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Traduzione informale

dall'originale in lingua inglese

COMUNICATO G8


Genova, 22 luglio 2001

(Le note in neretto incolonnate a destra sono di Alberto Castagnola)

 

 

1. Noi, i Capi di Stato e di Governo di otto delle principali democrazie industrializzate ed i rappresentanti dell'Unione Europea, ci siamo riuniti a Genova per il primo Vertice del nuovo millennio. In uno spirito di collaborazione abbiamo affrontato i problemi più pressanti dell'agenda internazionale.

2. Come Leader democratici, responsabili verso i nostri cittadini, crediamo nell'importanza fondamentale di un dibattito pubblico ed aperto sulle principali sfide che le nostre società devono affrontare. Promuoveremo soluzioni innovative basate su di un'ampia partnership con la società civile ed il settore privato.

La proposta di collaborazione con la società civile, in linea di principio si può giudicare positivamente, salvo poi verificare in concreto chi viene considerato rappresentare questa società civile e quali poteri gli vengono effettivamente riconosciuti.

La collaborazione con il settore privato finora ha significato tentare di coinvolgere le imprese multinazionali ( il “Global Compact” teorizzato da Kofi Annan) giustificandolo con la carenza di fondi.

 

Ricercheremo, inoltre, una cooperazione e solidarietà più accentuate con i paesi in via di sviluppo, basate su una reciproca responsabilità per combattere la povertà e promuovere lo sviluppo sostenibile.

 

Viene attribuita una responsabilità della condizione di povertà agli stessi Stati del sottosviluppo, ma non si accenna minimamente alla cause. La formula dello sviluppo “sostenibile” viene utilizzata ancora una volta senza precisare che cosa si intende per sostenibilità. Ad esempio vengono qualificati come sostenibili i recenti compromessi sulla compensazione degli inquinamenti nel Nord con la ricostituzione di “foreste” di alberi per usi industriali nel Sud.

 

3. Siamo decisi a far sì che la globalizzazione lavori a favore di tutti i nostri cittadini e specialmente per i poveri del mondo. Includere i paesi più poveri nell'economia globale è il modo più sicuro per rispondere alle loro aspirazioni fondamentali. Abbiamo concentrato le nostre discussioni sulla strategia per riuscire in questo intento.

 

Viene ancora una volta ribadito il valore tutto positivo dell’inserimento nei processi di globalizzazione dei paesi più poveri, senza nemmeno un accenno all’aumento della divaricazione verificatosi negli ultimi 50 anni e alla mancanza di alcuna garanzia che la attuale economia in via di globalizzazione possa una volta o l’altra in un futuro del tutto indefinito inglobare anche i paesi del sottosviluppo.

 


Un approccio strategico alla Riduzione della Povertà

 

4. La situazione in molti paesi in via di sviluppo - specialmente in Africa - richiede una decisiva azione globale. La strategia più efficace per ridurre la povertà è quella di mantenere un'economia globale forte, dinamica, aperta ed in crescita. Questo è l'impegno che ci assumiamo.

 

Anche se proprio in Africa si constatano da tempo le maggiori

divaricazioni con le zone industrializzate del Nord, nulla viene detto su eventuali modifiche di strategie necessarie o su interventi specifici e urgenti per questo Continente.

 

5. Continueremo anche ad offrire un'assistenza efficace allo sviluppo per aiutare gli sforzi dei paesi in via di sviluppo volti a realizzare una prosperità di lungo periodo.

 

Continueremo” è una parola terribile perché cancella tutte le crescenti riduzioni verificatesi ormai da parecchi anni nel flusso degli aiuti allo sviluppo. Men che meno dice qualcosa sulla inefficacia di molti tipi di aiuto e sui danni causati da molti interventi.

 

In linea con le conclusioni della "Terza Conferenza dei Paesi Meno Avanzati" (LDC III) e con la "Dichiarazione del Millennio", appoggiamo un approccio strategico centrato sui principi di gestione autonoma delle problematiche (ownership) e di partnership.

 

Purtroppo la “gestione autonoma” più che ad una effettiva indipendenza nell’uso delle risorse una volta messe a disposizione, sembra alludere ad una specie di corresponsabilità, che se legata a obiettivi e criteri operativi imposti dai paesi o dagli organismi che concedono delle risorse non modifica in nulla lo stretto controllo esercitato dai donatori sulle scelte di uso dei finanziamenti e delle altre risorse messe a disposizione.

 

Nell' interesse comune dei donatori e dei beneficiari degli aiuti, assicureremo un uso efficiente delle risorse limitate .

 

Si sperava in un qualche impegno del G8 per garantire un finanziamento straordinario, diretto a segnalare un cambiamento di strategie e uno sforzo molto maggiore che in passato volto a modificare in modo se non risolutivo almeno radicale i tremendi problemi che tormentano oltre la metà dell’umanità. E invece si promette solo una maggiore efficienza nell’interesse anche dei paesi donatori.

 

6. Sistemi di "governance" aperti, democratici e responsabili, basati sul rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto, sono precondizioni per uno sviluppo sostenibile ed una solida crescita. Pertanto, aiuteremo i paesi in via di sviluppo a promuovere:

·         responsabilizzazione e trasparenza nel settore pubblico

·         quadri di riferimento giuridici e regimi di gestione dell'impresa per combattere la corruzione

·         salvaguardie contro la malversazione e l'uso di fondi pubblici in impieghi non produttivi

·         accesso al sistema giuridico per tutti i cittadini, indipendenza del potere giudiziario e

·         disposizioni di legge che consentano l'attività del settore privato

·         coinvolgimento attivo della società civile e delle Organizzazioni Non Governative (ONG)

·         libertà delle attività economiche.

Dal canto nostro:

·         daremo piena applicazione alla Convenzione OCSE contro la corruzione

·         sosterremo gli sforzi delle Nazioni Unite volti a creare uno strumento efficace contro la corruzione

·         incoraggeremo le Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB) ad aiutare i paesi beneficiari nel rafforzare il controllo della spesa pubblica e la gestione del bilancio.

 

Sarebbe interessante sapere perché proprio in questa fase storica, dopo oltre 50 anni di politiche di sviluppo, si è deciso di sottolineare l’importanza di avere nel Sud sistemi statuali e di governo funzionanti e rispettati.

Leggendo attentamente si nota che l’accento viene posto sul fenomeno della corruzione ma non una parola viene spesa sul fatto che buona parte dei meccanismi di corruzione ha avuto origine nel nostro sistema economico e politico, ad esempio per quel che riguarda le tangenti sulle vendite di armi e la concessione dei prestiti o i finanziamenti fatti pervenire in varie forme ai regimi militari o dittatoriali.

Numerosi sono invece i riferimenti alla liberalizzazione del settore privato e in genere delle attività economiche. Ciò significa, come è noto, che continueranno le privatizzazioni delle poche industrie pubbliche create negli scorsi decenni e la importazione e riesportazione di capitali e di profitti

Infine, è da notare che nelle Banche Multilaterali di Sviluppo è in genere inclusa anche la Banca Mondiale.


Alleggerimento del debito, ed oltre

 

7. L'alleggerimento del debito - specialmente l'Iniziativa Rafforzata a favore dei paesi poveri maggiormente indebitati (HIPC) - è un valido contributo alla lotta contro la povertà, ma non è che uno dei passi necessari per stimolare una crescita più rapida nei paesi molto poveri. Siamo lieti che ventitré paesi si siano qualificati per beneficiare dell'Iniziativa, per un ammontare totale di riduzione del debito pari ad oltre 53 miliardi di dollari, a fronte di un debito iniziale pari a 74 miliardi di dollari. Dobbiamo continuare a fare progressi in questa direzione.

8. In particolare, la nostra attenzione è rivolta ai paesi in conflitto, affinché rinuncino alla violenza. Quando ciò si verificherà, confermiamo che intensificheremo i nostri sforzi per aiutarli ad adottare le misure necessarie per beneficiare della riduzione del debito. Ribadiamo che l'iniziativa HIPC, in congiunzione con le riforme interne volte ad assicurare solide politiche nazionali ed un comportamento responsabile da parte dei donatori, è finalizzata a risolvere in maniera duratura il problema dell'indebitamento insostenibile.

Gli impegni assunti in merito al debito estero dei paesi sottosviluppati sono lontanissimi da quanto ci si poteva attendere da un vertice la cui importanza per lo sviluppo dei paesi poveri è stata così pubblicizzata e non aggiungono nulla a quanto non fosse stato già deciso ormai da molti anni.

L’iniziativa per i paesi più poveri e più fortemente indebitati risale infatti al 1996. Ha per oggetto in principio solo 41 paesi, dei quali 11 sono stati subito esclusi dall’alleggerimento in quanto giudicati capaci di continuare a pagare rate di restituzione del capitale scadute e interessi che maturano ogni anno.

Dei 30 paesi rimasti solo 23 sono stati ammessi alla procedura di riduzione parziale, poiché per gli altri si attende che risolvano i conflitti in cui sono implicati o vittime. L’ammontare complessivo della riduzione sarà di 53 miliardi di dollari su un totale di oltre 2550!

Il testo poi non dice che la riduzione sarà effettuata dopo sei anni: i paesi devono per tre anni rispettare le politiche di aggiustamento strutturale imposte dal Fondo Monetario Internazionale e nei successivi tre anni devono ottenere risultati economici positivi! (per ulteriori dettagli, cfr. in allegato il comunicato della Campagna “Sdebitarsi”).

In ogni caso viene sostenuto a chiare lettere che l’alleggerimento ha come scopo la risoluzione dei problemi dell’indebitamento insostenibile, cioè della pratica impossibilità di pagare, mentre non si preoccupa minimamente di creare le condizioni per uno sviluppo significativo.

 

9. Al di là dell'alleggerimento del debito, abbiamo concentrato la nostra discussione su tre elementi che si rafforzano a vicenda:

·         maggiore partecipazione da parte dei paesi in via di sviluppo al sistema commerciale globale

·         maggiori investimenti privati

·         iniziative per promuovere salute, istruzione e sicurezza alimentare.

 

10. Libero commercio e investimenti alimentano la crescita globale e la riduzione della povertà. Per questo motivo abbiamo oggi convenuto di dare il nostro appoggio al lancio di un nuovo e ambizioso Round di negoziati globali in materia commerciale, con un'agenda bilanciata.

 

Il vertice ha ribadito il suosostegno al rilancio dei negoziati globali sul commercio internazionale, senza però chiedersi come mai periodicamente sia necessario cercare di rimuovere gli ostacoli agli scambi che i paesi ricreano senza interruzioni, per proteggere le proprie produzioni o per evitare l’invasione di prodotti commercializzati dalle imprese multinazionali.

Le ultime parole vogliono forse dire che vantaggi e danni saranno equamente ripartiti? Però l’uguaglianza tra gruppi di paesi in condizioni molto diverse non comporta certo un trattamento giusto per i più poveri.

 

11. Mentre aprire i mercati attraverso negoziati globali offre il beneficio economico maggiore per paesi in via di sviluppo,

 

Il testo non perde occasione per ribadire che il massimo dei vantaggi sarà garantito solo attraverso politiche concepite in una prospettiva di globalizzazione.

 

approviamo pienamente le misure già adottate per migliorare l'accesso ai mercati per i paesi meno avanzati (LDC), quali l'Iniziativa comunitaria "Everything but Arms",

 

Si tratta della politica adottata dall’Unione Europea che prevede l’apertura del mercato unificato europeo alle merci dei paesi più poveri, ad esclusione delle armi. Si può notare che in genere le armi provengono dai paesi industriali e che nel corso del dibattito per l’approvazione di questa politica si è più volte sottolineato che vi sono scarsissimi rischi di vedere i mercati dei paesi europei invasi dalle merci realizzate nei paesi più poveri, che finora sono riusciti ad esportare per cifre assolutamente irrisorie.

Ovviamente l’idea dell’apertura dei mercati non può essere considerata in sé negativa; dovrebbe però essere garantito che le multinazionali non aprano immediatamente delle filiali per l’esportazione in questi paesi e che quindi le libere esportazioni verso l’Unione Europea siano riservate ai produttori locali.

Si può inoltre notare che l’idea, più volte presentata come una svolta del tutto originale dagli ultimi governi italiani, era in realtà ripresa dalle attività preparatorie in corso presso l’Unione.

 

le preferenze generalizzate e tutte le altre iniziative finalizzate allo stesso obiettivo. Confermiamo l'impegno annunciato alla Terza Conferenza sui Paesi meno Avanzati (LDC III) di lavorare per un accesso privo di dazi e di quote per tutti i prodotti provenienti dai paesi meno avanzati.

 

Preoccupa che non si parli della eliminazione delle barriere non tariffarie ( ad esempio delle specifiche tecnologiche o sanitarie richieste per le merci che devono circolare in Europa) e che i paesi più poveri potrebbero non essere in grado di garantire, svuotando quindi gli aspetti positivi della nuova politica.

Nulla si dice sui tempi di entrata in vigore della normativa di favore e soprattutto della necessità di sostenere con adeguate politiche commerciali e pubblicitarie i tentativi di inserimento sui mercati degli esigenti consumatori europei.

 

Appoggiamo gli sforzi compiuti dai paesi LDC per accedere al sistema commerciale globale e per approfittare delle opportunità offerte da una crescita basata sul commercio.

 

In realtà nell’intero paragrafo non si dice nulla di nuovo rispetto a quanto è già in fase decisionale in altre sedi, diverse dal G8.

 

12. Un accresciuto accesso al mercato deve essere accompagnato dalla capacità di trarne profitto. Pertanto, per aiutare i paesi in via di sviluppo a beneficiare dei mercati aperti, coordineremo meglio la nostra assistenza nel settore del commercio, in modo tale da:

·         fornire assistenza bilaterale sugli standard tecnici; sui sistemi doganali; sulle legislazioni necessarie per accedere all'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO);

 

In realtà l’assistenza tecnica è prevista ma solo sul piano bilaterale e comprende anche le coscenze necessarie per accedere alle trattative e ai controlli del WTO, in sostanza per entrare a far parte dei meccanismi della globalizzazione

 

·         per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale;

 

Queste misure sembrano essere a vantaggio dei paesi sottosviluppati, cioè come se essi producessero tanti brevetti da proteggere dall’avidità dei paesi del Nord e delle multinazionali. In realtà si intende introdurre legislazioni e organismi di controllo per garantire all’interno del paese povero il pieno rispetto dei diritti connessi ai brevetti detenuti dalle multinazionali (regolare pagamento delle royalties, rispetto dell’integrita delle conoscenze coperte dai brevetti, protezione da attacchi provenienti da paesi terzi, ecc.)

 

·          per lo sviluppo delle risorse umane

·         sostenere il lavoro del "Quadro Integrato per l'Assistenza Tecnica in Materia Commerciale"

·         incoraggiare le istituzioni finanziarie internazionali a dare il loro aiuto nella rimozione degli ostacoli al commercio ed agli investimenti, ed a stabilire le istituzioni e le politiche necessarie affinché il commercio prosperi

 

Anche in questo caso si tratta di sostegno alle misure di liberalizzazione, in particolare per favorire i movimenti di capitale e la libertà di investire e disinvestire senza controlli.

 

·         incitare i paesi a dare importanza centrale all'espansione commerciale, integrandola nelle strategie per la riduzione della povertà.

 

Questa frase, che potrebbe anche essere una affermazione solamente formale, sembra celare una problematica ancora non sufficientemente approfondita, cioè quella dei reali contenuti delle strategie contro la povertà, che in ultima analisi potrebbero anche ridursi ad una semplice riproposizione delle politiche finora seguite, ad eccezione di una maggiore concentrazione degli interventi nelle fasce più povere delle popolazioni. L’accento qui posto sui legami tra lotta alla povertà e espansione del commercio con l’estero suscita forti perplessità, sia perché ci si domanda come si possano mettere in correlazioni le popolazioni più misere ed emarginate, tormentate da bisogni essenziali e urgenti, con delle politiche di inserimento su mercati lontani e complessi, quando la poverta di massa richiederebbe per prima cosa una forte priorità attribuita alla soddisfazione dei bisogni essenziali, sia per garantire la sopravvivenza, sia per valorizzare le capacità umane su larga scala.

 

13. L'incremento degli investimenti privati è essenziale per generare la crescita economica, per accrescere la produttività e per elevare il tenore di vita. Per aiutare i paesi in via di sviluppo a migliorare l'ambiente per gli investimenti privati, sollecitiamo le MDBs e le altre istituzioni internazionali competenti a sostenere i loro sforzi per le riforme interne, compreso il ricorso a partnership pubblico-private e alle "best practices" nel campo degli investimenti, come pure a codici di condotta e standard per i regimi di gestione delle imprese, a standard di contabilità, a regole per la concorrenza ed a regimi fiscali trasparenti.

 

Non vi è nulla di nuovo in queste raccomandazioni rispetto alle politiche finora adottate a livello internazionale (eche hanno avuto risultati non certo brillanti), mentre tutte le indicazioni sembrano concorrere solo a creare un ambiente più favorevole agli investimenti esteri, ivi inclusi quelli delle multinazionali (che pure dipendono meno delle altre imprese dalle condizioni esterne). Fa poi sorridere vedere la preoccupazione per i codici di condotta e per la trasparenza dei regimi fiscali, quando sono proprio le imprese estere a non rispettare le poche norme esistenti.

 

Facciamo appello alla Banca Mondiale affinché fornisca un sostegno addizionale ai programmi che promuovano lo sviluppo del settore privato nei paesi più poveri.

 

Non viene fornita alcuna indicazione sulla misura di questo intervento addizionale e si parla di appello alla Banca Mondiale, quando nella loro posizione di controllori della maggior parte del capitale della Banca sarebbero nella condizione di decidere dimensioni, caratteristiche e tempi di questo maggior impegno.

 

Per promuovere ulteriori investimenti nell'economia basata sulla conoscenza ("knowledge-based"), chiediamo al WTO ed alla Organizzazione Mondiale per i Diritti di Proprietà Intellettuale (WIPO), in collaborazione con la Banca Mondiale, di aiutare i paesi più poveri a conformarsi alle regole internazionali in materia di diritti di proprietà intellettuale.

 

Qui viene detto con chiarezza quanto sopra affermato nel commento. Il problema reale sarebbe invece di come e in che misura ridurre la validità dei brevetti per tutti quei prodotti che vengono venduti a prezzi inaccessibili per le fasce più povere (il caso dei medicinali contro l’Aids, la malaria, la tubercolosi, ecc.) è solo uno dei tanti esempi (dai fertilizzanti ai pesticidi, dai derivati del petrolio alle bevande). Inoltre non si dice chiaramente chi dovrebbe essere il destinatario del sostegno per realizzare “maggiori investimenti nell’economia della conoscenza”: dove, in Somalia o in Mali, oppure ancora nei centri di ricerca delle multinazionali?

 

14. Gli aiuti pubblici allo sviluppo (ODA) restano essenziali. Lavoreremo con i paesi in via di sviluppo perché possano raggiungere gli obiettivi internazionali di sviluppo, cercando fra l'altro di accrescere l'efficacia della nostra assistenza allo sviluppo.

 

Nulla viene detto sul rispetto dei livelli di aiuto decisi da molti decenni e mai rispettati, specie dai paesi più ricchi. Oggi inoltre ci vorrebbero somme ben maggiori dell’1% del reddito del Nord per sopperire alle esigenze di una popolazione del Sud più che raddoppiata.

 

Ci impegniamo ad applicare l'importante raccomandazione dell'OCSE-DAC sull'aiuto slegato ai paesi meno avanzati (LDC), che dovrebbe migliorare l'efficacia degli aiuti e favorire una migliore ripartizione degli oneri tra i donatori.

 

Aiuto “legato” (meglio sarebbe dire vincolato) significa somme che devono essere utilizzate per acquisti nel paese donatore e che quindi ritornano in gran parte nel Nord, oppure interventi che devono essere realizzate sempre da imprese dei paesi donatori nel paese destinatario della cooperazione. E’ interessante che venga finalmente accettata la proposta di permettere ai paesi destinatari di affidarsi a imprese e a prodotti di loro scelta, però questo “svincolamento” ai paesi a più basso livello di sviluppo e che quindi interessano meno alle mprese dei paesi donatori, anche perché le cifre ad essi destinate sono limitate rispetto al totale degli aiuti.

 

15. Ad Okinawa l'anno scorso, ci siamo impegnati a fare un salto di qualità nella lotta contro le malattie infettive e a rompere il circolo vizioso tra malattia e povertà. Per far fronte a quest'impegno e rispondere all'appello dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, abbiamo lanciato un nuovo Fondo Globale per combattere lo HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi.

 

Questo rappresenta l’impegno realmente nuovo assunto dal vertice, anche se è stato preceduto dalle proposte uscite dal recente incontro internazionale organizzato dall’ONU. E’ però necessario sottolineare che ci sono almeno altre tre malattie endemiche nel Sud che causano vittime e danni alle persone della stessa dimensione delle tre indicate dal G8.

 

Siamo decisi a rendere operativo questo Fondo entro la fine dell'anno. Abbiamo stanziato 1,3 miliardi di dollari. Il Fondo sarà una partnership pubblico-privata e rivolgiamo un appello agli altri paesi, al settore privato, alle fondazioni ed alle istituzioni accademiche affinché contribuiscano a loro volta - con finanziamenti, in natura e con esperienza operativa. Accogliamo con favore gli ulteriori impegni già presi, pari a circa 500 milioni di dollari.

 

Le cifre promesse sembrano ancora molto lontane dalle stime dei fabbisogni indicate dall’Onu. Inoltre sembra che gli impegni assunti durante il vertice siano di fatto gli stessi presi in sede ONU dai paesi partecipanti all’incontro di Genova.

Sembra poi esserci una divergenza non da poco tra la struttura burocratica descritta da Kofi Annan prima dell’avvio del vertice e l’organizzazione leggera indicata dal comunicato. Quale prevarrà? Non è stata ripetuta la richiesta tanto sbandierata dai governi italiani rivolte alle multinazionali (spesso all’origine della diffusione o dei mancati interventi specie nel settore delle medicine e dei vaccini), però viene molto sottolineato il ruolo del settore privato.

 

16. Il Fondo si farà promotore di un approccio integrato che privilegia la prevenzione in un insieme continuo di trattamento e cura. Opererà secondo principi di comprovata efficacia scientifica e medica, con rapido trasferimento di risorse, bassi costi di transazione, amministrazione agile ed intensa concentrazione sui risultati. Ci auguriamo che l'esistenza del Fondo promuova un migliore coordinamento tra i donatori ed offra ulteriori incentivi per l'attività di ricerca e di sviluppo del settore privato.

 

Questa frase desta notevoli preoccupazioni in quanto sembra delineare la possibilità di finanziare con il Fondo la ricerca proprio di quelle multinazionali farmaceutiche che tanti profitti raccolgono con le loro spregiudicate strategie dei prezzi dei medicinali. Non vi è invece traccia di interventi di sostegno della produzione, nei paesi vittime delle epidemie, dei medicinali essenziali senza dover rispettare i brevetti (come già avviene in Sudafrica,India, Cuba, ecc.)

 

Metterà a disposizione finanziamenti addizionali in raccordo con i programmi già esistenti, che verranno integrati nei piani sanitari nazionali dei paesi partner. L'impegno dei paesi in via di sviluppo nella definizione delle finalità e nella gestione del Fondo sarà essenziale per garantire loro la gestione autonoma ("ownership") del programma e per assicurare il loro impegno ad ottenere risultati. I partner locali, comprese le ONG e le agenzie internazionali, saranno di grande aiuto per l'operatività del Fondo.

 

Questa è la parte essenziale della proposta, in quanto solo se sarà rispettata con precise attribuzioni di cariche e di poteri decisionali potranno essere avviati dei programmi di responsabilità locale (e diventare eventualmente un modello per altri tipi di interventi).

Ci si può tuttavia chiedere perché nessuno ha parlato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’agenzia dell’ONU che malgrado i suoi legami con le multinazionali forse ha già le competenze per interventi in questo settore.

 

17. L'affidabilità dei sistemi sanitari nazionali continuerà ad essere un parametro chiave per un'efficace erogazione di prevenzione, trattamento e cura, e per migliorare l'accesso ai servizi sanitari ed al materiale sanitario essenziale, senza alcuna discriminazione. Una risposta efficace all' HIV/AIDS e alle altre malattie richiede un'azione a tutto campo nella società, al di là del settore sanitario. Esprimiamo apprezzamento per le misure prese dall'industria farmaceutica al fine di rendere economicamente più accessibili i farmaci. Nel contesto del nuovo Fondo Globale, lavoreremo d'intesa con l'industria farmaceutica e con i paesi colpiti per favorire l'offerta più ampia possibile di farmaci in forma accessibile ed efficace sotto il profilo medico. Esprimiamo apprezzamento per il dibattito che si sta svolgendo nel WTO sul ricorso alle eccezioni previste dall'Accordo sui diritti di proprietà intellettuale nel settore commerciale (TRIPs).

 

Riconosciamo come appropriato il fatto che i paesi colpiti usino le flessibilità permesse dall'Accordo sui diritti di proprietà intellettuale nel settore commerciale per assicurare la disponibilità dei farmaci ai cittadini che ne abbiano bisogno, in particolare a coloro che non possono permettersi l'assistenza medica di base. Al tempo stesso, riaffermiamo il nostro impegno alla protezione forte ed efficace dei diritti di proprietà intellettuale, come necessario incentivo per la ricerca e lo sviluppo di farmaci salvavita.

 

Sembra un colpo al cerchio ed uno alla botte ma comunque è la prima volta che viene riconosciuto un diritto di questa portata, così osteggiato finora dalle multinazionali. Cè solo da sperare che la gravità della situazione sanitaria esistente non abbia permesso di nascondere dei compromessi particolarmente pericolosi tra Stati e imprese direttamente interessate.

 

18. L'istruzione è un fattore centrale per la crescita e l'occupazione. Confermiamo il nostro impegno ad assistere altri paesi a raggiungere gli obiettivi prefissati dal documento di Dakar per la diffusione universale dell'istruzione elementare entro il 2015.

 

Sull’obiettivo in se si può notare che era già stato indicato come assolutamente prioritario nel rapporto della Banca Mondiale del 1990 e che come al solito non vi è alcuna garanzia che saranno realizzati tutti gli interventi necessari per conseguirlo entro la scadenza.

 

Concordiamo sulla necessità di migliorare l'efficacia della nostra assistenza allo sviluppo a sostegno delle strategie locali. L'istruzione - specialmente l'istruzione elementare universale e l'accesso indiscriminato ad ogni livello per la popolazione femminile - deve ricevere alta priorità nelle strategie nazionali di riduzione della povertà e nei nostri programmi di sviluppo. Le risorse rese disponibili dal programma HIPC possono offrire un contribuito a questi obiettivi.

 

Quest’ultima frase cela un pericoloso equivoco, purtroppo contenuto anche nell’ultima legge sul debito, quella italiana dell’agosto 2000. Nei testi sembra sempre che concedere delle riduzione dei debiti comporta la possibilità di destinare le risorse così risparmiate a interventi nel sociale. Si dimentica che i paesi più poveri hanno visto aumentare paurosamente il loro debito perché non erano stati in grado di pagare, e quindi in realtà dalla riduzione non deriva alcuna disponibilità di risorse, anzi c’è perfino il rischio che per ottenere la misura di favore distolgano risorse da altri usi essenziali. Diversa sarebbe ovviamente la situazione per i paesi che continuano in qualche modo a pagare (sia pure solo in parte)come il Brasile.

 

Daremo il nostro sostegno per mettere a punto di sistemi di valutazione dei progressi effettuati, per identificare le "best practices" ed assicurare la responsabilità dei risultati. Ci concentreremo anche sulla formazione degli insegnanti. Sviluppando le indicazioni della Task Force G8 sulle opportunità digitali (dot.force), cercheremo di estendere l'utilizzo delle tecnologie informatiche e della comunicazione (ICT) per la formazione degli insegnanti e per rafforzare le strategie educative.

 

Perfino nei paesi ricchi la formazione tramite le nuove tecnologie incontra dei limiti non facilmente superabili e quindi c’è il rischio che tali interventi fortemente innovativi (si parla di istruzione elementare!) potranno essere avviati solo nei pochi paesi in grado di ospitare un uso diffuso di tecnologie informatiche, mentre continueranno a mancare le risorse per le fasce di popolazione più povere.

 

Incoraggiamo in modo particolare il settore privato ad esaminare nuove opportunità di investimenti nelle infrastrutture, nelle tecnologie informatiche e della comunicazione (ICT) e nei sussidi didattici. Incoraggiamo le Banche Multilaterali di Sviluppo (MDBs) ad accentuare il loro interesse per il settore dell'istruzione e concentrare in futuro il loro lavoro sui paesi che dispongono di strategie solide pur mancando di sufficienti risorse, nonché a fare rapporto il prossimo anno al G8.

 

Sarebbe interessante avere un quadro dei risultati ottenuti in diecine di anni dal gruppo della Banca Mondiale con i suoi prestiti di lunga durata nel campo dell’istruzione.

 

Sosteniamo il ruolo guida dell'UNESCO nella diffusione universale dell'istruzione. Lavoreremo inoltre con l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per sostenere la battaglia contro lo sfruttamento del lavoro minorile e svilupperemo incentivi per accrescere la frequenza scolastica.

 

19. Costituiremo una Task Force composta da funzionari G8 di alto livello che ci consiglino sul modo migliore per raggiungere gli obiettivi di Dakar in collaborazione con I paesi in via di sviluppo, le organizzazioni internazionali competenti e gli altri soggetti coinvolti. La Task Force ci sottoporrà le sue raccomandazioni prima del nostro prossimo incontro.

 

C’è da augurarsi che questo gruppo di lavoro ottenga l’anno prossimo una maggiore attenzione di quello costituito l’anno scorso sulle energie rinnovabili, che ha dovuto pubblicare un annuncio sul Corriere della Sera (18 luglio 2001, pag.18) per chiedere che i risultati del suo lavoro fossero discussi.

 

20. Con l'avvicinarsi del "Vertice Mondiale sull' Alimentazione: Cinque Anni Dopo" nel Novembre 2001, la sicurezza alimentare rimane un obiettivo sfuggente. Oltre 800 milioni di persone sono seriamente denutrite, e di esse circa 250 milioni sono bambini.

 

L’obiettivo indicato dalla FAO (dimezzare gli 840 milioni di affamati in 20 anni) sembra allontanarsi nel tempo.

 

Un obiettivo centrale della nostra strategia per la riduzione della povertà rimane dunque l'accesso a risorse alimentari adeguate, insieme con lo sviluppo rurale. Il sostegno all'agricoltura è uno strumento cruciale del nostro aiuto pubblico allo sviluppo (ODA). Ci impegneremo a sviluppare la capacità di produzione e distribuzione nei paesi poveri, integrando i programmi di aiuto nelle strategie nazionali ed aumentando la formazione nelle scienze agrarie. E' necessario fare ogni sforzo per aumentare la produttività agricola. Tra l'altro, l'introduzione di nuove tecnologie comprovate e sperimentate, comprese le biotecnologie, applicate in modo sicuro ed adattate alle realtà locali, ha un potenziale significativo per accrescere sensibilmente i rendimenti agricoli nei paesi in via di sviluppo, e per ridurre al tempo stesso, rispetto ai metodi tradizionali, l'uso di pesticidi e di risorse idriche. Siamo impegnati a studiare, condividere e facilitare l'uso responsabile delle biotecnologie per far fronte alle necessità dello sviluppo.

 

Si potrebbe condividere quanto detto nel testo se in realtà non continuasse a riproporre soluzioni solo tecnologiche (come avvenne con la Rivoluzione Verde all’inizio degli anni ’50 con i tragici effetti di diffusione dell’omogeneità genetica e dei prodotti chimici e soprattutto di esodo dall’agricoltura) e non si riferisse all’uso di piante geneticamente modificate, ancora esposte a rischi che potrebbero danneggiare gravemente le popolazioni, non solo nel Sud.

 

21. Avremo come obiettivo le regioni più carenti sotto il profilo dell'alimentazione, specialmente quelle dell'Africa Sub-Sahariana e dell'Asia del Sud, e continueremo ad incoraggiare la cooperazione Sud-Sud. Sosterremo il ruolo fondamentale svolto dalle organizzazioni internazionali e dalle ONG nelle operazioni di soccorso umanitario. Riteniamo che le strategie nazionali per la riduzione della povertà e le strategie settoriali debbano tenere particolarmente conto delle necessità nutrizionali dei gruppi vulnerabili, includendovi i neonati e le madri.


Le opportunità della tecnologia digitale

 

22. Le tecnologie informatiche e delle comunicazioni rappresentano un enorme potenziale per aiutare i paesi in via di sviluppo ad accelerare la crescita, elevare il tenore di vita e soddisfare altre priorità dello sviluppo. Esprimiamo apprezzamento per il rapporto della Task Force G8 sulle opportunità digitali (dot.force) ed il suo "Piano d'Azione di Genova" che ha portato a compimento con successo il mandato di Okinawa.

 

Questo rapporto dovrà essere studiato in modo approfondito.

 

La diretta partecipazione di rappresentanti dei settori pubblico, privato e non profit, così come quella dei governi dei paesi in via di sviluppo costituisce una formula unica per assicurare l'applicazione delle tecnologie digitali ai bisogni dello sviluppo. Continueremo a sostenere questo processo ed a incoraggiare tutti i partecipanti ad assumersi le proprie responsabilità, a mobilitare risorse ed esperienza professionale e a sviluppare questo tipo di cooperazione. Riesamineremo la messa in atto del Piano d'Azione di Genova al nostro prossimo Vertice, sulla base di un rapporto predisposto dalla Presidenza G8. Incoraggeremo altresì la messa a punto di un Piano d'Azione sull'e-Government come strumento di rafforzamento della democrazia e dello stato di diritto, che conferisce potere ai cittadini, rende più efficiente l'offerta di servizi pubblici essenziali.

 

Questo aspetto può avere delle conseguenze di estrema gravità. Da come è stato presentato sulla stampa sembra quasi che per i paesi sottosviluppati si stia studiando un modellino informatico di comportamento per lo Stato e per tutte le attività istituzionali aventi rilevanza economica e sociale, che oltre a garantire uniformità di politiche permetterebbe l’automatico collegamento con i processi di globalizzazione in corso per la comunicazione e l’informazione!


Un'eredità per il futuro

 

Ambiente

 

23. Confermiamo la nostra determinazione a trovare soluzioni globali alle minacce che mettono in pericolo il pianeta. Riconosciamo che i cambiamenti climatici sono un problema pressante che richiede una soluzione globale. Ci impegniamo a fornire una leadership forte. E' necessaria un'azione pronta, efficace e sostenibile, coerente con l'obiettivo ultimo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici per stabilizzare le concentrazioni dei gas serra nell'atmosfera. Siamo decisi a rispettare i nostri impegni nazionali ed i nostri obblighi derivanti dalla Convenzione tramite una varietà di mezzi flessibili, avvalendoci della forza del mercato e della tecnologia.

 

La “varietà dei mezzi flessibili” può comprendere tutte le soluzioni che danno ulteriori vantaggi al Nord nei meccanismi di inquinamento.

 

In tale contesto, concordiamo sull'importanza di intensificare la cooperazione scientifica e di ricerca collegata al clima. Promuoveremo la cooperazione tra i nostri paesi ed i paesi in via di sviluppo per il trasferimento delle tecnologie e per lo sviluppo delle capacità di trarne profitto.

 

24. Concordiamo con fermezza sulla necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Mentre al momento non siamo d'accordo sul Protocollo di Kyoto e sulla sua ratifica, siamo decisi a lavorare insieme intensamente per raggiungere il nostro obiettivo comune. A tal fine, stiamo partecipando con spirito costruttivo alla ripresa della Sesta Conferenza delle Parti a Bonn (COP6), e continueremo in tutti i fori competenti. Accogliamo con favore l'approfondimento il recente approfondimento delle disscussioni fra il G8 e gli altri paesi.

 

25. Ribadiamo che i nostri sforzi debbono produrre un risultato finale che protegga l'ambiente ed assicurare una crescita economica compatibile con il nostro obiettivo comune di sviluppo sostenibile per le generazioni presenti e future.

 

26. Accogliamo con favore la proposta della Russia di convocare, nel 2003, una conferenza globale sui cambiamenti climatici con la partecipazione di governi, mondo dell'industria e comunità scientifica, oltre che rappresentanti della società civile.

 

27. Riconosciamo l'importanza delle energie rinnovabili per lo sviluppo sostenibile, della diversificazione dell'offerta di energia e della conservazione dell'ambiente. Assicureremo che le fonti di energia rinnovabile siano adeguatamente presenti nei nostri piani nazionali ed incoraggeremo gli altri a fare altrettanto. Incoraggiamo ricerca ed investimenti continui nelle tecnologie delle energie rinnovabili, in tutto il mondo. Le energie rinnovabili possono contribuire alla riduzione della povertà. Aiuteremo i paesi in via di sviluppo a rafforzare la loro capacità istituzionale e le strategie nazionali basate sul mercato che possono attrarre investimenti del settore privato nelle energie rinnovabili ed in altre tecnologie pulite. Chiediamo alle Banche Multilaterali di Sviluppo ed alle agenzie nazionali di sviluppo di adottare un approccio innovativo e di sviluppare meccanismi di mercato per il finanziamento delle energie rinnovabili. Chiediamo alla Facility per l'Ambiente (GEF) di continuare a sostenere la protezione ambientale su scala globale e ad incoraggiare le "good practices" nel promuovere l'uso efficiente dell'energia e lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile nei paesi in via di sviluppo, e sottolineiamo la necessità di assegnare risorse adeguate al suo terzo rifinanziamento. Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato ai lavori della Task Force sulle energie rinnovabili, costituita ad Okinawa. I Ministri dell'Energia dei paesi G8 terranno una riunione l'anno prossimo per discutere di questi e di altri aspetti connessi all' energia.

 

L’esame di questo rapporto è stato di fatto rinviato, anche perché proponeva con misure concrete di soddisfare con le energie rinnovabili (e quindi a scapito del petrolio) i fabbisogni di un miliardo di persone abitanti nelle zone più povere.

 

28. Ci prepariamo per il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD), a Johannesburg nel 2002, una pietra miliare nel processo di Rio. Le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile -aumento della crescita economica, promozione dello sviluppo umano e sociale, e protezione dell'ambiente - sono obiettivi interdipendenti che richiedono la nostra azione concertata. Noi lavoreremo in partnership con i paesi in via di sviluppo nel corso di un processo preparatorio che includa anche la società civile per un'agenda, sostanziale e lungimirante, orientata all'azione. Accogliamo con favore la recente adozione della Convenzione di Stoccolma sulle Sostanze Organiche Inquinanti Persistenti (POPs) e promuoveremo la sua rapida entrata in vigore.

 

Pochi si sono resi conto che si è finalmente deciso di eliminare la “sporca dozzina”, cioè i prodotti chimici per usi agricoli più dannosi. Ad essi facevano riferimento le campagne avviate oltre dieci anni fa che vedono ora riconosciuta la correttezza delle loro analisi. Ma chi paga i danni arrecati da questi prodotti negli anni in cui tutti ne conoscevano la drammatica pericolosità e nessuno aveva il coraggio di cancellarli?

 

29. Ci impegniamo a garantire che le nostre Agenzie di credito all'esportazione (ECAs) si attengano ad elevati standard ambientali. Pertanto, abbiamo concordato ad Okinawa di elaborare direttive ambientali comuni per le agenzie di credito all'esportazione, attingendo dall'esperienza delle MDBs in materia. Costruendo sui progressi fatti sin dallo scorso anno, ci impegniamo a pervenire ad un accordo in sede OCSE entro la fine dell'anno, per concordare una Raccomandazione che ottemperi al mandato di Okinawa.


Sicurezza alimentare

 

30. Pienamente consapevoli della grande importanza della sicurezza alimentare per la nostra popolazione, continueremo a sostenere un approccio trasparente, scientifico e basato sulle regole e intensificheremo i nostri sforzi per ottenere un consenso più generalizzato su come debba applicarsi la precauzione alla sicurezza alimentare quando l'informazione scientifica disponibile è incompleta o contraddittoria.

 

E’ qui che ci si preoccupa degli organismi geneticamente modificati (ma forse anche della “mucca pazza” e della clonazione degli animali)

 

Attribuiamo grande importanza al dialogo in corso tra governi, scienziati, consumatori, enti regolatori e attori della società civile. Ciò deve essere basato sul principio di apertura e di trasparenza. Riconosciamo le nostre responsabilità nel promuovere una comprensione chiara da parte dell'opinione pubblica dei benefici e dei rischi connessi con la sicurezza alimentare. Faremo il possibile per dare ai consumatori le informazioni pertinenti sulla sicurezza dei prodotti alimentari, basandoci su pareri scientifici indipendenti, su una solida analisi dei rischi e sugli sviluppi più aggiornati della ricerca. Crediamo che una solida struttura di gestione del rischio in linea con la ricerca scientifica sia una componente essenziale per mantenere la fiducia dei consumatori e per favorire l'accettazione da parte dell'opinione pubblica.

 

31. Esprimiamo apprezzamento per gli esiti della Conferenza dell'OCSE su "Nuove Biotecnologie, Cibi e Prodotti: Scienza, Sicurezza e Società", tenutasi a Bangkok, e per la Riunione ad-hoc degli enti regolatori dei paesi OCSE e della Russia. Incoraggiamo le organizzazioni internazionali competenti a dar seguito alla conferenza, nelle forme più appropriate, nell'ambito dei rispettivi mandati. Inoltre, auspichiamo che si giunga alla formazione del Foro Globale FAO-OMS degli enti regolatori per la sicurezza alimentare. Apprezziamo anche il lavoro del Consiglio Inter-Accademico per la divulgazione di opinioni professionali equilibrate in materia di scienza dell'alimentazione e sicurezza alimentare. Tutte queste scadenze internazionali dimostrano il nostro impegno per un processo di dialogo mirato a rafforzare la fiducia dell'opinione pubblica nella sicurezza alimentare.


Maggiore prosperità in una società inclusiva

 

Occupazione

 

32. Fermamente convinti che "performance" economica e inclusione sociale sono interdipendenti, ci impegniamo a mettere in atto linee politiche che seguano le raccomandazioni emerse dalla Conferenza dei Ministri del Lavoro del G8, svoltasi a Torino lo scorso anno. Siamo favorevoli ad una maggiore attività delle persone anziane, che rappresentano, come si afferma nella "Carta G8 di Torino: Verso un Invecchiamento Attivo (Towards Active Ageing)", un importante serbatoio di risorse per le nostre economie e le nostre società.


Lotta contro la criminalità transnazionale organizzata e la droga

 

33. Riconfermiamo l'impegno a combattere la criminalità transnazionale organizzata. A tal fine, approviamo i risultati della Conferenza dei Ministri della Giustizia e dell'Interno del G8, tenutasi a Milano quest'anno. Incoraggiamo ulteriori progressi nel campo della cooperazione giudiziaria e di pubblica sicurezza, e nella lotta contro la corruzione, il crimine informatico, la pornografia infantile on-line ed il traffico di esseri umani.

 

34. A seguito della riunione ad-hoc degli esperti di droga del G8, tenutasi a Miyazaki lo scorso anno, e della recente Conferenza di Londra sull'economia globale delle sostanze stupefacenti illegali, intensificheremo gli sforzi per contrastare il traffico e l'uso di tali sostanze.


Agli abitanti di Genova

 

35. Ringrazionamo i cittadini di Genova per l'ospitalità offertaci e condanniamo la violenza, la perdita di vita umana e l'iragionevole vandalismo che hanno dovuto subire. Continueremo un dialogo attivo e fruttuoso con i Paesi in via di sviluppo e tutte le altre parti interessate. Difenderemo il diritto di color che protestano con mezzi pacifici a far sentire la propria voce. Tuttavia, come leader democratici non possiamo accettare che ad una minoranza violenta possa essere consentito di sconvolgere il nostro dibattito sulle questioni più rilevanti che riguardano il mondo intero. Il nostro lavoro continuerà.


Prossimo Vertice

 

36. Accettiamo l'invito del Primo Ministro del Canada ad incontrarci nuovamente l'anno prossimo nella provincia di Alberta in Canada, dal 26 al 28 giugno.

 

 

Alcune considerazioni a carattere generale.

·         Il Comunicato contiene molte più indicazioni di quanto si poteva attendere sulla base dei contatti del G8 con la stampa e del poco tempo dedicato al dibattito dai partecipanti.

·         Con i suoi riconoscimenti alle decisioni prese da una pluralità di altri organismi ha cercato di collocarsi al centro di una costellazione di poteri e organizzazioni della quale, senza dirlo, si sente il nucleo centrale, in termini politici e di potere.

·         Il vertice ha ormai avviato il tipico meccanismo internazionale di creazione di commissioni e di fissazione di scadenze che proiettano nel tempo l’esistenza del G8, che quindi si sente destinato a durare, poiché la formula funziona, specie sul piano mediatico.

·         A ben vedere, il documento in tutti i suoi paragrafi mette lo spolverino sulle decisioni e i risultati di altri enti, mentre i paesi partecipanti al vertice prendono solo degli impegni i cui contenuti dovranno essere realizzati da altri organismi responsabili. Gli otto capi di Stato e di Governo non assumono mai impegni in prima persona che non siano la stimolazione di attività di altre organizzazioni.

·         La decisione di far partecipare la società civile è presente ben nove volte, senza peraltro mai precisare destinatari, modalità e tempi della collaborazione.