La
serata dell'11 settembre a Terracina - al palazzetto dello sport
dove sono convenute circa cinquecento persone – è stata
caratterizzata da un minuto di silenzio in memoria delle quasi 3.000
vittime di New York. E dei 5.000 civili dell'Afghanistan. «A quelli
di New York andrebbero aggiunti i 5.000 afgani, perché anche loro
appartengono a questa logica di guerra», ha sottolineato padre
Zanotelli.
Terracina è la città di Alfredo Fiorini – il giovane
fratello comboniano ucciso in Mozambico esattamente dieci anni fa,
quando stava per essere siglato l'accordo di pace – e alle 18
nella chiesa di S. Domenico Savio si è svolta una celebrazione
attorno alla lapide che lo ricorda.
La sera nel palasport Alex lo ha
ricordato con queste parole: «Avevo conosciuto Fiorini a Nairobi
quando studiava, lo consideravo una persona appassionata e molto
critica, capace di leggere le dinamiche sia all'interno della chiesa
che sociali. La sua dote fondamentale era la capacità umana di
relazionarsi con la gente; era medico, ma esercitava la sua
professione più per relazionarsi, per entrare in contatto con le
persone, che non per fare il dottore in senso stretto».
Nella serata la comunità locale ha annunciato, come suo gesto e
testimonianza di pace, la fondazione di una borsa di studio per
giovani mozambicani che vogliono studiare medicina.
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