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“  Incontro Bibblico ad Auditore"

  San Giovanni Auditore (Urbino) 16-20 agosto  2005

Diario di bordo dei partecipanti

 

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Condividiamo con voi il racconto  delle varie giornate  scritto  in piccoli gruppi dagli stessi partecipanti.

 

leggi anche: “ Post-GIM, che fare? ”, lettera  dei partecipanti alla settimana biblica di Auditore


INTRODUZIONE


Tra i giorni che vanno dal 16 al 20 Agosto si è tenuto un incontro del Post-GIM, ovvero, di noi
giovani che abbiamo terminato il GIM e che intendiamo continuare un percorso già avviato con il GIM.
L'incontro si è svolto all'eremo di San Giovanni sugli appennini del marchigiano, tra Pesaro, Cattolica e Urbino.
Siamo 18 giovani tra i 25 e i 35 anni, due laici (Magda e Giuseppe) e tre sacerdoti, P.Felice Tenero, P.Raffaello Savoia e P.Alex Zanotelli.
 

 

INDICE GIORNATE:

16 agosto

17 agosto

18 agosto

19 e 20 agosto

 


 16 Agosto

Dopo un caloroso saluto e una buona mangiata preparata da Magda e Giuseppe ( cuochi insuperabili ! ) nel primo pomeriggio si è tenuta una presentazione del gruppo e delle motivazioni per cui ci siamo riuniti.
L'incontro nasce su proposta di alcuni di noi, che terminato il GIM vogliono continuare un'esperienza di cammino  comunitario alla luce della parola di Dio.
Si è quindi individuato come punto centrale di questo discorso la PAROLA DI DIO.
La parola non solo in se stessa ma incarnata in un contesto storico, quello della Bibbia, che privilegia il punto di vista dei poveri, degli oppressi.
Tra le aspettative di ciascuno di noi è emersa anche quella di ricercare relazioni autentiche tra persone e di coppia, la capacità di affrontare scelte ed il bisogno di affrontare la vita in un sistema di cose che ti impedisce di viverla veramente.
Abbiamo iniziato il percorso di approfondimento con padre Alex Zanotelli e don Felice Tenero sul Sogno di Dio e la comunità alla luce della Parola e dell'esperienza delle CEBs (Comunità Ecclesiali di Base).

I concetti importanti localizzati da Alex e Felice sono stati:
•Dio è ben più grande della Bibbia, infatti ci parla attraverso la creazione, le persone, la sacralità del rapporto uomo-donna, la storia , i poveri che sono gli ascoltatori e i rivelatori privilegiati della Parola.
•Il contesto in cui si legge la Bibbia è altrettanto importante del testo (“Riflettere su Dio non si fa con la testa ma con i piedi”)
•E' importante decolonizzare la lettura occidentale della Bibbia e desacralizzare la Bibbia rendendola “vita” nel quotidiano.
•Dio ha scommesso sulla vita, su quella degli oppressi: i poveri cambiano il mondo non i ricchi

P. Alex ha quindi iniziato a parlare del sogno di Dio a partire dall'Esodo con la storia del “clan” di Mosè.
Il Dio sperimentato durante questo cammino di liberazione è un Dio che chiede:
1.Un' ECONOMIA DI UGUAGLIANZA (manna e sabato)
2.Una POLITICA DI GIUSTIZIA (divisione della terra e con il giubileo restituzione di essa, liberazione dalla schiavitù)
3.L'esperienza di un DIO TOTALMENTE ALTRO, LIBERO
E' stato fato un parallelo con la realtà di oggi, cercando di trovare le analogie.
Felice ha proseguito, raccontando come è nata l'asperienza della lettura popolare della Bibbia all'interno di un nuovo modo di essere chiesa: le comunità ecclesiali di base (CEBs).
In questo cammino fatto dalla chiesa dell'America Latina si è evidenziata l'esperienza di un Dio come presenza liberatrice e con essa l'esperienza dei vari percorsi di liberazione e lo svilupparsi delle pastorali quali quella della terra, dei “senza” (senza terra, la voro, casa), degli emarginati, degli indios, degli afro.


17 Agosto

 
Siamo partiti dalla formazione del popolo di Israele (Giosuè,Giudici), quando gli ebrei arrivano in Canaan. 1200-1050 a.C. In questo periodo Israele è una confederazione di 12 tribù con a capo i Giudici, un consiglio di anziani, saggi.
Tutto va bene fino a quando, a causa probabilmente della pressione del popolo confinante, i Filistei armati fino ai denti, e a causa anche di un crollo di ideali interni, gli ebrei chiedono un Re a Dio per essere come le altre nazioni (1 Samuele 8,5). Dio attraverso Samuele fa sapere che non voleva un Re per il suo popolo perchè voleva che il suo popolo fosse alternativo alle altre nazioni, ma su insistente richiesta lascia che ciò avvenga (1 Sam 8,6-22).
Per gli ebrei sarà la fine. Dio che aveva sognato una economia di uguaglianza e una politica di giustizia vede i il suo popolo tornare all'economia di opulenza e alla politica di oppressione. Le tasse sempre più pesanti opprimono la gente. Con Salomone si arriverà a costruire anche il grande Tempio (frutto del lavoro di gente oppressa) vicino alla casa del Re quando in realtà Dio non voleva il fastoso tempio, preferiva vivere sotto una tenda. Il gioco è fatto. Anche Dio viene imprigionato nel sistema divenendone il garante.
Arriveranno i profeti a ricordare al popolo il sogno di Dio: quello di un sistema alternativo agli imperi. Amos, Osea, Isaia, Geremia, Ezechiele sono i profeti che porteranno la voce di Dio al polpolo ma non saranno ascoltati e così, a causa del loro comportamento gli ebrei saranno deportati in esilio Babilonia.
Al periodo dei profeti seguirà il periodo dell' apocalittica (vedi Daniele). Inizia dal ritorno dall'esilio 536 a.C. Siamo in epoca di dominazioni, in particolare quella dei Greci che, sotto Antioco IV, volevano imporre la cultura greca al popolo ebraico. Nel periodo di forte oppressione nasce la resistenza e con esso il linguaggio apocalittico che non è un modo di descrivere la fine del mondo (apocalittica= togliere i veli, per far vedere la realtà), ma un codice che serviva alla comunicazione tra comunità oppresse che facevano resistenza all'impero e che, ovviamente, non dovevano essere scoperte. Per esempio in Daniele (scritto tra 170 e 165 a. C.) il termine "Bestia" serve ad indicare una potenza, un impero (il Leone è Babilonia, l'orso è la Media ecc..), le "corna" erano i Re ecc.. Questo linguaggio serve ad animare le comunità alla speranza dicendo che Dio è vicino a loro e trionferà la sua giustizia.
Quello che viviamo oggi è il periodo dell'apocalittica ovvero di una realtà in cui è necessaria la resistenza. La resistenza ad una realtà complessa ad un caos, ad un' economia di opulenza che vuole una piccola parte della popolazione mondiale ricca e la stragrande maggioranza povera. La politica di oppressione produce i suoi risultati: sono miliardi le persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno. Una fame legata al commercio delle armi e ad una economia finanziaria che vive di speculazione e in cui non più il lavoro produce ricchezza ma sono i soldi che fanno i soldi.

Con P. Felice ci siamo avventurati nella lettura popolare della Bibbia.
Lui, che ha esperienza di lettura nelle cumunità di base del Brasile, ci ha spiegato come parla la Bibbia.
Prima del testo, Dio ci dice "come stai con la vita?" Come va la tua vita? Quali sono i tuoi problemi?".
Avviene ciò che accadde coi discepoli di Emmaus (Luca 24,13-35).

1) Loro parlano della loro vita, vita oppressa (anche noi abbiamo i nostri problemi, le nostre oppressioni).
2) Non riconoscono Gesù che, inserendosi nel loro cammino li interroga e li ascolta sulla loro vita (spesso anche noi non lo riconosciamo nella nostra confusione).
3) Gesù gli apre gli occhi su quella loro vita su quei loro problemi, oppressioni (così la Bibbia ci apre gli occhi sulle nostre oppressioni, ci mostra una luce nuova).
4) Gesù non solo gli rianima la vita ma vuole che tutti la condividano fra di loro (anche noi risvegliati dalla nuova luce condividiamo la nostra vita con gli altri).
5) Davanti all' esperienza della condivisione lo riconoscono e corrono a raccontare agli altri (questa è l'articolazione d elle comunità che rende possibile l'annuncio).

Dio parla di cose concrete: vedere la realtà, leggerla con il testo, condividere con gli altri. La lettura è esperienza di comunità.
Parlare della realtà con gli occhi di Dio. Parlare di Dio con i piedi sporchi della realtà.

Abbiamo condotto una riflessione individuale che poi è confluita in una discussione per gruppi partendo dai seguenti punti:
qual è il mio sogno in relazione a quello di Dio e qual è l'ostacolo che ne impedisce la realizzazione.
 

 

Il 17 agosto in una versione di un altro gruppo

 

La giornata del 17 agosto è stata la prima completa giornata di lavoro, essendo giunti tutti all’Eremo di San Giovanni per il pranzo del giorno prima.

 

L’intero corso del giorno è stato articolato nei seguenti momenti:

1)      Dalle 7.30 alle 8 Preghiera

2)      Ore 8 –9 colazione e riordino

3)      9-13 Lavori con Padre Alex e Don Felice

4)      13-15 Pranzo e riordino

5)      15-19 ripresa dei lavori

6)      19-21 cena e riordino

7)      21 Eucarestia

 

I momenti di preghiera sono stati scelti e meditati assieme al contributo di Padre Alex da coppie di partecipanti Si tratta di un Salmo, un commento di una voce autorevole del nostro tempo, un brano del vangelo, il raccoglimento meditante la parola e la condivisione di una risonanza libera per ciascuno. Il tutto con l’intercalare di canti, anch’essi scelti con cura come i brani di lettura.

 

Alle 9 l’incontro si apre con il Tema dell’Impero oggi. Ciò viene centrato partendo dalla questione Debito dei popoli oppressi e sua Virtualità. Relaziona e guida P.Alex

 

1. Come funziona l’impero? Il 20% dell’umanità opprime e schiaccia l’80% restante. Questo 80% rimane in condizione di oppressione mediante una economia di Disuguaglianza, una Politica ingiusta ed una dimensione religiosa asservita alle strutture del

 potere Costituito. Il potere costituito non è la rappresentanza amministrativa del mondo politico, bensì il mondo dell’economia finanziaria. In questo mondo agiscono le multinazionali. Le principali e più potenti lobby che controllano questo sistema fanno riferimento a: Massoneria, Servizi Segreti,  e il “Complesso militare industriale”.

 

2. A questo punto ci fermiamo per compiere una riflessione sull’impero al tempo del Faraone.

Un piccolo popolo (saranno i leviti?) si trova in Egitto verso il 1250 a.c. nelle condizioni di una economia di disuguaglianza, una politica ingiusta e un dio asservito al potere costituito. Ecco l’inizio della nostra storia. Mosè, un uomo, incontra Dio, il quale gli rivela il suo sogno:

Mosè accoglie il sogno di Dio, lo traduce  nella sua profezia e vi conduce il suo popolo.

Il sogno di Dio si manifesta per tre caratteristiche che Mosè proclamerà con forza. Una economia di uguaglianza, una politica di giustizia e un Dio libero e totalmente Altro.   Questa vicenda inizia con l’Esodo e si compie nel pentateuco.

Ma ecco che il Popolo di Dio, giunto nella terra promessa, arriverà lentamente a configurare una nuova condizione di Impero. Saul, Davide, Salomone.

In questo contesto si leva la voce dei Profeti, (coloro che parlano per conto di) i quali ricordano a Israele il Sogno di Dio e indicano la via da prendere. Il Profeta lavora su due capisaldi: la memoria e il giudizio. Così la voce dei profeti diviene la coscienza critica di Israele, indicando con forza il nuovo tradimento e il cammino per ricostituire l’alleanza.

 

3. A questo proposito alcuni estratti letti ad alta voce dai testi di riferimento, e quindi un piccolo spot sulla bibliografia minima utilizzata in questo momento.

Bibliografia minima:

1)      W. Brueggeman, Immaginazione profetica, EMI, Bologna 2004

2)      A.R Ceresko, Solleva lo sguardo, EMI, Bologna 2002

3)      U. Duchrow, Alternative al capitalismo globale

 

Da immaginazione profetica, lettura a pag 66.

Dalla Profezia si passa all’Apocalittica. Letteralmente Apocalissi significa “togliere il velo”, mostrare, fare vedere la realtà.

Citazioni da Pablo Richard e Ellacuria. Il movimento apocalittico è comunitario, lavora per formare coscienze e organizzare un’alternativa al sistema di oppressione.

A differenza della Profezia l’Apocalittica viene a costituire un proprio genere letterario contraddistinto dall’essere linguaggio in codice, parola rivolta a chi può decodificare il sistema in codice. Esempio in Daniele 7, dove il contesto storico citato è Babilonia ma il vero punto di interesse di Daniele e Antioco IV vivente e regnante al momento della scrittura. E di seguito la decodificazione delle figure allegoriche usate: dalle figure delle bestie al venire del Figlio dell’uomo. (Ki Bar Enasha).

 

4. Ritorno all’Impero di Oggi. La dimensione militare. Citazione del discorso del Presidente degli U.S.A. Heisenauwer (non so mica come si scrive) quando indica come un pericolo per la democrazia della sua epoca “il complesso militare industriale”. Un dato dal SIPRI (Centro di Studi Strategici Svedese, che monitorizza lo stato dell’arte in termini militari nel mondo) per riflettere tutti. Nel 2004 gli USA hanno speso 1.500.000.000 di dollari  in armi, secondo bilancio in assoluto dopo lo stesso bilancio USA del 1986-87, nell’apice della corsa agli armamenti nucleari. Funzionale al mantenimento di questo sistema di oppressione c’è un altro aspetto dell’Impero. I MEDIA. Una propaganda strutturata scientificamente, si incarica di costruire il nemico esterno. Il comunismo ieri e l’islam oggi. Di creare allo scopo paura, allarme, angoscia e pregiudizi. L’intrattenimento, l’informazione e la pubblicità rispondono a questo dettato. Dalle 20 alle 30 ore di televisione settimanali costituiscono una forma di sudditanza inconsapevole al Sistema di Oppressione.

 

 

Nel pomeriggio Inizia i lavori Don Felice sul tema della lettura popolare della Bibbia.

 

La prima cosa che dice: Ma voi come siete messi nella Vita?

La questione per un approccio onesto e diretto con la Parola è mettersi in ascolto del Dio che cerca di mettersi in comunicazione con noi dentro la nostra vita. Per questo è essenziale definire a che punto della vita si è. La Bibbia in ciò costituisce uno strumento che segnala dove e come aprire la porta, ma la porta la dobbiamo aprire noi.

Come si usa la Bibbia?

Discorso sul metodo. In coppie leggiamo LC 24, 13-35 (sulla strada di Emmaus) poi ce lo raccontiamo cercando di individuare quali indicazioni troviamo nella scrittura stessa su come approcciarsi alla scrittura. E quindi relazioniamo al gruppo mentre Felice prende nota sul foglio grande delle parole chiave.

 

Due in cammino – Parlano della loro vita – Gesù si affianca e cammina con loro – Fa un Domanda – loro sono tristi e raccontano –  Gesù insegna loro tutte le scritture – cambio di contesto: dalla strada alla casa. Gesù viene insistentemente pregato di restare e resta. A Cena compie i segni eucaristici e loro lo riconoscono- lui scompare e loro ricordano come prima il loro cuore fosse tutto in fervore e non vi avessero però fatto la giusta attenzione. Tornano alle loro genti e annunciano la Buona Novella.

 

Questo pannello di analisi esce dal confronto di tutti i coinvolti nella lettura del testo.

Definizione di Don Felice: Lettura popolare significa una lettura data in mano alla gente.

 

La lettura popola della Bibbia si fonda su tre pilastri:

1 la Realtà

2 la Comunità

3 il testo

Allora adesso ci prendiamo circa 30 minuti per fare un lavoro individuale che risponda alla domanda sul dove siamo nei confronti della parola.

 Poi ci si ritrova in gruppi di quattro e ci si racconta il proprio personale rapporto con la scrittura e la nostra vera vita. Individuando anche eventuali tarli in questa dinamica.

I quattro gruppi relazionano a loro volta all’assemblea.

Bibliografia  minima di riferimento

1)      F.Tenero, Atti degli Apostoli, La piccola Editrice, VT 2003

2)      F.Tenero, La parola nella vita,  LA piccola Editrice VT 2001

 Nella sera dopo cena abbiamo celebrato e vissuto il momento eucaristico all’aperto, con molti canti, il fuoco al centro del cerchio, la luna quasi piena. Un momento bellissimo, un puro Dono.

 

18 Agosto

 

In continuità con il percorso sul Primo Testamento, abbiamo proseguito la riflessione biblica sull'uomo-Gesù, passata da un'analisi attenta del contesto storico-culturale.

Questo ci ha permesso di scoprire che il Vangelo non racconta una verità, ma un'esperienza di vita.

E' la vita del “profeta” Gesù, uomo nell'Impero, che accetta fino in fondo la sfida di incarnare il sogno di un Dio totalmente Altro, attraverso la croce.

La croce è fedeltà al sogno, e non sacrificio voluto dal Padre per la salvezza dell'umanità.

In quest'ottica la Resurrezione avviene nella misura in cui altri sono disposti ad amare secondo lo stesso sogno.

Ciascuno di noi è chiamato all'impegno: alla testimonianza di una tomba vuota.

Ci colpiva l'atteggiamento di azione non-violenta di Gesù e la sua “creatività” nel trovare un'alternativa al sistema che opprime.

La ricontestualizzazione nell'oggi ci porta a sottolineare l'analisi di Chiavacci in campo economico, che delinea due “comandamenti” nel “va',vendi quello che hai, dallo ai poveri; poi vieni e seguimi”, che si possono esprimere così:

       cerca di non arricchirti

       quello che hai, l'hai per condividerlo

La manna dell'Esodo diventa con Gesù la logica della frazione del pane, del condividere perchè ciascuno abbia parte.

 

 

 

19-20 agosto

 

La giornata di venerdì è stata dedicata alle prime COMUNITA'.
Ha aperto la riflessione p. Alex, sottolineando l'importanza del ruolo politico che che la comunità deve avere per saper collocare la propria posizione dentro l'Impero e non essere funzionale al sistema. Per fare ciò, è determinante fare un'attenta ANALISI della situazione, operare SCELTE alternative, attuandole anche attraverso STILI DI VITA coerenti.

Ci sono state quindi presentate le prime comunità cristiane, attraverso l'analisi del Vangelo di Luca e degli Atti (considerati come un'unica opera) e le lettere di Paolo (considerando in particolare le 7 lettere ritenute “più autenticamente paoline”):

•la COMUNITA' di GERUSALEMME - di poveri ed ebrei ellenisti, perseguitati dal sistema - raccontata nei primi 5 capitoli degli Atti da Luca  come primo tentativo di comunità alternativa dopo la morte di Gesù.
•Le COMUNITA' PAOLINE, fondate appunto da Paolo in Grecia, anch'esse alternative all'Impero, ma a differenza di quella di Gerusalemme, non obbligate alla legge ebraica.

E' stata quindi analizzata la figura di Paolo, cercando di “liberarla” dalla lettura conservatrice che ne è stata fatta nel tempo:

•Paolo è un EBREO, collocato dentro il contesto imperiale romano, che si fondava sullo sfruttamento degli schiavi e dei popoli dominati e sulla relazione clientelare. Lavora, si mantiene da solo per non cadere nelle mani dei potenti.
•Paolo diventa apostolo dei GENTILI, fondando comunità dove erano accolte anche persone non ebree e che si incontrano nelle case
•Lancia l'idea che le varie comunità formino una CONFEDERAZIONE di comunità che raccolga soldi da inviare a Gerusalemme (dove la comunità era più povera) affinché venga fatta uguaglianza (2Cor 8, 2-15 qui Paolo fa esplicito riferimento alla manna).

È interessante leggere come Paolo richiami le comunità più ricche ed inserite nell’Impero a non adattarsi ad esso, a non conformarsi alla sua logica ma a restare fedeli al Vangelo (1Cr 1, 13 –2,5 , 1Cr 1, 27-30 e tutta 1Cr)



Dopo una breve pausa ha preso la parola don Felice, che ha sottolineato che l'esperienza cristiana, essendo una relazione con Dio e con gli altri, è CAMBIAMENTO e rimarcando l'importanza del leggere la Bibbia a partire dal CONTESTO in cui viviamo, il cambio di epoca che stiamo vivendo. Da qui, nasce la necessità di ripensare e riprogettare il senso della vita oggi e di inventare strade nuove sulle quali camminare.

LEGGERE GLI ATTI CI AIUTA A RIPENSARE E REINVENTARE.

Uno strumento utile per accompagnare la lettura è il libricino di Felice Tenero “Atti degli Apostoli”,  La piccola Editrice, VT 2003.

Gli Atti si aprono con l’irruzione dello Spirito come un nuovo vento che invade l’umanità, una nuova creazione che rompe gli schemi per spaccare l’oppressione. Lo spirito viene manifestandosi in azioni straordinarie, ma è indispensabile riconoscerlo nelle azioni quotidiane ed ordinarie di uomini e di donne.

Viene presentata la comunità (At 2, 42-43), sottolineando l'aspetto dell'ASSIDUITA'.

Gli apostoli RACCONTANO la VITA di un TESTIMONE...3 le parole chiave:
•ANNUNCIARE
•TESTIMONIARE
•INSEGNARE, cioè rinnovare, approfondire la Parola di Gesù perché sia Luce.

Un insegnamento delle prime comunità è sicuramente quello che la comunione fraterna che è anche comunione di beni: la relazione passa anche dalla materialità, da qualcosa di concreto. Per queste comunità lo spezzare il pane non è solo nell’eucarestia, ma è l’assunzione di uno STILE DI VITA.

SFIDE PER NOI
•C'è fatica...occorre crescere per capire, leggere la situazione del mondo e dare risposte alle esigenze...RESISTENZA
•Tra l'ideale e il concreto c'è una grande differenza...occorre avere CREATIVITA'...forse non si può più fare da soli...
•E' importante lavorare sul nostro BAGAGLIO PSICOLOGICO, fatto di problemi personali, una non chiara identità, scarsa autostima, un'immaturità emotiva e relazionale, insicurezze...
•Viviamo in una società complessa, in una realtà pluralistica...occorre vivere in modo CRITICO in questa cultura...
•Siamo troppo centrati sulla dimensione soggettiva...occorre aprirsi ed essere disposti ad impegni duraturi
•Nella nostra società fratellanza, compassione sono valori difficili da portare avanti, che vengono tollerati ma non sollecitati dalla cultura corrente...occorre aver coscienza di essere minoranza per non chiudersi.

Nel pomeriggio, con pAlex, si è parlato di stili di vita, sottolineando che si tratta di un problema STRUTTURALE, oltre che PERSONALE. Gli stili di vita devono incidere a livello strutturale, affinché la CONVERSIONE PERSONALE operi una TRASFORMAZIONE del MONDO.

Concretamente occorre considerare:
1.Aspetto PERSONALE/COMUNITARIO:
- comportamenti alternativi nei confronti degli altri
2.Aspetto ECONOMICO-FINANZIARIO:
- scelte quotidiane: insieme, senza forzare
- cibo...ridimensionare
- spesa, supermercati, banche
- boicottaggi
- commercio equo e solidale
AGIRE NEL LOCALE PER LE ESIGENZE LOCALI!
PORSI PROBLEMI ETICI IN CAMPO FINANZIARIO!
3.Aspetto MILITARE
- nonviolenza attiva
- rifiuto delle armi e della bomba atomica (obiezione fiscale)
4.Aspetto MEDIATICO
- televisione
- media alternativi
5.Aspetto ECOLOGICO
- rifiuti...evitare prodotti “usa e getta” e gli imballaggi
- comprare il riciclabile
- vetro
- casa (impatto ecologico)
- privilegiare prodotti locali
- acqua

La giornata si è conclusa celebrando l'eucarestia nel Monastero delle Clarisse ad Urbino, un momento davvero semplice e bello di preghiera e condivisione di fronte a queste persone che, vivendo in clausura, sussurrano la forza dell'umiltà e dell'inutilità, e con un giro per la città.