Alla famiglia*

Firenze, 20 aprile 1974

Ciao a tutti,

saluto e ringrazio il nostro papà che non ho avuto modo di salutare prima di partire! Comunque era già salutato da sempre perché in famiglia siamo sempre, anche se con compiti diversi.

Il viaggio è andato benone come al solito. La vita continua ora in vista degli esami di fine anno. Lo studio si moltiplicherà come ore, dedicato solamente a questo. Mi consola il fatto che durante l’anno ho già fatto abbastanza. Ora mi resterà solo la sintesi per raccogliere le cose già studiate e lette. La visita a casa, che mi si offrirà anche in vista del Referendum1, mi è stata salutare anche perché ho interrotto per un po’ la vita di qui. Ho avuto modo di incontrare amici “immersi” in tanti problemi personali che si trovano sotto il denominatore comune di pensare solo a loro stessi. Il pensiero non scorre molto ma il senso si è capito lo stesso penso. Già alla mia età si comincia a pensare non come vivere per essere utile a qualcuno ma come vivere e come fare per giovare a se stessi. Il bello è che dopo un po’ che parlavo con loro si rivedevano in molti punti proprio come chi scopre qualcosa di mai sentito. Robe da matti.

A casa non ho mancato di vedere ancora una volta come vivete tra tensioni quando io, facendo un confronto con questa vita, vedo che le cose mi portano sempre di più verso la serenità. Basta comunque con i discorsi seri. Continuiamo a credere che la vita la facciamo assieme e che assieme dobbiamo arrivare a Dio. A Gaudenzio e Filippo auguro tanta fortuna per gli esami. La torta detta anche fugassa2, fetta dopo fetta è stata mangiata tutta. Riporto anche i complimenti alla cuoca. Saluti anche a Fabietto con la biciclettina nuova fiammante (per me, metterei un freno davanti perché non mi sembra che sia sufficiente solo quello a pedale; è solo un consiglio per le frenate che di tanto in tanto occorre fare d’urgenza per non andare addosso a qualcuno. Ok!?).

Chiudo risalutando tutti. Vi ricordo al Signore. Ciao, Lele.