Corea: coltivatori organici gridano nel deserto
di John Jung Il-Woo SJ  

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Corea: coltivatori organici gridano nel deserto
di John Jung Il-Woo SJ

 


Dal 1994 al 2002 ho vissuto con quattordici famiglie che praticano l’agricoltura organica in una valle della Corea del Sud centrale.

L’agricoltura organica per loro significa l’assenza totale di prodotti chimici: nessun insetticida, pesticida o fertilizzante. All’inizio, la motivazione principale era contro la morte. Ogni anno muoiono molti agricoltori per l’uso di prodotti chimici, che distruggono anche il suolo e producono alimenti nocivi per la salute di chi li consuma. Man mano che praticavano l’agricoltura organica, i coltivatori diventavano sempre più attenti alla vita e profondamente sensibili a ogni seme di morte (travestito di vita) che puntella la moderna cultura globale: consumismo sfrenato unito a un desiderio incessante di uno stile di vita sempre più comodo che conduce a sua volta a uno spreco suicida delle risorse della terra e alla distruzione dell’ecosistema.

L’agricoltura organica ha trasformato la loro vita quotidiana in una dichiarazione forte contro ogni forma di morte nella cultura moderna e per uno stile di vita che promuove la vita. Un giovane agricoltore assai indebitato, padre di due figli, piantò pomodori nella sua serra. Alcune settimane dopo comparve una malattia. Un esperto d’agricoltura gli chiese di utilizzare per una volta degli insetticidi allo scopo di salvare le piante, anche se egli stesso era a favore dell’agricoltura organica. Il contadino si rifiutò senza esitazione e vide quasi tutte le piante morire. Altri fecero lo stesso con le coltivazioni di peperoncino. Pur nelle migliori condizioni, l’agricoltura organica comporta una riduzione dei raccolti dal 30 a 50 percento. Tutti hanno famiglia. Hanno debiti con la cooperativa agricola locale che vanno dai 33 mila ai 110 mila US$. Vivono in una cultura in cui il denaro è il dio invisibile e tuttavia affermano con la stessa vita: “Non mi piegherò dinanzi al Denaro Onnipotente, non svenderò il rispetto per me stesso né il mio sistema di valori!” Metà di questi coltivatori non professa alcuna religione, ma il modo in cui essi vivono è annuncio della Buona Notizia. Sanno che nessuno all’apparenza li ascolta, ma ciò non li trattiene. Continueranno a gridare. [HL20702]

Per contatti: nuruks@hanmail.net