1 GIM Padova
8 dicembre 2007
La ricchezza dei diversi ministeri
VEGLIA I GIM, 8 DICEMBRE
La comunità di Guayaquil
Canto iniziale
Il Magnificat
L`anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l`umiltà della sua serva.
D`ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l`Onnipotente
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote .
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza,per sempre.
Canto al vangelo
Dal Vangelo di Gesù secondo Luca
(10, 38-42)
In quel tempo, Gesù
entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse
nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale,
sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;
Marta invece era tutta
presa dai molti servizi.
Pertanto, fattasi avanti, disse:
“Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire?
Dille dunque che mi
aiuti”.
Ma Gesù le rispose:
“Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno.
Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”.
Introduzione alla comunità di Guayaquil
Lettera di fratel Alberto Degan “Un cuore che non si stanca”
Il
mese scorso ho ricevuto questa bellissima lettera da parte di padre
Cristian, mio compagno di noviziato e attualmente impegnato come
missionario in Sudan:
“Avevo
lasciato Fangak ormai da 20 giorni, spostandomi di villaggio in
villaggio. Un giorno arrivai nel villaggio di Angelina: arrivai molto
stanco per la lunga camminata sotto il sole. Ero un po’ amareggiato
perche’ alla messa erano venuti solo un gruppo di ragazzi, molto
distratti e rumorosi, e due adulti: una donna anziana, ormai cieca, e
il catechista. Nessuno aveva partecipato alla comunione; e cosi’
era accaduto anche l’anno precedente. Stavo valutando queste cose
quando Angelina – una ragazza tredicenne - mi portó il te’
e il cibo. L’ho guardata con gratitudine perche’ l’avevo vista
trafficare a lungo: andare al fiume a prendere l’acqua, andare a
chiedere lo zucchero e le foglie di te’ a chi ne aveva, andare a
mungere la mucca, pestare la durra fino a ridurla a farina e
cucinarla. Gli ho detto: ‘Sarai stanca’. Lei mi ha guardato e ha
risposto sorridendo: ‘Taa ke loida ce bi ciui’ (‘Ho
un cuore che non si stanca’).
Allora ho capito: il corpo puo’ anche essere stanco di lavorare, di
confrontarsi con fatiche e delusioni, ma il cuore che vuole bene non
si stanca”.
Per
me questa lettera è un gioiello prezioso; per questo voglio
condividerla con tutti voi. Non dobbiamo preoccuparci se la giornata
di oggi è stata un mezzo insuccesso, se non tutte le persone
hanno risposto come noi ci aspettavamo, e se ci sentiamo mancare un
po’ le forze. L’importante è non perdere la voglia di
lottare, di camminare e di cantare; l’importante è sentirci
nel cuore di Dio, e allora Lui non permetterá che il nostro
cuore si stanchi.
Dobbiamo investire molte energie nel nostro
cuore, e nel cuore
della gente, perché è la nostra principale ricchezza:
se viene meno il cuore, se si stanca il cuore, viene meno tutto il
resto.
In tutto quello che facciamo, dunque, dobbiamo puntare al
cuore della persona. A volte realizziamo tante attivitá,
preoccupati del successo ‘esterno’ di queste iniziative:
partecipazione di massa, applausi, etc. Ma in molti casi queste
attivitá non toccano quel luogo sacro in cui la gente sceglie
il suo tesoro e prende le sue decisioni. Meglio allora fare una sola
attivitá, e forse non molto rumorosa, ma saper arrivare al
cuore delle persone.
E termino con il messaggio che ho inviato a
padre Cristian:
“Caro
Cristian, non sai quanto m'ha fatto piacere ricevere tue notizie.
L'episodio che tu racconti é bellissimo; grazie di cuore.
Avere un cuore che non si stanca é un dono che dobbiamo sempre
chiedere al Signore. Ringrazio Dio per il tuo cuore, che mi é
di esempio. Abbiamo bisogno di missionari con un cuore giovane e
generoso come il tuo. Prega per me, perché il mio cuore non si
stanchi mai.
Grazie per la tua preziosa amicizia.
Un abbraccio
fraterno,
Alberto”.
Spunti per la riflessione
Maria e Marta nel vangelo hanno scelto, la consapevolezza è la guida…ti senti consapevole di quello che hai scelto e come lo stai portando avanti?
Qualsiasi cosa
si scelga essa deve essere sostenuta dall’amore, dall’ascoltare
se stessi e Dio che parla alla nostra vita, come Maria ha scelto di
sedersi ai piedi di Gesù e di ascoltare …e noi in questa
relazione di ascolto, dono, amore come stiamo?
Silenzio e condivisione
“…nel mese di novembre , ognuno di noi , ha messo la propria firma sulla bandiera della pace in corrispondenza del colore che rappresenta il suo impegno concreto per l ' anno;in questa veglia invece il nostro aver preso un impegno deve anche diventare DONO verso l ' altro…”
Ad ogni due condivisioni cantiamo il mottetto,
e come segno di condivisione spezziamo il pane e lo doniamo ad un altro.
Maria , donna di parte
" No Maria non è stata neutrale .
Basta leggere il Magnificat per rendersi conto che Maria si è schierata , ha preso posizione . Dalla parte dei poveri , naturalmente , degli umiliati e offesi di tutti i tempi .
Dei discriminati dalla cattiveria umana e degli esclusi della forza del destino . Di tutti coloro , insomma ,che non contano nulla agli occhi della storia .
Non mi va di avallare certe interpretazioni che favoriscono una lettura politica del Magnificat.
Significherebbe ridurre di gran lunga gli orizzonti dei sentimenti di Maria ,
che ha cantato liberazioni più profonde e durature di quelle provocate dalle semplici rivolte sociali .
Sul piano storico , Maria ha fatto una precisa scelta di campo .
Si è messa dalla parte dei vinti .
Si è arruolata , per così dire , nell’ esercito dei poveri .
Ma senza roteare le armi contro i ricchi. Bensì invitandoli alla diserzione .
E intonando , di fronte ai bivacchi notturni del suo accampamento ,perché le udissero dall’ alto , canzoni cariche di nostalgia . Ha esaltato , così , la misericordi di Dio .
E ci ha rivelato che è partigiano anche Lui , visto che prende le difese degli umili e disperde i superbi nei pensieri del loro cuore;
stende il suo braccio a favore dei deboli e fa precipitare i violenti dai loro piedistalli con le ossa in frantumi ;
ricolma di beni gli affamati e si diverte a rimandare i possidenti con un pugno di mosche in mano . Lei prende posizione .
Senza ambiguità e senza mezze misure .
La parte , però , su cui sceglie di attestarsi non è il fortilizio delle rivendicazioni di classe ,
e neppure la trincea degli interessi di un gruppo.
Ma è il terreno , l ' unico , dove lei spera che un giorno , ricomposti i conflitti , tutti i suoi figli ,
ex oppressi ed ex oppressori , ridiventati fratelli ,
possano trovare finalmente la loro liberazione . "
( Di Tonino Bello , dal libro di Teresino Serra " Camminare senza confini " )
Padre Nostro
Canto finale
Magnificat
altre lettere di fratel Alberto Degan:
Lettera agli amici di fr. Alberto Degan