Alla famigliaSan Mango sul Calore, 20 dicembre 1980 Ciao
a tutti, è
da un po’ di tempo che non vi scrivo, ma sono qui in questo paese terremotato
da diverso tempo. Vi do alcune notizie. Sto
bene. Fa freddo e c’è la neve e ghiaccio. I paesi colpiti dal terremoto sono
quasi tutti in zona montagnosa e in montagna tutti sanno che fa freddo durante
l’inverno. Ho
dormito in tenda un po’ di giorni fino a quando la neve rischiava di rompere
la tenda e allora ho cercato riparo un po’ più consistente. Perché sono qui
vi starete chiedendo. Molto semplice: sono parroco di questo paesino. Il lavoro
non manca di certo. La
gente si sta facendo cattiva man mano che passa il tempo, perché stanno girando
somme enormi di denaro e tutti vogliono più di quello che spetterebbe. Le
camorre e l’accaparramento sono da sempre in queste zone, ma adesso si fanno
più vistose. Lo sciacallaggio non ne parliamo nemmeno. Lavoriamo
in 2 preti[1]
e siamo appoggiati dalla Caritas. Gestiamo attualmente la mensa (150 pasti) e la
scuola: asilo medie e elementari.
Assicuriamo che non venga a mancare il necessario nelle frazioni circostanti. Assistiamo
la popolazione a livello infermieristico e medico nelle zone dove la
amministrazione comunale è inadempiente. Ho
iniziato la novena di Natale. E’ un altro modo di avvicinare le persone.
Celebro l’Eucarestia nelle loro case. Insomma cerco di farmi strada. Conto
di essere a casa per il 28 se le cose vanno come dovrebbero. Mai paura che ci
vediamo.
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