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Ap (17 - 18,1-13): Andare controcorrente

Gim Padova (maggio 2003)

Andare controcorrente (Ap 17-18.13)

Catechesi del I Gim maggio 2003

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Veglie e preghiere                                Teologia della missione                           Sfide per crescere

 

 

 

18,1 Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore. 2 Gridò a gran voce:  “È caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demoni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d'ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. 3 Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato”. 4 Poi udii un'altra voce dal cielo: “Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli.”

In molte occasioni nella Bibbia quando ci si riferisce a Babilonia non si fa riferimento alla città in particolare, ma a tutte quelle realtà in cui appaiono con veemenza la natura dei peccati che la rendono Babilonia: prostituzione, assassini, sfruttamento economico ed arroganza. Nel I secolo, con molta frequenza, in contesti giudeo-cristiani, il nome ‘Babilonia’ indicava direttamente Roma. Quindi anche per la comunità di Giovanni, comunità di R-ESISTENZA a Babilonia. Il testo che l’Apocalisse oggi ci propone vuole aiutarci a fare un cammino alla scoperta della nostra Babilonia e del modo per divenire ancor più COMUNITA’ DI R-ESISTENZA. Lasciamoci allora guidare e ancora una volta provocare da questa Parola che oggi vuole dire qualcosa a noi. Ci aiuterà molto, entrare nel contesto in cui questo testo è inserito, in particolare i capitoli 17 e 18. Partiamo da quelli che abbiamo presentato come i peccati di tutte le Babilonie:

 

Prostituta

  “Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: ‘Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione’” (Ap 17,1-2)

  Fin dallÂ’inizio questa espressione è usata per definire Babilonia. Stiamo attenti: lÂ’espressione non ha assolutamente nessuna connotazione di sfondo sessuale. Indica piuttosto, come già nellÂ’Antico Testamento, il tradimento dellÂ’alleanza che Dio aveva stipulato col suo popolo, del messaggio che Lui gli aveva affidato, del sogno che aveva condiviso con lui. Babilonia è colei che ha tradito il sogno di Dio, colei che non ha ascoltato il suo messaggio e colei quindi che non può essere in comunione con il suo Signore. Insieme con lei si sono prostituiti i re della terra perché:

 Â“La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle” (Ap 17,4)

  Ha una grande capacità seduttrice. Si mostra riccamente vestita e adorna di gioielli: attira, non passa inosservata, anzi fa di tutto per farsi notare e i re della terra si lasciano ammaliare da lei. LÂ’idolatria diventa allora prostituzione, così come le alleanze coi regimi vicini. Ma forse qui ci conviene prendere in considerazione un altro aspetto legato a questa prostituzione. La parola ebraica per dire prostituta è ‘zanaÂ’ che il greco traduce con ‘estai emporionÂ’ e cioè ESSERE MERCATO. E infatti c’è un forte legame che lÂ’Apocalisse vuole mettere in risalto tra la prostituzione e lÂ’economia degli imperi. A questa i re della terra hanno dato la loro adesione, prostituendosi anche loro. È il gioco dellÂ’impero che si mostra potente e elargisce privilegi a chi sta al suo gioco. San Paolo, dice di avere la cittadinanza romana fin dalla nascita perché la sua città, Tarso, aveva ottenuto questo privilegio grazie al commercio che intratteneva con Roma. E Roma offriva:

-         attraverso i miti imperiali, la visione di un mondo unificato e sicuro

-         attraverso il commercio imperiale, un certo benessere

-         attraverso lÂ’adesione al culto imperiale, lÂ’inclusione sociale

-         attraverso la vita della città, orgoglio e realizzazione

Ecco quindi che colei che ha tradito il sogno di Dio, la sua Parola ora porta anche uomini e donne a fare lo stesso: sono tutte quelle persone che vendono la loro dignità, la loro vita, i loro fratelli per ottenere dei benefici che l’impero offre e poter fare così un ‘salto di qualità’ nel loro stile di vita.

 

Assassina

  “… teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: ‘Babilonia la grande la madre delle prostitute e degli abomini della terraÂ’. E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù” (Ap 17,4-6)

  Si parla di una coppa, come tante altre volte nella Bibbia, e anche qui il suo significato è molto importante. Nel mondo pagano ma anche in quello giudeo e cristiano, la coppa era segno di benedizione e per noi lo è ancora (pensiamo al calice della messa). Ma qui abbiamo un significato opposto: la coppa è piena di ‘abomini e immondezzeÂ’ e del ‘sangue dei santi e dei martiri di Gesù’. La donna si ubriaca di questa bevanda “disumana”: questo brindisi mostra la totale disumanità dellÂ’impero. Questo infatti si mantiene proprio grazie al sangue delle vittime. E questo stesso sangue è usato dallÂ’impero per benedire i suoi seguaci. Costoro inoltre condividono la coppa, in segno di alleanza con lÂ’impero e di sottomissione alle sue leggi (Ap 14,8). La donna è madre degli abomini della terra, una terra soggiogata dalla sua potenza, che si manifesta proprio attraverso le ingiustizie, le violenze, gli assassini: ma tutto questo bisogna farlo, è lÂ’unico modo per mantenere la PAX ROMANA. È una PREVENZIONE: troviamo presenti in Babilonia la minaccia della violenza per tenere calma la gente e lÂ’uso della violenza contro ogni probabile nemico.

 Â“Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme con la bestia. Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia” (Ap 17,12-13)

 Dieci re: a noi non interessa tanto di sapere chi siano o cosa rappresentino. Ciò che ci interessa è il loro intento: “consegnare la loro forza e il loro potere alla bastia”. Questo è in netta opposizione con quanto descritto nel capitolo 5, versetto 12: “LÂ’Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione”. È il canto degli angeli, degli esseri viventi e dei vegliardi, attorno al trono; è il canto di coloro che riconoscono in Dio il loro Signore e nellÂ’Agnello il loro Salvatore. Ma coloro che si sono prostituiti, non possono che dare tutto ciò che hanno (vita, dignità, potenza, forza) alla bestia. Ritorna qui lÂ’accusa contro la Pax Romana, che era vista come un dono degli dei a cui si sacrifica tutto; lÂ’Apocalisse afferma la falsità di tutto questo, proprio perché la pace imperiale si basa sugli omicidi e sulle violenze.

  “Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco” (Ap 17,16)

  Questa violenza è talmente disumana, quindi diabolica, che si ritorce contro la stessa prostituta. Credendo di poter decidere sulla vita degli altri, sulla loro esistenza non si accorge che in realtà si sta auto-distruggendo.

 

Sfruttatrice economica

  “Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei perché nessuno compera più le loro merci: carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane” (Ap 18,11-13)

  Si tratta di una ‘normaleÂ’ lista di prodotti da commerciare. Potrebbe sembrare veramente normale se non fosse per gli ultimi due ‘prodottiÂ’ menzionati: “SCHIAVI e VITE UMANE”. Babilonia è presentata continuamente come una città estremamente ricca (Ap 17,4); ma come spesso accade si tratta di una ricchezza che non tutti possono permettersi. Appartiene ad un’élite, a quei re, quelle donne e quegli uomini che stanno al gioco dellÂ’impero, ricevendo in cambio il privilegio di poter accedere alle ricchezze. Questa ricchezza smisurata nelle mani di pochi, a danno dei pochi, è per ogni impero uno dei pilastri della sua sussistenza, assieme, naturalmente, agli schiavi. Ecco perché allora, al tempo dellÂ’esilio in Babilonia, i profeti Isaia ed Ezechiele consideravano lÂ’economia di Tiro un vero e proprio crimine verso i poveri, di fronte al quale Dio non poteva tacere. E lo stesso Dio non può tacere di fronte allo sfarzo dellÂ’impero romano e dei nostri imperi. È un sistema che non può esistere di fronte a Dio, quel Dio che da sempre è stato dalla parte degli esclusi e dei poveri. E non può, a maggior ragione, esistere nel momento in cui gli stessi figli e le stesse figlie di Dio, vengono vendute come una merce qualsiasi. Anzi, guardando bene la lista, sembra esserci un criterio: si parte dallÂ’oro (metallo nobile) e si scende giù, fino agli schiavi e alle vite umane, poste addirittura dopo il bestiame. NellÂ’antica Roma lo schiavo era chiamato “corpo”: egli perde ogni dignità umana, per quanto piccola essa sia; diventa un prodotto, di un sistema che non tiene in nessunissimo conto lÂ’umanità. LÂ’allusione poi alle “vite umane” diventa unÂ’accusa chiara e forte contro lÂ’impero che pur di mantenersi vivo, o proprio per mantenersi vivo, è disposto a vendere lÂ’umanità stessa, anche la propria.

 

Arrogante

  “Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò” (Ap 18,7)

  Giovanni riprende qui lÂ’accusa di Isaia contro Babilonia (Is 47,7-8) e la stessa accusa viene qui rivolta a Roma, la “Città eterna” e, come abbiamo visto, a tutte le Babilonie di oggi. È questa arroganza dellÂ’impero che si trova alla base della sua prostituzione, dei suoi omicidi e del suo sfruttamento dei poveri. Ma in questa stessa arroganza Giovanni vede la caduta di Babilonia: lÂ’arrogante Roma non è capace di prevedere la sua caduta; si crede eterna, onnipotente invece è cieca e non sa che:

 Â“per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco poiché potente Signore è Dio che l'ha condannata” (Ap 18,8)

  EÂ’ dura questÂ’accusa di Giovanni: nel capitolo 19, al versetto 3, egli vede il fumo che sale eterno dalle rovine di Roma. Ecco tutto ciò che resta del mito dellÂ’eternità di Roma: un fumo che sale.

 

 

USCITE !

 

Ecco infine il grido dellÂ’angelo:

  Poi udii un'altra voce dal cielo: “Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli.” (Ap 18,4)

  Giovanni sa che la vera eternità appartiene allÂ’Agnello, a Dio e a tutti coloro che avranno avuto la fede, il coraggio e la forza per R-ESISTERE di fronte alle minacce, alle lusinghe dellÂ’impero. Uscire non è un invito a fuggire da questo mondo, in maniera vigliacca, pensando di salvarsi: uscire è non accettare il sistema che lÂ’impero ci propone. È saper creare delle comunità di R-ESISTENZA, che sappiano proporsi come modello in netta opposizione, allÂ’unico modello che lÂ’impero vorrebbe imporre al mondo. È questo il nostro ANDARE CONTRCORRENTE.

 

 

PISTE PER RIFLETTERE

 

·        Nella lista delle merci, forse, anche per noi e per me c’è il rischio di metterci il nome di fratelli e sorelle e magari anche il nostro Â…

·        Ci fanno credere di essere infiniti e di vivere in un mondo dalle risorse infinite, ma non ci accorgiamo di essere limitati e di vivere in un mondo limitato Â…

·        Coca-Cola, Coltan, Reebok, Walt Disney, Esso Â… abomini di oggi nella coppa della prostituta

·        LÂ’impero seduce ancora Â… quanto scendo al compromesso con il sistema disumano?

 

 

Uno dei volti della nostra Babilonia è rappresentato dalla sempre più difficile situazione in cui si trovano oggi molti immigrati. Visita la pagina "Chiesa di strada, in preghiera e solidarietà con gli immigrati", per conoscere l'azione di sensibilizzazione promossa dai missionari comboniani.

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Dopo il Giubileo degli oppressi 2002, è stata creata la sezione Approfondimenti, dove potrai trovare testi e riflessioni per formarti, informarti ed approfondire che la "Pace è nelle nostre mani".

Il nuovo è possibile,di p.Alex Zanotelli è un testo che presenta quattro proposte operative affinchè la "La pace nelle nostre mani: non solo utopia"

 

 

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