SUGGERIMENTI
PER LE RELAZIONI HENRI TEISSIER |
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Questo articolo di mons. Teissier è tratto dalla rivista Missione Oggi dei Missionari Saveriani |
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Dopo aver evocato, nella prima parte, le evoluzioni della società algerina, vorrei proporre alcune conclusioni per le relazioni tra il Nord, di tradizione cristiana, e il Sud musulmano, nel bacino occidentale del Mediterraneo.
Permangono tuttora. In entrambi i campi, c’è chi cerca di utilizzarli per mantenere la distanza, o anche una certa aggressività, tra le due sponde: bisogna essere lucidi per sventare questi tentativi e allertare le due società sui pericoli che essi nascondono per il futuro del rispetto tra cristiani e musulmani e della pace nel Mediterraneo. Non si può tuttavia credere che le paure secolari siano già superate e che una nuova relazione sia automatica.
L’islamismo violento è stato molto
vicino a prendere il potere in Algeria. Questo avrebbe avuto conseguenze molto
gravi per la pace nel Mediterraneo. Penso, ad esempio, alle ripercussioni che
avrebbe avuto in Tunisia e presso le minoranze musulmane in Europa. Una
accresciuta tensione tra le popolazioni d’origine cristiana e d’origine
musulmana avrebbe ingenerato un risveglio degli odi secolari e minacciato
seriamente la pace.
La crisi algerina ha mostrato la reazione di coscienza di molti musulmani di fronte all’islamismo violento. Bisogna moltiplicare gli scambi e le solidarietà reciproche con i musulmani che s’aprono al rispetto del pluralismo. Gli islamici violenti hanno offerto dell’islam un volto che fa torto alle comunità musulmane. Dobbiamo sentirci vicini alla maggioranza pacifica delle comunità e incontrarle nel rispetto della loro fede e del loro attaccamento ai valori spirituali. La maggioranza delle comunità musulmane è costituita da questo tipo di persone. Accostarle è di estrema importanza per il futuro.
Il dialogo interreligioso può portare
frutti solo se si fonda sulla solida base d’un concreto impegno per i diritti
umani e la costruzione di autentiche comunità umane. Per cogliere questo punto
di vista, basta prendere in considerazione due situazioni concrete, l’Arabia
Saudita e l’Iran. Nei due paesi non mancano persone o strutture che cercano di
promuovere incontri di dialogo interreligioso; ma com’è possibile sperare di
ottenere dei frutti dall’incontro con sistemi costruiti sulla negazione, in
diversi campi, dei diritti umani?
Dobbiamo rispettare ogni persona che
incontriamo e cercare di raggiungerla nel suo terreno per evolvere insieme. Ma
si devono anche operare delle scelte, che ci portano a privilegiare i rapporti
con le persone che, all’interno della propria comunità, lavorano per aprire e
far percorrere cammini di liberazione. Per esempio, posso parlare con rispetto
con un poligamo, come con ogni persona che incontro; ma per il futuro
dell’uomo, della donna e della famiglia è più importante incontrare i
responsabili delle associazioni femminili e coinvolgermi nelle loro iniziative
con tutta la simpatia e solidarietà possibili.
Sarebbe troppo lunga una riflessione sulle somiglianze e le differenze tra la mistica cristiana e la mistica musulmana. La bellezza di certe espressioni del patrimonio dell’islam non basta a colmare la distanza tra il tawhid (monoteismo) dell’islam e il Dio-comunione del cristianesimo. Ma va detto che molte comunità musulmane stanno oggi conducendo delle ricerche spirituali: trovano delle affinità chiamate a stimolare ulteriormente la testimonianza reciproca dei due universi, cristiano e musulmano, nel mondo contemporaneo. HENRI TEISSIER
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