GIEMME FIRENZE
Israele in Egitto: benedizione
e asservimento
I figli di Giacobbe e di Giuseppe sono benedetti da
Dio. Sono un piccolo popolo, una minoranza, ma Dio li fa prosperare, comè
detto in modo iperbolico in Es. 1,7: prolificarono e crebbero, divennero
numerosi e molto potenti e il paese ne fu ripieno.
Ø
La
paura del Faraone
Le frontiere dellEgitto allEst sono sempre
minacciate da popoli semiti con i quali gli Ebrei sono imparentati. Questa
minoranza che si sviluppa, può prendere coscienza della sua forza, unirsi di più
e organizzarsi e fare il gioco degli Asiatici e dei Libici contro lEgitto.
Meglio prendere misure di precauzione: assoggettarli
e servirsene con un piano che li paralizzi politicamente e che procuri allo
stato i frutti della loro utilizzazione automatica
Ramses ha bisogno di manovali per il trasporto dei
massi giganteschi, per gli sterri enormi delle sue costruzioni, per la
fabbricazione di milioni e milioni di mattoni.
Per gli Ebrei inizia il tempo della durezza e
dellamarezza eppure, quando saranno liberi, rimpiangeranno labbondanza di
beni che avevano in Egitto (Es. 16,3; Num. 20,5).
Nonostante lasservimento, il popolo cresce e
diventa come un incubo per gli Egiziani che allora aumentano lindigenza,
lafflizione e lumiliazione degli Ebrei.
La storia che comincia, è la storia della formazione
che Dio fa al suo popolo, del distacco da sé per una disponibilità
attraverso lo spogliamento, la sofferenza e lumiliazione a rimettersi
tutto a Dio.
ü
Sai
identificare nelloggi queste paure e questi asservimenti?
Quale speranza di
liberazione per Egiziani ed Ebrei del nostro mondo?
Ø
Eliminazione
dei bimbi degli Ebrei
E un racconto pieno danomalie, ma due
levatrici, Sifra e Pua, resistono, fanno nascere i bambini perché hanno il
timore di Dio che è rispetto religioso ma anche attenzione nel fare la
volontà di Dio, nellamarlo, nel fare il bene, nel servizio.
Il senso del cap. 1 preso globalmente è chiaro:
nella sofferenza e nella schiavitù si realizzerà la salvezza del popolo di Dio
e, per prima cosa, nascerà luomo che sarà lo strumento divino di questa
salvezza.
ü
Conosci
qualche esempio di resistenza ai tiranni doggi (uomini o istituzioni)?
E qual è la mia resistenza a quanto va contro la vita e il piano damore di
Dio per lumanità?
Mosè:
il primo salvato (Es. 2, 1-10)
Il racconto della nascita e delladozione di Mosè
vuole mostrare da una parte la sua appartenenza al popolo ebraico, dallaltra
il carattere eccezionale della situazione che lattende in Egitto.
spinte dal timore di Dio e dal rispetto-amore alla
vita: le levatrici, la mamma e la sorella di Mosè, la figlia del Faraone.
Resistono allo strapotere del male e il frutto è linizio della salvezza.
(Gen. 6,14): come al tempo di Noè (Gen. 6-9) è in
causa la salvezza del futuro popolo di Dio; essa è affidata ad un mezzo
fragile, ma Dio veglia salvando dalle acque mortali colui che ha scelto.
ü
Qual è la mia reazione di fronte alla constatazione delle mie debolezze
e di quelle degli altri? Abbattimento o speranza nellapertura
allaccoglimento della salvezza che viene da Dio?
Mosè cresce alla corte del Faraone, istruito in
tutta la sapienza degli Egiziani (At. 7,22). Sta bene, è felice e potente.
Sa davere origini ebree, ma non sa niente dei suoi fratelli, finché non esce,
non si reca da loro, e vede la loro oppressione.
Mosè va in crisi, da questuscita nasce la sua
solidarietà con loro. Si accende nel suo cuore una fiamma che solo più tardi
diventerà un fuoco liberatore. Ritrova la sua identità. Quegli Ebrei sono suoi
fratelli. Per questo non esita ad uccidere il capo egiziano che maltrattava un
ebreo. Poi, uscì di nuovo, nasce un bisogno di rivedere, di stare con i suoi.
Simbatte in due ebrei che litigano. Sinterpone e rimprovera quello che
aveva torto, spinto dal suo senso di giustizia.
Ma scopre con amarezza di non essere accettato dai
suoi e che luccisione dellegiziano è risaputa. Mosè ha paura.
Svaniscono i suoi sentimenti di solidarietà, di giustizia, di liberazione e..fugge.
Il perseguire la libertà personale e il voler diventare liberatore per altri,
non dura quando è basato solo sui sentimenti, non resiste nello scontro con una
realtà ostile.
ü
Io, dove sono uscito? Che cosa ho visto? Come mi sono
coinvolto?Sono rimasto o sono fuggito? Perché? Ricorda
..
Mosè scoprì che il suo altruismo aveva fatto di lui
un nemico e non un alleato. Si scopre vulnerabile. La sua violenza per attuare
la giustizia non ha portato alcuna liberazione. Per salvarsi la vita deve
fuggire, come ogni altro rifugiato politico. Il suo fallimento era
iniziato con il tradimento del suo connazionale che aveva rifiutato non solo la
sua autorità ma anche la sua richiesta di giustizia. Mosè doveva essere
rinviato in Egitto con una autorità diversa e con una nuova missione.
Mosè fuggiasco, rifiutato dai suoi, si siede vicino
ad un pozzo, nel deserto di Madian. Qui ancora il suo senso di giustizia lo fa
intervenire contro dei pastori crudeli e ingiusti, in difesa di deboli donne. E
questa volta avrà una sincera gratitudine da parte di Ietro e delle sue figlie.
Si guadagnerà da vivere facendo il pastore, si farà una famiglia, condurrà
una vita tranquilla, borghese, diremmo oggi. Cè ben poco del campione della
fede che decide per Dio, di cui parla la lettera agli Ebrei! Ma resta in lui un
tarlo che lo rode, il suo essere esule, straniero, tanto che chiamerà il suo
figlio Gherson, che significa sono straniero qui.
E tuttavia nel deserto che Mosè ritrova la
condizione dura e libera della vita nomade, la vita dei suoi lontani antenati
ebrei, e impara, a fianco di Ietro, a conoscere il Dio dei suoi padri. Dimentica
lEgitto e si adagia nella vita tranquilla del pastore
per 40 anni!
ü
Come
so leggere e integrare i miei fallimenti? Diventano motivo di un ripiegamento su
me stesso o uno sprone a superarmi? Come vivo il mio deserto?
In Egitto, la condizione di schiavitù degli Ebrei,
dopo la fuga di Mosè, era diventata ancora più dura. Il loro dolore diventa
grido che sale fino a Dio. E Dio ascolta, si ricorda, guarda,
conosce, prepara il suo piano di liberazione. Là dove luomo era
annientato, dove la speranza era morta, Dio interviene per aprire una nuova
strada di salvezza.
ü
Nei
nostri discorsi e progetti di liberazione e di lotta per la pace e la giustizia,
in che misura facciamo entrare Dio e la Parola di Vita di Gesù?