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GIM Venegono: Alla sera della vita saremo giudicati sull'Amore

estate 2002

“Ero in carcere e sei venuto a visitarmi”
Al di là delle sbarre
Rompere le catene dell'indifferenza

Al carcere delle Vallette di Torino, 28 luglio – 8 agosto
GIM Venegono

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Veglia di Preghiera

ALLA SERA DELLA VITA

SAREMO GIUDICATI SULLÂ’AMORE

Le Catechesi che hanno guidato la riflessione e la preghiera durante il campo

Le Riflessioni dei partecipanti al campo

 

ALLA SERA DELLA VITA

SAREMO GIUDICATI SULLÂ’AMORE

Canto iniziale: Grandi cose

Momento di riflessione e silenzio

Passaggio per la porta

 

1. INVOCAZIONE DELLO SPIRITO SANTO

 

Canto: Vieni o Spirito N7 (ritornello)

 

Vieni, o Spirito Santo,

e dà a noi un cuore nuovo,

che ravvivi in noi

i doni da  Te ricevuti

con la gioia di essere cristiani,

un cuore nuovo, sempre giovane e lieto.  (rit.)

Vieni, o Spirito Santo,

e dà a noi un cuore puro,

allenato ad amare Dio,

un cuore puro,

che non conosca il male

se non per definirlo,

per combatterlo e per fuggirlo;

un cuore puro, come quello di un fanciullo,

capace di entusiasmarsi e di trepidare. (rit.)

Vieni, o Spirito Santo,

e dà a noi un cuore grande,

aperto alla tua silenziosa e

potente parola ispiratrice,

e chiuso ad ogni meschina ambizione,

un cuore grande e forte ad amare tutti,

a tutti servire, con tutti soffrire;

un cuore grande, forte,

solo beato di palpitare col cuore di Dio.  (rit.)

 

Accensione dei lumini

Canto: E sono solo un uomo

 

2. LE DUE VIE

Deut. 30, 15-20

            Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.

Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano.

Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza,  amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».

 

Salmo 1  (voci maschili e femminili):  Le due vie

  Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,

 non indugia nella via dei peccatori

 e non siede in compagnia degli stolti;

 ma si compiace della legge del Signore,

 la sua legge medita giorno e notte.

 

 Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,

 che darà frutto a suo tempo

 e le sue foglie non cadranno mai;

 riusciranno tutte le sue opere.

 

 Non così, non così gli empi:

 ma come pula che il vento disperde;

perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,

 né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

 Il Signore veglia sul cammino dei giusti,

 ma la via degli empi andrà in rovina.

 

 

Canto al Vangelo   Alleluia zairese

Mt. 25,31-46   Il giudizio finale

  Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si sederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?  Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?  E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.

Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?  Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.  E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

 

Silenzio

 

3. La Parola diventa vita...

LÂ’avete fatto a meÂ…

 

  1. Un sabato di festa, nel quartiere di Aguablanca, uno dei più poveri di Cali, in Colombia. Il 16 marzo nella parrocchia del Buon Pastore, lÂ’arcivescovo celebra il matrimonio di un centinaio di coppie e al termine della cerimonia sullÂ’atrio della chiesa viene freddato da due colpi di pistola sparati, dicono alcuni testimoni, da due giovani. Si aggiunge così il nome di un nuovo martire alla lunga lista di quanti hanno dato la vita per testimoniare la verità del Vangelo. Mons. Duarte era  noto per le sue dure critiche ai gruppi dei guerriglieri e al governo per i rapporti tra gruppi di potere politico e cartelli di narcotrafficanti. Era un uomo di grande trasparenza morale e coraggio civile, una voce in “difesa dei poveri”, contro la violenza che attanaglia la Colombia in una morsa di paura. Due anni prima in occasione di un massacro perpetrato dalle FARC aveva detto: “Un guerrigliero che sequestra e uccideÂ… manca delle virtù proprie di un essere umano e si trasforma nel più miserabili degli uominiÂ…Chiediamo al Signore che questi guerriglieri sentano il dolore di uccidere un fratello innocente e indifeso, perché capiscano che no stanno combattendo una guerra giusta.”

Canto: Bonum est confidere in Dominum, bonum sperare in Dominum.

  1. “Mi presentai al comandante: “sono la suora di Aboke; sono venuta a riprendere le mie ragazze”. Il capo della spedizione aveva già deciso la loro sorte, perché quando mi sedetti al suo fianco chiedendogli, per l’ennesima volta di darmi le bambine, scosse il capo dando una occhiata significativa al maestro che mi accompagnava, poi si curvò e scrisse sulla polvere 139: “Te ne ridò 109 –disse- 30 rimangono qui”. Non posso descrivere il dolore provato in quel momento. Mi gettai in ginocchio supplicandolo di tenere me al posto delle ragazze. Niente da fare. Mi misi la mano sul cuore e lo implorai: “Ti prego dammi tutte le bambine”. Si arrabbiò e minacciò: “ Se fai così non te ne do neppure una!” E andò via…E’ davvero un calice amaro da bere. In questa attesa c’è una serie di luci e di tenebre, di speranza e di disperazione, di vita e di morte. Ma so che ogni morte porta con sé nuova vita.

    Sr Rachele

Preghiera

Vivere è rendere credibile l’Amore,

rendere credibile che tutti siamo amati,

rendere credibile che tutti possiamo imparare ad amare per sempre,

è rendere giustizia all’uomo, rendere giustizia a Dio amando.

Si possiede solo quello che si è capace di donare.

Si è veramente salvi solo dal momento in cui ci si fa salvatori.

Non si tratta unicamente di dare di che vivere,

ma di ridare agli infelici delle ragioni di vivere.

Non troveremo la gioia, il senso della vita,

il gusto che c’è ad essere nella vita figli di Dio,

se non nella misura in cui saremo i fratelli dei nostri fratelli,

gli altri figli di Dio.

            Abbè Pierre

 

  1.  Marianella aveva un grande entusiasmo per la Chiesa militante, per la giustizia, per i poveri. Aveva la capacità di vivere quello che pensava. Non era abituata a scherzare sulla fede. Non si accontentava di parole. Era davvero fatta per il martirio. Ella parla alla nostra generazione segnata dalla fiacca, dal permissivismo, a vivere la fede con coraggio, a far della preghiera non una fuga verso lÂ’intimismo sterile e borghese ma uno slancio al servizio, allÂ’eroismo nella difesa degli oppressi e dei poveri. Marianella avvocato, diventerà avvocato dei poveri e accetterà di difendere coloro che nessun avvocato voleva difendere per paura di dispiacere al regime. Non tornerà indietro nemmeno davanti alle minacce di morte, di rappresaglie alla sua famiglia, alla perdita dei beni, allÂ’assalto della sua casa ridotta un tugurio dal passaggio dei soldati e dei ladri. Lei non cederà. E quando uscirà dal paese con la gioia di tutti non resisterà lontana dalla sofferenza dei suoi e tornerà con la prospettiva di essere torturata e uccisa. Difatti fu torturata e uccisa. Battezzata senza saperlo con un poÂ’ dÂ’acqua nella sua parrocchia a El Salvador, sei stata ribattezzata con tutto il tuo sangue nella difesa dei poveri e degli oppressi del tuo paese.

 

Sottofondo musicale

 

Non lÂ’avete fatto a meÂ…

 

  1. Storie di ordinaria violenza in Sudan: Alai Bol Agook e la sua famiglia hanno tentato di scappare nella boscaglia quando è iniziato l’attacco a Bal. La donna ha afferrato i due bambini più piccoli, ma i ragazzi hanno esitato, quando hanno capito cosa stava accadendo hanno tentato di raggiungere la mamma, troppo tardi.
    I soldati sono corsi dietro a loro sparando, ambedue i fratelli sono caduti feriti a morte, ma sono riusciti ugualmente a trascinarsi nella boscaglia. Alai ha cercato i suoi due figli per cinque giorni. “E’ stato il volteggiare degli avvoltoi su un punto preciso a portarmi dove erano i loro corpi”, racconta con un tono privo di inflessioni la dona. I suoi figli Riang e Bol sono morti dissanguati in mezzo all’erba alta...

Canto: Misericordiae Domini in eternum cantabo.

 

  1. Doy ha tredici anni. Lavora a Bangkok in una fabbrica per l’esportazione, che impiega circa duecento bambini. Essi tagliano, cuciono ed incollano borse per 15 ore al giorno. La ditta ne produce ogni mese più di 50.000 e grazie al sudore e alle lacrime di questi bambini ha ricevuto più volte il premio come migliore esportatore. Ascoltare Doy è penoso “mi mancano i miei fratelli e le mie sorelle. Non so quando li potrò rivedere.
    Mi manca la scuola. Forse un giorno potrò andarci, ma quello che mi manca di più è il gioco. Lavoriamo sempre e non capisco perché la sera non ci danno un poÂ’ di tempo per giocare. Forse perché c’è tanto lavoro da fare.” Doy, come milioni di altri bambini è stato derubato della sua infanzia. Di recente un assistente sociale di Bangkok ha affermato: “Quando arrivano dalle campagne questi bambini sono vispi e  pieni di energia ma dopo poco li ritroviamo intristiti e malandati. EÂ’ terribile assistere al loro lento consumo senza che noi possiamo fare niente.”

 

Proverbio cinese: “La vita di un bambino è come un pezzo di carta su cui ogni passante lascia un segno.” Purtroppo sui corpi di questi piccoli lavoratori non vengono lasciati messaggi di amore ma ferite profonde che li rendono mutilati per il resto della vita. Essi subiscono questa condanna solo perché sono deboli, indifesi e perciò facilmente sfruttabili.

 

  1. Lettera a una prostituta:

Cara Maddalena,

     quanta commiserazione per i tuoi clienti uomini e quanta poca per te, donna! Quanta solerzia tardiva da parte di quelli che, pubblicamente buttandoti in piazza, come una volta hanno fatto con lÂ’adultera, hanno violato la tua privacy, violandoti anche lÂ’anima come se non fosse stato sufficiente violarti il corpo. Quanta ipocrisia nel chiamarti serial killer come se  non fossero serial killer tutti coloro che le prostitute le infettano di AIDS, tanto sono solo prostitute!
Se almeno questa terribile vicenda nella quale sei stata coinvolta dagli uomini, servisse per fare capire una volta per tutte, dopo duemila anni che, l’adultera, ipocritamente buttata in piazza degli uomini, non pecca da sola. Innanzi tutto è adultera perché ci sono degli uomini che vanno insieme –quelli che Gesù invitò a scagliare loro la prima pietra- e per di più sono loro a dettare le regole dello sporco gioco, e poi ci sono degli uomini che la mettono sul marciapiede, così come ha fatto il tuo compagno. Cara Maddalena, lasciati dietro le spalle il mondo scuro del marciapiede e della notte e vai a conquistare il posto di persona umana, che nel creato ti spetta di diritto.

 

Sottofondo musicale.

 

4. ...E ADESSO TOCCA A TE!

Messaggio ai giovani  GMG Toronto

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Gesto simbolico

          Preghiera finale

Tu, o Cristo sei il volto di ogni nostro volto.

Parola fatta carne creatrice del cielo e degli abissi.

Noi ti vediamo, ti tocchiamo, ti contempliamo,

in ogni essere umano che è semente divina

da quando Tu, Dio, ti sei fatto corpo.

Non più Giudeo o Greco, Bianco o Negro

uomo o donna:

Cristo, tutto in tutti, volto che ci permette di specchiarci

nel volto di ogni uomo.

       Con Te è vinta la solitudine, perché ogni essere vivente,

è nostro fratello e nostro Dio.

       Per Te è vinto il dolore, perché nella sofferenza

ci si aprono orizzonti sempre nuovi.

       In Te è vinta la morte, perché da quel mattino di Pasqua

negli occhi di ogni uomo brilla la certezza,

che il bene sorpassa il male.

       Cristo:

fratello universale,

volto di chi non ha un’identità,

forza di chi ha un corpo incatenato,

speranza di chi muore, soffrendo con Te,

per vivere con Te,

il primo dei risorti.

Padre Nostro

Benedizione

Canto finale:  San Francesco

 

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