IMMIGRAZIONE

Immigrazioni, tra problematicità e Cittadinanza umano-sociale

a cura di J-Pierre Piessou

 

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IMMIGRAZIONE

La pace nelle nostre mani

Verona, 1 settembre 2001

 

 

IMMIGRAZIONE

 

Immigrazioni, tra problematicità e Cittadinanza umano-sociale

a cura di J-Pierre Piessou

 

 

Quattro Volti della Testimonianza su fatti, situazioni, esperienze e desiderio di Cittadinanza attiva. Ben venga ad una carovana che ci porti fuori da ogni realtà stereotipata, pregiudiziale e ci permetta di gustare ed assaporare la novità di ogni cosa.

Sarà la carovana che ci potrà aiutare finalmente a far i conti con noi stessi e con ogni realtà che ci circonda. Le realtà sono ormai tante, tante quanti i volti delle persone che le portano quotidianamente e poi le riversano sulle nostre piazze e quindi nelle nostre coscienze.

Prendiamone una a caso. L'immigrazione. Molto dibattuta, molto chiacchierata direi, e poco riflettuta. I mass media e i loro editorialisti, spesso dei politici, ne hanno tratto dei vantaggi cospicui sia dai punti di vista elettoralistici che di immagine. Così il tema è entrato nelle nostre coscienze, solo come un problema di cui sbarazzarsi in maniera aggressiva. L'immigrazione è spesso considerata una delle piaghe dei nostri tempi.

Qualcuno scrive sui muri nostri "una tua firma, per allontanare gli immigrati dalla tua città" o ancora "via i clandestini immigrati, islamici" o ancora "immigrati rompicoglioni". Potremmo citare molti altri slogan eloquenti sulla realtà. Essi però ci danno la misura del grado della situazione e soprattutto sulla sua percezione collettiva.

Normalmente, si fa una duplice lettura dell'immigrazione. Una è di tipo criminalizzante e di rifiuto che si basa sui fenomeni ricorrenti, ovvero la microcriminalità, degli episodi di violenza, di aggressioni nei quartieri, di spaccio di stupefacenti ben volentieri attribuiti alla presenza degli "extracomunitari" a dire della gente troppo numerosi e fannulloni. La seconda è quella pietistico-assistenziale, inizialmente espresso dagli ambiti religiosi confessionali e successivamente dal mondo dell'associazionismo in generale e perfino dalle organizzazioni sociali, quali i sindacati dei lavoratori. Ma giri e rigiri, e si rimane un po' bloccati a questa visione assistenzialista, talvolta professionale e strutturalmente efficiente, anche nei risultati immediati. Si parla dei problemi, dei bisogni, delle esigenze. Si dibatte molto sui fattori dell'immigrazione e dei suoi perché. Taluni parlano dell'immigrazione come di un fenomeno epocale, irreversibile ed altri di un fatto di durata limitata legata semplicemente a fatti di cronaca nera e legati ai traffici degli esseri umani attuati dai grandi gruppi "mafiosi". Molto fumo e poco arrosto purtroppo. Mancano al dibattito i soggetti veramente coinvolti, cioè gli immigrati dei “quattro venti”. Mancano i loro veri volti, le loro storie vere e non inventate da qualche giornalista politicamente o sociologicamente orientato e pilotato. Non notizie "scoop" come si suole dire. Sono assenti i protagonisti veri, le loro esperienze che scalfiscono ogni elucubrazione mentale. Solo loro stessi ci possono fare assaporare la tristezza e la bellezza del loro "viaggio". La bellezza dei luoghi di provenienza, gli ostacoli incontrati nei paesi di approdo e soprattutto le aspettative. Quelle aspettative che sono sepolte dai silenzi rumorosi dei nostri giorni. Aspettative vere della realizzazione di sé attraverso la partecipazione e la creazione degli spazi dentro la città per sentirsi cittadino. Con responsabilità e Diritti, naturalmente.

Quali sono gli ostacoli a questa legittima aspirazione, sentirsi cittadina/o? Chi li rimuove e come? Ma allora a cosa serve essere cittadini in una realtà o in un contesto che fino a ieri era estraneo al proprio vivere, alle proprie tradizioni, alle proprie abitudini, anche alimentari. Il sentirsi cittadini partecipanti al vivere della società è già una realtà visibile o una utopia e quindi un sogno lontano da realizzarsi? dunque Sogni o realtà? Miraggio o desiderio realizzabile e a quale prezzo? Qualcuno ci è arrivato finalmente dopo molte lotte, e come? Ascoltiamo le voci dei testimoni. I cittadini immigrati presenti tra di noi e con noi dentro gli spazi creativi della nostra polis. Essi provengono da varie aree del nostro pianeta. E allora mentre li ascoltiamo, ci predisponiamo da ora in poi ad interagire con loro in ottica di impegno civile perché vengano rimossi i piccoli, grandi e terribili ostacoli che ancora ci allontano una moltitudine di noi immigrati e minoranze etniche da quel desiderio profondo di ogni essere umano, quello cioè di sentire di Essere considerato una Persona che ha la sua dignità, anche nelle povertà di mezzi, di poter esprimere delle responsabilità e di essere detentore di Diritti. Sì, i diritti ad avere una casa, degna di tale nome, di avere il Permesso di soggiorno‑permesso di Vivere in mezzo agli altri contribuendo alla crescita culturale, spirituale, umana, politica ed economica della Polis. I cittadini nuovi, cioè gli immigrati vogliono dare il loro contributo attraverso il loro lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative di servizi, nelle famiglie come assistenti familiari e badanti, nelle attività autonome; attraverso il loro patrimonio culturale ancora poco esplorato nei e dai contesti e spazi sociali in cui vivono. Vogliono offrire il loro contributo attraverso la messa a disposizione della collettività delle loro esperienze sportive, musicali, educative. E allora occorre rimuovere tutte le barriere che quotidianamente vengono frapposte. Ci serve la normalità nei rapporti. Solo la normalità può offrire raggi di speranza e dare La Pace!!

Abbattiamo le mura nuove e vecchie che impediscono a noi immigrati e a chi sceglie l'alternativa di accedere per esempio ai beni fondamentali, la casa, il lavoro, la salute, l'istruzione. Con questa carovana, i testimoni immigrati vogliono dire a chi si nutre e si accontenta di stereotipi e pregiudizi che l'Immigrazione‑emigrazione è una Risorsa da valorizzare in ottica di Relazione e di contatti umani. Non solo a parole!!! La Cittadinanza umano‑sociale è l'apice di un lavoro d'integrazione e di interazione.

 

 

 

Associazioni che operano nel settore: Aied, Amici di Cini; Amici di tutti i popoli; Amnesty International (Gruppo Italia 29); Anolf; Antigone Verona; Arci Verona; Arcigay‑Pianeta Urano; Associazione di solidarietà internazionalista di Verona; Associazione interculturale Impronte; Associazione. Missionaria; Associazione per la pace; Associazione Popolinfesta; Associazione Senegalese dei Touba; Atti 29; Azione Cattolica di Verona; Filo di Arianna; La Civetta; La Fraternità; Lapis; Le fate; Banca Popolare Etica; Beati i costruttori di pace; Ca’ Fornelletti; Caritas Diocesana; Centro il Melograno; Centro Missionario Diocesano; Centro Associazione Culturale Comunità Somala; Cesaim; Cestim; Cgil; Cisl; Uil; Circolo Pink; Collettivo studentesco Kontromano; Comitato Laico Antirazzista Cesar K; Comitato Veronese di Solidarietà con il Popolo Eritreo; Comitato per l'Educazione alla Mondialità Sommacampagna; Comitato "Passalacqua e S. Marta” per Verona; Comunità cristiane di base; Comunità dei Giovani; Comunità Emmaus Villafranca; Comunità La Madonnina; Comunità Valdese; Cooperativa Azalea; Cooperativa La Casa per gli extracomunitari; Cooperativa La Rondine; Cooperativa Sos Casa Villafranca; Donne in nero per la pace; Edizioni Achab; EWE Associazione della Gioventù (EYA); Ghanian Association Bussolengo; Gruppo ecclesiale veronese tra i Rom e i Sinti; Il Cireneo; Il Grillo Parlante; Kollettivo Porkospino; Migrantes di Verona; Mlal; Movimento nonviolento; Nigrizia; Pax Christi; Progetto carcere 663; Raggio; Soul clinic; Rete Radiè Resch; Rete Lilliput Verona; SSSB Solidarietà Sociale ai Senza Tetto e Bisognosi; UAAR Unione Atei Agnostici Razionalisti. (Queste associazioni appartenevano al cartello 2001 “nella mia città nessuno è straniero”)