Scrivo
a te,
con
gioia amico che a Mestre stavi con noi
e
a te che non sei voluto venire perché dovevi trovarti con gli
amici,
e
a te che credi che sia tutta roba da comunisti.
Scrivo
a te,
prete
di campagna che ieri hai pianto quando Valdenia ha raccontato la sua
storia,
scriva
a te, missionario, che hai gioito mentre Magouws spiegava la
liberazione del Sudafrica,
scrivo
a te, mamma, che, rapita nell’ascoltare Alex, ti sei dimenticata
che tuo figlio aveva sonno.
Scrivo
a voi ragazze e ragazzi che vi siete abbracciati come gesto di
accoglienza e avete ricevuto la forza delle parole di Ciotti.
Scrivo
a voi per dirvi grazie.
Grazie
perché avete avuto il coraggio di indignarvi. Di indignarvi di
fronte ad un’Italia che si chiude sempre più e che sta perdendo
il valore della legalità e dell’accoglienza, un’Italia sempre
più invischiata nel controllo delle mafie e sempre più infangata
da un capitalismo selvaggio che trasforma le pecore in cammelli, i
maschietti in bambine, la guerra in pace.
Grazie
perché avete pianto, grazie perché avete cantato, grazie perché
avete applaudito.
Grazie
perché vi siete arrabbiati della situazione attuale, di una guerra
possibile contro l’Iraq, di un mercato che costringe ad una guerra
infinita. Grazie per tutte quelle firme.
E
a te che non c’eri,
grazie
perché la prossima volta ci sarai.
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