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 2.- al card. Alessandro Barnabo'

Scendy, nella Nubia Superiore

29 aprile 1873

E.mo ed R.mo Principe,

Mentre arenati da due giorni fra le cateratte di Halfaia, siamo nell'impossibilità di avanzarci impediti anche dal vento contrario, ho l'onore di annunziarle come io m'ebbi fin dal Cairo le veneratissime sue 8 novembre 28 novembre, non che il Rescritto 11 dicembre del S. Officio pell'Indulto del sabato; di che le rendo infinite grazie.

L'illustre Sir Bartle Frère Ambasciatore di S. M. Britannica raccomandatomi colla pregiata sua 28 novembre è venuto a trovarmi col suo seguito nel mio Istituto di Cairo, e conferimmo insieme per ben tre ore sul doloroso argomento della schiavitù. Benché questo esimio signore appartenga alla Chiesa Anglicana, pure sembra animatissimo pella missione filantropica, ond'è incaricato dal suo Governo. Egli non era diretto per l'Africa Centrale, che è il vero miserando teatro della schiavitù; sebbene per Zanzibar a Mascatte; e vuole stringere rapporti con quei Sultani per abolire praticamente la tratta dei negri, e dopo alcuni mesi ritornerà in Europa, cioè, a Londra. Convenimmo di corrispondere insieme usque ad mortem sul fine umanitario suddetto. Credei però prudente di tacergli per ora lo strazio che ora fa dei negri fra Gondocoro e le sorgenti del Nilo l'altro Inglese Sir Samuel Baker, desiderando prima constatare il fatto.

Sembra però che sia vero quello che mi si era annunziato, mentre il capitano della mia barca, da dove io scrivo, mi assicura essere egli stato per ben tre anni fino ad otto mesi fa con Sir Baker e di aver egli con Baker grande e Baker piccolo ammazzate parecchie migliaia di negri coi loro capi, perché si rifiutarono di accompagnarlo innanzi fino ai N'Yamza. Ma su ciò scriverò in avvenire.

Il sistema adoperato fin qui dalle potenze Europee e specialmente dall'Inghilterra per distruggere la tratta dei neri è inefficace a raggiungere lo scopo che si vorrebbe ottenere. I Sultani dei paesi sun­nominati riceveranno S. E. l'Ambasciatore con gentilezza e splendore, come già fece collo stesso S. Altezza il Kedive; essi sottoscriveranno qualunque trattato: e daranno tutte le garanzie sulla carta: ma partito l'Ambasciatore, continueranno a promuovere e proteggere l'infame traffico, perché ciò è nella natura dei principii dell'Alco-rano, ed è sorgente per loro di qualche risorsa e comodità. Nei tre mesi e più di viaggio che noi abbiamo fatto fin qui dal Cairo, incontrammo più di 40 barche di schiavi e schiave affatto nudi ch'erano stipate come le sardine; e nel deserto incontrammo più di 20 carovane di negre affatto ignude che marciavano a piedi, cacciate talvolta a colpi di staffile.

Tutte queste venivano condotte a pien meriggio sotto gli occhi del Governo locale, che n'è il primo fautore e promotore, ed erano dirette pel Cairo ed Alessandria. Taccio dell'immenso numero di schiavi che viene ogni anno estratto dal nostro Vicariato, e che va a sboccare nei porti di Tripoli e Tunisi. Non potei quindi astenermi dal crollare il capo quando lessi a Berber sul Times il seguente brano del discorso della Corona pronunziato ai 6 del p.p. febbraio dalla Regina d'Inghilterra nel Parlamento di Londra: "Il mio ultimo discorso, milords e signori, s'informò dei provvedimenti adottati per finirla efficacemente colla tratta dei negri sulle coste orientali dell'Africa. Ho spedito un Ambasciatore per Zanzibar (Sir Bartle Frère); egli porta istruzioni, che mi paiono le meglio atte a conseguire lo scopo propo­stomi. Egli è recentemente arrivato al suo destino, e si è messo in comunicazione col Sultano."

L'unico mezzo per abolire o scemare la tratta dei negri è di favorire ed aiutare efficacemente l'apostolato cattolico di quelle infelici contrade, donde si strappano violentemente a migliaia e migliaia i poveri negri commettendo i più orribili eccessi, ed ove si esercita l'infame traffico. Fra tutti i paesi del mondo è l'Africa Centrale, ove si fa il più fiero scempio di queste infelici creature. E siccome questa orribile piaga dell'umanità interessa altamente il mio Vicariato, io avrò molto da fare ad agire e carteggiare sovra tale argomento. Io avrei in mano le fila per trattare colle più alte sfere dei governi delle grandi potenze d'Europa su tale affare, ma oggi dominano unicamente governi atei e rivoluzionari: quindi non farò un passo, senza prima tutto sottomettere al sapiente giudizio della S. C., sulle cui istruzioni unicamente agirò in proposito.

Le bacio la Sacra Porpora e mi dichiaro di Vostra Eminenza

U.mo e d.mo figlioDaniele Comboni Pro-Vicario Apost.