Veglia
di Preghiera |
ALLA
SERA DELLA VITA
SAREMO
GIUDICATI SULLÂ’AMORE |
Le Catechesi
che hanno guidato la riflessione e la preghiera durante il
campo
|
Le
Riflessioni dei
partecipanti al campo |
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ALLA
SERA DELLA VITA
SAREMO
GIUDICATI SULLÂ’AMORE
Canto
iniziale: Grandi cose
Momento
di riflessione e silenzio
Passaggio
per la porta
1.
INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO
Canto:
Vieni o Spirito N7 (ritornello)
Vieni,
o Spirito Santo,
e
dà a noi un cuore nuovo,
che
ravvivi in noi
i
doni da Te ricevuti
con
la gioia di essere cristiani,
un
cuore nuovo, sempre giovane e lieto.
(rit.)
Vieni,
o Spirito Santo,
e
dà a noi un cuore puro,
allenato
ad amare Dio,
un
cuore puro,
che
non conosca il male
se
non per definirlo,
per
combatterlo e per fuggirlo;
un
cuore puro, come quello di un fanciullo,
capace
di entusiasmarsi e di trepidare. (rit.)
Vieni,
o Spirito Santo,
e
dà a noi un cuore grande,
aperto
alla tua silenziosa e
potente
parola ispiratrice,
e
chiuso ad ogni meschina ambizione,
un
cuore grande e forte ad amare tutti,
a
tutti servire, con tutti soffrire;
un
cuore grande, forte,
solo
beato di palpitare col cuore di Dio.
(rit.)
|
Accensione
dei lumini
Canto: E
sono solo un uomo
2.
LE DUE VIE
Deut.
30, 15-20
Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la
morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore
tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi,
le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il
Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a
prendere in possesso.
Ma
se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci
trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, io vi
dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel
paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano.
Prendo
oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto
davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione;
scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza,
amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e
tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua
longevità , per poter così abitare sulla terra che il Signore ha
giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».
Salmo
1 (voci maschili e
femminili): Le
due vie
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non
indugia nella via dei peccatori
e
non siede in compagnia degli stolti;
ma
si compiace della legge del Signore,
la
sua legge medita giorno e notte.
Sarà come
albero piantato lungo corsi d'acqua,
che
darà frutto a suo tempo
e
le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno
tutte le sue opere.
Non
così, non così gli empi:
ma
come pula che il vento disperde;
perciò
non reggeranno gli empi nel giudizio,
né
i peccatori nell'assemblea dei giusti.
Il Signore
veglia sul cammino dei giusti,
ma
la via degli empi andrà in rovina.
Canto
al Vangelo Alleluia zairese
Mt.
25,31-46 Il
giudizio finale
Quando
il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi
angeli, si sederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite
davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli
altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le
pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora
il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti
del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin
dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero
forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e
mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i
giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto
affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato
da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o
nudo e ti abbiamo vestito? E
quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a
visitarti?
Rispondendo,
il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto
queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me.
Poi
dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti,
nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto
sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete
ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non
mi avete visitato.
Anch'essi
allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto
affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e
non ti abbiamo assistito? Ma
egli risponderà : In verità vi dico: ogni volta che non avete
fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non
l'avete fatto a me. E
se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita
eterna».
Silenzio
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3.
La Parola diventa vita...
LÂ’avete
fatto a meÂ…
-
Un
sabato di festa, nel quartiere di Aguablanca, uno dei più
poveri di Cali, in Colombia. Il 16 marzo nella parrocchia del
Buon Pastore, lÂ’arcivescovo celebra il matrimonio di un
centinaio di coppie e al termine della cerimonia sullÂ’atrio
della chiesa viene freddato da due colpi di pistola sparati,
dicono alcuni testimoni, da due giovani. Si aggiunge così il
nome di un nuovo martire alla lunga lista di quanti hanno dato
la vita per testimoniare la verità del Vangelo. Mons. Duarte
era noto per le
sue dure critiche ai gruppi dei guerriglieri e al governo per
i rapporti tra gruppi di potere politico e cartelli di
narcotrafficanti. Era un uomo di grande trasparenza morale e
coraggio civile, una voce in “difesa dei poveri”, contro
la violenza che attanaglia la Colombia in una morsa di paura.
Due anni prima in occasione di un massacro perpetrato dalle
FARC aveva detto: “Un guerrigliero che sequestra e uccide…
manca delle virtù proprie di un essere umano e si trasforma
nel più miserabili degli uomini…Chiediamo al Signore che
questi guerriglieri sentano il dolore di uccidere un fratello
innocente e indifeso, perché capiscano che no stanno
combattendo una guerra giusta.”
Canto:
Bonum est confidere in
Dominum, bonum sperare in Dominum.
-
“Mi
presentai al comandante: “sono la suora di Aboke; sono
venuta a riprendere le mie ragazze”. Il capo della
spedizione aveva già deciso la loro sorte, perché quando mi
sedetti al suo fianco chiedendogli, per lÂ’ennesima volta di
darmi le bambine, scosse il capo dando una occhiata
significativa al maestro che mi accompagnava, poi si curvò e
scrisse sulla polvere 139: “Te ne ridò 109 –disse- 30
rimangono qui”. Non posso descrivere il dolore provato in
quel momento. Mi gettai in ginocchio supplicandolo di tenere
me al posto delle ragazze. Niente da fare. Mi misi la mano sul
cuore e lo implorai: “Ti prego dammi tutte le bambine”. Si
arrabbiò e minacciò: “ Se fai così non te ne do neppure
una!” E andò via…E’ davvero un calice amaro da bere. In
questa attesa c’è una serie di luci e di tenebre, di
speranza e di disperazione, di vita e di morte. Ma so che ogni
morte porta con sé nuova vita.
Sr
Rachele
Preghiera
Vivere
è rendere credibile l’Amore,
rendere
credibile che tutti siamo amati,
rendere
credibile che tutti possiamo imparare ad amare per sempre,
è
rendere giustizia allÂ’uomo, rendere giustizia a Dio amando.
Si
possiede solo quello che si è capace di donare.
Si
è veramente salvi solo dal momento in cui ci si fa salvatori.
Non
si tratta unicamente di dare di che vivere,
ma
di ridare agli infelici delle ragioni di vivere.
Non
troveremo la gioia,
il senso della vita,
il
gusto che c’è ad essere nella vita figli di Dio,
se
non nella misura in cui saremo i fratelli dei nostri fratelli,
gli
altri figli di Dio.
Abbè
Pierre
-
Marianella
aveva un grande entusiasmo per la Chiesa militante, per la
giustizia, per i poveri. Aveva la capacità di vivere quello
che pensava. Non era abituata a scherzare sulla fede. Non si
accontentava di parole. Era davvero fatta per il martirio.
Ella parla alla nostra generazione segnata dalla fiacca, dal
permissivismo, a vivere la fede con coraggio, a far della
preghiera non una fuga verso lÂ’intimismo sterile e borghese
ma uno slancio al servizio, allÂ’eroismo nella difesa degli
oppressi e dei poveri. Marianella avvocato, diventerÃ
avvocato dei poveri e accetterà di difendere coloro che
nessun avvocato voleva difendere per paura di dispiacere al
regime. Non tornerà indietro nemmeno davanti alle minacce di
morte, di rappresaglie alla sua famiglia, alla perdita dei
beni, allÂ’assalto della sua casa ridotta un tugurio dal
passaggio dei soldati e dei ladri. Lei non cederà . E quando
uscirà dal paese con la gioia di tutti non resisterà lontana
dalla sofferenza dei suoi e tornerà con la prospettiva di
essere torturata e uccisa. Difatti fu torturata e uccisa.
Battezzata senza saperlo con un poÂ’ dÂ’acqua nella sua
parrocchia a El Salvador, sei stata ribattezzata con tutto il
tuo sangue nella difesa dei poveri e degli oppressi del tuo
paese.
Sottofondo
musicale
Non
lÂ’avete fatto a meÂ…
-
Storie
di ordinaria violenza in Sudan: Alai Bol Agook e la sua
famiglia hanno tentato di scappare nella boscaglia quando è
iniziato lÂ’attacco a Bal. La donna ha afferrato i due
bambini più piccoli, ma i ragazzi hanno esitato, quando hanno
capito cosa stava accadendo hanno tentato di raggiungere la
mamma, troppo tardi.
I soldati sono corsi dietro a loro sparando, ambedue i
fratelli sono caduti feriti a morte, ma sono riusciti
ugualmente a trascinarsi nella boscaglia. Alai ha cercato i
suoi due figli per cinque giorni. “E’ stato il volteggiare
degli avvoltoi su un punto preciso a portarmi dove erano i
loro corpi”, racconta con un tono privo di inflessioni la
dona. I suoi figli Riang e Bol sono morti dissanguati in mezzo
allÂ’erba alta...
Canto:
Misericordiae Domini in
eternum cantabo.
-
Doy
ha tredici anni. Lavora a Bangkok in una fabbrica per
lÂ’esportazione, che impiega circa duecento bambini. Essi
tagliano, cuciono ed incollano borse per 15 ore al giorno. La
ditta ne produce ogni mese più di 50.000 e grazie al sudore e
alle lacrime di questi bambini ha ricevuto più volte il
premio come migliore esportatore.
Ascoltare Doy è penoso “mi mancano i miei fratelli e le
mie sorelle. Non so quando li potrò rivedere.
Mi manca la scuola. Forse un giorno potrò andarci, ma quello
che mi manca di più è il gioco. Lavoriamo sempre e non
capisco perché la sera non ci danno un po’ di tempo per
giocare. Forse perché c’è tanto lavoro da fare.” Doy,
come milioni di altri bambini è stato derubato della sua
infanzia. Di recente un assistente sociale di Bangkok ha
affermato: “Quando arrivano dalle campagne questi bambini
sono vispi e pieni
di energia ma dopo poco li ritroviamo intristiti e malandati.
EÂ’ terribile assistere al loro lento consumo senza che noi
possiamo fare niente.”
Proverbio
cinese: “La vita di un bambino è come un pezzo di carta su cui ogni passante
lascia un segno.” Purtroppo sui corpi di questi piccoli
lavoratori non vengono lasciati messaggi di amore ma ferite
profonde che li rendono mutilati per il resto della vita. Essi
subiscono questa condanna solo perché sono deboli, indifesi e
perciò facilmente sfruttabili.
-
Lettera
a una prostituta:
Cara
Maddalena,
quanta commiserazione per i tuoi clienti uomini e quanta
poca per te, donna! Quanta solerzia tardiva da parte di quelli
che, pubblicamente buttandoti in piazza, come una volta hanno
fatto con lÂ’adultera, hanno violato la tua privacy,
violandoti anche lÂ’anima come se non fosse stato sufficiente
violarti il corpo. Quanta ipocrisia nel chiamarti serial
killer come se non
fossero serial killer tutti coloro che le prostitute le infettano di AIDS,
tanto sono solo prostitute!
Se almeno questa terribile vicenda nella quale sei stata coinvolta
dagli uomini, servisse per fare capire una volta per tutte, dopo
duemila anni che, lÂ’adultera, ipocritamente buttata in piazza
degli uomini, non pecca da sola. Innanzi tutto è adultera perché
ci sono degli uomini che vanno insieme –quelli che Gesù invitò
a scagliare loro la prima pietra- e per di più sono loro a
dettare le regole dello sporco gioco, e poi ci sono degli uomini
che la mettono sul marciapiede, così come ha fatto il tuo
compagno. Cara Maddalena, lasciati dietro le spalle il mondo scuro
del marciapiede e della notte e vai a conquistare il posto di
persona umana, che nel creato ti spetta di diritto.
Sottofondo
musicale.
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4.
...E ADESSO TOCCA A TE!
Messaggio
ai giovani GMG Toronto
Condivisione
Gesto
simbolico
Preghiera finale
Tu,
o Cristo sei il volto di ogni nostro volto.
Parola
fatta carne creatrice del cielo e degli abissi.
Noi
ti vediamo, ti tocchiamo, ti contempliamo,
in
ogni essere umano che è semente divina
da
quando Tu, Dio, ti sei fatto corpo.
Non
più Giudeo o Greco, Bianco o Negro
uomo
o donna:
Cristo,
tutto in tutti, volto che ci permette di specchiarci
nel
volto di ogni uomo.
Con Te è vinta la solitudine, perché ogni essere vivente,
è
nostro fratello e nostro Dio.
Per Te è
vinto il dolore, perché nella sofferenza
ci
si aprono orizzonti sempre nuovi.
In Te è
vinta la morte, perché da quel mattino di Pasqua
negli
occhi di ogni uomo brilla la certezza,
che
il bene sorpassa il male.
Cristo:
fratello
universale,
volto
di chi non ha un’identità ,
forza
di chi ha un corpo incatenato,
speranza
di chi muore, soffrendo con Te,
per
vivere con Te,
il
primo dei risorti.
Padre
Nostro
Benedizione
Canto
finale: San Francesco
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