La “convivialità
delle differenze” della Carovana della Pace ha davvero il
grande potere di renderla una e molte allo stesso tempo. Così
oggi, mentre ogni testimone incontrava le realtà del territorio, noi
giovani abbiamo conosciuto altri giovani della diocesi di Trento
vivendo con loro un momento di animazione e condivisione.
Insieme a noi
giovani del Gim c’erano alcun ragazzi che, grazie al Centro
Missionario , hanno appena vissuto un’esperienza in missione,
altri di ritorno dalla GMG di Toronto e altri ancora coinvolti
dagli amici per l’organizzazione trentina della Carovana:
insomma un momento insieme tra giovani cristiani con storie e
provenienze diverse ma con molte cose in comune.
Abbiamo cantato in
spagnolo “Si tuvieras fe como un granito de mostaza”
(se avessi fede come un granello di senape), e condiviso quali
sono stati i semi che queste esperienze hanno piantato dentro di
noi con il desiderio di vederli crescere come piante meravigliose.
La foresta che
vorremmo veder nascere è fatta di alberi che provengono da ogni
parte del mondo: Africa, Europa, Asia, America del Sud e del Nord;
i concimi che servono per farli crescere si chiamano fede,
speranza e voglia di incontrare gli altri. Ma noi giovani ci
chiediamo soprattutto: Come si curano e coltivano queste
piante? Come rimanere fedeli al dono del seme?
Ovvero: Cosa
significa per la mia vita l’esperienza vissuta? Come
metabolizzare le cose viste e le persone incontrate? Come
aiutare i sofferenti e i poveri?
Sono tutte domande
importanti che ritraggono dei giovani in ricerca, inquieti,
desiderosi di poter agire, non tanto per sé quanto per gli altri.
La grande sfida ora per noi è quella di
assumere la responsabilità di quello che abbiamo vissuto, di
mantenere con profondità e continuità l’impegno.
Se troveremo terreno fertile per far
crescere le risposte ai nostri perché ed avremo la forza di
tenerci svegli, allora forse vedremo crescere alberi nuovi e
frutti di giustizia per Trento, per le nostre città, per San
Paolo, per Korokocho, per Johannesburg….
|