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Gv 4, 1-42: Camminare con Dio è cantare la vita

Gim Venegono (gennaio 2003)

 

Camminare con Dio

 Ã¨ cantare la vita

 

Catechesi del 2 Gim di Venegono 

12 gennaio2003

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Nel nostro cammino di questi mesi ci siamo messi in contatto con Dio e poi con noi stessi, abbiamo voluto entrare nel mondo di Dio e nel nostro mondo, cercando di conoscere più a fondo noi stessi. Perciò vogliamo continuare il cammino. E in questo percorso vogliamo lasciarci guidare dall'incontro tra Gesù e la Samaritana (Gv 4, 1-42).

Innanzitutto, notiamo che l'iniziativa parte da Gesù, e lo vedremo anche lungo tutto il racconto; è Gesù che si reca in Samaria, che cerca, che inizia il discorso e lo guida. Gesù deve andare in Galilea e decide di passare dalla Samaria, poteva anche fare un'altro percorso, anzi in genere i Giudei lo facevano, proprio per evitare quella terra; il motivo di Gesù è quello di incontrare anche i Samaritani, di aprirsi anche a loro, di farsi conoscere e dare una possibilità anche a loro.

Anche nella nostra vita Dio ha preso l'iniziativa, e per primo si è incamminato verso la nostra vita, la nostra storia; non ha aspettato che lo andassimo a cercare, è lui che ha fatto il primo passo. È importante allora scoprire quando Dio ha deciso di passare nella nostra esistenza, quando “ci ha dato una possibilità”. Forse lo ha fatto con delle persone significative, o con delle esperienze importanti, o attraverso l'ascolto della sua Parola. Magari fin da bambini abbiamo sentito parlare di Lui, ma era uno dei tanti che vedevamo passare sulla via, ce lo additavano, forse era pure “simpatico”, ma non era ancora diventato un TU con cui parlare, un TU che ci parla al pozzo dei nostri desideri, della nostra sete.

  •   Guarda nella tua vita, nella tua storia e trova il “giorno” in cui Dio ti si è fatto vicino, e dal quale puoi dire: tutto è cominciato da lì!

È vero, molti sono i nostri desideri, sono quelli che ci fanno venir sete e dobbiamo andare al pozzo per attingere l'acqua. Ma in noi portiamo anche una sete inappagabile, che non ci lascia tranquilli, è la sete di vivere una vita in pienezza, una vita che ha senso, per la quale possiamo dire: “sì vale la pena di viverla!!”. Ci muniamo di secchi, brocche per poter attingere l'acqua che disseta la nostra vita; sono mezzi che ci sono stati dati da altri, dalle persone che sono passate nella nostra vita, oppure li abbiamo acquisiti con l'esperienza fatta, con il nostro impegno e la nostra ricerca. In ogni caso fanno parte del nostro bagaglio.

  •   Quali i tuoi desideri, quelli che ti fanno venir sete?

  •   Qual'è il tuo desiderio più forte, il tuo sogno?

  •  Quali sono i secchi e le brocche che hai e che usi per attingere al pozzo?

Ed è al pozzo che Gesù si fa incontrare, perché anche lui ha sete, ha sete di noi. Ci viene incontro nella nostra ricerca di senso, di pienezza; viene ad ascoltare la nostra sete, sa entrare nel profondo di noi e scrutando fa ci rivela IL DESIDERIO che sta nel nostro cuore.

Ma Gesù ci vuole offrire qualcosa di più. A volte non conosciamo veramente questo desiderio grande, è ancora annebbiato, nascosto; oppure rischiamo di prendere ciò che non disseta veramente, «Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua» (Ger. 2,13).

Due sono le problematiche che si presentano:

1.l'acqua che stiamo bevendo ci disseta veramente? La sorgente a cui attingiamo ci dona veramente l'acqua che ci disseta, oppure ci accontentiamo di un'acqua che allevi almeno momentaneamente l'arsura della nostra gola? A volte ci accontentiamo di un piccolo desiderio e di un'acqua a basso costo, perché è più facile, richiede meno impegno, oppure ci è più comodo, ci chiede di rischiare meno; è vero, dobbiamo continuare ad attingere, ma ci accontentiamo. Altre volte l'acqua che ci propone Dio è pure appetibile, ma abbiamo paura, ci chiede di rischiare troppo!!

«O voi tutti che siete assetati, venite alle acque; voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte! Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, gusterete cibi succulenti!» (Is. 55, 1-2) E allora rischiamo di rimanere con la gola secca, insoddisfatti, come lo era la Samaritana, sposata 5 volte, ma infelice  Â“E Gesù: «Hai detto bene: "Non ho marito"; perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità».(vv. 17-18)”.

  • Che acqua sto bevendo? A quale sorgente attingo?  

2.l'acqua che beviamo o vogliamo bere è veramente quella VERA, quella che ci dona Dio, che realizza il suo sogno e il nostro e ci appaga, ma in noi ci sono delle screpolature, le incapacità di tenere quest'acqua. Magari ci stiamo dicendo: “Con tutte le persone che c'erano, più 'sante' e migliori di me, più vicine a Lui, doveva proprio scegliere me?”; in noi sentiamo delle divisioni, delle contraddizioni, un qualcosa che non va. Come la Samaritana le vorremmo nascondere, e sentiamo il bisogno di andare al pozzo in un'ora così insolita come il mezzogiorno, così da non incontrare nessuno, non dover rendere conto a nessuno, forse neppure a noi stessi. Eppure Gesù decide di attraversare la nostra Samaria, di incontrarci proprio al pozzo, e lì vuole farci fare un cammino di rigenerazione. Dio ha un sogno per noi, quello di liberazione; vuole liberarci da tutte le nostre schiavitù, che ci impediscono di essere pienamente persone, di vivere. È vero, come per la Samaritana, ammettere le ferite e le schiavitù della nostra vita, fa male; non è stato semplice per lei ammettere davanti a Gesù (che per lei era ancora uno straniero) il fallimento della propria vita, incapace di instaurare rapporti di vita veri e duraturi. Eppure Gesù non è lì per condannare, ma per ridare vita.

  • Guarda alla tua vita, alle schiavitù, alle screpolature che ti impediscono di vivere veramente e dalle quali vuoi essere liberato/a  

Un'altra 'tentazione' è quella di 'limitare' il dono di Dio. “La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere»” (v. 15). Il dono che Gesù le vuole fare è grande, ma la Samaritana vuole semplicemente risolvere il problema della quotidianità, senza però cercare veramente LA VITA, la SUA vita. Ma il Signore ci dice: “se tu conoscessi il dono di Dio” (v. 10). Dio vuole veramente farci vivere al 100%, allora diventa importante scoprire, conoscere il suo dono. A questo punto occorre anche saper chiedere; “e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva»” (v. 10).

  •     Mettiti davanti a Dio e chiedigli di conoscere il SUO DONO.
    Pensi di conoscerlo già? Allora verificalo davanti a Lui.

Il dono di Dio però non rimane semplicemente un dono PER ME, per il mio bene. «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna» (vv. 13-14). Scoprire il dono di Dio in se, la meraviglia che Lui vuole realizzare in noi e attraverso di noi ci fa fare un ulteriore passo, quello di andare ad annunciare, condividere la grandezza del dono della vita. Ce la fa cantare “al mondo intero”, non perché vogliamo gloriarcene, “la donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» La gente uscì dalla città e andò da lui.” (vv. 28-30), ma perché ciò che il Signore fa scaturire in noi è veramente la vita. Camminando con Dio potremo cantare la vita e far si che altri possano fare altrettanto.

  •    Guarda a Maria, leggi il Magnificat (Lc 1,46-55) e impara da lei a cantare la vita

 

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