Genova

9 settembre 2002

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ARCHIVIO della TAPPA

Genova: la neutralità non è umana articolo di Raffaello Zordan

Per Valdênia a Genova ci sono state almeno due “prime volte”... (articolo della carovana sulla tappa genovese)

Simbolo Consegnato alla Carovana: I Ciottoli di Genova

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Valdênia a Genova

La prima volta: ogni tappa della carovana si rivela nuova, diversa, ricca. Per Valdênia a Genova ci sono state almeno due “prime volte”.

“E’ la prima volta che vedo un posto con poveri in Italia”. Arrivati a Genova, la casa di accoglienza della Caritas ha accolto anche la carovana, insieme agli stranieri che cercano almeno un punto di riferimento. Valdênia ha osservato “meglio essere poveri nella propria terra che essere poveri qui”. E così fin dal pomeriggio il tema dell’immigrazione e dell’integrazione ha segnato questa tappa.

“E’ la prima volta che sono così vicina a donne musulmane”. E Valdênia ha anche pregato con loro, nella comunità islamica del CEP (Ponente di Genova). Si è tolta le scarpe, e le ha tolte di nuovo alla sera, in Palazzo Ducale, perché “occorre entrare scalzi nella cultura dell’altro, disarmati, per saper ascoltare sentendo sulla pelle la differenza”.

Il pomeriggio al Centro Edilizio Popolare (CEP) è stato un piccolo esempio ma un grande segno di integrazione. Rappresentanti di tre comunicati di quartiere, la comunità islamica locale, il forum sociale e la comunità cristiana, il circolo Arci e la rappresentante delle giovani musulmane, in dialogo sulla pace.

Pace che parte dal quotidiano delle nostre relazioni, dalla convivialità delle differenze (solo tre dei presenti erano realmente di origine genovese), semplicemente –ed è almeno il primo passo- dall’incontro. Da un colloquio informale sono emerse quattro parole chiave che possono aiutare queste piccole comunità nel loro processo di integrazione: dialogare, conoscersi, accogliere le differenze (a volte anche sopportarle) e progettare insieme.

Sono parole di Omar, rappresentante della comunità, riprese e sviluppate poi da una ragazza con il velo che le avvolge il capo non per fasciarlo e chiuderlo, ma per valorizzare la sua cultura e tradizione in un paese dove, all’inizio, si pensava ai musulmani come dei “fantasmi” (per i vestiti abbondanti che portano).

E alla sera Valdênia, che sempre coglie il potere dei simboli, ha raccolto questa provocazione: si è presentata al Ducale con un velo in testa. Ha voluto usare la sciarpa dei due arcobaleni, simbolo della resistenza indigena ecuadoregna, dove i colori si intrecciano senza confondersi; allo stesso modo le persone si incontrino senza omologarsi, com’è avvenuto in quell’angolino di Genova, in un silenzio nascosto che la carovana ha fatto ascoltare

la Carovana

 
Simbolo Consegnato alla Carovana:
I Ciottoli di Genova

Se questi taceranno, grideranno le pietre. 

(Luca 19,40)

 

Sono l’elemento originale, naturale delle nostre spiagge liguri. 

Un po’ aspri al primo impatto, per renderli accoglienti bisogna faticare un po’… come succede ai “foresti” nel primo incontro con i genovesi. A lungo andare… ci si abitua e si preferisce la loro discrezione all’invadenza della sabbia. 

Sono tondi, levigati dal lento lavoro del mare, apparentemente tutti grigi e uguali, in realtà sempre diversi per dimensione e striature. 

 

Sono i testimoni della storia genovese: hanno visto le glorie del porto, il suo declino, la sua lenta ripresa; hanno visto la trasformazione del ponente industrializzato, la distruzione del suo litorale; hanno assistito alle culture che si sono avvicendate nei secoli, fino alle ultime “invasioni” dal sud dell’Italia, dall’altra sponda del Mediterraneo, da tutto il mondo; come loro, i genovesi, mugugnando forse, si sono lasciati levigare e trasformare…, tanto che risulta così difficile oggi trovare un genovese “vero”; hanno assistito, nel luglio dello scorso anno, al passaggio di centinaia di migliaia di persone decise a credere in un possibile mondo diverso, hanno assistito ai pestaggi e ai lacrimogeni delle Forze dell’ordine, alle devastazioni di corso Italia e della Foce, accogliendo sulle spiagge del lungomare la fuga dei manifestanti, a Boccadasse la preghiera e il digiuno delle religioni e la delusione e disperazione di chi ha cercato pace e si è fermato in spiaggia, esausto, chiedendosi “perché?”.

 

Questi ciottoli sono testimoni di resistenza, tenacia, accoglienza, collaborazione, disponibilità. In un apparente grigiore, contribuiscono in modo determinante alla bellezza del paesaggio ligure e alla trasparenza del suo mare.

 

Genova, 9 settembre 2002

 

 

Adesioni

Stanno partecipando alla preparazione della tappa: 

Caritas Diocesana, Valpolcevera Social Forum, Gruppo Boccadasse, Missionari S.M.A. , Equipe Notre Dame, Centro Ligure Documentazione Pace, Rete contro G8 per la Globalizzazione dei Diritti, Pax Christi Genova, Ponente Social Forum, Associazione Comunità Una Rivarolo, Mani Tese, Lilliput Genova, Emergency, AIFO, CTM.

 
 
Contatti:
Antonio Bruno
bruno@aleph.it; antonio.bruno@katamail.com
Andrea Bertonasco
bertonasco@manitese.it