei diritti umani. Paoli ha
anche aggiunto: «Parlare di pace e di giustizia e metterle
in pratica è una questione fondamentale della nostra vita e
la chiesa, in quanto funzione, deve sentirsi obbligata ad un
cambiamento sostanziale. Si devono fare degli investimenti
qui sulla terra e non continuare a pensare a salvarsi
l'anima astrattamente: è qui che si compie il gioco della
nostra esistenza». In questo senso ha invitato i cristiani
ad essere più presenti qui, a non pensare astrattamente a
salvarsi "domani, quando sarà".
La
Carovana si è fermata a piazza Alimonda per ricordare Carlo
Giuliani; ha incontrato Heidi Gaggio, la madre del ragazzo
ucciso durante il Vertice di Genova, ascoltato le parole
della donna che ha ribadito l'indole non violenta del
figlio. Alex Zanotelli ha affermato con forza che non si
possono far passare le 300mila persone andate a Genova
l'estate scorsa per il G8 per dei guerrafondai o dei
violenti. Gente venuta invece per esprimere dei contenuti di
giustizia uguali a quelli che vuole esprimere la Carovana in
giro per l'Italia.
La
Carovana si è quindi divisa in vari tronconi per
avvicinarsi alle situazioni difficili di Genova: Alex è
andato nel centro storico, in Via Pré, una zona degradata
della città, dove ha incontrato una comunità di monache,
le Sorelle della Fraternità impegnate ad accogliere gli
immigrati; Valdênia Aparecida Paulino, avvocato brasiliano,
ha fatto visita ad una comunità musulmana nel ponente
genovese.
Alla
sera oltre ad Arturo Paoli è intervenuta una donna
peruviana, Norma Corsano, che ha parlato della situazione
dell'immigrazione a Genova, del problema dell'integrazione e
della vita di persone "sospese".
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