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Gim Roma (novembre 2004): Festa: abbondanza di Vita

 

FESTA:  ABBONDANZA  DI  VITA 

LE  NOZZE  DI   CANA

 

Catechesi GIM di Roma novembre 2004

 

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GV: 2,1-12

 

 

            Abbiamo visto nella nostra prima catechesi sulla  1 Gv. 1,1Â… “ Ciò che noi abbiamo udito, visto con i nostri occhi, toccato con le nostre maniÂ…lo annunciamo a voi perché siate in comunione con noi “, che  il TOCCARE  LA  PAROLA  DI VITA  è generatrice di vita per se e per gli altri.  Crea la comunione che cresce e si fortifica quando c’è partecipazione, comunione, allegria.  Dio  si è rivelato concretamente in Gesù suo Figlio che si è fatto PAROLA DI VITA per noi, perché anche noi  possiamo comunicare questa vita di amore a tutti, nella giustizia, nella pace, nella fraternità.

 

Introduzione al testo :   Gv.  2,1 –12:  LE  NOZZE DI  CANA

 


 Marten de Vos - Le nozze di Cana 1596-97

 

Utilizzando una frase ad effetto:  Mi chiedo:  Cos ‘ è  il Vangelo ?  EÂ’ un invito a  nozze. 

 Le  Nozze sono il programma di vita del cammino evangelico.   Il primo segno concreto della Missione di Gesù per tutta lÂ’ umanità:  LA VITA NUOVA   PER  TUTTI  COME ABBONDANZA DI GIOIA E DI FESTA, DI TRASFORMAZIONE DI VITA. 

Tutto il Vangelo di Gv.  ha  la sua forza nei  SEGNI,  che hanno un loro significato simbolico che ci permetteranno di capire e penetrare qualcosa di più di un semplice segnale, se cerchiamo di capirli nel loro significato profondo, ci aiuteranno a entrare nel mistero profondo della persona di Gesù  che si rivela con tutta la sua forza dÂ’ Amore per chiunque lÂ’ascolta e lo segue. 

Situiamoci nel testo preciso:

a)      una introduzione ambientale del segno (  2,1-3a)

b)      il dialogo tra Maria e Gesù  (2,3b – 5)

c)      il dialogo tra Gesù e i Servi  (2, 6- 8)

d)      il dialogo tra il maestro di tavola e lo sposo  ( 2, 9-10)

e)      conclusione teologica  (2,11)

 

a) Introduzione ambientale del  segno  ( 2, 1- 3a ):

v.  1: “Tre giorni dopo “    LÂ’evangelista Giovanni  ci  vuole far capire precisamente il senso del giorno in cui avviene qualcosa di straordinario in questa festa e ci puntualizza anche il giorno con il suo significato particolare .

Dopo la descrizione dei primi giorni della settimana che inaugura la manifestazione di Gesù ad Israele:

·         con la  testimonianza di Giovanni Battista (  1° giorno   1,28),

·         con la  2°  testimonianza su colui che viene ( 2° giorno 1,29 –34),

·         con la chiamata dei primi  3 discepoli da parte di Gesù ( 3° giorno 1, 35 –42),

·         con lÂ’ incontro di Gesù con Filippo e Natanaele (  4° giorno 1, 43 –57),

lÂ’ annotazione cronologica di  “Tre giorni dopo”  posta allÂ’inizio  del racconto ha un valore teologico,  Giovanni presenta il  7° giorno con la  1°  rivelazione di Gesù ai discepoli con le Nozze di Cana  di  Galilea, riprendendo lo schema del libro della  Genesi con la presentazione della Creazione  ( Gen. 1. 3 –2,3).  Nel  7° giorno quando Genesi pone il riposo di Dio, Giovanni mette la celebrazione delle Nozze.  Il consacrare del Genesi diventa adesso una celebrazione di Nozze che è il fine della Creazione.  

Il  1° segno delle Nozze ha il suo significato simbolico:  Gesù è colui che viene a dare fine al compimento dellÂ’opera della creazione cha ha il suo culmine nella Pasqua di Gesù.   Nella sua Pasqua  Gv. 19,30   Gesù dirà “ Tutto è compiuto “ .  Quando  Gerusalemme uccide, Gesù vede questo momento come momento di celebrazione delle nozze definitive.   Capiamo allora che la vita evangelica è per quaggiù, per i  6 giorni, i giorni della nostra storia, i giorni dellÂ’attesa, della lotta, perché vinca la vita piena e abbondante per tutti nel  7° giorno.   Il  7° giorno diventa il dare, da parte di Gesù, la possibilità a tutti gli uomini di rinascere per diventare figli di Dio, e portare a compimento lÂ’ opera della creazione dove liberamente lÂ’uomo dice tutto il suo si al Dio della vita che da sempre dice si allÂ’uomo.  Con il Si di Dio e con il Si dellÂ’ uomo si celebrano le vere nozze: il banchetto della festa dellÂ’Alleanza nuova e eterna di Dio  con tutta lÂ’umanità.   Cana è lÂ’inizio dei Segni, è lÂ’ Alba del giorno glorioso di Cristo, che si impegna con tutti  a dare la sua vita perché questa sia una vera festa nellÂ’accoglienza del suo Amore gratuito ed eterno 

 

“Ci fu uno sposalizio”: Le nozze sono lÂ’immagine più bella dellÂ’alleanza tra Dio e il suo popolo, in un amore più forte di ogni infedeltà e della stessa morte.  LÂ’unione tra i due è simbolo di quella tra lÂ’uomo e Dio, quel Dio che è amore e ci ha comandato di amarlo con tutto il cuore.  La reciprocità è il < grande co- mando> che  < ci manda insieme > verso la pienezza di vita. 

 

“in Cana di Galilea”:  Cana richiama  “ qanàh “ (= acquistare ) allusione al popolo che Dio si è acquistato  ( Es. 15, 16;  Dt. 32,6; Sal. 72, 4).

 

“era lì la madre di Gesù “:  La madre era lì, si trovava già alle nozze quando giunse Gesù con i discepoli.  Non si dice il suo nome: è chiamata  “madre “ dal narratore e “ donna “ da Gesù. 

“Madre”: indica la relazione con il figlio, al quale da la vita;  “donna” (=sposa) la relazione con lo sposo dal cui amore corrisposto viene la vita del figlio.  Maria in quanto madre rappresenta il popolo di Dio, dalla cui carne viene il Messia, in quanto sposa è la figlia di Sion che ama e attende lo sposo, il Signore.  Maria è la Donna – Madre con un compito specifico nella missione del Figlio: rappresenta il popolo dellÂ’ Alleanza con il suo atteggiamento di apertura e disponibilità alla Parola di Dio.  Essa è la Madre di Sion, la nuova Gerusalemme che raduna i figli per la costruzione del popolo di Dio.

Anche se la sua presenza è discreta e silenziosa ha però un  peso non indifferente e ci fa capire   che, per la sua premura, la festa di nozze, invece di spegnersi , trova la sua pienezza , la gioia della festa nel vino buono.  Appare quiÂ… e ai piedi della Croce ( Gv. 19, 25) quando giunge lÂ’ora in cui il Signore porta a compimento il suo amore per noi. 

 

v.2 “Fu invitato anche Gesù “: è importante invitare il Signore alla nostra festaÂ… perché se non c’è Lui , non c’è il vino buono che da senso alla festa , alla nostra vita. 

 

v. 3 “Venuto a mancare il vino “:  Se lÂ’olio e il pane sono necessari per vivere, il vino che rallegra il cuore dellÂ’uomo (Sal.  104, 15) è quel superfluo necessario per vivere felicemente.  EÂ’ immagine dellÂ’amore tra sposo e sposa, creatore e creatura, in cui si compie la creazione e lÂ’uomo passa dal sesto al  7° giorno  a Dio stesso che è  EBBREZZA DÂ’ AMORE. Senza questo vino , lÂ’ uomo perde la propria identità, la somiglianza con Dio.

 

b)  Dialogo tra Maria e  Gesù  ( 2, 3b – 5):

v. 3b. “ Non hanno più vino”:  La semplice constatazione è insieme richiesta e attesaÂ… Ma cÂ’ è un profondo significato teologico: il desiderio di Israele, consapevole della propria povertà, di aprirsi alla salvezza e di gustare il vino messianico.  Alla luce della Pasqua le nozze di Cana rappresentano lÂ’ Antica Alleanza a cui anche Maria appartiene.  Lo sposo e la sposa sono Dio e il popolo di Israele tra cui non si è instaurata una relazione permanente di amore, nonostante i vari tentativi di Dio.  Maria, simbolo del giudaismo che viveva in attesa della speranza messianica, rappresenta lÂ’ umanità bisognosa che desidera una liberazione e attende la rivelazione piena della salvezza.  Cana è il nuovo Sinai dove il vecchio vino dellÂ’economia antica sta per essere sostituito dal nuovo vino del messaggio evangelico di Gesù.  Sullo sfondo del giudaismo, si può dire che il vino di Cana simboleggia la Parola di Dio, la rivelazione di Gesù, la grazia della verità che egli ha portato ( Gv. 1,17).

 

v. 4 “ Che ho da fare con te, o donna ? “:  Nel linguaggio biblico lÂ’espressione può essere utilizzata in due modi: può significare sia un deciso rifiuto di un rapporto tra persone e una  profonda ostilità e opposizione su di un problema, sia il nascere di una divergenza di vedute o di pensiero e una mancanza di comunione tra due.  Qui Gesù è più sulla seconda ipotesi:  vuole affermare che le relazioni tra di loro non vanno poste su un piano umano , ma su una prospettiva superiore che è quella della sua missione come Messia rivelatore del Padre. 

 

v. 4b. “ Non è ancora giunta la mia ora “: La preoccupazione di Gesù non è quella del vino materiale, ma vuole far capire che è  “lÂ’ ora “ del vino eccellente del banchetto eterno  ( Is.  25, 6) in cui  “dai  monti stillerà il vino nuovo e colerà giù per le colline  ( Am. 9,13).  LÂ’ ORA  di Gesù  non è solo il momento in cui si compie il  1° miracolo, ma la realtà della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, vista come un unico evento.  LÂ’ ORA di Gesù è tutta la  sua vita terrena vissuta in conformità alla volontà del Padre, che comincia qui a Cana e raggiunge la sua pienezza sulla Croce.  In concreto è un invito a passare dal livello puramente terreno a quello spirituale e profondo della missione di Gesù: entrare nel disegno di Dio che crea Relazione di Amore con il suo popolo.  Con Gesù è giunta lÂ’ ORA in cui Dio compie la sua promessa.  Da  quando la Parola è diventata carne, ci sono le nozze tra cielo e terra: cÂ’ è solo da attingere adesso.

 

v. 5: “ Fate quello che vi dirà “:  Maria invita i servi a entrare nel piano della disponibilità al progetto di Dio.  Così la Madre e i servi rappresentano il popolo che è disposto a mantenere lÂ’ alleanza e dice:  “ tutto ciò che ha detto Yavhè  noi lo faremo  ( Es.  19,8;   24,7).  Gesù è il profeta del quale  Mosè ha detto  “ a Lui darete ascolto “  ( Dt. 18,15).  Giuseppe del quale il re disse:  “Ciò che vi dirà fatelo ( Gen. 41, 55)  procurerà il pane a tutti.  Gesù nuovo Giuseppe, donerà  a tutti il vino.  Gesù è il Figlio del quale il Padre ha detto  “Ascoltatelo “  perché lÂ’ ho glorificato e lo glorificherò  ( Gv.  12, 28).  Gesù è la Parola:  se ascoltiamo Lui, l ‘ acqua della nostra umanità si muta nel vino della sua divinità.  E Maria ha aperto la strada allÂ’ umanità perché si incontri con Cristo.  Chi si mette al servizio del Signore e obbedisce alla sua parola sperimenta la sua presenza perché egli si manifesterà  ( Gv. 14, 21).

 

c)  Dialogo tra Gesù e i Servi  ( Gv.  2, 6-8)

          

v. 6” erano lì sei giare di pietra”: I dettagli non sono superflui:   6 -  pietra – purificazione: sono un richiamo alla creazione dellÂ’ uomo compiuta al 6° giorno,  alla legge scritta su tavole di pietra e ai riti di purificazione ( Lv. 11,16).  Sono lì… come la Madre di Gesù. Ogni giara contiene da  80 a  100 litri di acqua,  ciò indica una abbondanza Â…. Le giare di pietra collocate stabilmente in casa per la purificazione dei giudei e contenenti lÂ’acqua rituale per le abluzioni prescritte dalla legge sono il simbolo dellÂ’ Antica Alleanza degenerata in uno staticismo formale, preoccupata solo di far eseguire riti esteriori e convenzionali.  Rappresentano la stessa legge di Mosè svuotata dal legame di Amore tra Dio e lÂ’ uomo a causa della sua infedeltà, ha creato una relazione povera, pesante, ostacolo e non tramite per la comunione vera del popolo con Dio.  Una simile legge, senza vita e chiusa al futuro, espressa biblicamente nel simbolo imperfetto e incompleto del n.  6, opposto al 7 che indica pienezza, è naturale che faccia mancare il vino delle nozze.   Il vino invece dono di Gesù, ottenuto dallÂ’acqua della purificazione rituale sta a indicare che la purificazione degli uomini non viene più dal giudaismo, ma dalla lieta novella di Cristo ( Gv.  8, 31 –47).

 

v. 7:” Riempite le giare dÂ’ acqua”:  Le giare erano vuote, prive di ciò per cui erano fatte.  Vuote di sensoÂ… come una legge osservata in tutte le sue prescrizioni ma senza amore, senza gioia, festa, gusto del vibrare.  Gesù ordina di riempire dÂ’ acqua le giare, con una misura abbondante, sottolinea la ricchezza traboccante dei beni messianici che Gesù dona con la sua parola rivelatrice.  Non farà il vino buono dal nulla ma dallÂ’ acqua, dal desiderio di vita di ogni uomo.  Dio assume e valorizza tutto ciò che è dellÂ’ uomo e della sua storia: la salvezza che offe è salvezza dellÂ’ umano.  Guai allÂ’ uomo che rinuncia al desiderio di amore e di gioia per cui è fatto.  EÂ’ un contenitore vuoto, pieno di nulla, del nulla.   I servi saranno i testimoni oculari di questa trasformazione  che Gesù fa e i discepoli saranno i collaboratori diretti dellÂ’ opera di Gesù, vivendo nellÂ’ obbedienza della fede.

 

v. 8 “ attingete adesso “:  EÂ’ giunta lÂ’ ora della salvezza alla quale si può attingere per tutta                    lÂ’ umanità il vino buono della vita, della gioia, della festa.  In Gesù si apre il cielo e si celebra lÂ’ unione tra Dio e lÂ’ umanità. Ciò che si attinge è stato trasformato e la nostra vita diventa vino buono da offrire agli altri perché cÂ’ è la sua grazia, la sua presenza viva.  

 

“ portate al maestro di tavola “:rappresenta Israele e i suoi maestri, intenditori della promessa.  Si comprende la nuova alleanza solo dallÂ’ antica ricordando e facendo memoria di tutto ciò che era stato annunziato e che ora è realtà certa. 

 

d)  Dialogo tra il maestro di tavola e lo sposo  ( 2,9-10):

v. 9: “Il maestro di tavola non sapeva “:  EÂ’ il momento in cui si constata il miracolo avvenuto.  Non si dice del come e quando esso si sia svolto.  Una volta che lÂ’acqua è tolta dalle giare e che il maestro di tavola ne assaggia il gusto, essa è già vino nuovo.  Il maestro ignora la sua provenienza, mentre i servitori conoscono bene il fatto.  Il vino di Gesù è misterioso nella sua origine.  Simboleggia il mistero della sua persona e la sua opera rivelatrice, i beni promessi, accompagnati dalla gioia e dallÂ’abbondanza, in una parola la Relazione dÂ’ amore tra Dio e lÂ’ uomo che si inaugura con la nuova alleanza.

Il maestro di tavola non riconosce ancora il Dono di Gesù, non comprende che il tempo passato era superatoÂ… solo i servitori lo sapevano perché avevano attinto lÂ’ acqua.  Essi sanno che il vino offerto da Gesù è radicalmente nuovo.  Non è di origine umana.  EÂ’ dono che viene da Dio perché questi servitori hanno eseguito il comando del Maestro, hanno obbedito alla sua Parola, come Maria.  Gesù si rivela solo a coloro che osservano la sua parola e la amano, come i servitori di Cana, modello di servizio e di obbedienza, di sottomissione totale. 

 

v. 10: “ Tutti servono prima il vino buono “  EÂ’ il momento finale in cui si intuisce che vi è un altro sposo, quello vero, che è al centro della festa nuziale.  Il vero sposo che precede le nozze e ha conservato fino a questo momento il vino migliore: è Gesù.  EÂ’ il vero segno che definisce il passaggio dalla legge alla grazia e inaugura le nozze della nuova alleanza, quella dellÂ’ Amore tra Dio e gli uomini. 

 

e)  Conclusione  Teologica  (  2, 11- 12)

 

LÂ’episodio di Cana diventa  un modello di tutta la vita di Gesù che si conclude sulla Croce: Gesù si rivela come lo Sposo delle nozze messianiche.  EÂ’ nella luce pasquale che questo segno parla ai discepoli di  ogni tempo che si aprono alla fede e credono in Gesù.  Diventano una nuova comunità in cammino di fede e di vita nuova che si fa testimone nel mondo del Cristo vivo nellÂ’ascolto attento della sua Parola e nella disponibilità piena alla volontà del Padre.   FateÂ… siateÂ… ciò che Lui  è.   Maria e i discepoli formano la comunità della nuova Alleanza sempre rigenerata e rinnovata dallÂ’ abbondanza del Vino Nuovo che è Gesù, sorgente inesauribile di salvezza per tutta lÂ’ umanità.

PER  LA RIFLESSIONE  PERSONALE:

Alcuni  testi  biblici:

-          Gv.  2,1-12:  Le Nozze di Cana:  luogo e momento forte dove cÂ’ è il Segno grande che da il senso profondo alla nostra vita.   Il  ruolo di Maria.   LÂ’  Ora  di  Gesù.  Il  Vino  buonoÂ…..

-          Gv.  19, 25 –30:  Maria  ai  piedi della CroceÂ….  E tutto è compiuto.

-          Gen.  1, 3 – 2,3:  Relazione con la Creazione  di  Dio

-          Salmo  45:  Salmo  nuziale

-          Salmo   104:  Gli splendori della  Creazione

-          Osea  2,  16 – 25:  La fedeltà sponsale di Dio con il suo popolo: Ti fidanzerò a me per sempre.

-          Isaia  54, 4 –10:  Promessa di Amore eterno di  Dio:  Tuo sposo è il tuo Creatore.

-          Isaia  62, 1 – 12: Lo splendore di Gerusalemme  nellÂ’ alleanza eterna di Dio:  Il Signore si compiacerà di te.

Alcune  domande:

·         Prova a pensare a unÂ’ esperienza in cui hai dato fiducia alla Parola, perseverato e ne è venuto fuori  vino nuovo.

·         Fate quello che vi dirà:  cosa ti dice questa parola oggi ?

 

Alcune piste concrete per la vita quotidiana illuminata  dalla Parola:

·         Essere attenti con gli occhi del cuore e dellÂ’ intelligenza alla realtà in cui viviamo e farsi voce dei bisogni reali dei nostri fratelli:  “ non  hanno vinoÂ….”

·         Essere disponibili e aperti a ciò che la Parola ci dice nella vita :  “ fate…”

·         Credere nella sua Parola che fa ciò che dice e  agire in obbedienza di fede: “ attingete ora”

·         Manifestare la sua gloria credendo e testimoniando con la vita che Gesù è il VINO  BUONO che da senso al nostro essere figli amati eternamente da Dio.

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