|
Sono andato alla marcia della Pace, perchè
credo che il luogo del cristiano e del
missionario è la strada, è tra la gente. E' stato un rivivere le tante marce
fatte in
Brasile con i sem-terra, con i ragazzi di strada, con la gente per chiedere Vita
e Pace.
Nella periferia di Sao Paulo, i poveri delle comunità dicevano che il
missionario deve
avere due caratteristiche:" rezeiros e rueiros", cioè un persona di
preghiera e una
persona di strada, che partecipa al cammino e lotta della gente.
Qui in Italia non sono venuto per riposarmi ma per continuare
ad essere missionario
comboniano qui e adesso. Quindi sono andato alla marcia per annunciare con la
presenza, lo
stare, il camminare. La marcia avevo una connotazione politica? Certo, ma noi
eravamo lì
per causa della Politica con la P maiuscola, per la Vita, la giustizia, i poveri
del
mondo. E se queste cose non le dice e le fa il missionario e la Chiesa chi le
deve dire e
fare?
Mi ha fatto vibrare quel fiume di gente, diversa, ma gridando
e chiedendo pace. Io
l'ho fatto come missionario. E la gente lo vedeva e capiva: dai nostri canti,
gesti,
parole, presenza.
Durante le ore di marcia mi veniva spesso alla mente la
figura di S.Francesco e di
D.Comboni. Anche loro erano lì che camminavano con noi grazie ai nostri piedi e
ai piedi
di tanti, tantissimi perchè credavamo nello stesso sogno: un mondo giusto e
fraterno, di
pace e fraternità.
Continuiamo a camminare insieme sulle strade del mondo e di
ogni persona e povero.
P.GIORGIO PADOVAN
Missionario Comboniano
Marciare la Pace
Migliaia di anime diverse protese in un unico lungo cammino di pace. Mille
colori e mille
sigle , mille slogan , mille voci e mille perché , e tra questi anche i nostri
, anche
noi!
Camminare con la gente, e quanta gente ! marciare insieme a sguardi, sorrisi e
parole
amiche, bandiere, canti, speranze e dolori alla conquista di un' unica grande
utopia.
Cantare con la gente,e quanta gente !, incontrarsi, accorgersi che ognuno nella
sua
grandezza rende possibile un' idea, che ognuno se non ci fosse non sarebbe la
stessa cosa,
che la pluralità è una ricchezza non uno svilimento della propria cultura , se
si accoglie
con amore maturo.
Ridere con la gente, e quanta gente !,sostenersi quando il cammino si fa duro,
farlo
insieme perché così passa meglio, perché così ci si sente meno pazzi al
mondo quando si
crede a qualcosa di grande . Scoprirci capaci di libera voce per rompere
ipnotici e
deliranti tormenti che in questi giorni hanno un solo tremendo aggettivo :
guerra ; e
dichiarare alla luce del caldo e propizio sole Assisino , che il popolo
vuole la pace!
Confidarsi con la gente, e quanta gente!, chiedere come sta, raccontare che fai
fatica, ma
che vuoi e ti impegni perché quel cammino non finisca mai, sentirsi vita in un
mondo
malato , profeta di un grande Maestro e uomo con tutti i suoi limiti spesi con
gioia al
servizio del sogno di DIO.
Nessuno , né censure né ipocrisie né violenze né raggiri potranno mai
imprigionare la
voce di pace nei loschi palazzi dell' inganno , negli spietati mercati del
profitto , nei
gelidi e inanimati schermi manovrati da voraci sciacalli , nei dimenticati
meandri della
coscienza dove dense paludi ricoprono da immemore momento la parte
migliore dell' uomo ,
creatura Divina , per sempre : noi eravamo a dimostrarlo e saremo pronti a
farlo ogni
qual volta , l'anima nostra palpitando ce ne concederà la grazia.
Chiedersi con la gente e quanta gente! come fare perché la pace possa essere
prevista nel
mondo diverso possibile che sogniamo . Siamo talmente tanti a sognare che
è possibile ,
restando uniti , realizzare ogni cosa , specie quando in questa cosa c'è la
volontà del
Padre.
Sorreggersi con la gente e quanta gente ! perché viene sete, le gambe sono
stanche, i
piedi sono rossi, e ti chiedi ad un passo se ne vale la pena, all'altro ti
convinci che
vuoi andare avanti . E poi , quando ti accorgi che c'è un Dio che cammina al
tuo fianco lo
stupore cancella l'affanno ed effonde vigore nuovo all' anima e al corpo.
Gridare con la gente e quanta gente ! , perché soffri un mondo così dove sei
responsabile
ogni giorno delle sofferenze altrui. Amico , fratello , unisci anche la tua voce
al coro
di pace , divieni anche tu luce di speranza , testimone di salvezza , gioia di
vita ; non
sono l' uomo ma è anche l' Amore che lo richiede.
Ringraziamo Dio perché ci mette in cuore la forza di crederci e suscita gente
che c'è
semplicemente , senza paura, che scende per le strade e testimonia la pace.
Stare con la gente, anche in silenzio, a fatica, senza capire, anche senza
pensare, sudare
con la gente, salire e scendere, fermarsi e ripartire con le gente è il mezzo
col quale il
Signore desidera il riscatto del mondo alla vita . Come sempre non lo chiede ai
potenti ma
agli umili rivela la buona novella , il cammino di pace. Questa quindi è , oggi
come ieri
, la rivoluzione di Dio !
I postulanti comboniani
Davanti a noi Assisi
soffocata d'azzurro
e di luce
l'orizzonte di ogni luogo
e di ogni cuore
il miraggio di ogni deserto
Mentre accolgo la mano
dei fratelli in cammino
umile e pura
forte e possente
riflette dentro di me
la pace
Marco (Roma)
<marcomaresca@libero.it>
Jambo! Sono Daniela, ho partecipato anch'io alla
Perigia-Assisi e colgo l'occasione
per sfogarmi un pò. Sono di Troia e da qui siamo partiti sabato sera. Con me e
il mio
gruppo, 10 in tutto, c'era anche p.Daniele. Alla faccia e come cammina, quasi
non si vede
che per giorni ha mangiato chilometri con i suoi sandali!!! Dopo solo una decina
di
chilometri ce lo siamo persi e lo abbiamo rivisto di sfuggita sfreggiare in
macchina
diretto a Firenze mentre noi ancora non arrivavamo alla nostra meta. E devo dire
che poi
non ci siamo arrivatie ci siamo fermati direttamente al parcheggio del pulman.
La cosa che
più mi ha colpito, e credo anche tutti gli altri, è la quantità infinita di
persone,
giovani e non più tanto giovani, bambini nei passeggini e cani,... in alcuni
punti si
vedeva chiaramente il serpentone che ci precedeva lontano già diversi
chilometri, se poi
ti voltavi dietro vedevi ancor più gente. Tanta gente, tutta diversa, molto
diversa. Per
me non era la prima volta, l'avavo fatta tutta già nel '97 e nel '91(forse,
comunque non
avevo più di dieci anni) e non me la ricordavo così dura, forse era la folla
che l'ha resa
così difficile oppure è la situazione mondiale che rende più remota la
possibilità di una
pace vera. Intendiamoci, io ci chedo che "un altro mondo è
possibile"! C'era un bello
striscione che mi ha fatto notare Daniele: <<PACE: COMINCIO IO!!>>,
Ecco questo è quello
che intendo io per Pace vera. Un altro bel gesto è stato quello del signore che
incurante
delle ideologie politiche, religiose, culturali o no-global ha preso la pompa
che
innaffiava il suo giardino e ha cominciato a gettare acqua su di noi che al
presunto13esimo chilometro di marcia non ce la facevamo quasi più, oppure
quella giovane
coppia di San Remo che ha gentilmente ha riaccompagnato al parcheggio senza
neanche
conoscere la strada tre delle mie amiche che alle 19.30 camminavano ancora,
oppure
un'altra gentile signora che da Bastia ha riportato un'altra pellegrina foggiana
persa
alla stazione. Forse con queste basi si riesce a cambiare stile di vita? Chi
vedrà vivrà.
Come mi sento oggi? BEne perchè so che quello che ho fatto ieri è una cosa
bella, perchè
mi sono divertita a cantare con il gruppo di Legnaro ( se qualcuno di loro
leggerà questo
messaggio: noi siamo ancora interessati alle magliette: possiamo metterci
daccordo?),
perchè sono riuscita a mantenere la pace con il mio stanco fratellino per tutto
il
iorno( e non è cosa da poco), perchè qualndo alla fine ho pianto vedendo il
pulman che mi
avrebbe portata a casa ero contetna di essere stata una delle prime ad arrivare,
perchè
come diceva un volantino attaccato ad un segnale stradale "un km a piedi
scalzi per
solidarietà ai profughi afgani" io ho strappato due paia di calze
camminando senza scarpe
per molto più di un km, perchè nonostante c'era abbastanza tensione
soprattutto nei punti
in cui si procedeva a passo di lumaca nessuno si è lamentato più di tanto
generando
discussioni facili a nascere mantenendo in ogni circostanza la calma e lo stato
d'animo di
chi ci crede sul serio, ma ogni volta che devo spostare le braccia per
schiacciare i tasti
sulla tastiera sento i muscoli del collo scricchiolare dolorosamente. Bene,
credo di aver
finito, so bene che quello che ho scritto non è altro che una serie di ovvietà
per chi
c'era ma chi non c'era non può neanche immaginare il clima. Ora concludo con
l'ultima
frase di ieri notte prima di crollare stanca morta sul sedile del pulman:
"la prossima
volta che mi viene questa splendida idea tagliatemi i piedi" . Ciao a tutti
e scusatemi se
vi ho annoiato.
P.S. a Daniele: non ci siamo salutati ma tutto il gruppo di Troia voleva dirti:
BUON
VIAGGIO E GRAZIE PER L'ALLEGRA PASSEGGIATA!!!!!!!
<daniela.labella@tin.it>
|
|
|
Sono stato alla Perugia-Assisi, ho
camminato lentamente, mi sono lasciato
attraversare dal fiume di gente e non ne ho visto mai la fine. I coloro
diversi, i cartelli, striscioni, costruzioni espressive e di trasporto , le
più fantasiose, di questo si sono beati i miei occhi. Alla fine non
arrivavo più, a Santa Maria degli Angeli ero un bel po' stanchino, ma vedere
Assisi là davanti era bellissimo, e allora sono salito, sono arrivato in
fondo, sono entrato nelle basiliche, ho guardato il soffitto
azzurro-turchese, gli affreschi di Giotto, che non avrei immaginato di
vedere in mezzo a quella stanchezza e a quel sudore, le crepe ancora
evidenti del terremoto, e mi sono fermato. Scendendo si vedono ancora i
Container del terremoto.
Tornando a casa mi sono reso conto che nei Tg si parlava di altro, dei metri
di Rutelli e di D'Alema, ho avuto un moto di rabbia : chi se ne frega!
dobbiamo convincerci che bisogna abbandonare il mondo dei media, che usa
tutti, contestatori e potenti, li mette tutti insieme, li riduce ai propri
copioni-fiction, abbandoniamoli: la realtà la si conosce solo standoci,
toccandola, me ne sono reso ancora una volta conto, la marcia la si capiva
standoci, non da nessun resoconto giornalistico e lo stesso la povertà, la
guerra e tutte le realtà. Bisogna contestarlo anche nei mezzi questo
sistema, la Tv ormai è falsa in sè, affidiamoci alla poca visibilità invece
che alla visibilità, alla lentezza di tutti i Km di Assisi invece che alla
rapidità. Pe conoscere e cambiare i parametri sono: la fatica, la lentezza,
la pazienza, la sconfitta, il silenzio, la poca visibilità : ci dobbiamo
credere anche un po' da cristiani no ? Che le cose apparentemente deboli,
poco scintillanti, inutili, faticose sono quelle che smuovono le montagne,
che vincono. E crediamo in questo anche nei modi di contestare. Ghandi
parlando di spirito ha fatto una rivoluzione sociale.
"A nossa morte è uma vitoria com aparencia de derrota"( la nostra
morte è
una vittoria con apparenza di sconfitta) Ezechiele Ramin. Crediamoci in
questo.
Il popolo multiforme, è sicuro, ha marciato contro la guerra, ogni
guerra,
per il cibo, l'acqua e il lavoro per ogni popolo della terra. Richiedere
acqua e cibo, potrebbe sembrare riduttivo rispetto a concetti più profondi
di giustizia, uguaglianza, ma purtroppo, è sconcertante, lo si vede ora con
i profughi Afghani : ci sono popoli e popoli che mancano ancor prima di
tutto,semplicemente e così concretamente : di CIBO E ACQUA !!!
Tullio <tullmanc@tin.it>
Un giorno non mi basta per arrivare alla Pace. Un giorno
non è bastato per
arrivare alla fine del cammino.
Sono andata alla marcia per la Pace Perugia-Assisi. Questo è il racconto con
tutta l'ingenuità dei miei 21 anni: avevo deciso di andare ancora a metà
agosto, dopo aver letto il libro di Rigoberta Menchù. Dopo l'11 settembre
non ci volevo più andare, avevo paura che tutto venisse strumentalizzato.
Come è andata? Il racconto è un po' lungo.
Domenica, 14 ottobre
Ore 24.
Questo viaggio inizia e finisce nella notte.
A Mezzanotte parto da casa con 2 ore di ritardo per andare a dormire (?) a
30 km a sud di Vicenza, a Noventa (Vi), a casa di un'amica.
Questo viaggio inizia nella notte: la notte della paura, la notte del buio
illuminato non dalle stelle, ma dalle bombe sui nostri sogni.
Ore 4.30
La partenza vera, con il pullman, anche se dopo solo 3 ore di riposo.
Vai, sentinella del mattino, tu annunci l'alba di un nuovo giorno, ma il tuo
annuncio va fatto quando è ancora buio.
Ore 10.30, Perugia, ponte San Giovanni
Prima tappa del cammino: quanta gente ha sete di Pace oggi, di questo Ti
ringrazio, Signore, ma siamo tutti alla partenza senza sapere che direzione
prendere.
"Che cercate?" Ci chiedi fissando il Tuo sguardo
"Dove abiti?"
"Vieni e vedrai"
E si parte verso Assisi, ma Signore, mi raccomando, fai strada Tu, là
davanti, non vorrei sbagliare strada.
Ore 11, Collestrada
Quanti colori: il rosso, il giallo, l'azzurro, il verde. Di che colore è la
Pace?
Il nero dei black bloc non c'è, ma chi cavolo ha spaventato gli abitanti di
questo paese e di tutte le case lungo il cammino? Non vedo che porte e
finestre chiuse. Silenzio.
Ore 11.30
Gli amici allungano il passo, rischi di rimanere sola nel cammino, muoviti
Chiara!
Ma questa non è una gara, vi prego camminiamo insieme, non lasciamo che
passi differenti ci dividano: verso la Pace si cammina insieme.
Penso a Gesù che si accosta e cammina con i due discepoli diretti ad Emmaus:
Lui fa il loro passo, non viceversa! Cioè non impone uno stile, non chiede
loro di adattarsi, ma è Lui che si adatta.
Ore 12
Già siamo in cammino da un po' ma non si parla tra noi, ognuno chiuso tra i
suoi pensieri: dove è il nostro dialogo concitato, dove sono i nostri dubbi
su tutto ciò che sta succedendo?
Ore 12.30
Non vedo la testa del corteo e nemmeno la fine. Dico ai primi: siate
profeti, tracciate il cammino, arrivate lassù, noi vi seguiremo, ma non
rinunciate che anche gli ultimi, quelli con il passo (e la gamba) più corto,
quelli che si attardano, non rinunciate che anche loro arrivino alla meta.
Ore 13, Ospedalicchio
Amici miei, vi lascio andare al vostro passo, non posso farcela - quante
volte chiediamo a chi ci sta vicino di muoversi, di accelerare, perché non
abbiamo tempo da perdere? E così ci perdiamo entrambi.
Andate, io rimango con gli amici più lenti, quelli che stanno dietro e non
smaniano di arrivare primi. Ci ritroveremo.
Ore 14
Dove sono i cristiani? Non li vedo! In questo cammino manca un po' più di
sale.
Siamo in minoranza, anche se andiamo verso un luogo santo. Le croci ci sono
e sono felice di poter dire che sono portate con semplicità.
Ore 15, Bastia Umbra
Mancano pochi km, ma è ora che la fatica si fa sentire di più. Una sosta
prolungata a ristorarsi, vorremmo fermarci: perché continuare? Non abbiamo
già camminato abbastanza?
Ore 16, Santa Maria degli Angeli
E' il mio arrivo, ci fermiamo qui a soli 5 km da Assisi e dalla sua Rocca -
possiamo purtroppo solo contemplare la Pace da quaggiù e vederla ancora
distante. Dopo innumerevoli guerre, un'altra ne è scoppiata. Tutta la
pazienza di Dio nell'educarci, e noi ancora testardi a ricominciare un'altra
guerra. E Lui di nuovo ricomincia di nuovo.
Il cammino verso la Pace è ancora in salita, mi devo fermare qui e cercare
il mio pullman tra altri 100. Ho solo 30 minuti.
Ore 23.30, Noventa (Vi)
Dopo aver trovato il resto di amici e il pullman, siamo partiti. Ora sono a
Noventa: in 30 minuti potrei essere a casa. Ma questa notte è ancora lunga,
qualche amica è nell'altro pullman, partito 2 ore dopo il mio.
Ore 1.45 Vicenza
Finalmente a casa! Dopo un'attesa di quasi 2 ore e un'altra di viaggio, sono
tornata.
Questo viaggio inizia e finisce nella notte.
Questo viaggio finisce nella notte: sono partita per scoprire il significato
di Pace nella mia vita, perché Gesù si incontra per le strade polverose, per
tutto questo e perché ho sete d'eternità.
E ora mi ritrovo al punto di prima: so che cosa non è Pace, so come si
strumentalizza politicamente un momento che Capitini (il primo nonviolento
italiano e ideatore della marcia nel 1961) aveva sognato come apartitico.
Martedì, 16 ottobre 2001
I finali così non mi piacciono. Aggiungo questo Post Sciptum: cosa possiamo
fare noi per la Pace da qua? Cosa possiamo fare che non siano parole e solo
parole?
Il mio lunedì sera è dedicato agli stranieri, il mio servizio. In questo
ultimo mese diversi amici mi hanno chiesto se non è pericoloso stare con
loro, mi hanno chiesto se ho paura, se non è il caso che mi dedichi ad altro
volontariato (ma quando capiranno la differenza tra volontariato e
servizio?)
Certo che ho paura, ma ho paura come ce l'hanno loro. Anzi loro ne hanno di
più, perché io posso andare a dire ad una marcia, loro non hanno questo
diritto. Non hanno parola.
Ieri sera Tarik, un ragazzo marocchino musulmano mi ha reso felice
regalandomi un bellissimo chador giallo e con i lustrini luccicanti. Non è
un gesto maschilista, ma il dono di un ragazzo povero che vuole esprimere il
suo grazie e lo fa con qualcosa che per lui è bello.
Tarik in arabo vuol dire stella cometa: ha illuminato questa mia notte.
Chiara dmchiara@hotmail.com
|