Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Sin dall’inizio, ho voluto porre il mio pontificato sotto
il segno della speciale protezione di Maria. Più volte, poi,
ho invitato l’intera comunità dei credenti a rivivere
l’esperienza del Cenacolo, dove i discepoli "erano assidui e
concordi nella preghiera... con Maria, la madre di Gesù" (At
1,14). Già nella prima Enciclica Redemptor hominis scrivevo
che solo in un clima di fervente orazione è possibile
"ricevere lo Spirito Santo, che scende su di noi e divenire
in questo modo testimoni di Cristo fino agli estremi confini
della terra, come coloro che uscirono dal Cenacolo di
Gerusalemme nel giorno di Pentecoste" (n. 22).
La Chiesa prende sempre più coscienza di essere ‘madre’ come
Maria. Essa è "la culla - notavo nella Bolla Incarnationis
mysterium, in occasione del Grande Giubileo dell’Anno 2000 -
in cui Maria depone Gesù e lo affida all’adorazione e alla
contemplazione di tutti i popoli" (n. 11). Su questo cammino
spirituale e missionario intende proseguire, sempre
accompagnata dalla Vergine Santissima, Stella della nuova
evangelizzazione, aurora luminosa e guida sicura del nostro
cammino (cfr Novo millennio ineunte, 58).
Maria e la missione della Chiesa nell’Anno del Rosario
2. Nell’ottobre scorso, entrando nel venticinquesimo anno
del mio ministero petrino, quasi ad ideale prolungamento
dell’Anno Giubilare, ho indetto uno speciale Anno dedicato
alla riscoperta della preghiera del Rosario, tanto cara alla
tradizione cristiana; un anno da vivere sotto lo sguardo di
Colei che, secondo l’arcano disegno divino, con il suo ‘sì’
ha reso possibile la salvezza dell’umanità, e dal cielo
continua a proteggere quanti a Lei fanno ricorso
specialmente nei momenti difficili dell’esistenza.
È mio desiderio che l’Anno del Rosario costituisca per i
credenti di ogni continente un’occasione propizia per
approfondire il senso della vocazione cristiana. Alla scuola
della Vergine e seguendo il suo esempio, ogni comunità potrà
meglio far emergere la propria dimensione ‘contemplativa’ e
‘missionaria’.
La Giornata Missionaria Mondiale, che cade proprio alla fine
di questo particolare anno mariano, se ben preparata, potrà
imprimere un più generoso impulso a quest’impegno della
Comunità ecclesiale. Il ricorso fidente a Maria con la
quotidiana recita del Rosario e la meditazione dei misteri
della vita di Cristo sottolineeranno che la missione della
Chiesa deve essere anzitutto sorretta dalla preghiera.
L’atteggiamento di ‘ascolto’, che suggerisce la preghiera
del Rosario, avvicina i fedeli a Maria, che "serbava tutte
queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19). La
ricorrente meditazione della Parola di Dio diventa un
allenamento per vivere "in comunione viva con Gesù
attraverso - potremmo dire - il Cuore della Madre" (Rosarium
Virginis Mariae, 2).
Chiesa più contemplativa: il Volto di Cristo contemplato
3. Cum Maria contemplemur Christi vultum! Mi tornano spesso
alla mente queste parole: contemplare il ‘volto’ di Cristo
con Maria. Quando parliamo del ‘volto’ di Cristo ci
riferiamo alle sue sembianze umane, nelle quali rifulge la
gloria eterna del Figlio unigenito del Padre (cfr Gv 1,14):
"La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo" (ibid.,
n. 21); Contemplare il volto di Cristo induce a una
conoscenza profonda e coinvolgente del suo mistero.
Contemplare Gesù con gli occhi della fede spinge a penetrare
nel mistero di Dio-Trinità. Dice Gesù: "Chi ha visto me ha
visto il Padre" (Gv 14,9). Con il Rosario ci inoltriamo in
questo itinerario mistico "in compagnia e alla scuola della
sua Madre Santissima" (Rosarium Virginis Mariae, 3). Anzi,
Maria stessa si fa nostra maestra e guida. Sotto l’azione
dello Spirito Santo, ci aiuta ad acquisire quella
‘tranquilla audacia’ che rende capaci di trasmettere agli
altri l’esperienza di Gesù e la speranza che anima i
credenti (cfr Redemptoris missio, 24).
Guardiamo sempre a Maria, modello insuperabile! Nel suo
animo tutte le parole del Vangelo trovano un’eco
straordinaria. Maria è la ‘memoria’ contemplativa della
Chiesa, che vive nel desiderio di unirsi più profondamente
al suo Sposo per incidere ancor più nella nostra società. Di
fronte ai grandi problemi, dinanzi al dolore innocente, alle
ingiustizie perpetrate con arrogante insolenza come reagire?
Alla docile scuola di Maria, che è nostra Madre, i credenti
apprendono a riconoscere nell’apparente "silenzio di Dio" la
Parola che risuona nel silenzio per la nostra salvezza.
Chiesa più santa: il Volto di Cristo imitato e amato
4. Tutti i credenti sono chiamati, grazie al Battesimo, alla
santità. Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione
dogmatica Lumen gentium, sottolinea che la vocazione
universale alla santità consiste nella chiamata di tutti
alla perfezione della carità.
Santità e missione sono aspetti inscindibili della vocazione
di ogni battezzato. L’impegno a diventare più santi è
strettamente collegato con quello a diffondere il messaggio
della salvezza. "Ogni fedele - ricordavo nella Redemptoris
missio - è chiamato alla santità e alla missione" (n. 90).
Contemplando i misteri del Rosario, il credente è
incoraggiato a seguire Cristo e a condividerne la vita sino
a poter dire con san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me" (Gal 2,20).
Se tutti i misteri del Rosario costituiscono una
significativa scuola di santità e di evangelizzazione, i
misteri della luce pongono in evidenza aspetti singolari
della nostra ‘sequela’ evangelica. Il Battesimo di Gesù al
Giordano ricorda che ogni battezzato è eletto a diventare in
Cristo "figlio nel Figlio" (Ef 1,5; cfr Gaudium et spes,
22). Nelle nozze di Cana, Maria invita all’ascolto
obbediente della Parola del Signore: "Fate quello che vi
dirà" (Gv 2,5). L’annuncio del Regno e l’invito alla
conversione sono una chiara consegna per tutti ad
intraprendere il cammino della santità. Nella
Trasfigurazione di Gesù il battezzato sperimenta la gioia
che lo attende. Meditando l’istituzione dell’Eucaristia,
egli torna ripetutamente nel Cenacolo, dove il divino
Maestro ha lasciato ai suoi discepoli il tesoro più
prezioso: se stesso nel Sacramento dell’altare.
Sono le parole che la Vergine pronuncia a Cana a costituire,
in un certo modo, lo sfondo mariano di tutti i misteri della
luce. L’annuncio del Regno vicino, la chiamata alla
conversione e alla misericordia, la Trasfigurazione sul
Tabor e l’istituzione dell’Eucaristia trovano infatti nel
cuore di Maria un’eco singolare. Maria mantiene gli occhi
fissi su Cristo, fa tesoro di ogni sua parola ed indica a
tutti noi come essere autentici discepoli del suo Figlio.
Chiesa più missionaria: il Volto di Cristo annunciato
5. In nessuna epoca la Chiesa ha avuto tante possibilità di
annunciare Gesù come oggi, grazie allo sviluppo dei mezzi
della comunicazione. Proprio per questo la Chiesa è oggi
chiamata a far trasparire il Volto del suo Sposo con una più
rilucente santità. In questo sforzo, non facile, sa di
essere sostenuta da Maria. Da Lei ‘impara’ ad essere ‘vergine’,
totalmente dedicata al suo Sposo, Gesù Cristo, e ‘madre’ di
molti figli che genera alla vita immortale.
Sotto lo sguardo vigile della Madre, la Comunità ecclesiale
cresce come una famiglia ravvivata dall’effusione potente
dello Spirito e, pronta a raccogliere le sfide della nuova
evangelizzazione, contempla il volto misericordioso di Gesù
nei fratelli, specialmente nei poveri e bisognosi, nei
lontani dalla fede e dal Vangelo. In particolare, la Chiesa
non ha paura di gridare al mondo che Cristo è "la Via, la
Verità e la Vita" (Gv 14,6); non teme di annunciare con
gioia che "la buona notizia ha il suo centro, anzi il suo
stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto
carne, unico Salvatore del mondo" (Rosarium Virginis Mariae,
20).
Urge preparare evangelizzatori competenti e santi; è
necessario che non si affievolisca il fervore negli
apostoli, specialmente per la missione "ad gentes". Il
Rosario, se pienamente riscoperto e valorizzato, offre un
ordinario quanto fecondo aiuto spirituale e pedagogico per
formare il Popolo di Dio a lavorare nel vasto campo
dell’azione apostolica.
Una precisa consegna
6. Il compito dell’animazione missionaria deve continuare ad
essere impegno serio e coerente di ogni battezzato e di ogni
Comunità ecclesiale. Un ruolo più specifico e peculiare
compete certo alle Pontificie Opere Missionarie, che
ringrazio per quanto già generosamente stanno facendo.
A tutti vorrei suggerire di intensificare la recita del
Santo Rosario, a livello personale e comunitario, per
ottenere dal Signore quelle grazie di cui la Chiesa e
l’umanità hanno particolare necessità. Invito proprio tutti:
bambini e adulti, giovani e anziani, famiglie, parrocchie e
comunità religiose.
Tra le tante intenzioni, non vorrei dimenticare quella della
pace. La guerra e l’ingiustizia hanno il loro inizio nel
cuore ‘diviso’. "Chi assimila il mistero di Cristo - e il
Rosario proprio a questo mira -, apprende il segreto della
pace e ne fa un progetto di vita" (Rosarium Virginis Mariae,
40). Se il Rosario batterà il ritmo della nostra esistenza,
potrà diventare strumento privilegiato per costruire la pace
nel cuore degli uomini, nelle famiglie e tra i popoli. Con
Maria tutto possiamo ottenere dal Figlio Gesù. Sorretti da
Maria, non esiteremo a dedicarci con generosità alla
diffusione dell’annuncio evangelico sino agli estremi
confini della terra.
Con tali sentimenti, di cuore tutti vi benedico.
Dal Vaticano, 12 Gennaio 2003, Festa del Battesimo del
Signore.
IOANNES PAULUS II
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