Intercultura: la via al dialogo e alla speranza | ||
Prigione "Vivere
una sola vita, in
una sola città, in
un solo paese, in
un solo universo, vivere
in un solo mondo è
prigione. Conoscere
una sola lingua, un
solo lavoro, un
solo costume, una
sola civiltà, conoscere
una sola logica è
prigione." Ndjock Ngana (Cameroun) Stiamo
andando sempre più speditamente verso una società "multiculturale". Questo
ormai è un fatto, evidente, che prescinde dalla nostra volontà! E'
un processo storico con cause ed implicazioni sociali ed economiche. Dicono
che bisogna imparare ad essere tolleranti, pluralisti... Ma
come ci ricorda Raimon Panikkar: "Pluralismo
è più di tolleranza; il pluralismo è il riconoscimento che nessun uomo
e nessuna cultura ha accesso alla totalità dell’esperienza umana, che
nessuno di noi dal suo punto di vista può abbracciare tutto il reale.
" Abbiamo bisogno del punto di vista di tutti per una
comprensione più profonda della realtà. E
questo ci introduce al concetto di "intercultura" che invece non
è un fatto ma una scelta, la scelta consapevole del "dialogo tra le
culture" che presuppone il riconoscimento della diversità come
ricchezza imprescindibile! Ma
cosa sta accadendo a questa diversità nell'epoca della globalizzazione? Come
ha detto lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano al primo Forum Mundial
Social di Porto Alegre, in Brasile: ”Mai il mondo è stato tanto
ineguale rispetto alle opportunità che offre e tanto uguale nelle
abitudini che impone. L’eguaglianza dovrebbe fondarsi nel rispetto delle
differenze.” Sembrano
essere proprio questi i due processi principali portati dal processo di
globalizzazione in atto: si allargano oltre il limite della tollerabilità
le diseguaglianze economiche, mentre scompaiono le differenze culturali. Ci
troviamo di fronte ad un processo di colonizzazione spirituale, un
processo di colonizzazione dell’immaginario che nell’insieme delle sue
differenze era una delle forze dell’umanità, e che ora viene
uniformato, omologato, omogeneizzato. Delle
20.000 lingue parlate dagli uomini nell’epoca neolitica non ne
sopravvivono oggi che 6.000, e si prevede che si dimezzeranno ancora nel
prossimo secolo dando luogo a quello che è per certi versi un genocidio
linguistico. E
non si tratta solo di una questione linguistica perché abbiamo ormai
un’unica bevanda mondiale e cioè la Coca Cola, abbiamo un unico
abbigliamento mondiale, i jeans, abbiamo un unico cinema e per certi versi
anche una sola musica e cioè quella americana. La
stessa informazione proviene per il 95% da 5 grandi agenzie concentrate
negli Usa e in Europa. Il 70% dell’informazione televisiva mondiale
compresi i telegiornali dei paesi del terzo mondo è di produzione
americana. Sono
queste le fondamenta del cosiddetto "pensiero unico", in cui
sembra non esserci più spazio alcuno per la differenza; ma ad osservare
con maggiore attenzione e profondità possiamo scorgere nelle società del
Sud del mondo segnali di cambiamento a ricominciare proprio dalla
componente dell'identità culturale, dai principi e dai valori fondanti di
queste società che a lungo sono state schiacciate sul modello di
"sviluppo" occidentale, in una assurda rincorsa dei paesi
"sviluppati", quegli stessi che ora si ritrovano a fronteggiare
problemi cui non trovano soluzioni all'interno dei propri parametri
culturali, come l'insostenibilità ambientale o l'esclusione delle fasce
più deboli della società, quelle che non sono produttive secondo la
logica del Mercato. Come
ci ricorda Gaston Kaboré, il grande regista burkinabé: "Il
cambiamento avverrà perchè gli individui, le comunità si affermeranno
dicendo che la vita non è solo produrre, consumare, esportare... occorre
una rivincita del pensiero su tutto ciò che è una visione produttivista,
perchè non è attraverso quest'ultima che l’uomo può realizzare il suo
sogno di umanità." E'
da qui che rinasce la speranza in un mondo diverso! Bibliografia -
Serge Latouche, L'occidentalizzazione
del mondo, Bollati e Boringhieri, Torino, 1992. -
Serge Latouche, La megamacchina,
Bollati e Boringhieri, Torino, 1995. -
Grazia Grillo, Noi visti dagli altri,
EMI, 1998. -
R.Panikkar-S.George-A.Rivas, Come
sopravvivere allo sviluppo, ed.l’altrapagina, Città di Castello
(PG), 1997. -
Strumenti CRES, supplemento
quadrimestrale di didattica interculturale al mensile Mani Tese,
tel.02/4075165. (www.manitese.it) -
Cem Mondialità, mensile di
educazione interculturale, editrice CSAM, Brescia, tel. 030/3772780.
(www.saveriani.bs.it./cem)
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