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“Non
si può amare a distanza restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani,
ma soprattutto non si più amare senza condividere.”
Questa
frase di don Luigi Di Liegro ci ha
accompagnato durante lo scorso anno nel nostro cammino con i Missionari
Comboniani.
Siamo
un gruppetto di giovani di varie parrocchie della provincia di Pordenone e Udine
con il desiderio di crescere nella fede e nella sensibilità verso i poveri del
mondo. Da due anni ci ritroviamo ogni terza domenica del mese presso la casa del
Comboniani di Cordenons per camminare assieme, per condividere le nostre storie,
per pregare e riflettere. L’anno scorso ci siamo avvicinati al messaggio dei
profeti. Rileggendo alcune pagine della Bibbia, aiutati dai due Padri abbiamo
cercato di capire e sperimentare la grandezza e l’attualità di quei messaggi.
La parola ci parla oggi e non è passata di moda ed è bello accogliere la sfida
che ci propone, che ci scuote e ci chiama in prima persona ad impegnarci per la
giustizia, la pace, la liberazione di questo mondo che oggi conta due miliardi
di persone inutili. Durante quest’anno ci metteremo in cammino con il popolo
di Israele verso la terra promessa, leggeremo e ci faremo provocare dal libro
dell’esodo. Ci incontreremo domenica 15 ottobre alle 9.00 dai Missionari
comboniani a Cordenons. Tutti saranno benvenuti. Ora avremo il piacere di
condividere con voi alcune esperienze estive che ci hanno visto sulle strade
dell’Italia e del mondo.
Si,
proprio sulle strade d’Italia, infatti verso la fine di luglio un gruppetto di
circa trenta giovani del triveneto, e non solo, si sono avventurati nella tappa
conclusiva del pellegrinaggio giubilare Thiene-Roma. Dopo due soste intermedie
(l’anno scorso sono arrivati ad Assisi e l’anno prima a Bologna), si sono
ritrovati ad Assisi per l’ultima e conclusiva parte di questo pellegrinaggio.
In tutto sono stati percorsi circa 200 Km in una decina di giorni. In poche
righe e difficile spiegare e far capire la bellezza e l’importanza di una
esperienza del genere. Incontri, condivisioni, preghiere, fatica e gioia sono
stati gli ingredienti principali di queste giornate. È stato un modo diverso di
vivere il giubileo, fuori dalle masse oceaniche della GMG e anche dalla grande
organizzazione dell’anno giubilare. Il nostro camminare è stato un
affiancarci a tutte quelle persone che soffrono, che percorrono migliaia di
chilometri per un pezzo di pane, per un po' di acqua, per un lavoro, per poter
studiare. Stanchi ma felici, pieni di gioia ma al tempo stesso scossi e
coscienti della grande sfida che avevamo davanti una volta ritornati nelle
nostre case; donare e testimoniare nelle nostre piccole comunità (famiglie e
amici, prima di tutto) tutto quello che abbiamo vissuto e sperimentato in quei
bei giorni, sicuri di avere vicino una mano amica.
Un’altra
proposta che il GIM ci ha offerto per l’estate era il campo missione in Kenya.
Otto ragazzi accompagnati da P. Daniele Moschetti (comboniano), hanno avuto la
possibilità di vivere un’esperienza di un mese a contatto diretto con varie
realtà di missione. Hanno percorso nei primo quindici giorni 2000 km arrivando
fino alla missione di LOKORI nel Deserto del Turkana. Durante le ultime due
settimane invece si sono fermati a Nairobi, dove hanno potuto condividere
l’esperienza missionaria di P. Alex Zanotelli all’interno della baraccopoli
di Korogocho. È proprio da quei luoghi, che lui definisce “sotterranei della
storia”, che lui lancia continui segnali al nord del mondo facendosi così
portavoce della sofferenza di quei poveri e degli oppressi che, nel 2000 vivono
ancora in condizioni disumane, ammassati come formiche in pochissimo spazio e
senza poter vantare nessun diritto. Tra i partecipanti di questa bellissima e
arricchente esperienza c’è stato anche un giovane che fa parte del nostro
gruppo Gim dei missionari comboniani di Cordenons.
A Verona infine, il
9 e 10 settembre abbiamo partecipato, nelle vesti di volontari
dell’organizzazione, al Giubileo
degli Oppressi. Gli ospiti intervenuti alla tavola rotonda, e tutti i partecipanti all’evento, hanno
manifestato la loro voglia nel seguire il Sogno di Dio: realizzare la Solidarietà
di vita con tutti gli “oppressi e sconfitti della storia”. Una solidarietà
che dia voce a chi non ha voce e che dia forza a chi non ne ha neanche per
sopravvivere.
Quali sono le nostre
responsabilità? E quali le strade da percorrere?
Si è parlato di
singole persone e di associazioni che si devono impegnare affinché
dall’interesse della donna e dell’uomo, si giunga all’interesse per la
donna e per l’uomo.
Due giorni che hanno
lasciato germoglio di speranza viva e sincero desiderio per l’avvento di un
Giubileo di uguaglianza e dignità in ogni angolo del mondo, e al tempo stesso
ci hanno impegnati come primi protagonisti per dare una svolta e un esempio
nelle nostre realtà con gesti e segni concreti di solidarietà e impegno.
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