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Lc 9, 51-56: Disarmare i Cuori e le Mani... il Vangelo della Non-Violenza

Gim Lecce (novembre 2001)

Disarmare i cuori e le mani
con il Vangelo della Non-Violenza 

Armare i cuori e le mani

con la Forza della vita... di Dio...col Fuoco dello Spirito 

 

Catechesi del GIM di Lecce di Novembre

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Ripudio della violenza: le dieci caratteristiche del nonviolento
Per approfondimenti consulta clicca qui per un bibliografia sulla Nonviolenza
Leggi, inoltre, Ormegiovani di novembre: con la riflessione sull stesso tema di p. Efrem Tresoldi

Oltre ai collegamenti presenti nella pagina ti suggeriamo inoltre il testo: "Superare la guerra" dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII


GIM  Lecce- Novembre 2001

  

con il Vangelo della Non-Violenza

con la Forza della vita... di Dio...col Fuoco dello Spirito 

 

 

Vangelo di Luca capitolo 9

51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52 e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53 Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54 Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55 Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56 E si avviarono verso un altro villaggio.

          “Credete che sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma la divisione!”   (Lc. 12,51)

“Ma il Figlio dellÂ’Uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra?”  (Lc. 18,8)

   

 

 

 

 

FORZA DELLA NON VIOLENZA Â… DEBOLEZZA DELLA VIOLENZA E FORZA DELLA DEBOLEZZA

Disarmare-Armare sono gli “opposti” da integrare per vivere il  vangelo della non violenza. Il vangelo della non violenza è il  vangelo dellÂ’accoglienza del diverso, è il vangelo della mitezza Â… ed è anche il  vangelo della forza interiore, il  vangelo della auto-referenzialità Â… della bio-referenzialità. EÂ’ il vangelo  della “profezia”, del coraggio e della “sfida”! (Cfr.: la FORTEZZA come dono dello Spirito.)

            Per armare  i cuori e le mani della FORZA CREATRICE dello Spirito occorre vivere fino in fondo il “disarmo” dei cuori e delle mani.  A volte disarmiamo le mani ma il cuore resta  armato-ferito Â… e pronto a ferire!

Come è possibile disarmare-armare trovando un modo sano di esprimere la aggressività? Troppo spesso la aggressività viene semplicemente “condannata”, viene rimossa ed evacuata solo all’esterno e così il nostro interno diventa un campo profughi / arrabbiati / feriti…che poi si esprimono in aggressività nascosta.

Come rendere l’aggressività “combustibile”, come canalizzarla per irrorare la vita?

-          Vivere lÂ’aggressività prendendoci la responsabilità di quello che “sentiamo”.

-          Imparare ad esprimere lÂ’aggressività in maniera appropriata (farne “dono”: il dono della nostra “ombra”)

 

PER FARE QUESTO PROVIAMO A SCOPRIRE IL SENSO DELLA AGGRESSIVITAÂ’ CIOEÂ’ AD ACCETTARE LA SFIDA DI FAMILIARIZZARE CON QUESTO  “OSPITE-NEMICO” SCOMODO

Se c’è in me “aggressività” o altri sentimenti “oscuri”, questo fatto “magmatico”, “grezzo”, “scomodo”, cosa mi dice  di me, del rapporto che ho (che vivo) con quella specifica persona, con lÂ’istituzione e con Dio?

-          Ci porta alla realtà! Significa che non siamo sulla stessa lunghezza dÂ’onda.

-          LÂ’aggressività RIVELA che il nostro rapporto non è “completo”, ha bisogno di camminare, di crescere.

-          RIVELA che stiamo cercando “altro”… aggredisco perché ho bisogno di te, ti dico lÂ’opposto: “ti odio”, ma la verità è che vorrei amarti e mi sento impotente, incapace !

-          RIVELA la nostra chiamata a “comandare”, ad essere “Signori”. Soltanto che noi vorremmo esercitare il “comando” senza esserne responsabili e senza imparare ad “usare” (ed essere “signori”) il nostro “potere”!  Cioè senza pagare il prezzo che il “viaggio interiore” richiede per poterci “investire” con autorità del “comando”.  Noi scegliamo la “scorciatoia” della IMPOSIZIONE: ma quando abbiamo bisogno di “imporre”, in realtà siamo “schiavi-servitori” della nostra forza e non “Signori”!  EÂ’ la nostra “forza” che ci domina!  Proprio come i discepoli: hanno capito chi è Gesù e vorrebbero IMPORLO.  Gesù però non entra nel gioco “ti faccio vedere io chi sono”!  Questo gioco piace tanto a noi, lo sperimentiamo ogni volta che mettiamo il nostro “aut-aut”, quando vogliamo far vedere che siamo “onnipotenti” rifiutando lÂ’opportunità che la vita ci offre di “conoscere” meglio, di essere più veri e più umili!  Forse è proprio per questo che preghiamo così volentieri  “Dio onnipotente …” ma ci resta sempre una sete della sua “divina debolezza-fragilità-tenerezza …”.

-          RIVELA ai nostri occhi che “siamo parziali”, che siamo “in viaggio”, in ricerca  Â… che “abbiamo bisogno”. Qui trova significato lÂ’eterna ricerca dellÂ’anima gemella, qui si impianta il bisogno  che ci da la forza e il coraggio del “viaggio interiore”!

-           LÂ’aggressività che noi vogliamo nascondere-evitare a motivo della “vergogna” o per il “ruolo” che abbiamo (prete, papà, giovane, adulto, “bravo”) per poter restare in alto(CIELO), ci riporta invece alla TERRA, ALLÂ’HUMUS, alle radici.   Noi vorremmo essere interi / santi / perfetti / DEI Â… by-passando, aggirando la nostra umanità, lÂ’umanità di Dio (Ci ricorda invece il filosofo che “nella gioia pura e semplice e nella rabbia, riveliamo il “vero” di noi stessi”).

 

La teologia dell’abisso “abgrund” (dal tedesco “senza suolo”) sostiene che “l’altezza è bella, ma l’abisso è sublime”. L’aggressività e tutti i sentimenti “ombra” ci invitano a non scappare davanti alle porte dell’abisso. AGGRESSIVITA’-ACCOGLIENZA

                                  RIFIUTO-OSPITALITAÂ’

                         ESCLUDERCI-CONCEDERCI  sono gli opposti della stessa moneta:  imparando a integrarli, lÂ’UOMO diventa “santo” e capace di essere “dono” nel “viaggio della vita”!

 

                                              PERICOLI DELLA AGGRESSIVITAÂ’

- Può essere un modo di farci del male:  ho fatto dellÂ’altro quello che ho voluto, “ho vinto Â… manipolandolo”, ma in fondo in fondo sento che è solo una “finta vittoria”!  Ti aggredisco dicendoti “ti odio” e così ti allontano facendo in realtà lÂ’opposto di quello che vorrei. Infatti la verità è che il mio vero io vorrebbe gridare “ti amo” “ho bisogno di te” “ho bisogno che almeno uno AMI quella parte di me  che neppure io riesco ad amare” Â… e guarda caso, è proprio quella parte che esprimo attraverso il mio “essere aggressivo”!   Sembra quasi che ho bisogno di “punirmi” e di “farmi del male”: con lÂ’aggressione ho allontanato proprio la persona che speravo di avere vicino!  Soffro privandomi del suo aiuto e del suo amore Â… forse perché la verità è che ho paura di lasciarmi conoscere-amare veramente!

- LÂ’aggressività fa male quando è senza padrone, quando non conosce se stessa.  Ma nel momento in cui mi prendo responsabilità della mia aggressività (è mia!) allora ecco che diventa una forza un “combustibile”!

- Attenzione allÂ’aggressività che si nasconde dietro il castigo e la punizione. Spesso siamo “prigionieri” di una aggressività  passiva-nascosta che ci logora e ci rende tristi. 

            - Aggressività esplicita:  non ti ricevo perché stai andando a Gerusalemme, perché hai una missione che io non condivido. “Non ti ricevo fino a quandoÂ…diventi come me”.  E quando poi ci sono riuscito ti aggredisco nuovamente  perché non sono come te.

 

                                                 SFIDA APERTA A TUTTI

                       EÂ’ la sfida di assumersi la responsabilità  di trovare i modi adeguati per esprimere i sentimenti “forti” come lo sdegno, lÂ’indignazione per lÂ’ingiustizia, lÂ’ira di fronte alla manipolazione dei deboli, di Dio, del creato, della vita, di noi stessi Â… !   Da oggi mi assumo la responsabilità di essere vero e di esprimere questi sentimenti in modo creativo. Basta col fare i “lamentoni”, le povere vittime Â… da oggi voglio disarmare cuore e mani dalla distruttività, voglio armare il mio cuore e le mie mani della “forza creativa” dello Spirito attraverso lÂ’impegno personale, cambiando il mio “stile di vita”, denunciando con rispetto, osando adesso il futuro di Dio, smettendola di far pagare ad altri il mio prezzo, correndo il rischio e la gioia di Â… pagare di persona, amando la vita con tutte le sorprese che il suo viaggio ci riserva, scoprendo la mia chiamata unica ed irrepetibile Â… seguendo lÂ’AMORE che mi chiama alla libertà, alla conoscenza Â… allÂ’amore!                                         

Paolo e Eliseo! 

 

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