GIM Padova: Gesù è risorto di me?
maggio 2006
Ascolto
Sogna ragazzo, sogna (Roberto Vecchioni)
E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte
ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte;
io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo.
Stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento,
copri l'amore, ragazzo, ma non nasconderlo sotto il mantello:
a volte passa qualcuno, a volte c’è qualcuno che deve vederlo.
Sogna, ragazzo, sogna quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole o non vive più.
Sogna, ragazzo, sogna, non lasciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo, fallo pure tu!
Sogna, ragazzo, sogna quando cala il vento ma non è finita,
quando muore un uomo per la stessa vita che sognavi tu.
Sogna, ragazzo, sogna, non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu!
Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre,
perché hai già vinto, lo giuro, e non ti possono fare più niente.
Passa ogni tanto la mano su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande di questa piccola cosa che è la vita.
E la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere;
la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande che “quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”.
Sogna, ragazzo sogna, quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore non lo senti più.
Sogna, ragazzo, sogna, passeranno i giorni, passerà l’amore,
passeran le notti, finirà il dolore, sarai sempre tu ...
Sogna, ragazzo sogna, piccolo ragazzo nella mia memoria,
tante volte tanti dentro questa storia: non vi conto più.
Sogna, ragazzo, sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu.
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Preghiamo
Ama, saluta la gente, dona, perdona, ama ancora e saluta.
Dai la mano, aiuta, comprendi e ricorda solo il bene.
E del bene degli altri godi e fai godere.
Godi del nulla che hai, del poco che basta, giorno dopo giorno:
e pure quel poco – se necessario- dividi.
E vai leggero dietro il vento e il sole e canta.
Vai di paese in paese e saluta tutti,
il nero, l’olivastro e perfino il bianco.
Canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi si contendano di averti generato
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Guardiamo a Gesù
I discepoli fanno revisione, con Gesù, di tutto quello che hanno vissuto. Gesù li ritiene pronti per “dare loro stessi da mangiare”. E così, quando si riconosce il bene ricevuto, quando ci si dona e si condivide, tutti si saziano e la vita sovrabbonda.
Dal Vangelo secondo Luca (9,6;10-17)
Gli apostoli partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. Al loro ritorno, raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perchè vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i ! due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
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Silenzio e spunti di riflessione
1. Cosa è risorto di me? Siamo quasi alla fine del GIM, che mi ha gridato in più modi “Vivi da risorto!” Guardandomi indietro, quali segni di resurrezione vedo nel mio cammino? Posso fare il regalo di condividerli con gli altri, in questa veglia?
2. Se dovessi fare revisione come i discepoli nel Vangelo, quali frutti miei vedo che “posso dare da mangiare” agli altri?
3. Cosa mi insegna la passione di p. Daniele? Quali partenze chiede anche a me?!
4. La Gloria di Dio è l’uomo vivente. In questi rotoli c’è ancora una benda di morte da slegare. Poi sarò libero di scrivere il mio “Gloria” per la vita unica e preziosa che Dio mi ha donato. Me la sento di sciogliere le bende?
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Preghiera finale
Inno alla Vita (Madre Teresa di Calcutta)
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, conservala.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, vivila.
La vita è una gioia, gustala.
La vita è una croce, abbracciala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è pace, costruiscila.
La vita è felicità, meritala.
La vita è vita, difendila.
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In questo mese
Mi impegno a scrivere il mio “Gloria”, i motivi per cui posso rendere grazie a Dio per la vita e per il cammino di quest’anno. I motivi per cui mi vedo risorto nel profondo. Troverò il tempo di condividere il mio “Gloria” con qualcuno dell’equipe GIM.