Celebrazione Liturgica della Festa del Perdono
campo di Firenze 2008
Sassi, Strada, Spine:
tre S per ostacolare la crescita della Parola nella nostra terra buona
Introduzione
Ma ancora parliamo di “peccato”? Dai, è il 2008! Chiamalo come vuoi ma ancora continuiamo a crocifiggere fratelli e sorelle nel mondo voltando le spalle a Dio… e se “peccato” è l’espressione di quando sbagliamo bersaglio in effetti non siamo molto lontani, tutti, dal continuare a cercare di affermare noi stessi con le carte del successo, del potere, dei soldi invece di fare spazio a Dio e ai fratelli nella nostra vita. Preferiamo sempre crocifiggere, anche in modo subdolo e nascosto, piuttosto che finire in croce. Ce la mettiamo tutta per ostacolare la crescita della Parola in noi: asfalto, sassi, spine per non confrontarci davvero con Gesù di Nazaret, con il suo Vangelo e quindi con noi stessi!
La Parola ci ribalta come un calzino e fa davvero paura…
E poi nel nostro pazzo mondo tutto è così tremendamente intrecciato: anche se lo sbaglio resta nella sua radice sempre personale la sensibilità contemporanea lo vede anche nel aspetto “strutturale”, di valanga e di contagio: oggi contribuiamo alle guerre nel mondo quando compriamo benzina Total, quando apriamo un conto in una banca armata come la BNL, quando ci beviamo una Coca Cola.
Ma prima o poi, (meglio prima e dipende anche da noi!) tutti facciamo i conti con la verità della vita che ci chiama a rispondere del nostro stile, delle nostre relazioni, del nostro attaccamento a...
E come dice il Manzoni: “L’uomo è veramente grande quando riconosce lo sbaglio e chiede perdono”.
Ma oggi facciamo così fatica a prenderci la responsabilità dei nostri errori, ad ammetterli e chiedere scusa…
E se facciamo un passo per cambiare rotta e chiedere perdono il Dio di Gesù non soltanto ci attende come un Papà o una Mamma buoni ma ci vede da lontano e ci corre incontro per abbracciarci e baciarci (Lc 15,20). Lui che non sa cosa vuol dire giudicare (noi sì, sempre pronti!) perché è soltanto amore (1Gv 4,8)
Canto: L’uomo nuovo
Sal 50 (intervallato dal mottetto “De noche iremos”)
Ascolto della Parola: Mc 4,1-25
21Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? 22Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!"
24Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. 25Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".
Per meditare e chiedere perdono:
Qual è quella strada che ho percorso
e che mi ha portato a non ascoltare la Parola
e a non raccogliere frutti di vita e di gioia piena?
Quali sono i miei sassi che impediscono alla Parola di andare a fondo?
Quali sono le mie spine che soffocano la Parola di vita
e mi imprigionano nel mio IO?
“Dal Dio giudice al Padre Misericordioso”
Ascolto di un “artigiano che riflette su Dio”: Don Tura
Atto penitenziale: non comperate le merci del SudAfrica! Il caso dell’apartheid.
Padre Nostro cantato
Abbraccio di Perdono e di Pace
Canto: Pace nelle mani
Preghiera Finale:
Grazie Padre e Madre nostra
Tu che ci vedi da lontano tornare a te,
Tu che perdoni sempre e che ci rialzi ad ogni caduta,
Tu che non sai fare altro che amare.
Grazie perché sentendoci perdonati
abbiamo voglia di tornare a vivere e lottare per un mondo migliore,
dove tutti ci trattiamo da sorelle e fratelli
Grazie perché quando il cammino si farà ancora duro e oscuro
tu sarai sempre con noi,
unico a non abbandonarci nel deserto della vita
per darci coraggio e ricominciare.
Aiutaci nel difficile cammino della vita
e insegnaci ad amare così tanto i fratelli e sorelle
da poter arrivare a dire un giorno le stesse parole di Don Lorenzo Milani,
le ultime della sua intensa vita dedicata ai poveri:
“Perdonami Padre se ho amato più questi ragazzi di te”