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GIM Trento: Profeti di pace

febbraio 2003

Provocati dalla parola
ESSERE PROFETI DI PACE

GIM Trento febbraio 2003

torna alle pagina Veglie e Preghiere

 

 

“ Il cristiano è un uomo di pace non un uomo in pace…
Fare la pace è la sua vocazione ”
(don Primo Mazzolari)


  • Lc. 11,27-28; Lc. 10,21-23
  • Canto iniziale: Todavia cantamos
  • Nel nome del PadreÂ…
  • Salmo dÂ’oggi

“Imprimerò le mie leggi nei loro cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo”

(Eb 8,10)

“La persona è religiosa nella misura in cui scopre che esistere vuol dire essere stati chiamati a qualcosa…Dio non ha messo dei giocattoli nel mondo, né delle bambole. Questa è l’ingiuria peggiore che si può fare a Dio: Dio non fabbrica bambole, o marionette, o fantasmi, non fabbrica cose inutili, non fabbrica gingilli per metterli sui mobili del cielo. No, Dio fabbrica persone, immagini della Persona tragica, grandiosa e completa che è il Cristo!…Perciò a nessuno deve essere permesso di vivere come una marionetta o come un’ombra, o come una persona che può esserci o non esserci al mondo senza che nulla cambi. No, Dio ha creato soltanto persone con un dovere, con una posizione, con una missione nel mondo, che è in uno stato di permanente liberazione. E quando vi sono persone o settori che fuggono da questa responsabilità, che non si assumono questa responsabilità, il mondo intristisce, si intorpidisce, ricade su noi stessi come un carcere…”

(Arturo Paoli)


Il coraggio della speranza:
“ Coraggio per il presente
ma soprattutto per il futuro”

(D. Comboni)

“E’ difficile parlare di speranza. Bisogna far capire invece che la speranza è parente stretta del realismo, la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi, con amore e trepidazione, verso il traguardo non ancora raggiunto. E’ impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga. Perché chi spera non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena. Costruisce il futuro, non lo attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Ha la passione del veggente, non l’aria avvilita di chi si lascia andare. Cambia la storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario…”

(don Tonino Bello)

  • Per la riflessione:

Ho spezzato il mio corpo come se fosse pane e l’ho distribuito agli uomini…Erano così affamati e da tanto tempo…/ Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite…
(E. Hillesum)

“Perché mi sono consacrato? Non per desiderio di preghiera. Non per desiderio di virtù. Ma per passione dell’assoluto. Ho dei momenti di violenza trattenuta, nei quali sono stufo di aver dato tutto. Ma so che se abbandonassi l’avventura nella quale mi sono imbarcato, abbandonerei anche il mondo del lavoro che è povero, soprattutto di speranza e di amicizia…Ora è il momento di camminare nel mistero. Resisto perché so che un giorno una vocazione profonda ha trasformato la mia vita. So solo che questa vocazione resta nella mia vita. Quando ne ho abbastanza, quando vorrei dimenticarla, è qui, dentro di me….Sento che la mia vocazione è di seminare il Vangelo su una terra che gli uomini stanno lavorando. Consacrazione è appartenere interamente agli altri…”

(Egide Van Broeckhoven)

  • Momento di silenzio: “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi ...”
  • Condivisione / Segno: Se uno è in Cristo è una creatura nuovaÂ…..
  • Riflessione: Mi ami tu? (Gv 21,16)

Il mistero insondabile di Dio è che Dio è un innamorato che vuol essere amato. Colui che ci ha creato sta aspettando la nostra risposta all’amore che ci ha dato la vita. Dio non dice solamente: “Tu sei il mio amato”, Dio chiede anche: “Mi ami tu?” e ci dà innumerevoli possibilità per dire sì. Questa è l vita spirituale: la possibilità di dire sì alla nostra vita interiore.
La vita spirituale, così compresa, cambia radicalmente ogni cosa. L’essere nati e cresciuti, l’aver lasciato la casa e cercato una professione, l’essere lodato e l’essere rifiutato, il camminare e il riposare, il pregare e il giocare, l’ammalarsi e l’essere guarito, il vivere e il morire, diventano tutte espressioni della domanda divina: “Mi ami tu?” e in ogni momento del viaggio c’è sempre la possibilità di dire ‘sì’ e la possibilità di dire ‘no’.
Dove ci porta tutto questo? Ci porta al ‘posto’ da dove veniamo, il ‘posto’ di Dio. Siamo stati mandati su questa terra per un breve periodo, per dire, attraverso le gioie e i dolori del tempo a nostra disposizione, il grande sì dell’amore che ci è stato dato e, così facendo, tornare a Colui che ci ha inviato con quel sì scolpito nei nostri cuori…

(H.J.M.Nouwen, Sentirsi amati)

  • Canto Finale: Resta qui con noiÂ…

 

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