Poi
rimango solo, e sento per la prima volta una gran voglia di
piangere.
Tenerezza,
rimorso, o percezione del poco che si è potuto seminare e
della lunga strada che rimane da compiere?
AttecchirÃ
davvero la semente della nonviolenza? Sarà davvero questa
la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo con i
gesti semplici dei disarmati?
È
davvero possibile che, quando le istituzioni non si muovono,
il popolo si possa organizzare per conto suo e collocare
spine nel fianco di chi gestisce il potere?
Fino
a quando questa cultura della nonviolenza rimarrÃ
subalterna? Questa impresa contribuirà davvero a produrre
inversioni di marcia?
Perché
i mezzi di comunicazione di massa, che hanno invaso la
Somalia a servizio di scenografie di morte, hanno pressoché
taciuto su questa incredibile scenografia di pace?
Ma
in questa guerra allucinante chi ha veramente torto e chi ha
ragione? E qual è il tasso delle nostre colpe di
esportatori di armi in questa delirante barbarie che si
consuma sul popolo della Bosnia?
Sono
troppo stanco per rispondere stasera. Per ora mi lascio
cullare da una incontenibile speranza. Le cose cambieranno,
se i poveri lo vogliono.
(don Tonino Bello, Sarajevo, Dicembre 1992)
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