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2. al card. Alessandro Barnabo'

 

Scellal (Nubia Inferiore), 7 marzo 1873

E.mo e R.mo Principe,

 

Eccomi finalmente, dopo lenta e penosa navigazione di ben 38 giorni dal Cairo, entrato nel Vic.to dell'Africa C.le. Partii dalla metropoli dell'Egitto ai 26 di gennaio con due grandi barche, in una delle quali stavano i missionari e fratelli laici, e nell'altra le ottime Suore di S. Gius.e e le Istitutrici negre: in tutti 26 individui. Il Signore ci visitò colla morte di un buon fratello laico agricoltore veronese colpito in barca da orribile vaiuolo in Alto Egitto, e che il Prefetto P. Angelo fece seppellire a Negadeh presso le Tebaidi.

Malgrado gli sforzi per volare quanto prima al mio Vicariato, me ne fu prima d'ora affatto impossibile.

Pel cordone sanitario stabilito dal Governo fra l'Egitto e la Nubia in causa della pretesa esistenza del Cholera Morbus a Berber, Chartum, e Suakim; invenzione escogitata per sottrarre quei paesi alla vigilanza diplomatica, ed impedire che si spiassero le mosse delle truppe del Kedive per la conquista dell'Abissinia (Impresa ora sventata dal Gabinetto Britannico). Da ciò ne venne l'assoluta scomparsa dei cammelli per tragittare il deserto, e la scarsezza delle barche per correre il Nilo; per cui i due missionari ed i 4 laici, che fino dal 26 del passato novembre io avea spedito da Cairo a Chartum per preparare gli alloggi alle due carovane, rimasero fermi per 81 giorni a Corosco, limitare del deserto, per non aver potuto trovare cammelli; e mi ci volle un ordine telegrafico da me provocato dal Divano di Cairo a mezzo del Consolato per provvederne 4; e gli altri due stanno ad aspettarmi a Corosco.

Per avere la R.ma M.dre G.le di S. Gius.e ritardato la spedizione delle Obbedienze alle Suore destinate pel Sudan, che furono sottoscritte a Marsiglia solo ai 2 gennaio, e ricevute da esse ai 19, cioè, una settimana solo prima che le carovane nostre partissero dal Cairo. Io avea già da tempo adempito ai miei obblighi colle Suore secondo la convenzione stipulata in Roma fra me e la M.e G.le: ma, così disponendo il Signore, rispettabili persone hanno tentato d'impedire con mezzi non troppo equi il concorso delle pie e brave Suore all'ardua e laboriosa mia missione; e non fu tanto il mio accorgimento ed i miei sforzi che ne scongiurarono il pericolo, quanto la misericordia di Dio, che veglia con pietosa cura all'opera sua.

Per la molteplicità delle cure e delle pene sostenute in Cairo di cui darò un cenno all'E. V. quanto sarò giunto alla mia residenza, e per le noiosissime ed intralciate occupazioni per mettere in pronto le provvigioni per 3 mesi di un viaggio difficilissimo di tante persone, e provvedere gli oggetti necessari per piantare e fornire modesta-mente due importanti stabilimenti da erigersi nel Vicariato.

La mia presenza in Cairo sarebbe stata necessaria per ben condurre l'affare dell'acquisto di un terreno per fabbricarvi due piccoli stabilimenti preparatori per la missione dell'Africa Centrale, affine di evitare il gravoso affitto delle due case attuali, al quale scopo ho già esaurite le opportune pratiche coll'I. R. Agente Diplomatico e C.le G.le Austro-Ungarico in Egitto per averlo gratis da S. A. il Kediveh. Molto più sarebbe stata utile per vigilare sulla guerra sorda, che, così permettendolo il Signore, si agita in Egitto contro la santa opera della rigenerazione della Nigrizia. Alcuni che dovrebbero per vocazione favorire ciò che tende alla pura gloria di Dio, cercarono, e forse cercheranno ancora di moltiplicarmi le difficoltà; e non mancarono di adoperare i mezzi per nuocermi.

La mia Opera è per se stessa ardua e scabrosa; e solo la onnipotenza divina può riuscirvi; perciò è nel Cuore di Gesù, è nell'intercessione di Maria collocata tutta la mia speranza, e sono pronto a tutto soffrire per la salvezza delle Nazioni affidatemi, convinto che la croce è il suggello delle opere divine, ove non sia provocata dalla nostra imprudenza o malizia, e confortato dall'oracolo divino: qui seminant in lacrymis in exultatione metent.

Sì, per tali motivi la mia presenza sarebbe stata utile in Cairo: ma ben ponderata ogni cosa, ho deciso di affidare l'Istituto e le mie cose di Cairo all'oculata sorveglianza e prudenza dell'ottimo mio missionario D. Bartolomeo Rolleri, uomo di provata integrità e discrezione e zelo apostolico, che da 5 anni lavora lodevolmente nel mio Ist.o di Cairo; e di volar subito colle carovane al Vicariato, essendo hic et nunc urgente e più conforme al pensiero della Prop.da di occupare il Vicariato e farne la visita, e sistemare un buon andamento delle due Stazioni di Chartum e Cordofan.

Quanto a Scellal, ho trovato la Casa in ottimo stato di solidità; ma nuda affatto degli oggetti del valore di oltre 2000 scudi che possedeva, i quali furono in parte venduti e consumati, in parte rubati, e in parte distrutti dalle formiche bianche. Siccome qui abbiamo un ottimo clima, ed un vasto terreno produttivo di nostra proprietà (75,000 metri quadrati), e siccome Scellal è un punto che sta per divenire importante; cos’ è mia intenzione di ridonare a questa Stazione la vita, e renderla utile alla missione, secondo lo scopo per cui fu fondata, come le esporrò dopo la visita pastorale del Vic.o.

Le bacia la SS. Porpora con tutto l'ossequio

 

L'u.mo, d.mo, ubb.mo figlio

Daniele Comboni

P. Vic.o Ap.co dell'Africa C.le